Gevær M. 1889

(Fucile Modello 1889)

 

Scheda di Andrea Turchi, arma fotografata dalla sua collezione

Non è sempre facile per un appassionato italiano poter studiare appieno molte armi ex ordinanza (estrapolandone la storia, gli aspetti tecnici e la piccola fonte di “pazzia” che spesso a colpito i progettisti) per un aspetto estremamente fondamentale: la carenza di documentazione scritta nella lingua di Dante. Spesso è capitato che amici collezionisti, anche di lunga data, si siano lamentati del fatto che i testi disponibili su molte armi, che sono state trattate su questo sito in passato, fossero al massimo in lingua inglese, ostica a molti.

Ma cosa dovrebbero dire quegli oplologi che si sono buttati a capofitto nel collezionare armi di cui non esistono neanche testi in lingua inglese ma neppure in francese o , alla disperata, in tedesco? Purtroppo il sottoscritto già molti anni fa entrò nel magnifico e interessante modo delle armi scandinave ma purtroppo ebbe la malsana idea di cimentarsi nello studio e la raccolta di un particolare tipo di modelli che hanno sempre destato un interesse generale ma su i quali vige una non conoscenza dell’argomento spesso deprimente: i fucili militari Danesi e Norvegesi della famiglia Krag-Jørgensen.

Tra tutte le nazioni che adottarono i fucili nati dalle intuizioni di Ole Herman Johannes Krag e Erik Jørgensen le armi fornite alla Danimarca hanno caratteristiche peculiari spesso uniche nel loro genere. La lunga storia, durata circa 50 anni, del fucile 1889 ha inizio ben prima di quanto si possa pensare e più precisamente nel 1881. Il 9 Maggio 1881 il Ministro della Guerra incarica la Commissione Armamenti interforze di trovare una nuova arma che potesse sostituire gli ormai superati fucili Rolling-Block M/1867 calibro 11,5 mm. Come ovvio aspettarsi gli esperti militari danesi evidenziarono immediatamente l’ impossibilita di migliorare il vecchio fucile monocolpo; infatti con lettera pubblicata sulla rivista Militare di Artiglieria si consigliava la “valutazione di progetti inerenti armi a ripetizione prodotte o brevettare anche da nazioni estere”. Il 29 Marzo 1883 presso la scuola di tiro dell’esercito sono presentate 10 armi dalle più disparate provenienze:

 

 

 

Dall’alto verso il basso: Fucile tipo Spitalsky calibro 11 mm, Fucile Hotchkiss calibro 11,4 mm e Fucile Mauser calibro 11 mm.

Vaaben Historiske Aarbøger XXXVI. “Indførelse af det danske Gevær 1889: Fra Remington til Krag-Jørgensen”, by Bjørn A. Nielsen

 

 

Dall’alto verso il basso: Fucile Jarmannn 10,5 mm, Fucile Rubin-Vetterli calibro 8mm e Fucile Nagant 10,5 mm

Vaaben Historiske Aarbøger XXXVI. “Indførelse af det danske Gevær 1889: Fra Remington til Krag-Jørgensen”, by Bjørn A. Nielsen

 

Ovviamente durante i test compiuti di determinarono due aspetti importati e fondamentali per la commissione: le azioni tipo Jarmann e Hotchkiss erano superiori come fluidità e rapidità di azione a tutte le altre e che il serbatoio cilindrico tipo Spitalsky era l’idea migliore per evitare detonazioni accidentali in blocco delle cartucce ospitate tipico pericolo nei serbatoio di tipo tubolare. Nella lista dei fucili testati nel 1883 manca però un candidato arrivato solamente sul campo l’anno dopo: il Remington Lee ad otturatore girevole scorrevole. La nuova creatura Nord-Americana destò immediatamente l’interesse e una ottima impressione che la stessa commissione sentenziò, senza alcun dubbio, che la migliore arma che potessero adottare le Reali Forze Armate doveva avere o una meccanica o un serbatoio tipo Lee combinati con una canna di piccolo calibro. Finalmente la Commissione di Artiglieria aveva compreso quale fosse il prossimo passo nello sviluppo di una nuova arma il calibro di piccole dimensioni.

