5,6 mm Pistolet Wz.33 Sportowy

 

Scheda di Frank Mancuso, armi fotografate dalla sua collezione.

 

Ma non ne aveva già parlato Pat della Tula Tokarev TT33?

Certo, ma questa non è una TT33. O, forse, dovremmo dire che non lo è più. 

Si tratta infatti di una versione della nota arma da fianco sovietica realizzata in Polonia negli anni dal 1954 al 1958, pensata per sparare munizioni calibro 22 l.r. 

Lo dice a chiare lettere l'aggettivo "Sportowy", che in lingua polacca vuol dire letteralmente "Sportivo".

Non è il primo esempio di arma corta in questo calibro ispirato o derivato dalla TT33.

A Grigoriy Sevryugin viene riconosciuta la paternità di un'arma, nota come TTR-3 (la R sta per Redutsirovanny, ovvero "ridotta") che vede la luce in Unione Sovietica poco dopo il 1933 e che ricalca molto fedelmente (per non dire che copia pari pari) il sistema a camera flottante sviluppato da David Williams pensato per convertire al 22 l.r. armi tipo Colt 1911. Non sono noti molti esemplari di quest'arma, il testo di Datig indicato in bibliografia ne illustra due esemplari smontati, molto simili tra loro anche se sono visibili piccole differenze di dettaglio.

Di seguito un confronto "a parità di componenti" dei due sistemi, a sinistra quelli di una TTR-3 prodotta prima del 1945.

Come è noto, il sistema sfrutta l'espansione dei gas di sparo su una superficie, quella della proiezione retta della camera flottante e del bossolo, che è un multiplo di quella del solo, minuscolo bossolo a percussione anulare, per imprimere al carrello un impulso nettamente superiore, e dare al tiratore la sensazione di star tirando con una munizione di calibro maggiore.

L'oggetto di queste note sfrutta invece un sistema diverso: una canna con anima adatta al passaggio di una pallottola di 5,6 mm di diametro, con una camera di cartuccia destinata ad ospitare delle false cartucce di dimensioni tali da poter essere inserite in un caricatore identico a quello dell'arma ispiratrice.

La falsa munizione è realizzata con un'anima di acciaio inserita in un corpo di alluminio: si riduce al minimo indispensabile l'uso di materiali pregiati, e si ovvia dove serve davvero alla scarsa resistenza meccanica dell'alluminio, che se non è opportunamente legato è proporzionale a quella della ricotta.

In ogni falsa cartuccia, o adattatore (le due qui sotto, a destra ed a sinistra di una cartuccia di calibro 7,62x25, sono ancora sporche del loro grasso protettivo), si inserisce una cartuccia calibro 22 l.r. ...

... quindi si inserisce la falsa cartuccia "carica" nel caricatore e ... questo nell'arma!

Anche in questo caso c'è un illustre precedente, identificabile nella conversione per la pistola norvegese M1914, ovvero la Colt 1911 prodotta dalla Kongsberg.

Conversione (ovvero solo canna e false munizioni) più rara dell'arma stessa.

Immagine dal forum www.milsurps.com

Questo sistema ha un importante inconveniente operativo: non si può fare a meno della falsa cartuccia, che dopo ogni tiro deve essere raccolta.

Poco male per chi ricarica per le corte semiautomatiche, abituato a trascorrere carponi metà della sessione di tiro, ma il rischio di perdere qualche falsa cartuccia esiste. Tanto che sembra il corredo originale dell'arma prevedesse una dotazione di ben 24 false cartucce, che ai giorni nostri non sono arrivate, e spesso mancano del tutto, rendendo necessario mettere mano al tornio e farsele, oppure al portafoglio e farsele fare.

Peraltro il sistema può vantare anche diversi aspetti positivi dal punto di vista produttivo, tanto che in Polonia, più o meno negli stessi anni, viene realizzata con le stesse caratteristiche anche una versione da addestramento del mitra PPS-43. Ma su questo punto ritorneremo più avanti.

Torniamo ad esaminare l'arma. 

Sulla parte superiore del carrello appaiono punzonati il codice (11), il numero 1955 ed infine il numero di matricola (che è impresso anche sopra la guancetta sinistra, sotto la suola del caricatore e sotto quella che siamo abituati a chiamare camera di cartuccia).

Chi si cela dietro il numero 11 racchiuso in un cerchio?

Nientepopodimenoché la Fabryka Broni di Radom.

E' la stessa manifattura, nata nel 1922 e nazionalizzata nel 1927, che avvia la produzione della Wz.35 prima dell'occupazione tedesca.

Alla fine della II Guerra Mondiale essa è devastata, e con grandi sforzi viene ricostruita, recuperando per quanto possibile ma in ogni modo possibile (anche poco ortodosso) quel che resta dei macchinari trasferiti dalla Polonia verso Ovest all'avanzare dell'Armata Rossa, e requisendo ogni macchina utensile rinvenuta nella città.

