Pulizia e manutenzione armi svedesi

 

Di Alessandro Sergi, con la preziosa consulenza di Peter Soneson.

 

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E' difficile trovare un collezionista od un tiratore di armi ex-ordinanza che non possegga un Mauser svedese.

Spesso è la prima scelta di chi si avvicina a questo mondo, e non a caso: è costruito egregiamente, spara benissimo e lo si trova spesso in ottime condizioni (beh, almeno una volta lo si trovava, non taroccato, con una certa facilità...).

Gli accessori per questo bolt action in tutte le sue versioni, così come per le altre armi leggere svedesi, sono ancora disponibili in buone quantità e non costringono il collezionista ad estenuanti ricerche.

Indispensabile è l'oliatore, realizzato in diversi materiali nel corso dei decenni, quasi sempre costituito da due cilindri accoppiati, di cui uno per l'olio e l'altro atto a contenere lo scovolo per la pulizia della canna.

I primi oliatori, prodotti fino agli anni '30 del 1900, erano costruiti con finitura cromata, con i tappi di chiusura più bassi rispetto alle versioni successive.

Successivamente i tappi divengono un po' più alti, le catenelle possono essere sia del primo tipo (filo ritorto)

che di lamierino stampato, così da giungere al modello utilizzato nel periodo della seconda guerra mondiale, con finitura zincata e catenelle stampate.

Gli oliatori del dopoguerra si distinguono per una finitura in verde o grigio scuro, spesso verniciata.

Spesso gli oliatori con finitura verniciata hanno impresso, sul fondo di uno solo dei due cilindri, il punzone svedese con le tre corone. Si tratta di un marchio veramente difficile da intravedere, quindi i collezionisti faranno bene ad aguzzare la vista!

Da notare che su alcuni oliatori in metallo è presente una "A" maiuscola punzonata su uno dei due tappi; non esiste corrispondenza tra questa "A" e la terminologia militare svedese, quindi si suppone che sia un semplice marchio di produzione.

Giunti agli anni '60 ecco un cambiamento nel materiale; gli oliatori si iniziano a costruire in Nylon di colore bianco panna

per approdare ai più recenti oliatori, prodotti a partire dagli anni '70, in plastica rigida trasparente, con tappi di colore grigio scuro o chiaro.


Fin qui gli oliatori per Mauser M96, M96/38, M41/b ed M38.

La carabina M94, non possedendo la bacchetta di pulizia, aveva un oliatore dedicato, con un bel cilindrone che ospitava all'interno un "pullthrough" di corda ed ottone, a cui avvitare l'annesso scovolino.

Nelle foto si possono notare sia un modello più vecchio che uno di produzione più recente (la guarnizione dei tappi delle prime versioni era in sughero).

Passando al "fratello" semiautomatico dell'M96, il Ljungman M42 ed M42/B, ecco il kit di pulizia completo, con ancora i pezzi avvolti nella carta oleata.

Rimane l'oliatore a due cilindri, ma in aggiunta sono presenti gli attrezzi per lo smontaggio, una scatolina di latta con le parti di ricambio ed un oliatore cilindrico con beccuccio di ottone, che serviva a contenere l'olio più fine destinato al meccanismo del fucile.

Questo a tre scomparti è invece un oliatore poco conosciuto, realizzato per l'AK4 (la versione dell'Hecker & Koch G3 prodotto su licenza dalla Carl Gustav e Husqvarna).

Le pistole avevano anch'esse il proprio oliatore, realizzato in fusione di alluminio coi tappi in lamiera.

Questo oliatore venne impiegato per la pistola M/07 (la Browning 1903 fatta su licenza dalla Husqvarna) e la M/40 (la Lahti L/35 anch'essa costruita dalla Husqvarna).

Gli svedesi adottarono pure la pistola M/39, ovvero la Walther HP/P38, ma, questa volta, viste le scorte presenti negli arsenali, per questo modello fu adottato il vecchio oliatore in peltro M/1864, originariamente impiegato per ben altre armi, come il famoso Rolling Block.

