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Cartucce commerciali: perché si e perché no
Ipotizzando che l’arma oggetto della nostra prova sia camerata per una cartuccia ancora disponibile commercialmente, uno dei primi problemi che l’appassionato di ex ordinanza deve affrontare è la scelta delle munizioni. La cosa più logica sarebbe acquistare munizioni surplus militare, la cui disponibilità in Italia è quantomeno saltuaria, a causa di problemi di natura legale e commerciale che esulano dalle competenze di questo articolo. Non resta quindi che optare per le cartucce commerciali o passare alla ricarica. Vediamo quindi le ragioni che portano a consigliare tali scelte alternative.
Le armi ex ordinanza hanno la prerogativa di essere state sviluppate insieme ad una cartuccia ovvero attorno alla stessa. Quando parlo di cartuccia intendo uno specifico caricamento, stabilito da specifiche militari stringenti nel tipo di palla, velocità della stessa e progressività della polvere. Ciò non significa che nella lunga vita di molte di queste cartucce alcuni dei parametri inizialmente stabiliti non siano stati modificati, ma, usualmente, tali modifiche sono state ottimizzate alla luce delle caratteristiche (diametro della foratura, passo di rigatura, tipo di alimentazione) dell’arma o delle armi adottate da quell’esercito.
Il munizionamento militare doveva contemperare ad una serie di esigenze, come la potenza, la letalità, la precisione, il basso costo (possibilmente), l’affidabilità e la durata nel tempo. E qui vediamo che le specifiche dei singoli eserciti, se riferiti ad un binomio arma – cartuccia sono stati molto diverse nel tempo e nello spazio. I finlandesi, ad esempio, richiedevano per l’accettazione militare del fucile ordinario M 39 con munizioni di ordinanza, prestazioni più che doppie rispetto a quanto pretendessero gli inglesi dai loro fucili sniper!!!!
Comunque, a meno di casi estremi, alle cartucce militari garantiscono rosate dignitose, considerato che per colpire un cristiano a 200 metri non sono necessarie prestazioni da bench rest.
Ovviamente le cose cambiano nell’utilizzo civile fatto nei nostri poligoni. Non siamo molto interessati a mettere semplicemente i colpi in sagoma, quanto piuttosto a minimizzare il diametro della rosata.
E qui si innesta il discorso relativo alle munizioni civili reperibili nelle nostre armerie.
In massima parte troviamo caricamenti da caccia, ottimizzati per ottenere il massimo effetto balistico terminale sull’animale, portando una palla (di solito a deformazione controllata) alla massima velocità sul bersaglio.
Sono poi reperibili caricamenti “match” (solo in alcuni calibri), studiati per il tiro di precisione, ed altri, con palla blindata, che dovrebbero (soprattutto secondo quanto pubblicizzato dagli armieri) ricalcare le cartucce militari (vedremo che non sempre è vero).
Da ultimo bisogna dire che gli organi di mira delle armi ex ordinanza sono tarati per le cartucce originali. L’utilizzo di caricamenti diversi porterà, inevitabilmente a punti di impatto diversi rispetto alla taratura originale. Se l’arma ha mire regolabili e tira in basso, poco male, qualche problema in più se i colpi finiscono alti con le mire fisse ovvero con la regolazione sul minimo.
In questo caso le cose da fare sono le seguenti:
provare altre cartucce
se la situazione non cambia, sostituire il mirino con un altro più alto (sempre che sia possibile)