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Conclusioni sull'utilizzo di cartucce commerciali
In altre nazioni sono disponibili molte cartucce ex militari, provenienti da diversi fabbricanti, acquistabili per corrispondenza a prezzi risibili rispetto agli standard a cui siamo abituati. Tirare con l’ex ordinanza, magari all’aria aperta in una sana seduta di plinkling, diventa allora uno sport alla portata di tutti. Ma in Italia queste cose ce le possiamo scordare.
Siamo costretti a tirare nei poligoni a bersagli cartacei, magari obbligatoriamente in posizione da bench rest (hai visto mai che qualche direttore di tiro pensi che tirare d’imbracciata non sia una bestemmia???). È ovvio che in tali condizioni risulta necessaria la ricerca di un caricamento che sia il più possibile ottimizzato sul fronte della precisione. Certo, se si ha fortuna di trovare una carica commerciale a buon mercato che offra discreti risultati, può essere conveniente continuare con quelle cartucce. Con alcune armi questa eventualità risulta più probabile, ad esempio con i vari Gustav svedesi, per i quali l’offerta è abbastanza vasta. Il problema è che non sempre ciò avviene.
Ed è questa una delle ragioni che portano il povero appassionato che si avvicina all’ex ordinanza ad arrendersi, bollando l’arma come "di scarsa precisione", con conseguente accantonamento della stessa in fondo alla cassaforte. Ma è solo un problema dettato dalla carenza di tali caricamenti e dalla loro difficile reperibilità che porta il tiratore occasionale a bollare troppo presto l’arma come "di scarsa precisione".
In fondo anche con le cartucce militari le prestazioni erano variabili, sempre accettabili per l’utilizzo da parte del fantaccino medio, ma non sempre adatte al tiro di precisione.
Non è un caso che gli americani abbiano sviluppato specifici caricamenti match per le competizioni, i russi abbiano fornito ai cecchini cartucce “sniper” o che tutti gli altri eserciti abbiano esortato i propri tiratori scelti a provare cartucce appartenenti a svariati lotti prima di scegliere cosa portare in azione.
Altro cosa da tenere chiaramente in mente è che non esiste, se non in pochi casi, un caricamento buono per ogni fucile, anche se dello stesso modello. Al contrario delle armi commerciali di corrente fabbricazione, gli ex ordinanza sono stati fabbricati spesso da fabbriche diverse, per periodi anche molto lunghi, utilizzando subcomponenti provenienti da una miriade di fornitori, con livelli di accuratezza di fabbricazione molto diversi a seconda del momento contingente.
Certo, tutte le armi dovevano superare le prove di accettazione, ma, come si è detto in precedenza, queste potevano essere tanto stringenti quanto “permissive”. Non dimentichiamo che molti dei nostri fucili sono stati prodotti nel bel mezzo di una guerra, quando la necessità era pressante, ed in quelle condizioni non si andava troppo per il sottile. Se poi in quei momenti la qualità delle armi poteva degradare, figuriamoci quella delle munizioni …
È facile allora trovare due fucili, anche dello stesso modello che, con la stessa cartuccia, danno prestazioni molto diverse. È forse questo un motivo per bollare la carabina perdente di scarsa precisione intrinseca? Oppure per dire che quel caricamento fa schifo? Vedremo che può essere un indicatore significativo, ma spesso l’utilizzo di una diversa cartuccia può portare ad un ribaltamento dei ruoli.
Ancora, non dimentichiamo che stiamo parlando si armi che hanno un bel po’ di anni sulle spalle. Certo, sono state provate al banco prova, sono in buone condizioni, ma spesso hanno le pareti interne delle canne non perfettamente levigate come se fossero nuove. Pericoloso? non particolarmente[1].
Ma, e qui sta il problema, è il caso di tirare cartucce con caricamenti allineati ai valori massimi di velocità ottenibili da uno specifico calibro in un fucile di 80 anni fa? Le rigature si consumano, che bisogno c’è di tirare fuori 900 m/s da un 30/06 per bucare un foglio di carta?
Ma come si fa? Spesso in alcuni calibri è già grasso che cola trovare una carica commerciale? E per questo dobbiamo decidere di non usare più quel bel Lee Enfield nuovo d’arsenale oppure quel Nagant sniper che prometteva tante emozioni…. E poi cosa dire di quell’STG 44 con le cartucce originali che viaggiano a prezzi da collezione?
Semplicemente passiamo alla RICARICA!!!!
[1] Può essere sconsigliabile tirare caricamenti a piena carica solo in qualche caso: ad esempio una serie di fucili mauser camerati originariamente per il 7x57 e poi trasformati in 7,62x51. Le cartucce del .308W possono avere pressioni di esercizio anche significativamente più alte di quelle delle cartucce militari, per cui, fate molta attenzione!
Attenzione inoltre a tirare cartucce da caccia, ma più in generale a carica piena, in armi con la canna pesantemente corrosa (con corrosioni a spigoli vivi sui pieni della rigatura): il maggior attrito aumenta le pressioni di esercizio, e se già l’arma non è in condizioni eccezionali… la cosa può essere rischiosa.