La leggenda narra (e forse è solo leggenda...) che molti di questi vecchi oliatori, che in origine contenevano del lubrificante di origine animale, grasso o sego, furono fusi, mentre altri furono modificati forando il tappo ed impiegati come saliera!

Per pulire il proprio fucile, il soldato svedese aveva in dotazione molti altri accessori, sia a livello individuale che a livello di plotone.
Ecco quindi un'estensione per la bacchetta di pulizia, che permetteva di scovolare la canna partendo dalla culatta.

La si poteva avvitare all'estremità di ogni bacchetta di M96, M38 e relative varianti.

Per scovolare la canna partendo dalla volata veniva invece fornita una protezione in metallo, con innesto a baionetta, ovviamente punzonata con la "c" coronata dell'arsenale Carl Gustav.

Di queste protezioni ne esistono quattro varianti: la prima è molto spartana e sembra essere una versione sperimentale, alla quale si succedono una versione con beccuccio stretto e due con beccuccio più largo ma sezione interna di differente spessore.

Per scovolare la canna partendo dalla culatta gli svedesi produssero anche un raffinato accessorio per guidare la bacchetta, realizzato ovviamente in ottimo acciaio e finemente zigrinato, sempre punzonato a dovere!

Esso va a sostituire l'otturatore, di cui mantiene le esatte dimensioni

ancorandosi alla culatta per mezzo di un dente a molla.

Per inserirlo nella culatta basta spingerlo con il dente a destra in posizione orizzontale

e lasciare che il dente arresti la corsa senza sforzo

A questo punto nemmeno la mano violenta di un soldato svogliato sarà in grado di danneggiare la rigatura della canna con la bacchetta! Di queste guide per la culatta ne esistono due versioni, quella più vecchia rastremata ad una estremità, ed una tronca, più lunga, di produzione più recente.

A livello di plotone era disponibile uno specifico kit di pulizia composto da 4 guide per la culatta, venti estensioni per la bacchetta di pulizia e due accessori in ottone.

Uno dei due accessori è uno scovolo generico per la culatta mentre l'altro serve per pulire l'unghia dell'estrattore.

Anche su questi accessori non mancano i punzoni della Carl Gustav.

Per le armi automatiche venivano prodotti oliatori dedicati, questo è per le mitragliatici leggere M/21 ed M/37 (versioni in 6,5x55 del Browning BAR mod. 1918)

e quest'altro è per le mitragliatrici pesanti M/36 ed M/42 (sistema Colt).

L'oliatore per M/21 ed M/37 veniva alloggiato in una delle due giberne di cuoio per il corredo di pulizia e manutenzione, mentre quello per M/36 ed M/42 nella scatola degli attrezzi e delle parti di ricambio (che nella M/36, raffreddata ad acqua, era portata nella cassetta delle munizioni e dell'acqua).

Durante il 1940/1941, la penuria di bacchette di pulizia da caserma portò all'adozione di una impugnatura di emergenza, da utilizzare con la bacchetta in dotazione al fucile; un fermo in metallo faceva si che la bacchetta venisse fissata saldamente all'impugnatura. Da notare il punzone della corona svedese timbrato sul legno.

E per finire due accessori propri degli armieri più che dei soldati, ma che possono essere un buon corredo per il collezionista quanto per il tiratore che abbia voglia di smontare il proprio fucile svedese con utensili "originali": il primo è un cacciavite a doppia lama, con il punzone Carl Gustav sulla lama (quelli col manico in noce scuro sono esemplari più vecchi, in seguito furono prodotti anche in legni chiari)

il secondo è un martello di rame, che veniva usato per lo smontaggio delle armi (anche questo punzonato).

Essendo il rame molto tenero, il martello non rischiava di rovinare le parti in metallo del fucile, inoltre il manico sottile era progettato per rompersi prima che un eccessivo uso della forza producesse danni all'arma.