Qualche concetto di tecnica
Movimento dell'otturatore di
Marco Madonia
L'otturatore viene sempre spinto indietro dalla forza dei gas sul fondello della
cartuccia (e quindi dell'otturatore).
Il problema sta nel non farlo arretrare, soprattutto nelle armi di rilevante
potenza, immediatamente allo sparo, per evitare che i gas incandescenti
fuoriescano a pressione dal vivo di culatta.
Quindi e' necessario ritardare tale apertura che, lo ripeto, avviene sempre per
effetto della spinta all'indietro.
Nelle armi a debole (relativamente) potenza, tale ritardo avviene sia perché il
carrello oppone una certa forza contrastante, per via del suo peso, e quindi per
superare il momentum di arretramento passa quel tempuscolo che fa si che la
palla sia uscita dalla canna e la maggior parte dei gas pure, dal davanti (vivo
di volata). Inoltre il carrello, in dette
armi, e' spinto in avanti dalla molla di recupero, che a sua volta oppone forza
contrastante.
E queste armi sono dette a chiusura labile (le .22, 7,65 br, 6,35 br, ed altre)
Ove invece la cartuccia, ad esempio una 9, sviluppi tali pressioni per cui
questo giochetto non funziona (si vincerebbe subito la resistenza del carrello e
della molla, e quindi si aprirebbe subito il carrello) occorre un artifizio per
fare si che il carrello rimanga in chiusura (si parla di frazioni di secondo)
abbastanza tempo per permettere ai gas di defluire dal
vivo di volata. I metodi sono vari, i più usati sono - per pistola - a
blocchetto oscillante (beretta 98), che mantiene la canna unita al carrello per
un temposcolo adeguato, e quindi la svincola e le permette di arretrare, oppure
il sistema browning, canna unita al carrello da dei risalti incastrantisi tra
loro, svincolati dopo una frazione di secondo.
Per le armi lunghe, si preferisce, a ragione, sbloccare l'insieme
canna-otturatore a mezzo di presa di gas, che agisce su appositi sblocchi (piani
inclinati nell'otturatore, in genere) appena la pallottola sta lasciando la
canna, e quindi è prossimo il calo delle pressioni.
Esistono anche altri metodi, ma questi sono i più comuni.
Si potrebbe, al limite, mettere una grossa molla antagonista per la chiusura del
carrello, ma per ritardare l'apertura di un grosso calibro dovrebbe essere tale,
la molla, da non consentire l'arretramento manuale dell'otturatore nemmeno a
hulk.....
Sparare a otturatore aperto ???
Nessun'arma, chiaramente, spara ad otturatore aperto, si intende dire che il
ciclo di sparo inizia mentre l'otturatore è aperto, e cioè:
arma in stand-by, otturatore tenuto aperto dal dente di ritegno del grilletto;
appena tiri il grilletto, l'otturatore è libero di avanzare (la molla di
riarmo), preleva una cartuccia, la porta in camera e questa viene percossa (in
varie maniere, percussore fisso, lanciato, etc.), poi l'otturatore arretra per
effetto della spinta del bossolo, espelle questo e
viene riagganciato dal dente del grilletto. E si ferma ad otturatore aperto.
Chiusura labile, stabile e metastabile di LMB
Le tipologie non sono solo queste, la
chiusura labile è solo per piccole/medie potenze.
In ogni caso il ritorno dell'otturatore è sempre affidato ad una molla.
Nel recupero di gas un piccolo foro nei pressi della volata preleva parte dei
gas per spingere indietro l'otturatore mediante un pistone ed un'asta.
Ovviamente il prelievo del gas avviene nella frazione di tempo tra il passaggio
della palla sopra il foro e la sua uscita dalla volata.
Sempre deve esserci un ritardo nell'apertura, che nella chiusura labile è
affidato alla sola inerzia del blocco dell'otturatore (o del carrello) ed al
contrasto della/e molle.
vedi http://www.robertopalama.com/la_chiusura_labile.htm
In alcune pistole mitragliatrici il sistema di chiusura (labile) era affidato ad
un otturatore di massa notevole.
Di solito, per facilitare il raffreddamento e per evitare autoaccensioni in
canne surriscaldate, l'otturatore dopo una raffica od un singolo colpo resta
aperto e soltanto premendo nuovamente il grilletto va in chiusura, preleva la
nuova cartuccia e spara.
E' il cosiddetto sistema ad otturatore aperto (naturalmente non è che l'arma
spari ad otturatore aperto! quando spara è sempre chiuso, so no non spara!).
Vedi per esempio il Moschetto Automatico Beretta MAB 38-42
Nelle chiusure stabili e metastabili la chiusura è affidata a sistemi geometrici
di vario genere che in un primo momento costituiscono un insieme rigido e che
vengono sbloccati con un ritardo calcolato, per esempio dall'arretramento della
canna o appunto dalla spinta dell'asta nei sistemi a presa di gas.
Nella Luger, (stabile) (per fare un esempio di meccanismo complesso)
l'otturatore si compone di tre parti articolate tra loro per mezzo di robusti
perni, teoricamente giacenti sullo stesso piano orizzontale. Quando esso è
caricato di punta dal rinculo del bossolo si comporta come un trave rigido;
mentre se i perni non si trovano sullo stesso piano le parti connesse dal perno
fuori asse, in questo caso le due posteriori, possono uscire dal piano ed
inclinarsi fino a formare tra loro una "V", che nel caso della Luger, per via
dell'unico grado di libertà sul piano verticale del perno centrale, ha in
vertice in alto ed è pertanto rovesciata. Il movimento di queste parti, per
mezzo di un tirante, provoca la compressione di una molla, e la distensione
della medesima provvede alla cameratura di una nuova cartuccia ed alla chiusura
del sistema. Quindi all'atto dello sparo abbiamo un otturatore in tre parti che
si comporta come un sol pezzo rigido, appoggiato contro la culatta della canna,
di cui provvede così alla chiusura. Questo "pezzo in tre parti" è mantenuto
nella sua posizione dal perno terminale, che lo assicura alla forcella. Quindi
l'insieme canna-forcella-otturatore rincula solidalmente, finché il perno
centrale viene mosso dalla sua posizione dal fatto che i "naselli"
nell'arretrare incontrano il piano inclinato.
Se il tratto di rinculo percorso da canna ed otturatore rigidamente connessi è
sufficiente, l'apertura ha inizio quando la pressione in canna è scesa a valori
molto bassi, quasi atmosferici, e tutto il movimento avviene per l'inerzia
acquistata dall'arco a tre cerniere e per la sua estinzione attraverso l'azione
sulla molla. Quando anche la molla ha recuperato il suo stato di quiete l'arma è
pronta per un altro tiro.
Un tipico esempio di chiusure metastabili è il sistema a rulli (MG, SIG, H&K
ecc.) qui la chiusura è affidata ad un "lucchetto" costituito da due rulli
laterali mobili che si incastrano un appositi recessi della culatta bloccando
l'otturatore. Sotto la spinta del fondello della cartuccia l'otturatore arretra
sino a che i rulli incontrano due cunei che li obbligano a rientrare
completamente sbloccandone del tutto la corsa.
Se ti prendi (riuscendo a trovarlo!!!) il classico De Florentiis - Tecnologia
delle armi da fuoco portatili . Ed. Hoepli trovi tutto!