EX ORDINANZA E CACCIA

Articolo di Gualbo 

Può sembrare un accostamento irriverente, ma non possiamo dimenticare che c’è un’unica cosa che ha salvato il tiro con arma lunga in Italia: la caccia. Sembra strano, senza considerare la particolare categoria delle armi sportive, se non fosse per la caccia, saremmo costretti a non superare le tre armi, lunghe o corte che siano.

Se possiamo detenere, collezionare ed usare fucili ex ordinanza in numero illimitato è solo grazie al fatto che “teoricamente” possono essere utilizzate nell’esercizio venatorio. Ok, teoricamente, ma se volessimo passare effettivamente a “provarle sul campo”?

Procediamo allora per gradi:

Le nostre ex ordinanza sono, tecnicamente parlando, delle carabine in calibro consentito per la caccia, prive di ottica (tranne pochi sniper, ma questo si vedrà oltre), a ripetizione ordinaria ovvero semiautomatiche.

Paragonandole  alle carabine di moderna concezione, vediamole, da un punto di vista venatorio e con le necessarie generalizzazioni,

i punti di forza :

-      Sono più robuste.

-      Sono più semplici da smontare e pulire (soprattutto le semiauto).

-      Hanno mire metalliche più sofisticate .

… e quelli di debolezza:

-     Pesano e sono piuttosto lunghe.

-     Talvolta non sono “politically correct” (provate ad andare  al cinghiale con un  StG44, se siete in una battuta di appassionati, molti vi invidieranno, ma se i compagni di battuta non sono molto esperti di armi…)

-     Spesso sono camerate per cartucce poco comuni .

-     Si imbracciano e si brandeggiano piuttosto male.

-     Non hanno mire di tipo intuitivo ed i mirini sono poco visibili nella macchia.

-     Non sono un bene rinnovabile (se le roviniamo non saremo certi di trovarne altre).

-     La disponibilità di ricambi è quanto meno scarsa.

-     In media sono un po’ meno precise (soprattutto per i bolt action)[1]

-     Se vogliamo preservarne il valore collezionistico, non possiamo pasticciarle con l’applicazione di accessori vari.

Come vedete gli aspetti negativi dell’utilizzo venatorio delle armi ex ordinanza sono di  gran lunga prevalenti.

Di conseguenza la prima regola d’oro

·       MAI comprare un’ex ordinanza per usarla come arma da caccia standard. A parità di prezzo si trovano ottimi usati commerciali, che, risponderanno sicuramente meglio alle esigenze del cacciatore. L’uso continuo di un’arma sul terreno di caccia provoca, inevitabilmente, dei danni alla finitura. Ora, se è vero che spesso i costi di un’ex ordinanza possono essere inferiori a quelli di una carabina commerciale, è anche vero che in un caso paghiamo la rarità dell’arma, nell’altro la qualità. Al contrario un utilizzo saltuario non infligge grandi tormenti all’arma.

Qualche volta però, presi da un’insana passione, possiamo aver voglia di portare uno dei vecchi fucili sul terreno di caccia. Anzi, personalmente, consiglio  di fare  questa esperienza. Impareremo a conoscere meglio le nostre  armi, ad apprezzarne operativamente le doti ed i difetti, comprenderemo meglio le filosofie che sono alla base dell’evoluzione del singolo modello. Bilanciamento, stabilità, rinculo, maneggevolezza ed affidabilità di un’arma sono caratteristiche che variano  da modello a modello, ma sono almeno altrettanto importanti dal punto di vista operativo quanto la pura e semplice precisione, unica dote  che  viene  ricercata  ed esaltata in poligono.

