Fucile Krag-Jørgensen modello 1898 (americano)

 

Scheda di Pikappa, arma fotografata dalla sua collezione.

 

Due parole sulla 2° edizione riveduta:

Otto anni sono passati da quando questo fucile entrò a far parte della mia raccolta, invogliandomi allo stesso tempo a scriverne una piccola presentazione per questo sito, e otto anni possono essere lunghi o corti, lasciare segni indelebili, o sfumare senza causare apparenti traumi. Di sicuro l’ormai più che centenario Krag ha risentito dell’ulteriore lasso di tempo trascorso assai meno del suo temporaneo custode (!), in compenso la tecnologia delle fotocamere digitali ha progredito enormemente, ed è stato proprio guardare alle immagini di cui questa scheda era provvista a convincermi che sarebbe stato forse il caso di far meglio.

Qualcosa nel testo originario ho anche “limato” e aggiunto alla luce delle ulteriori ( poche) conoscenze oplologiche acquisite.

Confermo poi la validità dei riferimenti bibliografici, mentre alcune delle fonti internet hanno cambiato indirizzo o sono sparite; per quest’ultime ho apposto una nota, pur lasciandone la traccia originaria, ma in questo caso la supremazia della carta è evidente, cosa che a un bibliofilo passatista come me non può che far piacere.

Buona (ri)lettura!

 

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Nell’opinione di gran parte degli appassionati d’ex-ordinanza, il fucile Krag-Jørgensen in calibro 30-40 sembra essere stato solamente l’infelice precursore del ben più famoso Springfield 1903. Niente di più limitativo: per quanto la sua parabola militare si sia conclusa in un arco di dieci anni o poco più dall’adozione, l’entrata in servizio del “Krag” segna diversi primati nell’ambito dell’esercito americano: prima arma lunga a ripetizione di piccolo calibro, prima con cartuccia a polvere infume, prima ad essere prodotta in serie secondo criteri “industriali”. Vediamone la storia…

Benché fin dal 1863 l’esercito degli Stati Uniti avesse potuto godere dei vantaggi di un’arma a ripetizione pensata per l’uso militare, lo Spencer, i tagli di bilancio che seguirono il generale periodo di crisi dovuto alla Guerra Civile consigliarono la fedeltà al fucile monocolpo. A pesare sulla decisione era anche il timore che l’uso generalizzato di un fucile a ripetizione portasse i soldati a sciupare gaiamente le munizioni, il cui trasporto nella quantità necessaria alle operazioni belliche aveva già causato notevoli problemi logistici. Alla fine degli anni ottanta i tempi erano però maturi per l’adozione di una nuova arma lunga che sostituisse gli Springfield “trapdoor”, né d’altro canto era pensabile di recuperare lo Spencer adattandolo alle nuove cartucce a polvere senza fumo con innesco centrale.

Nel 1890 venne dunque costituita un’apposita commissione alla quale fu sottoposto quanto di meglio la tecnologia europea (e non solo, c’era anche il fucile giapponese Murata) potesse offrire.

Due le cartucce sviluppate “in casa” cui adattare le armi in gara, entrambe calibro .30”.

Dalle svariate prove che le candidate sostennero, uscì vittoriosa l’arma presentata dai norvegesi Ole Krag ed Erik Jørgensen, rispettivamente direttore e armiere capo della Kongsberg Vapenfabrik (Fabbrica d’armi di Kongsberg, in Norvegia). Il loro fucile, nato per sostituire gli Jarmann a serbatoio tubolare e i Remington “rolling block”,  era stato però adottato dalla sola Danimarca nel 1889: Norvegia e Svezia, rette allora da un’unica casa regnante, avrebbero atteso fino al 1893 prima di decidere litigiosamente quale strada percorrere circa i loro armamenti.

Il Krag-Jørgensen danese modello 1889 era un’arma ad otturatore manuale con una sola aletta di chiusura in testa, caratterizzata da un caricatore a scatola sporgente sulla destra della culatta e da un lungo manicotto metallico, che copriva l’estremità della canna a somiglianza del “Mauser und Kommission” Gewehr del 1888.

Fra le sei varianti offerte dagli inventori scandinavi (Jørgensen era presente di persona), la scelta della commissione americana ricadde su quella che prevedeva l’incernieramento laterale della scatola-serbatoio (sul Krag danese il coperchio si apriva ruotando in avanti), una sicura a foglia tipo Mauser, il dispositivo di “cut-off”, un vistoso pomolo per armare manualmente il percussore e un diverso disegno della manetta dell’otturatore, ora piegata verso il basso. In “finale” erano giunti a pari merito il Mauser, il Lee-Speed, e il Krag, ma la presenza del cut-off fece pendere la bilancia a favore di quest’ultimo (!). Ossessionati dall’onnipresente spauracchio dello spreco di munizioni, nessuno dei commissari sembrò far caso al fatto che la scatola-serbatoio del Krag, da riempire con una cartuccia alla volta, appariva già un pericoloso anacronismo tecnologico se paragonata ai nuovi sistemi di caricamento con lastrina, pacchetto, o caricatore tipo Lee.

