Fucile per fanteria modello 1924

(Puska M24)

 
 

 

Scheda di F. Mancuso, arma dalla sua collezione

 
   

 

 

 
 

Ebbene, si. Un altro Mauser.

Ma sempre con qualche differenza che nel caso in esame deve essere giustamente messa in evidenza.

 

Iniziamo dal principio, ovvero dalle premesse storiche che sono all'origine di questa arma.

 

E' finita la Prima Guerra Mondiale, e nasce il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni; per cercare di facilitare l'unione dei vari popoli sui quali governa, nel 1929 il Re Alessandro I cambierà questa denominazione in quella di Regno di Yugoslavia.

 

L'esercito del giovane regno ha un grosso problema, che cresce col passare del tempo: riceve in dote ventisei diversi modelli di arma lunga individuale, in sei calibri diversi, e, man mano che le risoluzioni di Versailles trovano applicazione,  altro materiale si aggiunge a dare complicazione ad una logistica lontana dalla semplicità, che finisce quindi per doversela vedere con armi di provenienza tedesca, austroungarica, turca, ma anche italiana, francese e russa.

 

Si inizia ben presto a cercare una soluzione per venire a capo di una simile situazione, quel che manca è l'accordo su quale soluzione adottare.

Gran parte degli esponenti dell'Esercito vorrebbe dotarsi di armi tipo Mauser acquistandole dalla neonata Repubblica di Cecoslovacchia, ma deve vedersela con quei colleghi che sostengono le pur evidentemente inferiori armi di progettazione francese.

La questione viene portata in Parlamento, dove il dibattito, decisamente acceso, finisce per favorire la prima alternativa.

Ma della decisione, ratificata il 22 Marzo 1923, non se na fa nulla, eccezion fatta per la scelta del calibro, il 7,9x57.

 

Contemporaneamente, le trattative con la BSA per la fornitura di 500.000 armi No.1 Mk III e Mk III* (un buon usato) si arenano per mancanza di finanziamenti.

 

Nel 1925 il problema persiste, ed il Governo rende disponibili i finanziamenti ad una condizione: la nuova arma dovrà essere il modello Mauser 1924 fabbricato dalla FN di Herstal.

 

 
 

 

 
 

L'accordo definitivo prevede la fornitura di 100.000 fucili e di 110.000.000 di munizioni in calibro 7,9x57 JS, di produzione belga, nonché delle linee di produzione necessarie a realizzare le armi localmente.

 

Occorrono due anni perché una piccola fabbrica d'armi, fondata nel 1863 dal belga Charles Loubri nella città serba di Kragujevac, venga ampliata ed ammodernata, e nel Dicembre del 1927 può iniziare la fase di pre-produzione.

 

Il nome di Kragujevac da solo dovrebbe indicare l'importanza dell'evento per la Yugoslavia ad ogni appassionato di armi, ma è anche il caso di sottolineare che è l'adozione di un'arma commissionata ad un'impresa commerciale che fornisce ad una giovane nazione l'opportunità di gettare le basi per un'industria degli armamenti nazionale ed indipendente.

Opportunità che l'adozione di armi tipo Mauser offrirà anche ad altri.

 

La produzione prenderà il via solo nell'Ottobre del 1928, anche se molto gradualmente, per le difficoltà incontrate nel reperimento degli acciai, tutti d'importazione; dovrà trascorrere tutto il 1929 per iniziare a lavorare a pieno regime.

 

La produzione continuerà fino al 1941, e gli 800.000 pezzi prodotti dell'arma, incluse due versioni di carabina (con diversi attacchi per la cinghia), rispettivamente per fanteria e per cavalleria (con manubrio del'otturatore piegato) costituiranno l'armamamento principale dell'esercito Yugoslavo allo scoppio della II Guerra Mondiale.

 

Dopo la capitolazione del 17 Aprile 1941, al termine di una resistenza durata solo 11 giorni, l'occupazione nazista avrebbe requisito tali armi per il proprio uso, ribattezzandole Gewehr 291/1(j).

 

Magro bottino, perché le forze naziste, pur di punire la nazione, contraria al patto sottoscritto con il Reich al punto di deporre il firmatario, il reggente Principe Paolo, ritardano di sei settimane l'invasione all'Unione Sovietica, sei settimane che si riveleranno cruciali per il proseguimento delle ostilità.

 

Esaminiamo l'esemplare in mio possesso iniziando dal crest, sotto il quale è riportato il modello dell'arma.

 

 
 

 

 

 
 

Sul lato sinistro della scatola di culatta troviamo innanzi tutto l'iscrizione "Kraljevina Yugoslavija", ovvero "Per il Regno della Yugoslavia", il che indica che l'esemplare è stato realizzato dopo il 1929, quando cessa di esistere il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni.

