I tarocchi

 
     
 

Quando andiamo a comprare una macchina usata in un autosalone, l'auto che ci viene proposta ci viene quasi sempre descritta come "perfetta", usata solo da una vecchietta che ci andava a fare la spesa una volta al mese al supermercato, e faceva al massimo tremila kilometri l'anno, infatti la macchina ha dieci anni, trentamila chilometri "originali", e solo "casualmente" non è intestata alla vecchietta ma a suo nipote ora ventottenne, che aveva quindi diciotto anni e due mesi quando l'auto è stata acquistata.

Leggevo un po' di tempo fa un impietoso resoconto sull'Exa 2003 inviatomi in e-mail da un amico, che parlava dei "tarocchi" più evidenti visti in questa esposizione nazionale, presumibilmente frequentata anche da esperti di ex ordinanza, dove comunque le armi "dubbie" erano presenti in discreta quantità. Quando nello stand di importatori "importanti", che trattano migliaia di pezzi ogni anno, vedi esposte armi che sono sicuramente "non originali" e sono vendute a prezzi da capogiro, cominci a riflettere sul fatto che è uno strano mercato, e ci sono solo due possibilità. O alcuni importatori capiscono ben poco di ex ordinanza... o sono un po' troppo "furbi".

Una cosa mi lascia perplesso... queste armi erano in bella vista, con i loro prezzi altissimi. Ma in tutti i resoconti che ho letto sulle riviste riguardo all'Exa 2003 ci sono decine di fotografie di armi ex ordinanza rare ed originali, ma neppure una foto delle armi "dubbie" è stata pubblicata.

Ci sarebbero da fare diverse considerazioni... ma è meglio che ognuno faccia le proprie :-)

Se poi mi capita, visitando il sito di una nota armeria che vende anche ex ordinanza di "fascia altissima", di trovare nella pagina dedicata ai fucili sniper un fucile sicuramente falso, perché su QUEL TIPO di fucile non è mai stato montato QUEL TIPO di ottica... le mie considerazioni personali sono abbastanza evidenti :-( 

Cerchiamo di capirci... se io voglio divertirmi a tirare a 300 metri con un fucile dotato di ottica, e voglio spendere il meno possibile, una ex ordinanza sniper "taroccata" può andarmi benissimo... ma non posso pretendere di illudermi di avere in mano un pezzo "da collezione". Potrà sparare benissimo, essere bellissima da vedere, ma è in ogni caso un'arma modificata per assomigliare a qualcosa che non è. Ed allora, se proprio non voglio rinunciare ad utilizzare un'ottica.... piuttosto che comprare un "finto sniper" con un'ottica da quattro soldi e tre ingrandimenti, preferisco risparmiare qualcosa, e montare su uno Schmidt Rubin K31 un attacco smontabile per l'ottica (che salvaguarda il valore dell'arma, perché non richiede alcun intervento distruttivo) con un'ottica economica da otto ingrandimenti che mi darà sicuramente maggiori soddisfazioni, e mi permetterà di mantenere in collezione uno Scmidt Rubin originale, ed avere un'ottica che potrò usare anche su altri fucili.

E la cosa assurda di tutto questo... è che tutti vogliamo "fidarci a tutti i costi", intimamente, della genuinità dell'arma che stiamo guardando... non foss'altro perché magari quell'arma la stiamo cercando da anni.

Nel febbraio 2003 ben due importatori di armi di ex ordinanza (e parlo di importatori molto favorevolmente conosciuti!) si sono sentiti in dovere di precisare pubblicamente (ma questo è solo un esempio!) che i Mosin Nagant 91/30 sniper di recente importazione dall'estero non sono armi ex ordinanza del periodo bellico... ma sono oneste armi ex ordinanza prive di ottica alle quali qualcuno, magari in un arsenale di un paese dell'est europeo, ha pensato di aggiungere un'ottica simile a quella originalmente in dotazione ai fucili sniper, ed ha sostituito la manetta di armamento dritta con una curva. E se questi due importatori hanno ritenuto necessario fare queste precisazioni, è perché in tanti andavano a comprare questi "assemblati" convinti che si trattasse di armi originali degli anni 40.

