Io mi interesso di ex ordinanza lunghe, e quindi colleziono vecchi fucili, con una particolare predilezione per quelli progettati tra il 1886 e la Grande Guerra.
Se a qualcuno venisse in mente di scrivermi per farmi notare le teorie freudiane secondo le quali un'arma è solo un "surrogato della virilità", vorrei fare notare da subito che nel terzo millennio la cultura delle armi non è una prerogativa maschile come poteva esserlo ai tempi di Sigmund Freud, e comunque... come lo stesso Freud ha detto... "a volte, un sigaro è solo un sigaro".
La scelta del periodo storico verso il quale mi sono orientato non è casuale... il 1886 è stato un anno molto particolare per le armi da fuoco, con l'adozione del primo fucile a polvere infume, che nel giro di poco più di un decennio avrebbe rivoluzionato l'armamento individuale degli eserciti di tutto il mondo. Il periodo tra il 1886 e la Grande Guerra è stato il periodo d'oro per i progettisti di armi, e dal lavoro di quegli anni abbiamo ricevuto l'eredità oplologica dei migliori ingegneri e progettisti.
Non è la prima volta che dico che la serietà degli obbiettivi di una rivista si riconosce allo spazio che dedica alle armi di ex ordinanza. Le riviste specializzate che non si occupano di ex ordinanza, dimostrano di non avere alcun interesse nell'approfondire il livello di conoscenza oplologica dei propri lettori... ed allora è perfettamente inutile fare dodici articoli all'anno su armi moderne basate sulla meccanica della Colt 1911, perché il lettore, al quale una Colt 1911 originale non è mai stata illustrata, non sarà in grado di capire quali siano le migliorie (se ce ne sono!) apportate dai fabbricanti di questi nuovi modelli.
Parlare di armi moderne evitando di occuparsi delle armi di ex ordinanza... è come consegnare un'opera filosofica ad una persona alla quale prima non si è insegnato a leggere!
Ovviamente... ci sono delle eccezioni. Se il target al quale la rivista vuole rivolgersi non è costituito da appassionati, ma solo da "utilizzatori", allora il discorso cambia. Se ci si vuole rivolgere soltanto a chi cerchi "soluzioni preconfezionate" per fare dei forellini in un bersaglio a 25 metri, si può anche evitare di parlare della tecnologia delle armi... si confeziona una bella rivista in carta patinata, si mettono solo la foto dell'arma ed una rosata ottenuta in morsa, e tanto può bastare. Ma a quel punto... non è più una rivista, ma un catalogo pubblicitario.
Se si ritiene invece che la rivista debba rivolgersi a degli appassionati, il discorso cambia radicalmente! Occorre mettere da parte le proprie prevenzioni culturali, e ricordarsi che le "armi di ieri" non sono solo pezzi di storia, non sono solo armi che hanno combattuto guerre di un secolo fa, ma sono, per l'epoca, capolavori di balistica e di ingegneria, e senza le armi di ieri... quelle di oggi non esisterebbero.
Nel numero di Dicembre 2003 di Armi Magazine c'è un bellissimo editoriale di Paolo Tagini, che purtroppo non conosco di persona, ma al quale non posso che stringere "virtualmente" la mano e dirgli: "bravo!".
Chiaramente, non posso riportare l'intero editoriale, ma credo che non ci siano problemi se ne riporto un paio di frasi. Si intitola: "Ricordate il Novecento?" ed è a mio parere uno dei migliori editoriali che mi sia mai capitato di leggere su una rivista specializzata in armi (e le leggo tutte da anni, tranne una che ho smesso di leggere per le stesse ragioni che ho scritto qualche riga più in alto... ).
Dall'editoriale di Paolo Tagini sulla rivista Armi Magazine.... ecco due frasi che sono sicuramente ben comprensibili a chi sia appassionato di oplologia e di balistica:
"Nei loro principi fondamentali, dall'uso al funzionamento, le armi da fuoco sono rimaste identiche a quelle dei primi del Novecento; tuttavia se ne affianchiamo una ad una moderna "space age gun" le differenze sono ben evidenti. Le armi che si producono ora sono fondamentalmente più sicure, più ergonomiche e più funzionali; sono più leggere, perché la gente le vuole così (forse le voleva già prima così, ma era più difficile costruirle in quel modo)".......
Porco mondo... finalmente c'è qualcuno che scrive cose che sono sotto gli occhi di tutti quelli che siano capaci di vedere oltre il proprio naso... ma che ben pochi altri scrivono!
Siamo praticamente all'inizio del 2004... io resto un collezionista di ex ordinanza, ma questo non significa che io usi solo le ex ordinanza... quando posso uso anche armi recenti... come questa carabina in calibro .22LR...
Non è certo un'arma di ex ordinanza, e l'ottica Weaver T36 non è certo come quelle che si utilizzavano sui fucili sniper della Grande Guerra... ma quando prendo in mano l'otturatore... lo so perché ha quella forma, e so che a progettarlo con quel sistema non è stato il "Sig. Anschutz", ma un progettista di armi militari.
Eppure questa è sicuramente un'arma sportiva... e allora forse dovremmo smetterla di nasconderci dietro un dito... e dovremmo tutti riconoscere che moltissime delle applicazioni che usiamo oggi sono nate a fini militari, e non parlo solo di armi... ma, per fare solo un paio di esempi, posso parlare di aviazione (i motori a reazione sono nati in ambito militare), e di informatica... perché la stessa rete Internet che stiamo utilizzando per vedere questa pagina è nata come applicazione militare, anche se in tanti preferiscono dimenticarlo!
Ed in quest'ottica, le nostre armi ex ordinanza non sono altro che "applicazioni militari tecnologicamente obsolete"... esattamente come Internet!
E se in nome di un comportamento "polically correct" c'è chi preferisce mettere la testa sotto la sabbia, e non parlare di ex ordinanza, perché si tratta di armi che un secolo fa erano "da guerra"... forse sarebbe bene che smettesse di usare anche Internet, che è nato per gli stessi fini militari, ed in un'epoca molto, molto più recente!
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