Mauser 98/29 Persiano (modello 1309)

Scheda di Absolut - arma fotografata della sua collezione privata.

Diamo un'occhiata alla storia della Persia. Fin dal diciannovesimo secolo la Persia era di fatto sotto il controllo della Russia e dell'Impero Britannico. Dopo la Grande Guerra, la Persia fu riconosciuta come nazione indipendente, anche se di fatto divenne un protettorato britannico.

Nel 1921 Reza Khan istituì una dittatura militare, e nel 1925 si auto-proclamò re con il nome di Reza Shah Pahlavi (di fatto stabilendo l'ereditarietà del titolo). Nel 1935 la Persia cambiò nome in Iran, ed ai fini del mauser che ci interessa la storia potrebbe bastare. Ma per "eccesso di zelo" mi pare opportuno andare avanti con gli anni fino alla II G.M., quando la Gran Bretagna, preoccupata per le simpatie dell'Iran nei confronti dell'Asse, occupò la nazione e costrinse Reza Shah ad abdicare in favore del figlio Mohamed Reza Shah Pahlavi. Lo Shah seguì una politica filo-occidentale e di modernizzazione economica che, se venne apprezzata nelle zone urbane, non portò frutti visibili nelle zone rurali. Il 16 Gennaio 1979, dopo numerose rivolte interne, lo Shah (o "Scià" di Persia, come lo chiamavano i giornali popolari italiani) fu costretto all'esilio, ed al potere andò l'Ayatollah Khomeini... che nel 1975 un quotidiano italiano (ancora esistente, purtroppo) definiva "illuminato", quando dal suo esilio di Parigi parlava di pace sociale e di benessere per tutti. Cosa è successo realmente, ce l'abbiamo sotto gli occhi.

Nel "periodo degli Shah" le forze armate cercarono di modernizzare l'armamento, e lo fecero principalmente con tre fucili bolt-action acquistati all'estero: con il modello persiano 98/29 (cioè la versione per la Persia del VZ 24 lungo), con il VZ 24 corto e con la carabina modello 30. Successivamente gli iraniani iniziarono a produrre localmente, con la supervisione di tecnici cecoslovacchi, il modello 49, che era una versione modificata della carabina cecoslovacca modello 30.

Del Mauser persiano non c'è molto da dire, se non che è da molti ritenuto uno dei fucili con meccanica mauser più "fini" mai prodotti. In effetti questo era possibile solo perché si parlava di numeri relativamente piccoli. La Persia ordinò alla Cecoslovacchia un totale di 180.000 fucili, che comprendeva sia dei VZ 24 corti (in numero indefinito) che dei mauser 98/29, che vennero prodotti tra il 1930 ed il 1938; l'ordine venne evaso solo parzialmente a seguito della invasione della Cecoslovacchia da parte della Germania.

Diamo una occhiata al fucile. L'azione... e la scorrevolezza dell'otturatore è perfetta:

l'alzo, in numeri persiani (leggermente diversi dai numeri arabi e turchi), graduato da 100 a 2.000 metri

la parte inferiore, con l'ennesimo supporto per la cinghia (ce ne sono ben quattro!)

e la parte anteriore

Ecco il "crest" persiano, uno dei più belli, secondo me

con i marchi sulla parte sinistra dell'arma, dove, in assenza di numerazione leggibile dell'arma, al Banco di Prova hanno punzonato (rispettando i numeri persiani originari) la matricola con caratteri occidentali (C04370). Per i curiosi, la lunga scritta nella parte destra (che si legge da destra a sinistra) significa "Tofang-e namunah 1309 Karkhaneh eslihah-e sazi Brno", che poi significa "Fucile modello 1309 - Arsenale di Brno". Ovviamente 1309 equivale all'anno di produzione del calendario islamico, ed il computo degli anni comincia nel 621 dell'Era Cristiana. L'anno islamico 1309 corrisponde al 1930 A.D.

e questa è la pala del calcio. Il fucile è monomatricola, e lo si può rilevare dai tre punti nei quali questa è impressa, ovvero culatta, manubrio dell'otturatore e pala del calcio.

E adesso, qualche numero:

Lunghezza totale 125 cm.
Lunghezza canna 74 cm.
Rigature 4, destrorse
Peso (a vuoto) 4,13 Kg.
Calibro 8x57
Caricatore 5 colpi, interno