Fucile M24/47 7,9 mm

(Puska 7,9 mm M24/47)

 
 

 

Scheda di F. Mancuso, arma e foto di Paolone dalla sua collezione

 
   

 

 
 

C'é un caro amico che sostiene che i Mauser sono tutti uguali, e siccome a lui le cose tutte uguali non piacciono colleziona gli Enfield.

Pur comprendendo la sua passione per mollette, vitarelle ed asterischi, sono di avviso leggermente opposto.

 

Tra le testimonianze delle fisime che toglievano il sonno a degli onesti, ma d'ansie onusti, padri di famiglia addetti a questo o quella manifattura armiera, e le testimonianze di eventi storici di portata internazionale preferisco di gran lunga conservare questi ultimi.

 

Quindi, avendo in cantiere una scheda sul Fucile per fanteria modello 1924, quando Paolone ha reso noto di possedere un bellissimo esemplare, monomatricola, del fucile di cui si parla in questa scheda, non ho perso tempo a chiedere la sua disponibilità sia come collezionista che come fotografo.

 

Sapevo peraltro di giocare sul sicuro, essendo nota sia la sua squisita cortesia, sia la sua competenza professionale; in quest'occasione le due qualità, sommate, gli hanno anche fatto ridurre la definizione delle immaginiche mi ha inviato, anche se così esse non rendono piena giustizia al suo lavoro, a favore della velocità di caricamento della pagina, ed anche di questo lo ringrazio.

 

Passiamo a parlare del fucile.

 

La Seconda Guerra Mondiale è terminata, sia i Cetnici di Mihajlovich che i Partigiani di Tito hanno combattuto, separatamente, gli invasori nazisti, ma sono i secondi che hanno ricevuto supporto da Russia e Gran Bretagna, ed infine anche il riconoscimento del governo in esilio di Re Pietro II.

Sono loro quindi che possono rivendicare il governo della Yugoslavia, e lo fanno abolendo la monarchia, lasciando Re Pietro II definitivamente in esilio.

 

C'è penuria di mezzi, si è a corto persino delle armi basilari per la fanteria, e la locale industria degli armamenti si deve concentare da subito sulla riarsenalizzazione delle armi di preda bellica.

 

Le officine di quello che era l'Istituto Tecnico Militare di Kragujevac, già Istituto Tecnico di Artiglieria, e che, forse per non perdere l'abitudine, cambia nuovamente nome in Istituto Tecnico Militare 21 Ottobre, vengono ristrutturate, anche perché in piedi era rimasto ben poco.

 

Per non disperdere le energie si decide di concentrarsi sulla ristrutturazione delle armi in calibro 8 Mauser, tra le quali vi sono sia esemplari di produzione tedesca, sia esemplari di produzione yugoslava, e, segnatamente, armi modello 1924.

 

 

 
 

 
 

 

 

Ma la ristrutturazione delle armi non inizia prima della seconda metà del 1946: le materie prime scarseggiano, anni di duri combattimenti avevano distrutto con gli uomini conoscenze maturate con anni di esperienze, documenti tecnici, strumenti.

 

Nel 1947 vengono riarsenalizzati circa 11.000 esemplari di armi modello 1924, che prendono la denominazione di modello 24/47.

Sul lato sinistro della scatola di culatta appare, con caratteri cirillici, il marchio ZAVOD 44.

 

All'inizio del 1948 viene apportata un'altra modifica alle officine di Kragujevac: che modifica?

Ma il cambio della denominazione, ovviamente! Che diventa Preduzece Crvena Zastava, e le armi lì elaborate iniziano a portare, dal 1948, il marchio PREDUZECE 44.

 

 
 

 
 

 

 

Tale marchio continuerà ad essere presente sulle armi prodotte a Kragujevac fino al 1960, anche se nel 1953 lo stabilimento cambia ancora una volta nome e diventa "Zavodi Crvena Zastava" (forse a chi punzonava i marchi i continui cambi di nome dovevano essere ormai venuti finalmente a noia :-) ).

 

Il crest resta lo stesso dal Novembre del 1945 fino all'Aprile del 1963, ma a quella data ormai le operazioni di riarsenalizzazione delle armi modello 1924 sono state completate da tempo.

 

La modifica di questo esemplare potrebbe essere avvenuta dopo l'inizio della produzione del modello M48.

 

Non che sia possibile dedurre informazioni dal numero di matricola, presente sul lato destro della scatola e sul manubrio dell'otturatore, come illustra la foto seguente, e sulla pala del calcio.

 

 
 

 
 

 

 

Il prefisso presente nel numero di matricola fa pensare ad un esemplare realizzato dopo altri 88054 suoi simili, ma non conoscendo i numeri della produzione non è saggio azzardare ipotesi.

 

Aiuta di più la presenza del coprimirino.

 

 
 

 
 

 

 

Tale dettaglio è assente sulle armi modello 1924, come dovrebbe esserlo anche sulle armi 24/47, ma è presente sulle armi modello M48.

Rimanendo nel campo delle speculazioni, considerando che per la riarsenalizzazione sono stati usati sia componenti originali, sia componenti di produzione recente, si potrebbe pensare che dopo aver terminato le basi portamirino originali si sia passati giocoforza ad utilizzare quelle di produzione standard per il modello M48, prodotte certamente a partire dal 1950.

 

Anche i caratteri usati per incidere le distanze di tiro in ettometri sull'alzo hanno proporzioni più vicine a quelle delle armi M48, leggermente diverse da quelle dei rispettivi caratteri utilizzati sulle armi 1924.

 
 

 

 

 

 
 

Oltre all'arsenale di Kragujevac hanno contribuito a realizzare armi 24/47, pur limitandosi ad asseblare componenti finiti, altri due opifici,  ovvero l'Istituto Tecnico di Manutenzione numero 5 e l'Officina Militare numero 145, che hanno marcato le armi rispettivamente con le scritte (in caratteri cirillici) TRZ 5 e RADIONICA 145.

 

Rimandando alla scheda del modello 1924 per i dati numerici, prima della bibliografia un'ultima bella foto dell'arma.

 

 
 

 
     
     
  Bibliografia

* B. Bogdanovich - Serbian & Yugoslav Mauser Rifles - North Cape Publishing, Inc., 2005