Nel 1883 il Maggiore dell’ Esercito Elvetico Rubin e il Professore Hebler portarono con se a partecipare a tutte le gare di nuovi “appalti” governativi le loro armi con canne in calibri dal 9 al 7,5mm. A Copenaghen i vulcanici svizzeri portarono con se un fucile con meccanica Vetterli migliorata, serbatoio tubolare con munizionamento da 8mm caricato con 5 grammi di polvere tipo Rottweil. Nel fucile Rubin ma persino su armi Rolling Block la nuova cartuccia si comportò egregiamente tanto che la commissione Artiglieria la consiglio caldamente come la migliore proposta possibile. Logicamente i test non erano ancora terminati ; bisognava ancora modificare e migliorare il profilo della spalla, trovare il materiale più adatto per il proiettili, il passo di rigatura necessario e il più funzionale possibile, procurarsi i macchinari necessari alla fabbricazione del munizionamento (fatti arrivare direttamente dalla Utendorfen di Norimberga) e trovare il modo di fabbricare in loco la carica di lancio usante la nuova polvere infume da fucile, la cartuccia finale M/89 danese non fu mai caricata a polvere nera. Alla fine del 1888 si approva il disegno definitivo della Patron M.89 meglio conosciuta come 8x58R Danese. Nel frattempo il Ministero della Guerra da inizio alla costruzione di un nuovo arsenale di stato, presso la capitale Copenaghen , con un investimento di 4,1 Milioni di Corone con il doppio scopo di avere la nuova struttura pronta il più presto possibile ed avere fondi sufficienti per dare inizio alla produzione immediata su larga scala del nuovo fucile di ordinanza.

 

 

Schema del profilo tipico di una canna, brevettata dal Capo Armaiolo dell’Arsenale di Copenaghen Rasmussen, utilizzata sui fucili danesi sino al 1923. La scelta di impiegare tale soluzione tecnica era sorta per due semplici motivi: durante la manutenzione ordinaria essa era più facile da pulire, più semplice da fabbricare e tendeva a consumarsi molto meno delle rigature tradizionali. Non era del tutto una idea nuova visto che da molti decenni nel mondo del tiro era ampiamente applicata ma si dimostrò una scelta estremamente azzeccata. Nelle armi tipo 1889 il passo era di un giro ogni 30 centimetri (1: 11.81) con sei principi di rigatura destrorsi. Dal 1924 si passo ad un più classico sistema a rigatura squadrata con quattro scanalature destrorse passo 1:11.02.

 

 

Immagine molto interessante che ritrae l’ evoluzione della munizione 8mm Patron M/89 o meglio conosciuta come 8x58R Krag. Da sinistra a destra: 8 mm brevetto del Maggiore Rubin, cartuccia di prova danese da 8mm lunghezza 78mm, cartuccia sperimentale da 76mm con palla camiciata a restringimento nella parte centrale del proiettile e la 8mm patron M/1889 (con proiettile da oltre 240 grani e una velocità di 624 m/sec e un traiettoria effettiva di 512 metri posizionando l’arma con un angolo di 45°). Nel 1908 la cartuccia M/89 cambia con l’introduzione di un proiettile spitzer da quasi 200 grani in lega di Mailecort spinto a 750 m/sec capace di aumentare la gittata effettiva a 656 metri.

 

Alla fine del 1886 sembra ormai vicino il traguardo della lunga corsa iniziata nel 1881 con ormai 500 fucili Tipo Lee M/1887 distribuiti ai vari reparti per le prove di rito ma, come spesso accade, nulla può essere lasciato per scontato.

All’interno degli ambienti militari e civili la possibilità di adottare un arma non danese stava causando malesseri molto diffusi e così, approfittando della situazione di stallo, i norvegesi Ole Herman Johannes Krag e Erik Jørgensen ritornarono alla carica. Sempre durante il fatidico 1886 fanno testare un primo prototipo di loro arma su meccanica Jarmann, serbatoio Spitalsky e calibro 8mm detto fucile M1886 Tipo A. Il nuovo oggetto termobalistico attira immediatamente i membri del comitato di tiro della Scuola di Fanteria che ne intravvedono le potenzialità. Dal modello A si passa al B stavolta con una peculiare apertura del serbatoio per mezzo di uno sportello apribile verso l’esterno a cardine. Nel 1887 il progetto del fucile Lee viene accantonato in favore dei prototipi Krag-Jorgensen ma solo nel 1889 l’ M.89 MODEL B sarà ufficialmente selezionato e approvato per la produzione e adozione definitiva: niente male come tempistica per un progetto nato in fretta e furi dalla collaborazione dei rappresentanti dell’Arsenale di Kongsberg (sistema di caricamento in primis e l’idea originale del caricatore) e di Copenaghen (canna, sistema di tenoni con otturatore maggiorato, organi di mira e munizionamento).
 

