Leggenda Metropolitana

O dell'intercambiabilità delle parti tra due armi simili, ma non uguali.

Note di Frank A. Mancuso

Se le leggende hanno un fondamento di verità, anche quella dell'impossibilità di scambiare parti tra esemplari di armi modelli 51 e 52 non può sottrarsi alla regola.

Avendo avuto la possibilità di avere a disposizione tre armi simili (un esemplare di modello 51 e due di modello 52), se ho dovuto resistere alla tentazione di mettermi a rimescolare tutti i pezzi, ho potuto trastullarmi se non altro con canne, fusti e carrelli.

Ne sono venuti fuori subito un paio di inconvenienti, come, illustrato qui sotto in dettaglio, il blocchetto della canna della 51 che non ne vuol sapere di entrare nel carrello di una 52,

oppure, sempre illustrato in una foto di dettaglio, lo stesso blocchetto che si rifiuta di trovare alloggio nel fusto dell'altra 52.

Nessun inconveniente tra le due 52.

Dopo aver notato questi inconvenienti, la leggenda può senz'altro nascere se mettiamo a confronto le componenti delle due armi.

Alcune Beretta modello 51, almeno fino ad un determinato numero di matricola, hanno un blocchetto di chiusura diverso da quello di altre 51 e delle successive 52.

Nella foto che segue, in alto è raffigurato l'insieme canna-blocchetto di una 52 (che per comodità indicherò di II tipo), in basso quello di una 51 meno recente di quella di Pat (che indicherò come di I tipo).

Come si può facilmente osservare, i profili dei due blocchetti differiscono nella porzione inferiore, quello di tipo I presenta uno scalino assente in quello di tipo II, nel quale due segmenti rettilinei sono stati sostituiti da un arco.

Nella foto che segue gli stessi dettagli sono ripresi dal basso verso l'alto.

Notare come l'esemplare di produzione più tarda di modello 52 utilizzi un'asta guida-molla di recupero simile a quella utilizzata sulle armi della successiva serie 92-98.

Anche i fusti delle due armi hanno delle leggere differenze: in alto (e, per ovvii motivi, sottosopra),  il fusto della 52, in basso quello della 51.

Ma quello che rende difficoltosa (anche se non impossibile) l'installazione di una canna 51 in un carrello 52 è la diversa ampiezza dell'arco di cui si possono spostare i due blocchetti, illustrata nella foto che segue.

Non ci si faccia ingannare dal fatto che le estremità inferiori dei due blocchetti sembrano toccarsi: più di quanto illustrato nella foto i due blocchetti non riescono a ruotare, e quello di tipo II riesce a ruotare per un arco di ampiezza maggiore di quanto non riesca a fare quello di tipo I.

Se anche si riesce, con molta pazienza, a far entra la canna 51 nel carrello 52, farla poi uscire richiede il piccolo, ma non intuitivo  accorgimento, di premere sulla coda dell'estrattore, per liberarne l'unghia dalla sede praticata nella canna.

Forse ciò è dovuto al fatto che la sede dell'unghia dell'estrattore praticata sulla canna 51 è di 0,2 mm più stretta di quella praticata sulla canna 52...

Ricapitolando: anche se non è impossibile sostituire la canna di una 52 con quella di una 51, tale sostituzione non sembra poter essere sempre garantita.

Alcuni particolari, come gli spigoli netti e la migliore finitura della 51, suggeriscono di cercare la causa in una progressiva modifica delle lavorazioni delle due armi, alla comprensibile ricerca di semplicità ed economia, ma anche di una maggiore affidabilità.

Ma si tratta di ipotesi, e, come sa chi mi legge, quando si entra nel loro campo, preferisco prendere congedo.