Ma questa è solo la punta dell'iceberg... sempre nel 2003 si sono visti annunci su siti specializzati di persone che vendevano punzoni di "waffenamt", i marchi tedeschi di accettazione e di controllo... proviamo ad immaginare per cosa erano serviti quei punzoni prima di finire in vendita :-) A volte basta un "Waffenamt giusto" nel posto giusto per aumentare notevolmente il valore dell'arma.

Dovunque ci sia collezionismo, i prezzi tendono ad aumentare con l'espandersi del mercato, e da qualche anno il mercato dell'ex ordinanza è in forte espansione. Conosco persone che hanno acquistato dei Mauser K98 monomatricola a poche lire quando nessuno li voleva, diversi anni fa, ed erano considerati alla stregua di "ferrivecchi", ed oggi si trovano in mano pezzi di notevole valore.

Il "giochino dei tarocchi" non è recente... è cominciato tanto tempo fa, ma allora si trattava solo di "artifizi commerciali". Ad esempio, nell'ottocento tutti volevano una "Deringer", e tante aziende si misero a fabbricare delle imitazioni. Qualcuno le marcava "Derringer" con due "r", qualcuno le chiamava "Deringe" senza la "r" finale... ma il risultato era lo stesso, cioè quello di vendere un prodotto non originale speculando sulla somiglianza (nell'aspetto e nel nome) con l'originale. Poi... c'erano le copie fatte in Europa dei revolver Smith & Wesson model 3 "topbreak", e diversi costruttori europei diedero sfogo alla propria "fantasia creativa" per dotare questi cloni europei di marchi il più possibile simili (ma non uguali!) a quelli originali della Smith & Wesson.

Ma a me, che colleziono ex ordinanza, interessa principalmente il mercato delle ex ordinanza, che è nel complesso un mercato molto recente che sta attraversando da qualche anno una fase di forte espansione. Per un buon periodo molte ex ordinanza semplicemente non erano detenibili per legge... chi voleva un Carcano 91 lo doveva denunciare come arma, ed il fucile, che pure era denunciato come arma, era comunque "inerte", con due perni di acciaio infilati trasversalmente nella camera di cartuccia per impedirne il cameramento.

Il primo Garand che ho visto in armeria in Italia, mi è capitato dopo avere finito il servizio militare. Assomigliava ad un Garand, era ricavato da un Garand, ma era camerato in un calibro civile che nulla aveva a che fare con l'originario 30.06, o con il più recente 7,62 NATO che avevo utilizzato durante il servizio militare. Allora questo tipo di modifiche erano una necessità, perché la Legge non permetteva di detenere quel fucile ex ordinanza nel suo calibro originale.

Lo stesso problema si presenta ora in Francia, dove attualmente sono in vendita, per le stesse ragioni legali che in Italia sono state superate, dei MAS 49/56 camerati in calibro 300 Savage, che nulla ha a che fare con il calibro originario 7,5 MAS.

In Italia, a suo tempo, abbiamo anche visto carabine M1 camerate in 357 magnum, ma adesso che la Legge consente di detenere, ormai da lustri, armi in calibro originale, mi sembra assurdo che ci sia chi persiste nel modificare e vendere in Italia armi che sono a tutti gli effetti ex ordinanza irrimediabilmente rovinate.

Una ex ordinanza, secondo me e secondo molti altri, deve restare nelle condizioni nelle quali ha terminato di essere un'arma di ordinanza. Se trovo un fucile Steyr M95 camerato in calibro 8x56, non ho difficoltà a comprarlo, perché la modifica dal calibro originale 8x50 al calibro 8x56 è stata fatta attorno al 1930 in arsenale, ed è una modifica più che legittima.... anche se ovviamente preferisco trovarlo in calibro 8x50, che è quello con il quale il fucile partecipò alla Grande Guerra, e lo considero un calibro storicamente più interessante. Ma anche l'8x56 è un calibro corretto ed accettabile.

Chiaramente... se fosse camerato i calibro 30.06 sarebbe solo un "bidone".

Ma se trovo una Luger, o una Mauser, in calibro 9x21... so in partenza che nessun'arma militare è mai stata camerata in questo calibro, e che armi in questo calibro sono realizzate appositamente per il mercato italiano dove, per una legge assurda, non è possibile detenere armi camerate nel calibro originale 9x19.