Spesso si sentono decantare lodi sperticate di alcune armi, altre invece vengono denigrate, ma sulla base di quali presupposti? La precisione in poligono piuttosto che la potenza del calibro: ma siamo sicuri che questi Soloni abbiano veramente passato un po’ di ore all’aperto con uno di questi attrezzi in mano? E poi, va bene, alcuni modelli riescono, in poligono, con la massima tranquillità, in appoggio, a spuntare grandi rosate, magari vinceranno tutte la gare, ma nel campo, o nel bosco, dovendo tirare ad un bersaglio in movimento che appare e scompare, saranno ancora i migliori?

Sono sicuro che molti tiratori avrebbero delle cocenti delusioni dai loro Gustav!!!!

Tornando all’argomento venatorio: Cosa si può cacciare in Italia con tali armi?

In pratica soltanto il cinghiale[2]

Laddove poi è permessa la caccia di selezione, si può cercare di insidiare anche il capriolo, il cervo, il daino, il muflone ed il camoscio. Il problema è che in questo tipo di caccia è obbligatorio l’uso dell’ottica.

 Visto che, come è chiaro, considero un atto sacrilego forare un castello per applicare un’ottica, nella residuale restano due possibilità:

1)   Acquistare uno sniper[3] (costa molto e di solito ha un’ottica molto inferiore a quelle  civili attuali)

2)   comprare un attacco da applicare al posto dell’alzo[4] (non hanno sempre la solidità degli attacchi ordinari e spesso richiedono ottiche a lunga focale da pistola).

Di qui la seconda regola d’oro:

·       MAI E POI MAI applicare un’ottica ad un’ex ordinanza forando o saldando attacchi al castello. Si rovina per sempre il valore collezionistico dell’arma, ottenendo risultati non sempre esaltanti dal punto di vista pratico e utilitaristico.

Vediamo ora le caratteristiche (ovvero i pro ed i contro) che i diversi modelli di ex ordinanza hanno  in relazione ad un loro utilizzo venatorio sul cinghiale.

In linea di massima deve essere un'arma semiautomatica (l’esperienza mi dice che il 1° colpo conta per il 70%, il secondo per il 20%, il terzo per il  5%, gli altri per l’1% circa, ma avere qualche colpo in più aiuta e ti permette di sognare “IL BRANCO”…)

Sistema di mira a V aperta: permette di acquisire il bersaglio un po’ più velocemente di una diottra.

Altri elementi positivi sono: lunghezza contenuta, calibro facilmente reperibile, semplicità di caricamento e scaricamento, possibilità di adattare accessori senza modificare l’arma.

Elementi negativi sono: peso eccessivo, lunghezza eccessiva, aspetto troppo “bellicoso”, scarsa disponibilità di ricambi, cartucce rare o poco potenti.

Modello

Pro

Contro

M 1 Garand

Preciso; affidabile; cartuccia diffusa

Pesante; diottra, caricamento  con lastrine

M 14

Preciso; affidabile; serbatoio amovibile; cartuccia diffusa

Pesante; diottra

Tokarev SVT

Tacca di mira, serbatoio amovibile;

Lungo, rumoroso

Safn 49

Preciso; cartuccia diffusa

Pesante, serbatoio non amovibile, diottra

M1 Carbine

Maneggevole, serbatoio amovibile; leggera

Cartuccia poco potente, diottra

Simonov SKS

Maneggevole; affidabile; personalizzabile

baionetta da asportare (e ritarare l’arma); cartuccia poco potente; serbatoio non amovibile

AK (e cloni)

Maneggevole, affidabile, serbatoio amovibile

Aspetto; cartuccia poco potente

Fal

Preciso, affidabile, personalizzabile, serbatoio amovibile

Aspetto; lungo

Gew 43

Serbatoio amovibile; mire; affidabile

Pesante; raro, delicato…

STG 44

Serbatoio amovibile; mire; affidabile; maneggevole

Pesante; rarissimo; aspetto; cartuccia rara e poco potente

AG 42

Serbatoio amovibile; preciso; mire

Lungo; caricamento macchinoso; pesante

Hakim

Serbatoio amovibile; preciso; mire

Lungo; caricamento macchinoso; pesante

MAS 49/56

Serbatoio amovibile; affidabile;

Pesante; cartuccia rara; diottra

Ed i bolt action?