 

 

Il nuovo arsenale di Amager presso Copenaghen nel 1889 (Geværfabrikken Kjøbenhavn ).
 

Il Fucile M.1889

 

Il 12 Aprile 1889 viene stanziato il primo milione di Corone e dato inizio alla produzione del Modello 1889 e il 19 Febbraio dell’ anno seguente il Ministro della Guerra danese riceve il primo pezzo uscito dalle linee di produzione della nuova Fabbrica di Armi di Stato di Amager ( Copenaghen). Tra il 1890 e il 1 Marzo 1894 gli operai della Fabbrica di Armi sono in grado di generare 42.679 pezzi sufficienti ad armare i 31 Battaglioni di prima linea e la necessaria riserva del 35%.

A livello estetico il Modello 1889 di per se è un arma estremamente elegante, ben lavorata, di ottima qualità nei materiale e nelle finiture come tradizione nord europea impone.

Logicamente sono due gli aspetti tecnici che saltano maggiormente agli occhi degli appassionati: lo sportello di chiusura del particolare serbatoio “integrato” e la canna protetta dal tipico manicotto esterno in metallo.

 

 

Il sistema di caricamento ha origine dal vecchio caricatore a “chiocciola” brevetto Spitalsky che, a differenza delle future armi adottate negli USA e in Norvegia, non è integrato al castello ma ben si è un elemento separato che veniva aggiunto all’azione solo all’atto dell’assemblaggio e trattenuto per mezzo di viti. Lo sportello di chiusura laterale possiede anche la funzione di ospitare il leveraggio a molla che tiene ferme le cartucce e nel contempo le spinge così che possano essere camerate.

 

 

La soluzione del manicotto in materiale ferroso che ricopre la canna vera e propria ha una genesi diversa; esso non aveva lo scopo di mantenere fredda la canna stessa ma solo quello di proteggerla ed evitare che questa subisse danni in caso di caduto o altra sollecitazione violenta. Purtroppo il cilindro non era molto resistente quindi non era difficile che potesse subire danni fisici o che fosse soggetto ad attacchi da parte della ruggine. Poteva capitare, quindi, che a causa dei contini lavori di manutenzione il cilindro protettivo potesse perdere la tipica brunitura blu; tale eventualità sembra che non preoccupasse l’esercito di Copenaghen anche se questo difetto poteva rendere molto più visibile i soldati ad un eventuale nemico.

Altra notizia interessante scoperta è che i Krag danesi con matricole comprese tra 1 a 10651 , costruiti dal 1890 alla seconda metà del 1891 per intenderci, ebbero problemi di resistenza nelle canne che tendevano a gonfiarsi e deteriorarsi troppo velocemente, il propblema era a monte in relazione al tipo di acciaio usato dalla composizione troppo morbida . Il gruppo di sviluppo degli ingegneri di Copenaghen ebbe la brillante intuizione che, per risolvere alla radice tali problematiche, bisognava far uso di un nuovo tipo di lega tedesca, ad alta densità, che era in uso sui fucili Kommission Gewehr M1888.

 

 

Sulla parte superiore della camera di cartuccia sono impressi abitualmente una serie di marchi molto interessanti .Tutti hanno sicuramente la capacità di capire che le due cifre coronate indicano l’anno di produzione di questa componente dell’arma, la corona è usata come marchio di accettazione a fuoco dell’arma ma per lungo tempo ci si è chiesti che cosa indicasse la lettera B in carattere corsivo maiuscolo. I danesi durante i 50 anni di impiego dei Krag hanno eseguito una serie di modifiche e aggiornamenti necessari ad aggiornare e rendere sempre al passo coi tempi le loro armi; nel 1908 la cartuccia 8x58R Danese adotta una palla boat tail da 196 grani spitzer al posto della vecchia 240 ogivale. Le canne nate appositamente per la nuova cartuccia M. 89/08 o riconvertite dovevano obbligatoriamente riportare la lettere B. Si conoscono pure canne tipo C e D ma non furono mai impiegate sui fucili M.89.