Già nel 1946 vengono prodotte 360 pistole TT33 (che in Polonia sono già note col nomignolo di "Tetetka") e 300 canne per mitra PPS 43.

La ripresa prosegue progressivamente, e la produzione si estende anche ad attrezzature civili (macchine da cucire per l'industria tessile), rimanendo comunque principalmente di interesse militare (carabina Mosin Nagant 44, mitra PPS 43 e PPS 43/52 completi, mitragliatrici DP, DT, DTM).

Il 31 Dicembre  1951 lo stabilimento riceve la denominazione di "Zakłady Metalowe im. Generała Waltera w Radomiu", in onore di Karol Świerczewski, singolare e discusso Generale dell'Armata Rossa, di origini polacche, noto in Spagna durante la Guerra Civile come "Generale Walter", morto in circostanze poco chiare nel 1947, cosa che non ha impedito, e non impedisce ancor oggi, di celebrarne la memoria.

Dunque, nel periodo in cui lo stabilimento ha la detta denominazione (che manterrà fino al 1990) vengono prodotte queste belle pistole da addestramento.

A quella data le TT33 precedentemente prodotte a Radom hanno già dovuto rinunciare al doppio logo FB (Fabryka Broni) - PW (Pistolet Wojskowy) impresso dal 1946 fino a tutto il 1949 rispettivamente sulla guancetta sinistra e su quella destra.

Quindi nessuna Sportowy le potrà montare, dovendosi accontentare del già menzionato e ben più impersonale "11" racchiuso in un ovale per dichiarare la propria provenienza.

Quante ne vengono prodotte, e quando?

Sulle pagine presenti oggi in rete si trova l'affermazione che la produzione è avvenuta tra il 1954 ed il 1958; una vecchia pagina non più disponibile del sito ufficiale della Fabryka Broni affermava che ne fossero state prodotte "oltre 12000".

Essa deve essersi comunque concentrata nel 1955, lo stesso anno in cui lo stabilimento "11" arresta la produzione della TT33, per arrivare ad essere quasi completamente completata nel successivo 1956.

Nel 1955 infatti il numero di "Sportowy" che viene prodotto è compreso tra 7669 e 8673 esemplari, quindi molto vicino al numero di 8000, che rappresenta i due terzi della produzione totale.

Come infatti risulta dai numeri di serie e dalle date di produzione di alcune decine di esemplari che ho rintracciato, soprattutto in rete, la più alta matricola del 1954  è S1296, le due che si pongono agli estremi del 1955 sono S1918 ed S9586, estremi che per il successivo anno 1956 diventano rispettivamente S9970 ed S11430.

Un'arma non facile a vedersi, comunque, considerando che la produzione totale di TT viene stimata in milioni di esemplari.

Anche a confrontare i numeri prodotti con la sola produzione polacca di TT non si arriva che a qualche punto percentuale.

Essa merita di ben figurare in una collezione, anche a costo del maggior prezzo richiesto rispetto ad una molto più comune TT33, ma senza cercare di gonfiare le valutazioni degli esemplari di "Sportowy" prodotti in anni diversi dal 1955.

A proposito delle TT33, solo se le due armi vengono guardate dalla parte "sbagliata" le differenze saltano all'occhio ...

... perché il caricatore non è l'unica cosa che esse hanno in comune ...

... e la piccola porzione di canna che sporge dal castello della "Sportowy" non deve essere stata giudicata sufficiente a distinguerle, tanto da suggerire di pantografarne il nome sul lato sinistro in modo ben evidente!

Andiamo a cercare qualche altra differenza.

I carrelli differiscono certamente per la maggior cura dedicata dalle maestranze polacche alla loro creatura (come tutte le TT da loro prodotte, così volute anche per distinguerle dalla produzione russa, malvista anche perché lontana dal livello qualitativo della Vis wz 35 anteguerra), ma oltre a ciò le distingue solo nella finestra di espulsione, di maggiori dimensioni nella parte anteriore. 

Il motivo di questa differenza è evidente: dalla finestra della "Sportowy" deve essere espulsa in modo affidabile l'intera falsa munizione contenente il bossolo 22 l.r., sensibilmente più lunga (33 mm contro 25), oltre che leggermente più pesante (90 grani contro 70), del bossolo della munizione originale.

Per il resto i due carrelli non si distinguerebbero, nemmeno internamente ...

... dato che, contrariamente a quanto si trova scritto in rete, le cave di chiusura sulla volta del carrello sono state realizzate su tutte e due le versioni dell'arma.

Ovviamente sulla "Sportowy" non è stato necessario eseguire aggiustaggi tra canna e carrello, o comunque non è stato necessario eseguire quelli tra le cave ed i risalti sulla canna, perché ... i risalti sulla canna non ci sono, come è evidente anche senza mettere le due canne direttamente a confronto, come fa la foto che segue.

E' però utile metterle una vicina all'altra, per osservare in quale posizione è stata realizzata la cava per ospitare il traversino che nell'arma standard impegna il piede della bielletta.

