Fucile Berdan n°II modello 1871
Pehotnaja Vintovka Berdana 1871 goda.

 
 

 

 
  Scheda di Andrea Turchi - arma fotografata nella sua collezione privata.  
     
  Molti mi potrebbero chiedere come mai mi sia voluto incasinare la vita nel collezionare armi Ex Ordinanza definite in Italia come “Antiche” che molto spesso hanno calibri non più in commercio e che bisogna ricavare da altri e dove i Die-Set, se esistono,  sono fatti da una sola azienda americana e, molto spesso, vengono a costare come un fucile? Il sottoscritto potrebbe semplicemente rispondere che lo fa  perché è profondamente un masochista. Avevo da poco iniziato a comprare armi ex ordinanza e raccolto i soliti fucili militari che quasi tutti conoscono (Garand, Mauser, Mosin e P-17) capitò un bel giorno  in un armeria di vedere o, meglio, notare una di queste  armi. In un primo momento essa non mi attirò particolarmente ma, per fortuna, interessò mio padre. Tutto ad un tratto venuti a sapere a grandi linee di che fucile si trattava tornammo all’armeria e lo acquistammo immediatamente. Portato a casa il nuovo acquisto incominciammo la ricerca relativa alla storia  di tale arma attraverso internet ma, a dir la verità, non trovammo molto e quelle poche informazioni ci permisero di identificarlo come un Fucile Berdan N°II mod.1871.  
     
  La progettazione dell’arma è dovuta all’acume e sapienza dell’ex Colonnello dell’Esercito Nordista Hiram Berdan, l’inventore dei reggimenti di tiratori scelti soprannominati Sharpshooters, conosciuto ai più per l’invenzione dell’omonimo tipo di innesco usato nelle cartucce a percussione centrale. Dopo il conflitto tra Nord e Sud il suo ingegno non andò in pensione ed iniziò a sfornare brevetti su brevetti per migliorare i nuovi fucili a retrocarica che  non vennero adottati  in patria ma ebbe maggior successo in Europa e specialmente in Spagna, conversione delle vecchie avancariche iberiche a retrocarica con il sistema da lui brevettato nel 1864, e ancor di più nella Russia degli Zar. In quello stesso periodo le forze armate della “Grande Madre Russia” si trovavano in posizione di ritardo rispetto alle altre grandi potenze nella corsa alla retrocarica e non si era riusciti ancora a decidere che meccanismo adottare, tra le possibili centinaia di combinazioni, per convertire le vecchie avancariche. In un primo momento la scelta sembro cadere sul meccanismo ad otturatore girevole scorrevole e con colpo a cartoccio chiamato Karl; purtroppo o per fortuna questi non soddisfò la commissione incaricata  e si optò per il sistema a blocco  ribaltabile del boemo Karl Krnka dando vita al fucile Krnka mod.1869. In seguito consci delle limitate capacita dell’arma e del suo inutile e mastodontico calibro (Palla da 36 grammi in piombo da 15,3mm spinta da una carica di 70 grani di Polvere Nera in un bossolo di 41mm) iniziò la ricerca di qualcosa di più maneggevole, preciso e moderno. Nel 1868 venne scelto il fucile Berdan n°I mod.1869 in calibro 10,75x58R,  con un sistema a blocco ribaltabile in asse e ne vennero ordinati alla Colt ’s Firearms Factory 30.000. Fatte le dovute prove sul campo essi non riuscirono a soddisfare ancora l’esercito imperiale, a causa della bassa cadenza di fuoco dovuta ai tempi di ricarica, così venne richiesta un ulteriore modifica per adottare un otturatore girevole scorrevole, che nel resto d’Europa stava dando ottime prestazioni, così fatta la modifica nacque una delle migliori armi della sua epoca il Berdan N°II mod.1871. Pur essendo un ottima arma nei primi anni di fabbricazione ne  vennero costruiti poche decine di migliaia e questa, forse, è una delle cause delle gravi perdite subite da Russi nella guerra con la Turchia del 1877-78 dove ancora la stragrande maggioranza delle forze Zariste erano armate con gli obsoleti Krnka mentre gli avversari avevano fucili tra i più moderni del tempo: Winchester a leva a 13 colpi e Peabody-Martini.  
  Dopo il conflitto la produzione aumentò così da portare il numero totale de Berdan n°II a oltre 3.200.000 nelle seguenti configurazioni: fucile da Fanteria, fucile da Dragoni, fucile da Cosacchi e carabina.  
  Purtroppo ad esso non fu possibile apportare le modifiche ormai necessarie verso la fine del XIX° secolo, con la comparsa dei fucili a ripetizione semplice e della polvere infume, così venne pian  piano abbandonato per cedere il passo a uno dei modelli di fucile di maggior successo nella storia: i Mosin-Nagant. Solo poco più di 200.000 armi vennero inviate in Belgio per essere convertite in calibro 7,62x54R e si possono riconoscere dalla modifica dell’otturatore al quale viene aggiunto un tenone di chiusura anteriore, la sostituzione della canna originale con quelle impiegate per il Mosin-Nagant Mod.1891 e modifica degli organi di mira. Comunque i Berdan rimasti vennero ancora utilizzati nella I° Guerra Mondiale dalle ormai disperate truppe russe, data l’incapacità di sostituire le armi perse in combattimento o catturate dal nemico, e durante la Guerra Civile Finlandese. Per concludere sicuramente si tratta di un interessante pezzo di storia, difficilissimo da trovare in buono stato qui in Italia, nato nell’ epoca più proficua per quanto riguarda gli amanti delle armi ex ordinanza.  
     