 

 

Sempre con il cambio di munizione in molte armi il sistema della tacca di mira veniva sostituito eliminando la regolazione del tiro indiretto a mortaio oltre ad una nuova scala graduata dato che la traiettoria delle vecchie palle ogivali da 247 grani era molto più curva dei nuovi proiettili a punta. Questa era una regola generale ma come ho avuto la possibilità di notare i danesi non erano particolarmente pignoli su questi argomenti. Su questo esemplare stata cambiata la scala graduata (passata ad una distanza massima di 1400 a 2000 metri) ma non il cursore che presente lo scanso sul lato destro che era usato per collimare con il mirino anteriore posto sulla fascetta.

 

 

Sul lato sinistro del castello è indicato il modello dell’arma (desidero informare che in Danimarca esiste unicamente il Fucile Modello 1889 quindi tutte le varianti che per consuetudine identifichiamo come M.1889/10, di cui parleremo più avanti, non hanno alcun riferimento storico se non una definizione arbitraria usata dai collezionisti), l’arsenale, l’anno di costruzione per intero e il numero di serie. I danesi cambiarono per ben quattro volte il nome dell’arsenale di Copenaghen dal 1890 al 1943 sia scrivendolo per intero sia usando abbreviazioni. Nei Gevær M. 1889 sono note queste indicazioni con relativi anni di utilizzo:

 

A livello produttivo presso l’Arsenale di Stato si costruirono 110.237 M.1889 e il numero di serie più alto riscontrato è il 120.282 del 28 Dicembre 1923, la disparità del numero di armi prodotte con la serie matricolare è da far ricadere dal fatto che le oltre 9000 armi tipo privat o civili costruite dal 1891 al 1918 hanno le proprie serie matricolari all’interno del contratto militare . L’analisi dell’evolversi del numero di armi disponibili negli arsenali si è dimostrato uno studio estremamente interessante visto che i danesi sono famosi per la loro precisione quasi svizzera:

 

 

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale le Forze Armate e il Ministero della Guerra fanno presente la tragica situazione inerenti alla difesa. A disposizione vi sono circa 80.000 fucili e 2600 carabine cavalleria ( introdotte nel 1912) quindi, a conti fatti, la situazione era da considerare preoccupante poiché non era possibile equipaggiare i 53 battaglioni di fanteria necessari alla mobilitazione generale, ogni unità era composto da 1000-1100 unita regolari e 500 reclute, che richiedevano come minimo più di 85.000 armi. Vista la necessità impellente dai depositi vennero riesumati i vecchi fucili Rolling-Block M1867 a polvere nera e 1867/97 a polvere infume, distribuendoli persino presso alcuni reparti di prima linea. La situazione era peggiore per quanto riguarda i reparti di artiglieria e del genio che come armi di linea avevano in dotazione da sempre carabine M&1867 Rolling /Block. Con una rapidità senza precedenti e con stanziamenti di fondi importati il Governo da ordine alla Gevaerfabrikken Kjoebenhavn di dare inizio alla produzione su larga scala non solo, quindi , dei fucili M.89, passati 105.512, ma anche da 1.642 carabine Cavalleria da 3.999 armi per il corpo Genieri. Nel 1923, come già detto, la vita costruttiva, ma non operativa, dei Gevær M. 1889 si conclude passando il testimone alle nuove carabine da Fanteria 1889 (Fodfolkkarabin 1889 o 1889/24) e Artiglieria M1889 (Artillerikarabin 1889 o 1889/24) che potevano essere sia armi di nuova costruzione sia fucili M.89 accorciati e debitamente modificati al nuovo standard, solo un terzo degli oltre 110 mila 1889 subì tale sorte. Allo scoppio della II Guerra Mondiale la Danimarca firmò un trattato di non aggressione con la Germania nazista ma questa, ritenendo opportuno e necessario allo sforzo bellico occupare il territorio danese per facilitare la futura invasione della Norvegia, il 9 Aprile 1940 con un imponente contingente militare entra nel territorio del Regno Scandinavo via terra, via mare e via aria. Pur essendo state allertate quasi in tempo le piccole forze armate danesi si ritrovarono del tutto surclassate dalle forze tedesche e opposero poca resistenza (anche se gli scandinavi ebbero 35 tra morti e feriti mentre i tedeschi qualche centinaio di unità, vari mezzi corazzati e di trasporto e altro ancora) ma data la rapidità dell’azione il governo danese capitola dopo pochissime ore.

 

 

Soldati danesi fotografati poche ore prima dell’attacco tedesco del 9 Aprile 1940 nei pressi di Bredevad.