Personalmente mi rifiuto di acquistare un'arma corta ex ordinanza camerata in 9x21, perché si tratta di un'arma "massacrata" che non ha più le caratteristiche di calibro con le quali è stata progettata ed usata, malgrado le prestazioni balistiche del nuovo calibro siano sovrapponibili a quelle del calibro originale.

Oltretutto la quotazione di quell'arma è quantomeno aleatoria, visto che il valore collezionistico sul mercato internazionale sarebbe di poche decine di euro, e lo stesso accadrebbe se venisse liberalizzato in Italia il calibro 9x19. 

Ma, parlando di "ex ordinanza tarocche", partiamo dall'inizio.... partiamo dagli Stati Uniti degli anni 50. Negli USA in effetti non c'era tanto un mercato collezionistico, quanto un mercato di cacciatori e tiratori interessati ad utilizzare le armi ex ordinanza per andare a caccia o per fare del tiro informale. Ancora oggi ci sono numerosi siti americani che danno consigli sullo "sporterizing", cioè sulla trasformazione di una ex ordinanza in un fucile per uso ludico o venatorio, e non è raro trovare armi di ex ordinanza trasformate in maniera che le rende irriconoscibili... cose come SKS cinesi trasformati in bull-pup, con calciature in materiali compositi e caricatori da trenta colpi, dotati magari di ottiche o di punto rosso, ed a volte anche full-auto. Ma negli USA in effetti lo posso capire, perché i prezzi di molte ex ordinanza sono talmente bassi da portarle anche nelle mani di non appassionati, che sono attratti solo dal basso costo e dalla possibilità di utilizzare un'arma super-economica per la caccia o per fare del tiro informale.

E' chiaro che una Mauser C96, o una Luger 08 costa tanto, sia in Italia che in USA, ma mentre in Italia il "prezzo stracciato" sulle ex ordinanza praticamente non esiste, in USA è spesso la regola. Solo per fare qualche esempio, nell'Aprile del 2003 la Numrich vendeva al pubblico i MAS 36 francesi a 36.95 dollari... circa 35 euro, quando nello stesso periodo gli stessi MAS 36 venivano venduti in Italia a circa dieci volte tanto. Inoltre nella maggior parte degli stati americani le armi si possono vendere per corrispondenza, o trovarle esposte alle fiere sulle bancarelle alle esposizioni di settore... ed è normale trovare armi lunghe come gli SKS o come i Mauser 48 (versione slava dei Mauser K98) a prezzi che sono una frazione dei prezzi italiani. Per fare un paragone, e basandomi sui prezzi dell'Aprile 2003, un Mauser 48 slavo costa in Italia sui 350 euro, in condizioni di "usato decente". In USA lo stesso Mauser (che oltretutto è stato gravato di costi di trasporto, perché per arrivare in USA ha dovuto attraversare un oceano), ma in condizioni "mint", assolutamente nuovo di arsenale, costa attorno ai 120 dollari, meno di un terzo dello stesso fucile (in condizioni molto peggiori!) venduto in Italia. Gli SKS russi, in condizioni di "ricondizionato in arsenale", inscatolati dall'importatore che ha anche provveduto a stampare i manuali d'uso e manutenzione in inglese, hanno prezzi che sono generalmente di un terzo rispetto a quelli italiani.

Considerato questo genere di mercato, attorno al 1950 alcune aziende americane si misero a produrre delle repliche di armi che negli USA non erano facilmente reperibili, partendo da armi disponibili a bassissimo costo. Ad esempio l'arma fotografata nella testata è una produzione della Santa Fe americana, che prendeva degli Enfield no. 4, molto economici, e li trasformava in Enfield Jungle Carbine, molto più "carine da vedere" ma abbastanza costose nella versione originale. Ma tutto era fatto alla luce del sole, e la Santa Fe addirittura apponeva il proprio marchio sulle armi modificate, e dichiarava apertamente che si trattava di repliche. E, anche se può sembrare ridicolo, oggi ci sono dei collezionisti di armi che si dedicano esclusivamente alla collezione della Carabine Santa Fe, che oltre a quella Jungle Carbine ha modificato tantissimi Enfield, trasformandoli talvolta in fucili di fantasia, ed altre volte in imitazioni di Enfield più rari. Ma sempre apponendo un marchio di fabbrica, e sempre dichiarando apertamente che si trattava di imitazioni. Nel tempo, molti di quei marchi "Santa Fe" sono spariti... e quelle Jungle Carbine, che altro non sono che Enfield no. 4 modificati.... spesso sono nelle rastrelliere delle armerie come "originali".

