CONSIDERAZIONI  SULLO  STATO  DEL  BICCHIERE

di  Frank A. Mancuso

 

 

 

 

 

Non sono poi molti anni che ho iniziato ad usare armi lunghe Ex Ordinanza.

Quando ho iniziato a farlo, nel raggio di un centinaio di chilometri dalla provincia a Sud di Roma vi erano poche strutture per ospitare tale attività, tutte con linee di tiro lunghe solo il minimo indispensabile per non essere tutti campioni.

Oggi, agli inizi del 2008, se ne conterebbero più del doppio, se una non fosse stata recentemente chiusa per necessità del proprietario del terreno; ma dovrebbe essere riaperta a poca distanza dalla sua sede originale, e, quando riaprirà, su sette poligoni tre potranno vantare linee lunghe non meno di 200 metri.

Tale aumento non può che essere spiegato da un aumento forse non proporzionale, ma certamente di rilievo, di chi intende divertirsi passando una mattinata all’aria aperta tirando quattro colpi con uno schioppo.

Sarà pur vero che l’investimento di base per avviare una simile attività è più contenuto di quello necessario per avviarne delle altre, ma senza mercato nessun imprenditore ha interesse ad avviare alcunché.

Altra conferma viene da una recente visita al BNP, dove è evidente che anche tra le armerie minori (magari, per motivi logistici, tra quelle più vicine ai nostri confini) è aumentato l’interesse per l’Ex Ordinanza lunga.

Nel raccogliere il testimone passatomi da Bondino alla regia di questo sito, ho voluto iniziare con un paio di osservazioni che forse non bastano per invitare all’ottimismo, ma devono almeno esortare a non essere inutilmente pessimisti: essere in tanti è uno degli aspetti che riempie metà del bicchiere.

Non rendiamoci complici di quelli che lavorano per tenere vuota l’altra metà del bicchiere; ad esempio, di chi crede che questo tipo di “usato” rappresenti una minaccia per il mercato del nuovo.

O di chi fa parte della Pubblica Amministrazione e si è prefisso lo scopo di reprimere i diritti di chi non ha alcun interesse a percorrere la strada del crimine violento.

Tornando a parlare del sito, le sue pagine continueranno ad essere impostate in quel modo che è ormai tradizionalmente conosciuto, non solo in Italia ma anche all’estero.

Trovare novità di cui parlare non sarà facile, ma sono convinto che sia possibile; la collaborazione degli altri collezionisti sarà indispensabile, e sarà tanto più gradita quanto potrà essere di buona qualità.

Buona qualità è anche spirito critico con cui si affronta la descrizione di un’arma, documentando i fatti per evitare i luoghi comuni, e citando le fonti per contrastare il “sentito dire”.

Si leggeranno anche qui scempiaggini come quella per cui il Berthier 07/15, lungo quanto il Lebel 1892, sarebbe di questo più lungo, e per questo meno gradito per la truppa? Verranno fatte qui passare per vere armi taroccate, o modelli di fantasia?

Mi auguro vivamente di no, perché cercherò di fare tutto quel che posso perché ciò non avvenga.

Se non dovessi riuscire, mi consolerò pensando che almeno il lettore non avrà pagato nulla di più del costo necessario a scaricare queste pagine sul proprio PC.

Per andare al sodo, l’amico Fox, dalla vicina Svizzera, ha appena preparato una pagina su un’arma rara e poco conosciuta: il fucile semiautomatico SIG modello SK 46.

Troverete la scheda, integrata da un mio commento, nella sezione dedicata alle armi svizzere.

Buona lettura.