 

Caso più unico che raro la Danimarca non verrà mai annessa al Terzo Reich e anzi ebbe la possibilità di mantenere il proprio governo e le proprie forze armate, debitamente ridotte ad una forza simbolica di poco più di 3000 unità, e contemporaneamente Re Cristiano X non ebbe la minima intenzione di rifugiarsi in esilio. Purtroppo l’idillio finisce nel 1943 con lo scioglimento del Parlamento, del Governo , l’inizio delle legge marziale e lo smantellamento delle forze armate. Durante questo caos la Reale Marina Danese (Kongelige Danske Marine), che era uscita indenne dall’attacco del 1940, aveva ancora sotto il suo pieno controllo l’intera flotta sia di superficie sia subacquea: con la dichiarazione della legge marziale da parte tedesca il comando di Flotta ordinò agli equipaggi di impedire ai tedeschi di entrare in possesso del naviglio affondandolo oppure fuggire verso territori neutrali .Durante gli scontri 13 unità di superficie, delle quali quattro di grosse dimensioni,riuscirono a prendere il largo verso la Svezia. Appena arrivata la flottiglia in territorio amico questa insieme agli equipaggi sono internati. Con il proseguire del conflitto il governo di Stoccolma consente la formazione di reparti di polizia danesi in terra svedese, come era stato fatto in precedenza con le truppe norvegesi in esilionell’estate del 1940, nella Brigata Danese di polizia forte di oltre 4000 unità. Nel 1945 la Brigata partecipò alla liberazione del madre patria insieme agli alleati.

 

 

Le Carabine da Fanteria (sopra) e Artiglieria ( sotto) Modello 1889 dal 1924 sostituiranno i fucili M. 1889 sulle line di produzione e riarsenalizzazione.

Vaaben Historiske Aarbøger XXXVI. “Indførelse af det danske Gevær 1889: Fra Remington til Krag-Jørgensen”, by Bjørn A. Nielsen

 

 

All’ origine i fucili Krag danesi erano dotati di un sistema di sicura alquanto laborioso che prevedeva la mezza monta del cane: se si voleva sparare era necessario arretrare del tutto il cane con la richiesta di un buono sforzo, non e’ un caso che la parte posteriore del gruppo percussore ricordi un becco così da inserirvi meglio il pollice. Nel 1908, con gli aggiornamenti della camera di scoppio, serbatoio e organi di mira per le nuove cartucce spitzer, la commissione armi decise di rendere più semplice l’operazione di messa in sicura così da evitare spiacevoli incidenti. Nell’anno 1910 un cittadino inglese di nome C. C. G. Barry, che al tempo lavorava per la Guardia Reale Danese, inventa il suo sistema di sicura che in men che non si dica viene installato su tutte le armi di nuova produzione e in quelle di futuro riarsenalizzazione. Nell’immagine di sinistra vediamo il percussore a riposo e la sicura disinserita mente a fianco percussore armate e sicura in azione. Non è raro trovare armi dotate della sicura M1910 ma che abbiano ancora il sistema di mezza monta del percussore ancora funzionate.

 

 

Non poteva mancare il sistema di disconnessione del serbatoio, detto cut/off, reminiscenza di fine ‘800 quando gli ufficiali temevano che la truppa, indisciplinata, potesse consumare troppe munizioni e causare danni alle azioni belliche. I danesi ebbero sempre fortissimi problemi di approvvigionamento del munizionamento soprattutto nel periodo della Grande Guerra, ove erano disponibili solo 300 cartucce per fucile in caso di immediato impiego contro le 1000 consigliate. La leva ha la particolarità di funzionare al contrario: se abbassata il fucile non usa le cartucce immagazzinate se alzata consente il caricamento dal serbatoio.

 

 

Particolare con otturatore arretrato, sportello serbatoio chiuso, guida per la munizione e la finestra da dove le cartucce arrivano per essere agganciate all’ otturatore stesso.

 

 

L’otturatore di per se derivava direttamente da quel del fucile norvegese Jarmann soprattutto per il particolare accorgimento del sistema di estrazione, alzando l’unghia estrattrice e ruotando in senso orario, e l’unica testina anteriore. Come da progetto iniziale il manubrio doveva essere del tipo dritto ma spesso, durante i numerosi passaggi in arsenale per aggiornamenti, che si verificasse la sostituzione con quelli piegati della carabine con naturale nuova matricolazione.