Lì è una questione personale. Ovviamente non contano la capacità del serbatoio o altre amenità simili. Prendete quello che torna meglio alla spalla e partite, ovviamente privi del sogno del “branco”, anzi pensando “speriamo che non esca proprio oggi!!!!!”

 

Qualche suggerimento…

Come si è visto gli aspetti negativi sono superiori a quelli positivi, per cui,  a parità di altre condizioni:

1)     siate pronti a raddoppiare il numero delle padelle rispetto allo standard cui siete abituati.

2)   fate molta ginnastica per i deltoidi ed i trapezi, altrimenti dopo 5 ore passate ad imbracciare  un Garand alla posta, arriverete a casa con le braccia ridotte in pappa…

3)    se possibile, procuratevi una calciatura di ricambio da utilizzare in caso di utilizzo venatorio

4)   la legge di Murphy è sempre in agguato, per cui il giorno in cui porterete fuori il pezzo forte della collezione, Giove Pluvio, una caduta nella pozza di fango o altre amenità simili rischieranno di farvi soffrire tutto il tempo. Per cui: accurata preparazione del pezzo con la preventiva applicazione di uno strato di Break-free alla meccanica, ed al ritorno megapulizia… (NEVER LET THE SUN SETS OVER A DIRTY WEAPON!)

5)   per la ragione n° 4 non portate a caccia il fucile che usate per le gare. Se sarete costretti a smontarlo ci sono concrete possibilità che il punto di impatto cambi in seguito allo smontaggio…

6)    IN BOCCA AL LUPO!!!!

 


 

[1] Sarò probabilmente linciato da diversi amici che vanteranno la grande precisione del proprio Gustav piuttosto che M 17. E’ vero, spesso abbiamo fucili ex ordinanza eccezionalmente precisi, ma qui si parla di una media, nella quale rientrano tanti pezzi, magari meno selezionati, che poi in realtà sono quelli più rappresentati nelle rastrelliere degli appassionati non specialisti. Al riguardo vedi poi il capitolo sulla ricarica.

[2] In Italia la normativa nazionale non prescrive calibri minimi e massimi per svolgere le diverse attività venatoria. Qualche legge regionale prescrive però il calibro  per arma rigata minimo per insidiare le diverse specie. In ogni caso, in assenza di specifiche prescrizioni, nulla, salvo il buonsenso, ci vieterebbe di utilizzare una carabina sulla volpe. Gli altri ungulati sono cacciabili solo con armi munite di ottica, salvo che in alcune riserve, dove è possibile tirare in battuta anche a capriolo, daino e muflone. Togliersi questo sfizio costa però più di un fucile di media qualità..

[3] Gli sniper più facilmente disponibili (si fa per dire) sono quelli del periodo bellico o  degli anni ‘50 (OKKIO AI TAROCCHI): la precisione intrinseca di questi pezzi può essere anche molto buona , ma sono penalizzati da ottiche normalmente poco luminose, da reticoli talvolta astrusi, da calibri non sempre adatti, oltre che dal solito peso elevato. Sono quindi piuttosto svantaggiati rispetto alle carabine da caccia moderne.

[4] Ottimi sono quelli della “B Square”, anche se a questo riguardo bisogna fare alcune precisazioni. Questi attacchi sono nati per adattarsi ad armi che, per forza di cose (diversi fabbricanti e variazioni delle forme e dimensioni avvenute con il passare del tempo)  non possono avere le stesse dimensioni esterne, l’accoppiamento può anche lasciare a desiderare. In tali casi MAI fare aggiustamenti sull’arma,  sempre sul pezzo “commerciale”. E se proprio non va… avremo perso qualche decina di dollari!!!!