Gli oliatori

 

Scheda di Absolut - arma ed accessori fotografati della sua collezione privata.

 

Per favore... non andate a raccontare al Questore che c'è una pagina sugli oliatori!

Come minimo... pensa che io sia paranoico, e mi ritira il porto di fucile!

In effetti, l'oliatore è per certi versi il "minimo degli accessori". In fondo... è solo una bottiglietta in materiale infrangibile!

Personalmente, prediligo gli oliatori dei paesi dell'est e quelli finlandesi, che si sono sempre distinti per la fantasia delle forme e per una assoluta "mancanza di standardizzazione"... e questa "anarchia costruttiva" è assurda, in un mondo come quello militare dove la "standardizzazione" è una necessità.

C'è da dire che i fucili Mosin Nagant li ha usati mezzo mondo... ed ogni esercito si creava il proprio oliatore, Se aggiungiamo che molto spesso erano dotati di due diversi beccucci, otteniamo una "miscela" molto fantasiosa!

 

Cominciamo con una "carrellata"... questi sono i primi sette... ed uno è addirittura in plastica nera!

La maggior parte hanno due beccucci, ed a seconda del paese che l'ha usato ci sono le iniziali che evidenziano il contenuto (T/F, S/U, B/U, W/H).

In un caso... l'oliatore è "totalmente anonimo"... probabilmente prodotto in un periodo nel quale non si poteva perdere tempo neppure a mettere il punzone dell'arsenale, come nel caso del quinto, che porta il logo di Ishvesk.

 

 

Eccone altri otto... anche se due sono dei "doppioni" (il terzo ed il settimo). Il primo è veramente molto particolare in quanto a marcature, e mi è arrivato assieme ad un corredo di pulizia completamente immerso in un grasso decennale, quello che gli americani chiamano "cosmoline", e ricoperto da numerosi strati di quella carta semi-trasparente che spesso si usa per i prodotti militari. Tre degli oliatori sono di plastica, il quarto contrassegnato solo da una stella, il quinto con il marchio dell'arsenale russo, e l'ottavo è totalmente anonimo.

 

 

Cominciamo con quello che sembra più strano. E' di produzione cinese ed è veramente stra-nuovo, ed ancora si vedono i residui di "cosmoline"!

 

 

Questo è russo, ed è decisamente particolare. E' realizzato in ottone, è saldato a stagno, ed i due beccucci erogatori sono sui due lati dell'oliatore. Il fatto che Terence Lapin e Karl Heinz Wrobel non ne parlino nei loro libri, mi fa pensare che si tratti di un oliatore addirittura precedente a quelli che siamo abituati a vedere.

 

 

Ecco una vista superiore, che evidenzia la produzione semi-artigianale, con le saldature dei gusci e delle bocchette realizzate a stagno, ed i tappi con l'incisione dello zigrino.

 

 

Questo... non è mio.... è un oliatore della collezione di Franz64... ed anche questo non figura né sui libri di Wrobel né su quello di Lapin.

 

 

Questo è polacco, e le lettere indicano che nello scomparto di sinistra era alloggiato il liquido per la pulizia, mentre a destra c'era l'olio.

 

 

Ed ecco la versione rumena più recente, che è stata utilizzata sia per i fucili Mosin Nagant che per la carabina SKS

 

 

mentre questa è la versione rumena precedente, usata solo con i fucili Mosin Nagant

 

 

Questo... è l'oliatore "della disperazione"... probabilmente non c'era nemmeno il tempo di metere un punzone oppure, peggio... potrebbe trattarsi del frutto di uno di quegli assurdi piani quinquennali (dei quali sentivamo parlare nei radiogiornali) che stabilivano continui aumenti di produzione, a scapito di tutto quello che non era strettamente necessario.

 

 

E siamo arrivati all'oliatore ungherese...

 

 

mentre qui... direi che non ci sono dubbi! Siamo di fronte ad un oliatore russo, a singolo beccuccio (e quindi senza lo scompartimento per il liquido di pulizia), con il marchio dell'arsenale di produzione.

 

 

mentre questo... è l'oliatore russo "classico", con il doppio beccuccio... talmente classico che è stato usato sia dai sovietici che dall'ormai scomparsa Germania Est.

 

 

E qui... arriviamo ai mitici finlandesi. E se mai riuscirò a trovare della carta igienica militare finlandese... sono convinto che su ogni foglietto ci sarà stampigliato "SA" o "SkY", a seconda che servisse per l'Esercito o per la Guardia Civile :-)

Questo è un oliatore per l'Esercito (SA)... ed è già di un periodo tardo, direi tra il 1930 ed il 1945.

 

 

Qui, l'oliatore è quasi identico, sempre finlandese, ma questa volta è stato realizzato per la Guardia Civile, ed anche qui siamo in un periodo abbastanza tardo, presumibilmente successivo al 1930.

 

 

Rimaniamo sui finlandesi, sempre Guardia Civile, con un oliatore di forma inconsueta, a forma di fiaschetta per il liquore. E' un grosso oliatore, alto circa 10 centimetri, prodotto negli anni tra il 1920 ed il 1930.

 

 

Ben poco è rimasto dell'iniziale colore verde, del quale si intravedono solo poche tracce.

 

 

Ne esiste un'altra versione di dimensioni ridotte. Eccola

 

 

e per apprezzare la differenza, ecco i due oliatori "S.Y." fianco a fianco...

 

 

Del tipo più grande esiste anche una versione marchiata Sk.Y. Questa...

 

 

Ed a questo punto, per puro spirito campanilistico... passerei direttamente agli oliatori italiani, iniziando dai classici oliatori in piombo usati durante la Grande Guerra...

Il piombo aveva una sua utilità, perché non si usava olio minerali, ma olio d'oliva. Ed il piombo permetteva di migliorare le qualità dell'olio d'oliva per renderlo un valido lubrificante.

Ne esisteva una versione "liscia"

 

 

ed una contraddistinta da rigature, che presumo avessero solo una funzione ornamentale.

 

 

L'oliatore faceva parte del kit di pulizia del Carcano 91, assieme ad uno scovolo e ad un giravite con la lama reversibile.

 

 

Qui... restiamo sui fucili Carcano, e ad essere impiegato è ancora il metallo, anche se non è più piombo ma ferro...

 

 

Ed ecco gli eredi... qui siamo alla bakelite... e sono gli oliatori di un Carcano e di un MAB...

 

 

 

E qui, con una brusca inversione di rotta, passiamo agli oliatori inglesi, quelli che venivano conservati nel calcio degli Enfield.

Gli inglesi... non hanno mai saputo resistere al fascino dell'ottone lucidato, e non è un caso se i calcioli dei loro fucili erano in ottone, che doveva essere lucidato per partecipare alle parate, e reso opaco per partecipare ai combattimenti.

 

 

Sul fondello dell'oliatore, vediamo la "broad arrow", il marchio di accettazione militare inglese, ed il nome del fabbricante.

 

 

Per ora... è tutto... ma sugli oliatori, torneremo a parlare presto...