 

 

 Il numero impresso alla base quadrata indica il valore di head space. Le zigrinature ai fianchi del cilindro erano usate per facilitare l’operazione di smontaggio o messa in riposo della molla. Il fucile usato per la scheda è uno di quelli che presenta funzionante anche la vecchia sicura al percussore: dei due denti sul nottolino posteriore il più arretrato è quello della sicura mentre il secondo, per esclusione, serve al sistema di scatto vero e proprio.

 

 

I fucili Fanteria Krag danesi adottarono due modelli distinti di baionette: la M.89 a lama a coltello e la M.1915 a lama lunga e sottile. La variante a lama corta e la più comune a livello commerciale e poteva essere fabbricata sia in Danimarca sia in Germania (Solingen).

 

 

 

Pur essendo riconosciuta con una unica denominazione esistono tre varianti delle baionette a coltello: quelle con guancette in gomma fatte in Danimarca, le tedesche prodotte dalla Alex Coppel di Solingen con guancette più corte sempre in gomma e le lame con impugnatura in legno di fine produzione comparse dalla matricola 43xxx in poi.

Nel caso ci si trovasse di fronte ad una baionetta danese ricordiamo questi punti fondamentali:

Nel 1915 viene costruita l’ultima baionetta a coltello con serie matricolare 98xxx e nel contempo è approvata la Modello 1915 a lama lunga. In totale 20.000 baionette lunghe saranno costruite appositamente per i fucili fanteria M.89 mentre dal 1924 saranno le uniche lame consentite per le nuove carabine della Fanteria e della Artiglieria. Dalle immagini possiamo scoprire il repaerto di appartenenza dell’arma in questione in un primo momento presso il 16 battaglione di fanterie e in seguire trasferita al 49°.

 

 

Particolare interessante con la parte terminale della canna con e senza il bocchino coprivolata adottato ad inizio del ‘900.

 

 

Foto di famiglia con il coprivolata e l’oliatore in metallo che sostituì il precedente in vetro, per ovvi motivi, nel 1900.

 

 

Sul lato destro della pala del calcio è presente il foro dove in genere era inserito il dischetto reggimentale di appartenenza. Nelle armi riarsenalizzate e mai distribuite alla truppa poteva mancare.

 

 

Le tre viti inferiori che tengono insieme meccanica, ponticello, canna alla calciatura.

 

 

L’anello superiore per la cinghia e la fascetta mediana tenuta in posizione da una molla a lamina.

 

 

Gancio di affastellamento. In un primo momento il comando generale delle forze armate ebbe l’idea di poter usare i fucili Krag a gruppi di quattro come appoggi per la costruzione di tende di emergenza unitamente alle mantelline allora in uso alla truppo. L’esperimento prevedeva di collegare i fucili per mezzo del gancio di affastellamento e ricoprire il tutto con tessuto. L’idea fu abbandonata e solo nel 1959 fu riproposta e accettata.

 

 

Il fucile Modello 1889 in tutto il suo splendore visto dal lato sinistro. La cinghia in cordura è chiamata Modello 1915 ed era una risposta alla carenza di cuoio nel territorio danese durante la Grande Guerra che impediva di fabbricare bretelle di trasporto standard.

 

 

Foto di gruppo di alcune cartucce coeve con la M/1889 danese. Da sinistra munizione 8x50R Lebel Francese del 1916 Tipo D, 8mm patron M/1889 del 1902, 8mm patron M/1889-08 del 1923 e cartuccia 8x57 Mauser del 1942.

 

 

Al centro di questa foto d’epoca possiamo finalmente vedere il mitico Capo Armiere/ Rustmester Rasmussen l’uomo che insieme al duo norvegese Krag e Jorgensen portò a termine lo sviluppo della nuova arma di ordinanza danese.

 

 

Lunghezza arma

133 cm

Lunghezza canna

83 cm

Peso

4,3 Kg

Azione

Ad otturatore girevole scorrevole tipo Krag M/1889

Calibro originale

8mm patron M/1889 alias 8x58R Krag

Rigature

6, destrorse poligonale

Alzo

Fino a 2000 metri

Periodo di produzione

Dal 1890 al 1923

 

 

Soldati della 3 compagnia del 18 Battaglione fanteria equipaggiati con fucili Krag fotografati a fine ‘800 presso il castello di Kronborg.
 

Bibliografia
 

Fonti internet

http://forums.gunboards.com

http://www.arma-dania.dk