Beh... ma avete una idea di quante Jungle Carbine "tarocche" girano oggi per le armerie italiane? E meno è specializzata l'armeria, più è facile prendere la fregatura, se non siamo noi per primi a conoscere l'arma che stiamo guardando. Nel caso della Jungle Carbine... per avere una "relativa tranquillità" occorre aver dato un'occhiata a qualche testo, sapere quali sono i punti da verificare, e soprattutto occorre poterla smontare.

E in quante armerie ci permettono di smontare una ex ordinanza? Io ne conosco un paio in tutto... e comunque... secondo il "Blue Book" americano, una specie di "Catalogo Bolaffi" americano delle armi, si ritiene che circa l'80 per cento delle Jungle Carbine in circolazione in USA siano false, realizzate ad arte per sfruttare la notevole differenza di prezzo tra gli Enfield no. 4 e le Jungle Carbine. 

Ovviamente... ci sono armerie serie, dove se mi accorgo di avere preso un "tarocco", entro un lasso di tempo ragionevole posso riportare indietro l'arma, ma ci sono anche armerie che una volta venduta un'arma usata non ne vogliono più sapere, applicando all'usato la formula "come vista e piaciuta".

E qui... mi piacerebbe essere un giurista... perché se non vado errato esiste una normativa europea, recepita anche dall'Italia e diventata Legge da qualche tempo, che stabilisce che un "generico usato" acquistato presso un esercizio commerciale debba godere di una garanzia di un anno. E se io entro in una armeria, compro una Jungle Carbine, e l'armiere mi consegna la dichiarazione di vendita con indicata la data di acquisto, la matricola della carabina ed un numero di catalogo... quel numero di catalogo dice che quella DEVE essere una Jungle Carbine. Ed anche se il catalogo nazionale si limita a prendere in considerazione pochi parametri, come il calibro, il numero di colpi nel caricatore, la lunghezza dell'arma e della canna (che sono i parametri che vengono verificati dal Banco di Prova)... io con QUEL numero di catalogo ho comprato una "Jungle Carbine", e se arrivando a casa mi accorgo che è un Enfield no. 4 modificato, di fatto io ho comprato un oggetto "viziato da un vizio occulto". E su questo argomento... mi piacerebbe avere il parere di qualche esperto di Leggi a tutela dei consumatori.

Non dimentichiamoci poi che in Italia (non solo in Italia... ma in Italia più che altrove!) esistono i... "fucili ex ordinanza di fantasia"... che l'importatore (che spesso è anche l'autore delle modifiche) dichiara (a volte) di avere modificato... ma a volte l'armiere che ce le vende, più avvezzo a trattare semiautomatici da caccia o sovrapposti da piattello, non ce lo dice proprio che sono fucili "di fantasia", e forse non lo sa neppure.

E così, di tanto in tanto, vedo arrivare sulle linee qualche orgoglioso possessore di "tanker" Garand, un Garand accorciato, con la sua bella scritta "Springfield", un numero di matricola del 1946 ed una canna danese... e l'acquirente è orgoglioso di questo fucile rarissimo, pagato ben di più di un Garand normale... "fabbricato ieri" accorciando e rovinando per sempre un fucile ex ordinanza.

La cosa divertente di questa faccenda (che NON dovrebbe essere divertente)... è che spesso non stiamo neppure comprando quello che crediamo di comprare. Ci sono armi ex ordinanza in vendita in Italia che ufficialmente... non sono armi ex ordinanza, ma sono, secondo il Ministero che ha approvato la catalogazione, e secondo il Banco di Prova che le ha testate... armi civili a tutti gli effetti, prodotte all'estero per conto di un importatore italiano. Non mi va di fare nomi... e non ne farò... ma se date una occhiata al catalogo nazionale vi accorgerete che molte armi ex ordinanza non sono classificate come tali. Sappiamo perfettamente che quel determinato fucile, o quella determinata pistola, erano in dotazione ad un preciso esercito in un ben determinato periodo. Ma con quel numero di catalogo, scopriamo che quell'arma NON è una ex ordinanza, ma un'arma prodotta all'estero per conto di un committente italiano, e che è "bancata" come un prodotto civile fatto all'estero per quel committente. E magari questo committente ha anche fatto qualche "piccola modifica", come cambiare il calibro con uno totalmente diverso rispetto alla ex ordinanza originaria, accorciare la canna, modificare la calciatura, ed altre "amenità" di questo genere.

