Bинтовка Bинчестера образца 1915-oго года

 
 

Scheda di F.A. Mancuso – arma fotografata dalla sua collezione

 

 
 

Dietro la denominazione un po’ criptica, dati i caratteri cirillici, si nasconde quella che è stata un’arma d’ordinanza un po’ insolita: la versione militare commissionata dalla Russia Imperiale del Winchester 1895.

 

 
 

 

 
 

 Il modello 1895 viene lanciato sul mercato statunitense nel Marzo del 1896, e nasce come arma destinata allo sportivo, cui viene proposta un'alternativa alla produzione inglese, con la quale i grossi mammiferi possono essere affrontati con moderne munizioni caricate a polvere infume.

Dato l’insuccesso delle armi Remington-Lee, negli Stati Uniti non e' ancora diffusa un’arma civile con serbatoio verticale, in grado non solo di contenere senza rischi anche munizioni con palla diversa dalla “flat nose”, ma anche di gestire munizioni più lunghe (e prestanti) di quelle in uso sino ad allora.

 

 
 

 

 
 

Una meccanica familiare allo sportivo statunitense (e resa, in quest’arma, particolarmente fluida) viene ora abbinata ad una robustezza che non può essere paragonata a quella delle armi bolt action, ma che resta nettamente superiore a quella delle coeve armi a leva.

 

 
 

 

 
 

La Winchester non disdegna le commesse militari, ma la prima fornitura di 10.000 pezzi, commissionata dall’Esercito Statunitense agli inizi della guerra Ispano-Americana, presenta molti difetti, e prima di poterne venire a capo i combattimenti a Cuba sono terminati.

Solo 100 esemplari riescono ad essere spediti nelle Filippine nel 1899, e vedono un impiego effettivo in combattimento, ma finiranno per essere scartati perché considerati inferiori al Krag.

Questo non impedisce all’Impero Russo, quindici anni dopo, di adottare un’arma per molti versi obsoleta, che differisce dal modello statunitense oltre che per il calibro anche per l’adozione di due blocchetti montati sulla parte posteriore della scatola di culatta, e che svolgono la funzione di guida per la lastrina di caricamento (la stessa usata con il Mosin Nagant 1891); la loro presenza permette di distinguere immediatamente l’una versione militare dell’arma dall’altra.

 

 
 

 

 
 

La decisione è dettata dalla criticità della situazione.

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale trova la Russia con circa 4,6 milioni di fucili disponibili, mentre solo per armare le truppe al fronte, nei primi tre mesi di guerra, ne sarebbero necessari 5,5 milioni.

Un divario di circa 900.000 armi, destinato a crescere durante il corso della guerra, poiché nessuno dei notevoli sforzi fatti per colmarlo si dimostrerà efficace: altri 5 milioni di armi sarebbero servite per armare i soldati chiamati a far fronte alle offensive del 1915, e se la guerra fosse durata quattro anni, ne sarebbero serviti ancora più di 7,2 milioni solo per rimpiazzare le perdite in battaglia.

Ma nel 1915 si cerca di fare quel che si può, e, poiché tutte le aziende produttrici in Europa lavorano già al massimo delle loro possibilità (più o meno tutte le nazioni europee hanno scoperto di avere meno armi di quante non gliene servano), si commissiona alla Winchester, nei neutrali Stati Uniti d’America, una prima fornitura di 100.000 fucili modello 1915, seguita poco dopo da un successivo ordine di altri 200.000 esemplari (allo stesso tempo un totale di oltre un milione di Mosin Nagant 1891 viene commissionato a Remington, che sta anche producendo i P14 per l’Inghilterra, ed a Westinghouse).

Assieme alle armi, Winchester fornisce anche due tipi di baionette: il primo tipo ha una lama lunga di 16 pollici, il secondo tipo di soli 8.

Un riservato collezionista statunitense, che ho potuto raggiungere per posta elettronica, testimonia di aver visto armi modello 1915 dotate di due tipi di tacca di mira. Segnatamente, avrebbero una tacca insolita le armi con matricola più bassa: la sua ipotesi è che armi con diversa baionetta fossero dotate di diverse tacche di mira (ricordiamo che solitamente le mire delle armi russe sono giuste per il tiro con baionetta innestata).

Sia come sia, la tacca di mira dell’arma in esame è del tipo più diffuso, il che non contrasta con l’ipotesi dell'amico collezionista, poiché la matricola dell’arma, abbastanza alta, fissa la sua data di produzione al 1916.

 

 
 

 

 
 

E questo è il mirino, sottile e privo di qualunque tipo di protezione che lo preservi da un possibile danneggiamento: non si direbbe certo che sia idoneo ad un uso marziale.

 
 

 

 
 

Il precedente proprietario dell’arma ha pensato bene (si fa per dire) di farla “restaurare”: per fortuna gli unici marchi russi, pochi e solitamente impressi meno profondamente di quelli statunitensi, non sono scomparsi. 

Questo è quello presente sulla culatta:

 
 

 

 
 

Per confronto, ecco uno dei marchi apposti dalla Winchester, quello sulla coda della culatta:

 
 

 

 
 

Questo è il marchio presente sul calcio; è quello originale, e non è stato sostituito da quello che sarebbe stato apposto se l’arma fosse stata inviata in Spagna a combattere nella guerra civile.

 
 

 

 
 

Quello che segue è un esempio del marchio “spagnolo”, che ho ritrovato in rete (purtroppo non ricordo più esattamente dove).

 
 

 

 
 

Ed ecco un’immagine del bel calcio, con in vista il calciolo ed il suo sportellino parzialmente aperto.

 
 

 

 
 

Immediatamente prima di concludere con una tabella che riepiloga alcune caratteristiche dell’arma, ecco un’immagine tratta da “Dersu Uzala” di Akira Kurosawa.

 
 

 

 
 

L’azione è ambientata nel 1902, ed il Capitano Arseniev, anche se non si fosse voluto confonderlo con gli altri militari (che nel film usano, correttamente, dei Mosin Nagant 1891), non avrebbe dovuto portare un’arma che sarebbe stata adottata solo dopo altri 13 anni. 

Il grande regista non poteva non saperlo: ma quel nuovo mondo, peraltro in procinto di essere spazzato via da una guerra mondiale e da una rivoluzione, interpretato da Juri Solomin, doveva distinguersi in tutto, anche nei dettagli, da quello ormai in declino del piccolo uomo delle grandi pianure, forse l’ultimo uomo ancora libero ed in armonia con l'ambiente che lo circonda, che lo precede con un Berdan sulla spalla di Maksim Munzuk.

E quella di dotarlo dell’ultima e più perfezionata arma a leva progettata da John Moses Browning appare una scelta naturale, e condivisibile.

 

 
 

Lunghezza

1160 mm

Peso (scarico)

4,10 kg

Canna

712 mm - 4 righe, dx – passo 305 mm

Caricatore

5 colpi, integrale all’arma

Meccanica

a leva

Calibro

7.62x54R mod. 1908 (palla “L” da 150 grs)

Velocità alla bocca

825/855 m/s

 
     
 

Bibliografia 

A. Pirkle – Winchester Lever Action Repeating Firearms, Vol. 3 – North Cape Publication, 1998

T. Whelen – The American Rifle – The Century Co., 1920

V. Brunelli – W come Winchester – Editoriale Olimpia, 1980

T. W. Lapin – The Mosin Nagant Rifle – North Cape Publication, 1998-2003