 

 
 

 

 

 
 

Successivamente troviamo l'indicazione del nome dello stabilimento di produzione, che in questo caso è quello dell'Istituto Tecnico Militare di Kragujevac.

Le armi prodotte a Kragujevac possono recare impresso in alternativa il nome dell'Istituto Tecnico di Artiglieria, ma solo fino al 1931: lo stabilimento è sempre lo stesso, ma dopo quella data cambia nome, e questo offre ai collezionisti un altro punto di riferimento, a loro maggior gioia.

Se l'arma fosse appartenuta alla prima fornitura belga, avremmo trovato ovviamente impressa la denominazione sociale della FN, impressa in caratteri latini.

 

In base alle stime sulle quantità prodotte ed al numero di matricola, la produzione di questo esemplare dovrebbe essere avvenuta nel 1936.

 

Con questa data contrasta quel che resta di un marchio impresso sulla pala del calcio,

 
 
 

 

 

 
 

Si tratta del monogramma di Alessandro I Karageorgevich.

 

Tale monogramma appare sul calcio di tutti i fucili e di tutte le carabine prodotte fino al 1934, anno in cui il Re, figlio di Pietro I di Serbia, viene assassinato da un attivista croato mentre sta sbarcando a Marsiglia in visita ufficiale (9 Ottobre 1934).

 

Dal 1935 in poi sul calcio verrà applicato il monogramma dell'allora undicenne Pietro II Karageorgevich, figlio, e successore, di Alessandro I (anche se sarà lo zio, il Principe Paolo, a svolgere il ruolo di reggente fino al 27 Marzo 1941; solo da quella data, dopo la deposizione dello zio, il giovane Re sarà effettivamente tale, anche se solo per poche settimane).

 

Se i numeri di produzione fossero frutto di una stima, ed il calcio originale, il monogramma confermerebbe senz'altro una data di produzione anteriore al 1936.

Nel caso in cui il calcio non fosse quello originale dell'arma, potremmo comunque ancora affermare senza tema di smentita che esso è certamente appartenuto ad un'arma dello stesso modello di quella qui esaminata, indipendentemente dal monogramma su esso applicato.

 

Ovvio, si dirà. Ma meno di quanto si possa pensare.

 

In apertura avevo fatto cenno alle differenze che distinguono i vari modelli di armi Mauser, ed ora è arrivato il momento di parlare di quelle specifiche di questo modello e dei successivi modelli 24/47 e 48.

 

In primo luogo, la lunghezza dell'azione, che in quest'arma è leggermente inferiore a quella standard per un'azione tipo 98 "large ring".

Come immediata conseguenza, l'otturatore non è intercambiabile con quello di altre azioni militari dello stesso tipo, essendo anch'esso (in basso nella foto che segue) leggermente più corto.

  

 
 

 
 

 

 

Un'azione simile a quella del modello 1924 Yugoslavo è quella del modello 1909 Peruviano, ma se l'otturatore del primo chiude nella scatola di culatta del secondo, il contrario non è vero.

Il motivo sta in un'altra particolarità dell'arma europea, ereditata dal Mauser Serbo 1910, e che è oggetto del brevetto tedesco numero 89815 rilasciato a Paul Mauser il 7 Febbraio del 1898, che descrive un metodo per circondare e sostenere lateralmente in modo ancor più completo il fondello del bossolo.

Per ottenere questo risultato il tradizionale otturatore modello 98 perde due piccole appendici laterali, e con queste vede ridurre (ma non annullare) la salda tenuta del bossolo contro la faccia dell'otturatore, tipica dell'azione tipo 98.

 

 
 

 

 
 

In cambio il vivo di culatta può arretrare e circondare così quasi completamente la base del bossolo.

Quasi, poiché resta libera la porzione sulla quale fa presa l'unghia dell'estrattore.

 

Proprio la presenza dell'estrattore, e la necessità di realizzare un vano che lo ospiti lungo il nuovo perimetro della canna, rende il montaggio della canna sulla scatola di culatta un'operazione molto più certosina che non ricorrendo a canne di forma tradizionale.

 

 
 

 

 

 

 
 

In chiusura, qualche dato tecnico.

 

 

 
 

Lunghezza

1094 mm

Peso (scarico)

3,85 kg

Canna

504 mm - 4 righe destrorse – passo 240 mm

Serbatoio

5 colpi, bifilare, a presentazione alternata, integrale all’arma.

Meccanica

Otturatore girevole - scorrevole tipo Mauser 1898

Calibro

7,9 x 57 JS

Velocità alla bocca

730 m/s (con palla sS)

 
     
  Bibliografia

* B. Bogdanovich - Serbian & Yugoslav Mauser Rifles - North Cape Publishing, Inc., 2005

* L. Guillou - Mausers Fusils et Carabines Militaires - Editions du Portail, 2004

* L. Olson - Mauser Bolt Rifles - F. Brownell & Son, Publishers, Inc., 1976-2002