A questo punto... abbiamo acquistato un "fucile di fantasia", e non possiamo prendercela che con noi stessi. La prossima volta, impariamo a non comprare un prodotto prima di esserci documentati... o rivolgiamoci ad una armeria seria, dove ci sia qualche conoscitore in grado di consigliarci.

Ma adesso... parliamo di ex ordinanza, "bancate" come ex ordinanza, che sono state quindi soggette alle varie circolari sulla demilitarizzazione, e che sono armi delle quali le caratteristiche sono note (perché desumibili da numerose fonti e dalla letteratura tecnica), che sono state magari importate dall'estero dopo il 1980 e sono state quindi "bancate" apponendo dei punzoni di "prova a fuoco" ed un numero di catalogo.

Al Banco di Prova evidentemente non lavorano degli appassionati di ex ordinanza, altrimenti difficilmente troveremmo in giro dei Mauser Spagnoli modello 43 bancati come Mauser K98, e difficilmente troveremmo in giro dei Mosin Nagant 91/59 bancati come Mosin Nagant 38, perché anche se la lunghezza di canna è la stessa non si tratta dello stesso fucile, e non occorre essere degli oplologi per scoprirlo, basta sapere leggere, visto che il modello è chiaramente punzonato in caratteri europei sull'arma.

Personalmente... preferirei comprare un'arma nelle condizioni nelle quali ha cessato di essere un'arma di ordinanza, provvedendo personalmente agli interventi di restauro necessari, e cercando di ridurli ad interventi di restauro conservativo. Alcuni importatori la pensano molto diversamente. Si rendono conto che sono in pochi gli acquirenti disposti a "mettere le mani" su un'arma per ripulirla e sistemarne i legni provati dall'uso militare, e così provvedono autonomamente a "sistemare" l'arma, anche se questo intervento di restauro spesso e volentieri è fin troppo "invasivo", in alcuni casi non rispetta le caratteristiche dell'arma, che troppo spesso arriva all'armeria come se fosse nuova di fabbrica, totalmente ribrunita (a volte anche in parti che non erano brunite neppure all'origine!), con calciature tirate a lucido togliendo tre millimetri di legno dal calcio e cancellando tutti i punzoni... ed a volte, "lungo il viaggio", l'arma è anche diventata monomatricola, con matricole apposte anche dove non ce ne dovrebbero essere, e spesso in maniera grossolana, con punzoni che hanno caratteri molto diversi da quelli utilizzati dagli eserciti che quelle armi le hanno avute in dotazione.

Gli americani si chiedono se si tratti di "restauro" o di "falso"... in effetti se vado a comprare in armeria un Mauser K98, e lo trovo in condizioni di nuovo... dovrebbe essere l'armiere a dirmi se quell'arma è un'arma in condizioni di "nuovo d'arsenale" perché non è mai stata usata, se è un'arma "ricondizionata in arsenale", o se invece si tratta di un'arma restaurata.

Ovviamente non trovo commercialmente corretto chi cerca di vendere come "nuova d'arsenale" un'arma palesemente ribrunita, e magari con una rigatura di canna che ha visto tempi (molto) migliori. Così come non trovo corretto chi cerca di vendermi un'arma solo per il "carico di storia" che non ha mai avuto... e qui mi viene in mente il Mauser portoghese, prodotto dalla Mauser per il Portogallo (che alla Germania vendeva grosse quantità di materiali strategici), che attualmente tante armerie cercano di vendere come "costruiti dalla Germania per il Portogallo, ma mai consegnati ai portoghesi perché sono stati utilizzati dalla Wermacht, come si può vedere dai waffenamt (aquilette) stampigliati".