Ufficializzata la scelta nel maggio 1893, si scatenò la consueta canea di polemiche che sembra accompagnare l’adozione di ogni nuova arma in America ma non solo, e il Congresso bloccò i finanziamenti fino a quando non fossero stati valutati appieno anche i prototipi degli inventori statunitensi, da presentarsi entro un mese.

Questi ultimi fecero fiasco, i fondi vennero sbloccati e l’arsenale di Springfield, che già aveva cominciato ad attrezzarsi (strano: un membro della commissione era anche direttore dell’arsenale! …;-)), completò le linee di macchinario necessarie a produrre il Krag in grande serie.

Il nuovo fucile “Model 1892”, i cui primi esemplari erano usciti da Springfield all’inizio di gennaio del 1894, arrivò alle truppe in ottobre, e, benché nel complesso soddisfacente, diede adito a varie critiche riguardanti la precisione del tiro e la robustezza di alcuni particolari. Attraverso varie modifiche si giunse al “Model 1896”: vennero cambiati gli organi di mira, e la bacchetta di pulizia fu divisa in tre pezzi e spostata dal sottocanna ad un recesso nel calcio, dove trovò spazio anche l’oliatore. Ulteriori aggiustamenti e varianti migliorative portarono al “Model 1898”, che risolse definitivamente tutti i mali di gioventù del Krag.

Va ricordato a questo punto che fra l’adozione e la messa in servizio del nuovo fucile passò poco più di un anno: il Krag era inoltre un’arma che, per le sue caratteristiche, spingeva ai limiti estremi la tecnologia dell’epoca, sia nel campo metallurgico, sia in quello delle polveri e delle lavorazioni meccaniche. A dispetto di ciò, la maggioranza delle modifiche cui i Krag furono sottoposti non concernevano affidabilità di funzionamento o sicurezza, ma erano rivolte a dettagli minori o a semplificarne la produzione. Parecchi problemi e lamentele erano ad esempio da ascriversi alle non eccelse qualità dei primi lotti di cartucce e alle variabili caratteristiche delle polveri infumi americane (una novità industriale), che, assieme ai rudimentali metodi per valutare le traiettorie dei proiettili, portarono a compilare tavole balistiche alle quali i fucili e le loro mire non si adattavano affatto.

Nel frattempo una versione corta del Krag, la carabina modello 1896, cominciò ad armare i reparti di cavalleria, e i tempi erano maturi per la prima grande prova sul campo: la guerra ispano-americana del 1898. Gran parte dei militari sbarcati a Cuba portavano ancora gli Springfield 45-70 monocolpo, ma altri ostentavano orgogliosi i loro Krag, e fra questi il 1°Reggimento Volontari di cavalleria , i celebri “Rough Riders” comandati dal futuro presidente Theodore  Roosevelt. I Rough Riders e altri reparti attaccarono una serie di colline, che avevano la loro chiave nella posizione dominante di San Juan Hill, sulla via per Santiago.

Fu un massacro: la conquista di San Juan Hill costò agli americani 1400 caduti, vittime del fuoco di circa 700 difensori armati di fucili Mauser.Tale fu l’impressione destata dalle prestazioni del Mauser spagnolo, che gli americani cambiarono rotta e si precipitarono a copiarlo, partorendo nel giro di pochi anni lo Springfield 1903, per il quale svilupparono anche una nuova cartuccia.

 

 

Soldati e atmosfera d’altri tempi : i “rough riders”posano dopo la cattura di San Juan Hill . Quello accucciato alla sinistra di Roosevelt regge una carabina Krag da cavalleria – Da Wikimedia Commons

 

 

Si legge spesso che la battaglia di San Juan Hill decretò la fine del Krag come arma d’ordinanza dell’esercito degli Stati Uniti, ma gioverà ricordare che gli americani attaccavano una posizione fortificata, allo scoperto, e lungo un pendio in salita. Non c’è bisogno di essere Von Clausewitz – e io non lo sono nemmeno lontanamente - per  prevedere  che l’avrebbero pagata cara: e l’avrebbero pagata cara anche se ad armarli ci fosse stato lo Springfield 1903, o forse addirittura il Garand.

Di tutt’altra natura furono infatti  le due considerazioni determinanti, la prima delle quali relativa al sistema di riempimento del serbatoio,  lento e farraginoso senza pressoché rimedio.[1] La seconda, derivata dall’impietoso confronto fra le qualità balistiche della munizione 30-40 e quelle del 7x57 spagnolo,  era che l’otturatore del Krag, progettato nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, non avrebbe potuto reggere le pressioni generate dalle cartucce a polvere infume di seconda generazione che già si affacciavano sulla scena, ma pretenderlo sarebbe stato un assurdo[2]: i norvegesi ad esempio continuarono ad usare i loro Krag camerati fin dall’origine per l’ottima munizione 6.5x55 fino a tutta la Seconda Guerra Mondiale, e gli stessi nazisti, all’indomani dell’invasione, pensarono bene di ri-utilizzarli e produrli, apponendo gli immancabili “Waffenamt”.