Essa è stata realizzata ad una distanza dall'asse della canna che nell'arma standard corrisponderebbe alla posizione dei risalti sulla canna liberati dalle cave sul carrello (a sinistra nello schema che segue).

La foto che segue mette a confronto la finestra di espulsione di una TT33, in alto, con quella della Sportowy; entrambi i carrelli sono in posizione completamente avanzata, ma la volta del carrello e la camera di cartuccia della Sportowy non si toccano, la parte posteriore della canna risulta come se fosse già stata abbassata da una bielletta ... che non c'è!

Come abbiamo visto questa configurazione permette di utilizzare un carrello che ha completato il suo ciclo di lavoro, senza dover eseguire su di esso ulteriori lavorazioni di fresatura (e, a ben vedere, si potrebbe anche saltare la realizzazione delle cave, a meno di ... non averle già realizzate!), ma non finisce qui.

Il passaggio da una munizione a percussione centrale ad una a percussione anulare imporrebbe di modificare anche il percussore, ed in questo caso una modifica è avvenuta, ma non è quella che ci si aspetterebbe!

Il nuovo percussore non ha una estremità disassata rispetto al percussore standard, è solo di diametro maggiore del normale, e analogamente è stato alesato il foro che permette il suo passaggio nel carrello.

Osservando i due fori di passaggio qui sotto, è evidente che il centro è sempre lì, all'altezza dello spigolo del'espulsore, essi differiscono solo nel diametro, maggiore nel caso della Sportowy.

Cerchiamo di capire perché.

Dato che la canna è montata in modo da rimanere sempre in posizione "abbassata", il suo asse non sarà più coincidente con quello del foro di passaggio del percussore.

Ma questo evidentemente non basta al vecchio percussore per colpire al posto giusto il collarino-innesco della nuova munizione, o non basta a farlo in modo affidabile.

E allora questi polacchi che ti fanno? Aumentano il diametro del percussore, che ora coglie il segno!

 

E non solo coglie il segno, ma se inavvertitamente (o di proposito) si infila in camera una munizione calibro 7,62 Tokarev (il mio spirito di sopravvivenza mi ha fatto provare col solo bossolo innescato, quello del 7,63 Mauser di produzione Fiocchi va bene lo stesso) il nuovo percussore non ne colpisce l'innesco, di tipo "small pistol", in quanto la sua corsa viene contrastata dal fondello del bossolo. Si può cliccare sulle foto qui sopra per ingrandirle e verificare meglio. La foto a destra è identica a quella di sinistra, se non per aver evidenziato a tratto rosso l'impronta del nuovo percussore, comunque visibile anche sulla foto di sinistra.

La molla di recupero non sembra ottenuta semplicemente accorciando quella standard, poiché si avvolge in senso opposto ad essa ... 

... ma le altre componenti (fusto e guancette comprese) restano immutate. 

Ricapitoliamo ...

Si prendono i pezzi di una TT33, sul carrello si modificano il foro di passaggio del percussore e la finestra di espulsione, si realizzano delle false cartucce, un percussore, una molla di recupero ed una canna nuova e, dove questa si accoppia col carrello, si eseguono gli aggiustaggi, ma solo su di essa.

Ecco il vero vantaggio di questo sistema di conversione: in un'economia ormai programmata centralmente, nel momento in cui la produzione delle vecchie armi che han fatto la II Guerra Mondiale crolla, e va verso la definitiva cancellazione, quando ancora il Cremlino non ha deciso che anche a Radom verranno realizzati gli AK47, le maestranze vengono tenute impegnate recuperando dei semilavorati, o comunque continuando una produzione con minime modifiche sia ai cicli di lavorazione che a quegli "accessori" (afferraggi, calibri di verifica) che all'epoca tanto accessori non sono e che vengono a costare tanto quanto la macchina utensile che vanno a completare.

Basta o no per definire la conversione "geniale"?

Io dico di si, il risultato convince, anche se è consigliabile tirarci in un bel poligono al chiuso, lontano dall'erba alta, a meno di non dover andare in cerca delle false cartucce col cercametalli ...

Ed infine, prima della bibliografia, la tradizionale tabellina con le misure.

Produttore:

Arsenale n. 11

Modello:

Wz. 33 Sportowy

Calibro:

22 l.r.

Alimentazione: Caricatore amovibile, unifilare, capacità 8 colpi.

Lunghezza canna:

120 mm

Lunghezza complessiva:

200 mm
Altezza complessiva: 125 mm

Peso scarica:

854 g (identico al grammo a quello di una TT33)

 

Bibliografia

W. J. York  - VIS Radom, A Study and Photographic Album of Poland's Finest Pistol - Wet Dog Publications, 2011

F. A. Datig - Soviet Russian Tokarev "TT" - Pistols and Cartridges 1929-1953 - Michael Zomber Company, 1991 

Siti Internet

Fabryka Broni