E' una bufala, e se ci crediamo è solo perché nel nostro intimo VOGLIAMO crederci. C'è una gran bella pagina sui Mauser portoghesi pubblicata tanti anni fa su una rivista italiana, a firma di un vero esperto (che non cito perché non voglio coinvolgerlo in questa pagina della quale mi assumo tutte le responsabilità in proprio), che attesta che prima del 1980 si erano visti in giro tanti Mauser usati dai tedeschi durante la seconda Guerra Mondiale, ma nessuno con il crest portoghese. I Mauser portoghesi sono "spuntati come funghi" solo nel 1980, ad opera della Waffen Frankonia che in maniera serissima (la Waffen Frankonia si è sempre distinta per la serietà commerciale) confermò la provenienza portoghese di questi Mauser, ed ecco perché erano (quasi) tutti monomatricola, ed in condizioni molto buone.

Ma qui vale la pena di fare una prova... entrare in una armeria che ne abbia uno in vendita e chiedere innocentemente "ma questo Mauser ha lo stemma portoghese... ma come mai ha anche le "aquilette"?". La risposta dell'armiere potrà essere... rivelatrice :-)

I "fucili di fantasia" li troviamo anche tra le ex ordinanza vere... quante volte ci è capitato di vedere che la calciatura era "sbagliata" per quei ferri? Sui Mauser capita abbastanza spesso... ho visto dei Gewehr 98 con calciature di Mauser 1908, dei VZ 24 slavi con la calciatura del K98, dei Mauser 43 spagnoli con l'attacco della baionetta del Mauser 98 tedesco. In alcuni casi si tratta di lavori di "rework" fatti in arsenale, in molti casi si vede la "mano dell'artigiano" che ha tolto la ruggine dalla parte incassata della canna spazzolando con la spazzola d'acciaio, e ha ribrunito tutto, anche se la ruggine si era già "mangiata" tre millimetri dell'esterno della canna!

Ed a questo punto, non posso esimermi dal parlare anche delle armi ritubate. In alcuni casi si trattava di armi ritubate in arsenale, e questo intervento non inficia minimamente la validità collezionistica dell'arma, e' il caso ad esempio dei Mosin Nagant finnici "serie P", o di alcuni Carcano che riportavano la punzonatura che indicava la ri-tubatura della canna.

Ma in Italia, per lunghi anni, c'è stato anche chi ha ritubato armi utilizzando materiali diversi anche per dimensione rispetto a quelli originali. Molti Carcano, ad esempio, nascevano con la rigatura a passo progressivo ed un diametro di canna di .268. Eppure c'e' stato chi, per anni, ha "recuperato" quelli con le canne più malandate ritubandoli con canne a passo di rigatura costante e con un diametro di canna di .264, e questo significa, aldilà dell'azzeramento del valore collezionistico, che tirandoci munizioni in calibro originale l'arma è decisamente poco sicura, visto che si sviluppano delle notevoli sovrapressioni.

Cos'è una frode? riporto quel che dice il "Blue Book". La frode si ha quando si cerca di spacciare una replica come arma antica; si ha quando si modifica un modello comune di arma per farla apparire come un modello più raro; si ha quando si modificano le caratteristiche di un fucile per farlo sembrare più recente o più antico; si ha quando si crea una falsa documentazione storica sull'arma o le si attribuisce una valenza storica che l'arma non ha avuto; si ha quando si altera un'arma portandola a delle caratteristiche diverse da quelle reali che la rendono di maggiore valore, come una lunghezza di canna inconsueta, finiture particolari, guancette o calcio particolari, calibro raro o alterando qualunque altra caratteristica che aumenti il valore dell'arma.

Sempre sul Blue Book (e mi si perdoni la traduzione "a braccio") si afferma: "lo so che con questa affermazione sto pattinando su una lastra di ghiaccio sottile... ma le pratiche di alterazione citate vengono considerate frode quando sono messe in atto da un individuo o da una piccola ditta... ma se a farlo è un grande importatore, allora non si parla più di frode, ma di "smart marketing" (che in italiano tradurrei... commercializzazione intelligente).