Sotto il profilo della carriera militare tuttavia, il Krag sopravvisse a San Juan Hill, combatté nelle Filippine, e armò il corpo di spedizione mandato a spezzare l’assedio del quartiere delle legazioni a Pechino durante la rivolta dei Boxer, dove, a detta dei contemporanei, non sfigurò al confronto col meglio che gli eserciti europei si erano portati appresso: Mauser, Carcano, Mosin Nagant e compagni. Servì inoltre in Francia durante la Grande Guerra, armando truppe di seconda linea come il genio ferrovieri.

In America, dopo il 1918,  migliaia di Krag furono immessi sul mercato civile facendo la gioia di altrettanti appassionati, che continuarono ad apprezzarne la precisione, l’efficacia e l’eccezionale scorrevolezza del suo otturatore sia in poligono che sul terreno di caccia.

Fine dello sproloquio :-). Ecco il signor Krag:

 

 

 

La scatola serbatoio chiusa. Si nota l’ “orecchia” su cui far forza per aprire il coperchio:

  

Ed ora la stessa, aperta. Il meccanismo, davvero ingegnoso, utilizza un’unica molla per tenere chiuso il coperchio e spingere le cartucce verso la piastra laterale, e da li all’otturatore:

 

 

 

La piastra di chiusura del serbatoio, concava internamente per favorire la risalita delle cartucce:

 

 

La testa dell’otturatore con la singola aletta di chiusura della quale si intravede l’alloggiamento. Spiccano anche il lungo estrattore derivato dallo Jarmann, il nottolino basculante dell’eiettore, e la levetta zigrinata del cut-off, qui in posizione di “ripetizione”:

 

 

Qui vediamo il punzone che l’armaiolo capo di Springfield stampigliava sul calcio di ogni fucile “approvato”. In questo caso leggiamo JSA (J. Sumner Adams, in carica dal 1894 al 1904) e la data “1903”:

 

 

Abbiamo poi un altro punzone caratteristico di molte armi lunghe americane, e cioè la “P” corsiva attestante che sia la canna che il fucile completo hanno superato la prova di sparo con una cartuccia a carica maggiorata:

 

 

Il mirino, senza protezione alcuna, secondo le  usanze dell’epoca:

 

 

 

La fascetta con la caratteristica “U”, che, rivolta verso la volata, ne indica il corretto montaggio:

 

 

L’alzo modello 1902, con una “micro-diottra” sollevabile per il tiro di precisione. La pletora di sofisticate varianti apportate agli organi di mira dei Krag testimonia sia dell’incertezza dell’Ordnance Board, che della sua maniacale tendenza a trasferire sul campo di battaglia quanto era utile soprattutto in poligono:

 

 

 

Un po’ di dati:

Calibro

Model 1892, Caliber .30 Government cartridge (30-40 Krag)

Produzione

dal 1894 al 1904

Meccanismo di ripetizione

Otturatore manuale

Lunghezza totale

49.1”  (~124,7 cm)

Lunghezza canna

30” (~76.2 cm)

Canna

Ø .308”, 4 righe destrorse, passo 1:10

Velocità alla bocca

2000 fps con palla RN da 220 grs

Caricatore

esterno, 5 colpi, caricamento a cartucce sciolte

Peso (modello 1898)

9 lbs (~4 Kg)

 

Bibliografia consultata e fonti Internet:

 

§      Franklin B. Mallory, Ludwig Olson – The Krag Rifle Story – Springfield Research Service, 2nd Edition, 2001

§      Joe Poyer – The American Krag Rifle and Carbine – North Cape Publications, 2002

 

§      http://www.kragcollectorsassociation.org/  - Ultraspecializzati con un forum dedicato

§      http://members.aol.com/bigpopa671/krag.html - Una breve sintesi sui Krag americani - SCOMPARSO

§      http://www.cruffler.com/Features/OCT-01/historic-october01.html - Bella pagina sui Krag norvegesi: peccato che il sito “dorma” da tempo.

§      http://home.sprynet.com/~frfrog/kragrifl.htm - Ottima pagina, facente parte di un vasto sito nel quale vale la pena di curiosare - SCOMPARSO

§      http://www.spanamwar.com/ - Essenziale per tutto ciò che riguarda la guerra Ispano-americana

 


[1] Il rimedio, battezzato dal nome degli inventori “Parkhurst-Warren device”, era stato cercato e sperimentato anche con un certo successo a partire dal 1899. Si trattava di un sistema a “clip”, che non necessitava di sostanziali modifiche alla meccanica del serbatoio originario. Sviluppo e adozione non ebbero seguito, dal momento che le preferenze dell’U.S. Army si orientarono verso il nuovo Springfield 1903.

 

[2] Non solo assurdo, ma anche pericoloso: i tentativi di elevare a 2200 fps la velocità della palla in uscita, migliorandone così le prestazioni sulla lunga gittata, dettero luogo a svariati casi di cedimento della chiusura, incapace appunto di sopportare le più alte pressioni sviluppate.