LEI, CHE COSA MI RAPPRESENTA?

(ovvero: un'altra scheda che si allontana dalla retta via)

 
 

 

Scheda di F.A. Mancuso – arma fotografata dalla sua collezione

 

 
 

Sembra una normale Beretta 70, vero?

Ebbene, non lo è.

Qualche tempo fa squilla il mio telefonino; riconosco il numero di Gianluca Garolini, e quindi la sua voce, ma quando la voce mi chiede come si smonta una Beretta 70 non so se pensare allo scherzo, ad un repentino decadimento della salute mentale dell'amico, o ad un furto di identità (e di telefono).

Perché Gianluca non è soltanto un vero esperto del caricamento delle munizioni (sottolineo il "vero"), ma lo è anche, e profondamente, delle armi tutte.

Ma Gianluca è serissimo, la telefonata che mi ha fatto è per avere una conferma, una sorta di uno di quei pizzicotti che si chiedono a chi si ha vicino quando si vuol essere certi di non star sognando, e di essere desti. Inutile dire che una tale richiesta, fatta da chi mi è maestro, oltre che amico, "di me stesso", come canta Figaro, "maggior mi fa".

Nella Beretta modello 70 che in quel momento Gianluca ha per le mani, la canna viene via attraverso l'apertura superiore del carrello, e non dal basso come nelle Beretta 70 alle quali siamo abituati.

Come nella Beretta 34, ma solo dopo aver rimosso sia il carrello dal fusto, che la molla di recupero col suo guida-molla da quest'ultimo.

 

 
 

 
 

 

La foto qui sopra illustra meglio il concetto, mettendo a confronto in primo piano canna e carrello della modello 70 atipica in questione, e sullo sfondo gli stessi elementi di una modello 70 di primo tipo.

Che si tratti di un'arma prodotta e venduta come modello 70 non ci sono dubbi ...

 

 
 

 

 
 

 

... ma le differenze ci sono, e rendono quest'arma un ibrido tra una modello 70 tradizionale ed un'altra arma alla quale si è fatto rapidissimo cenno a margine della scheda di Pat sulla modello 70, ovvero la modello 70/S in calibro 9mm Corto.

Della Beretta modello 70/S non si parla molto, e normalmente essa viene liquidata come una versione per il mercato estero della modello 70, in quanto camerata, al tempo della sua commercializzazione, in un calibro vietato in Italia.

Oltre alle caratteristiche citate nella minischeda, rispetto alle versioni in 7,65 mm Browning, il calibro adottato impone alla modello 70/S un carrello di maggiori dimensioni (spesso 24 mm contro i 22 mm delle modello 70 in 7,65 mm Browning, con un incremento di peso della slitta di ben 30 grammi) ed una canna di diametro leggermente superiore (13,2 mm in volata, contro i 12,8 mm rilevabili su tutte le altre armi della serie 70), il che giustifica la necessità del diverso tipo di smontaggio.

La 70 "atipica" usa il carrello della 70/S, punto e basta, mantenendo il diametro di canna mm tipico della famiglia.

Qui di seguito, in posizione centrale canna e carrello "atipici" a confronto con gli stessi componenti di una Beretta 70/S (in alto) e di una 70 "tradizionale" (in basso).

 

 
 

 

 
 

 

Notare come il carrello "tradizionale" abbia lo sguscio volto a favorire l'espulsione del bossolo, in corrispondenza dell'estrattore, di dimensioni minori che non negli altri carrelli.

Altro modo di distinguere a vista i due carrelli, senza smontare nulla, è guardare l'arma dalla parte ... sbagliata!

 

 
 

 

 
 

A sinistra la 70 tradizionale, a destra il nostro ibrido (e in mezzo alle due armi nove piccoli magneti discoidali, che mi sono serviti per tener ferme e vicine le due armi mentre le fotografavo; di solito ho cura di non far apparire questi piccoli artifici nelle mie foto, ma stavolta proprio non ci sono riuscito).

Oltre al significativamente diverso spessore delle pareti del carrello attorno alla volata, si può notare quanto spazio venga lasciato attorno ad essa nell'ibrido, soprattutto in basso.

La "atipica" ha il caricatore simile a quello della 70/S, e nonostante le piccole differenze è stato possibile usare quello di quest'ultima senza problemi apparenti, anche se destinato alla munizione di calibro maggiore.

 

 
 

 

 
 

E' anche possibile scambiare il gruppo canna-carrello tra la 70 "atipica" e la 70/S. Non che la cosa abbia alcun senso pratico, giusto per render conto delle similitudini dimensionali.

Così come è possibile montare la canna di una 70 sulla 70 "atipica" (o sulla 70/S).

Non è invece possibile montare accidentalmente la sola canna della 70 "atipica" o quella della 70/S sul fusto della 70 tradizionale.

Sottolineo accidentalmente perché basta poco per rendersi conto che la canna "atipica" ha, sotto lo zoccolo che la impegna al fusto, un risalto (indicato da una freccia gialla nella foto qui sotto) che deve andare a scorrere in una cava (indicata dalla freccia rossa) praticata nel chiavistello di smontaggio.

Se la canna di una 70 tradizionale può essere montata senza problemi sulla 70 atipica, l'inverso può avvenire solo montando sul fusto della 70 tradizionale, prima della canna "atipica", anche il chiavistello "atipico".

 

 
 

 

 
 

La sigla dell'anno di prova punzonata dal BNP è AL, ovvero 1983, quindi si tratta di una produzione decisamente tarda, caratterizzata, inoltre, dal fusto in acciaio.

Tutti gli esemplari esaminati (ne saltati fuori alcuni in un lotto di armi usate immesso di recente sul mercato) hanno la sicura di secondo tipo, e le relative guancette della modello 70 (e non quelle di maggiori dimensioni montate sulla 70/S).

 

 
 

 

 
 

Una versione della Beretta 70/S in 7,65 mm Browning?

In un forum statunitense (dove di solito si pretende di sapere tutto, ma proprio tutto, anche la pronuncia della lingua italiana!) se ne fa cenno, ma senza indicare nessuna caratteristica che permetta di identificare in questo modo la nostra "atipica".

Anche volendo ammettere che in casa Beretta l'abbiano commercializzata sotto quel nome, e che non si siano voluti prendere il disturbo di realizzare un altro rullo che imprimesse un "70 S" sul lato destro del carrello (cosa che non sorprenderebbe affatto il collezionista di armi Beretta) sembra tutto sommato il risultato della volontà di mettere insieme un piccolo, ultimo lotto di armi della serie 70 con quanto rimaneva disponibile di altre produzioni.

Magari proponendo una versione "heavy duty", per "professionisti", dell'arma originale alle solite guardie giurate (come, abbiamo visto, potrebbe essere avvenuto anche in altri casi) . :-)

Fatta eccezione per le differenze qui descritte, per l'arma vale la stessa tabella delle caratteristiche generali realizzata per la Beretta 70, già menzionata all'inizio di queste note, ed alla sua scheda rimando senz'altro.