Secondo gli americani, la battaglia delle "false armi antiche" è stata vinta da molto tempo, ormai il mercato delle repliche di armi antiche è così conosciuto che è difficile riuscire a vendere una Uberti, o una Pietta (che sono ottime repliche!)... raccontando che è una "Colt Navy" originale. Il trend americano attuale, è quello di spacciare ai collezionisti di ex ordinanza fucili che non sono stati realizzati per un esercito, ma che sono nati nel "settore commerciale" di qualche azienda importatrice e... il Blue Book parla esplicitamente dei "Tanker Garand" e degli "Enfield tipo Jungle". Un altro trend è quello delle repliche di armi antiche che vengono vendute già con i segni dell'invecchiamento, qualche "sbrunitura" nei punti giusti, le guancette dall'aspetto un po' "vissuto"... esattamente come i jeans "stone washed", che quando li mettiamo la prima volta sembrano già vecchi di tre anni :-)

Visto che ho già più volte citato il Blue Book, e visto che mi interesso principalmente di armi lunghe ex ordinanza a polvere infume, vediamo cosa salta fuori dalla "casistica dei falsi" elaborata dai curatori:

Le Luger: forse sono le pistole più falsificate in assoluto, anche perché spesso basta mettere un punzone nel posto giusto per raddoppiarne il valore. Negli USA è più difficile, perché una associazione di collezionisti molto potente ha preso l'abitudine di pubblicizzare le armi falsificate...

In Italia invece... quando delle ex ordinanza "di fantasia" vengono esposte nella principale mostra nazionale del settore... le riviste si limitano a non pubblicare le foto... e sinceramente mi chiedo se questo avvenga per ragioni di spazio oppure....... e propenderei per l'"oppure" :-)

Winchester: sono stati segnalati numerosi casi di shotgun modello 97 e modello 12 civili, trasformati in "fucili militari da trincea", con quotazioni decisamente più elevate.

Aspetto con ansia, adesso che la Norinco realizza delle repliche dei "trench gun", di vederne qualcuno "trasformato in originale" e venduto come tale, nello stesso modo in cui oggi gli SKS cinesi prodotti esplicitamente per il mercato civile vengono venduti come fucili ex ordinanza.

Ex ordinanza: in generale, quando la versione militare costa più dell'analogo modello civile si trovano spesso armi civili che sono state fraudolentemente "militarizzate". Le armi ex ordinanza più "taroccate" sul mercato americano sono le già citate Enfield no. 5 "Jungle Carbine" (si dice che negli USA ce ne sia una vera per ogni quattro false... e credo che in Italia la proporzione sia la stessa...). Poi ci sono le mitiche Colt 1911 che vengono spesso modificate per renderle monomatricola. Seguono a ruota le carabine Winchester M-1, dove le alterazioni generalmente si limitano a modifiche di numeri di serie ed estetiche per trasformare carabine usate durante la Guerra di Corea in carabine "originali" della II Guerra Mondiale. Ovviamente... anche in USA, una delle frodi più comuni consiste nell'inserire sulle armi tedesche un po' di "aquilette" anche dove non ci sono mai state, o aggiungere qualche waffenamt particolare che può moltiplicare il valore del pezzo. Anche in USA, come in Italia, si vedono parecchi fucili sniper "assemblati". Il Blue Book non riporta casi di fucili sniper "di fantasia" venduti a peso d'oro come quelli che si sono visti ad Exa 2003, ma questo forse dipende dal fatto che i prezzi americani delle ex ordinanza lunghe sono molto spesso una frazione di quelli che vediamo in Italia.

A questo punto si pone un problema: "cosa può fare un collezionista?". Dopo avere letto tutto quello che ho scritto qui sopra, può vendere la collezione e cominciare a guardare la televisione :-)

Oppure... può cercare di non prendere fregature, e continuare a collezionare ex ordinanza, finché questo sarà possibile...

Ma per seguire questa seconda strada, innanzitutto occorre studiare e documentarsi. Conoscendo un po' d'inglese, internet è una bella fonte di informazioni a basso costo, e ci sono decine di siti non commerciali specializzati in specifiche armi di ex ordinanza, e se l'arma che vogliamo acquistare è un Mauser tedesco, o un Mauser spagnolo, o un Mauser svedese, o un Mosin Nagant, o un Arisaka, o un Carcano (per quest'ultimo c'e' anche un bellissimo sito italiano)... ci sono dei siti dedicati a queste ex ordinanza che sono veramente molto ben fatti, estremamente aggiornati, e spesso sono più attendibili della documentazione cartacea.