 

 
  particolare dell’otturatore chiuso (da notare la posizione del manubrio presenta una angolazione di circa 45° rispetto all’asse della canna)  
     
 

 
 

otturatore aperto

 
     
 

 
 

Stemma dello Zar Alessio III

 
     
 

 
  L’alzo tarato da 200 a 2.200 arshin ( 1 arshin = 710mm), con il ritto per l’impiego del tiro di squadra, e unitamente alla vistosa scritta sulla parte posteriore sulla canna: Arsenale Imperiale di Tula e data di fabbricazione.  
     
 

 
 

L’attacco inferiore  per la cinghia è inserito nel para grilletto (accorgimento presente anche nei primi Mosin M91).

 
     
 

 
 

La volata: si nota il mirino derivabile e l’attacco per la baionetta a “calza”.

 
     
 

 
 

La matricola è presente sul lato sinistro della pala del calcio.

 
     
 

 
 

La data di fabbricazione nel lato destro insieme a un cartiglio non del tutto leggibile.

 
     
 

 
 

Vista dal lato sinistro.

 
     
 

 
  Particolare della baionetta inastata del tipo a calza. In origine sembra che tale spiedo fosse, in realtà, la baionetta del Peabody Turcho riciclata dai russi, dopo la guerra del 1877-78, per il propri Berdan n°2.  
     
 

 
 

Altro esemplare ma stavolta fabbricato a Sestroretsk nel 1881.

 
     
 

 
  Nel secondo fucile si può ben notare l’asportazione dell’alzo secondario per il tiro di squadra, e il diverso carattere della scritta indicante il fabbricante sulla parte superiore della canna.  
     
 

 
 

Seconda variante dell’Aquila imperiale più stilizzata rispetto a quella vista sull’esemplare di Tula.

 
     
     
 

Lunghezza arma

136 cm

Lunghezza canna

83,5 cm

Peso

4,3 Kg

Azione

Otturatore girevole scorrevole sistema Berdan M.71

Calibro originale

 10,75x58R

Rigature

6, destrorse

Alzo

2.200 arshin ( 1.562 metri)

Velocità della palla alla bocca

Circa 387 m/s secondo misurazioni ufficiali

Periodo di produzione

Dal 1871 al 1892 ( Tula, Ishevsk, Sestroretsk e Birmingham)

 
     
  In internet ho trovato, un po’ di tempo fa, le foto di tutte le tipologie di fucili Berdan esclusa la rara e misteriosa versione carabina e la variante modificata in Belgio in 7,62x54R  qui.