Io sono un informatico, ed in teoria dovrei essere il primo a preferire l'informazione "elettronica" a quella "cartacea"... ma subisco il "fascino del libro", e comincio ad avere molte decine di volumi (perlopiù americani) dedicati a specifiche armi di ex ordinanza, e li trovo insostituibili. E quindi, utilizzo internet solo come una "integrazione al volume cartaceo", o in quei casi nei quali non esista un libro specifico per quello che sto cercando.

Una volta che ci siamo creati una buona base di partenza... facciamoci accompagnare in armeria da un amico esperto :-)  Lo so che sembra una battuta, ma quando facciamo  un acquisto per la nostra collezione, ci può succedere di "innamorarci" di una determinata caratteristica dell'arma che stiamo esaminando, e questo ci porta a non vedere i difetti, anche palesi, dell'arma. Essere con un amico esperto ci garantisce, visto che lui non è direttamente interessato all'acquisto, che eventuali difetti che sfuggono a noi verranno rilevati da lui.

E poi... la parte più difficile... l'armeria...

Cominciamo col dire che esistono armerie specializzate in ex ordinanza, ed armerie che hanno due armi ex ordinanza in mezzo a duecento semiautomatici in calibro 12. Non possiamo pretendere che l'armiere che gestisce un negozio specializzata in prodotti da caccia sia in grado di riconoscere se un fucile ex ordinanza è "vero" o se si tratti invece di un "tarocco", a meno che l'armeria non sia gestita da un collezionista, ed allora il discorso cambia.

Alcune armerie specializzate consentono l'esercizio di una sorta di "diritto di recesso", e non hanno difficoltà a rimborsare l'arma qualora entro un lasso di tempo ragionevole siano stati riscontrati dei difetti, ovviamente a condizione che l'arma non sia stata rovinata da smontaggi maldestri!

A volte (ma qui parliamo di "mosche bianche"!) ci sono armerie nelle quali ci viene persino consentito (ovviamente, non di sabato o in giorni di sovraffollamento!) di smontare l'arma che stiamo acquistando per verificare che non ci siano difetti nelle parti non a vista. Ma di armerie ne ho viste tante, in tutta Italia... e con queste caratteristiche ne conosco solo un paio!

Ovviamente ci deve come minimo essere concesso di smontare l'otturatore e di constatare le condizioni della canna... può sembrare una cosa normale... eppure qualche mese fa ero in una armeria specializzata ed ho chiesto al titolare di potere estrarre l'otturatore di un bolt action per vedere le condizioni della canna (era un Mosin Nagant, e l'otturatore del Mosin Nagant lo sa estrarre anche il mio nipotino di sei anni!), e la risposta è stata "se tutti guardassero la canna lascerebbero le ditate sull'arma. Se ti piace la compri e poi te la guardi a casa. Se non ti piace la lasci lì". Inutile dire che il Mosin Nagant è rimasto in rastrelliera. Eppure mentre ero in quella armeria, ho visto vendere due fucili con lo stesso metodo. Chi li ha acquistati si è portato a casa, fino a prova contraria (mi auguro per loro che si trattasse di armi con canne favolose, ma tendo a dubitarne!), un pezzo di legno con un grilletto ed un lungo cilindro di metallo con un mirino.

Insomma... forse questa è una pagina totalmente inutile, ma vuole servire da stimolo per crearsi una base di conoscenze tecniche per evitare di rimanere "fregati".

Di "tarocchi" ce ne sono tanti, anche se ovviamente più sale il prezzo e più possibile che l'importatore abbia fatto qualche "modifica" per rendere l'arma più appetibile. Da queste possibili frodi ci possiamo difendere solo sapendo quello che stiamo facendo.

Quando compriamo una macchina usata, guardiamo il gioco dello sterzo, guardiamo l'uniformità dell'usura delle gomme, ci leggiamo il libretto di circolazione, guardiamo i dati dell'ultimo cambio d'olio per vedere a quanti kilometri è stato fatto, e ci insospettiamo se il libretto dei tagliandi di manutenzione manca... perché potrebbe essere la prova che forse la vettura della quale parlavo in apertura non ha realmente 30.000 Kilometri.

Con le armi ex ordinanza... dobbiamo comportarci come per l'acquisto di un'autovettura usata. Dobbiamo verificare che sia sicura, e che sia veramente quel che sembra essere. E per farlo... dobbiamo studiare un po', esattamente come abbiamo fatto quando abbiamo comprato la prima macchina usata...

 

Absolut