Johnson "Model of 1941"
Gli insoliti ignoti

 

 
  Scheda ed arma di Afro, foto di Cosimo, note di Frank

 

 
 

 

 
 

Piccola digressione.

Anche se non ci crediamo le coincidenze esistono. Di questo fucile non ne avevo mai sentito parlare e, come tutti quelli che si avvicinano al mondo della ex ordinanza, i classici la facevano da padrone nelle mie fantasie collezionistiche.

Poi, un bel giorno, navigando in rete, lo vedo, anzi, ne vedo una replica e me ne innamoro. Incomincio a documentarmi, a cercare foto, dettagli, storia e chiedo, così, casualmente, a una fornita armeria di Milano, nota per i prezzi alti e per la competenza, se, per caso, senza impegno, hanno un'idea dei prezzi e della disponibilità.

Le risposte non sono delle più incoraggianti: costa come otto Garand e non si trova neanche a piangere.

Ne parlo al poligono, un po' sconsolato e, miracolo, un socio, uno della vecchia guardia,  collezionista di C96 e di armi western, ha appena preso la decisione di vendere la sua collezione di ex ordinanza per far spazio a Colt e Winchester e tra questi oltre a tre 1903, un P17, un M14, un Garand intonso e un Trench Gun, c'è anche un Johnson.

 

 
 

 

 
 

Faceva brutto separare dei vecchi amici e così, sono rientrato a casa con 8 fucili e un mutuo.

A questo va aggiunto che contemporaneamente ho avuto il piacere di contattare Absolut il quale ha avuto, e continua ad avere, pietà di questo neofita delle vecchie glorie e con consigli ed avvisi  cerca di tenere a freno la mia capacità di collezionare tarocchi.

Da Absolut a Ex-Ordinanza il passo è breve e così eccolo qua.

E' un'arma strana, insolita nella forma e nel pensiero.

Inquadriamola meglio.

 
 

L'ideatore fu un avvocato proveniente da Harvard e capitano del U.S. Marine Corps Melvin M. Johnson jr. per concorrere col Garand nel dotare le truppe americane di un fucile semiautomatico.

Il progetto prese vita nel 1936 e si protrasse con alterne vicende fino al 1940. [1]

L'anno successivo, nel '41, iniziò la produzione di un fucile a suo modo rivoluzionario. [2]

Il Johnson è un fucile semiautomatico a corto rinculo camerato in 30-06. Al momento dello sparo, canna e otturatore arretrano insieme spinti dall'esplosione di circa tre ottavi di pollice. Contemporaneamente, l'otturatore ruota di circa 20° e a questo punto si svincola dal complesso canna/otturatore ed inizia a muoversi autonomamente  azionando il movimento di ricarica.

 
 

 Questo avviene quando, di fatto, la palla si trova fuori di circa 60 cm dalla volata e non vi è più il rischio di una “perdita di potenza”. Arretrando, l'otturatore carica, tramite un braccio snodato, una molla di recupero affogata nel calcio, la quale dà la forza per rispingerlo avanti, ingaggiare la cartuccia e portarla in camera.

E ora un po' di dettagli.

 
 
 

 

 
 

 

 
  Caratteristica del Johnson, che a suo tempo lo rese gradito alle truppe parà americane, è la possibilità di smontare con una semplice cartuccia la canna rendendolo facilmente trasportabile, ne fu addirittura fatta una versione con il calcio smontabile tramite un pulsante per rendere il tutto più compatto, inoltre il suo caricatore rotante contiene 10 colpi contro gli 8 del garand e può essere caricato singolarmente anche senza piastrine.

 

 
 

 

 
  Eh sì, ce l'ho fatta, mi sono procurato anche la baionetta. [3]

Qualcuno sostiene che sia più rara del fucile ma applicando la regola delle 3 C: Capacità, Competenza e Fortuna, l'ho beccata. Certo, non è monomatricola con l'arma, ma calza alla perfezione e completa la creatura.

 

 
 

 

 
 

Unica nota, di baionette per il Johnson se ne trovano, molto raramente, in alcuni siti americani (a noi ahimè vietati data una legge la cui ratio ancora mi sfugge) e in un'armeria  che non sapeva neanche cosa fosse :-D, ma le ho sempre viste con il fodero color cuoio. Il mio è nero e non sembra essere stato ricolorato. Se qualcuno ha notizie  su che reparti hanno avuto in dotazione la versione “notturna” gli sarei veramente grato.

 

 
 

 

 
 

Sparare col Johnson è un piacere. Pur essendomi corto all'imbraccio, il rinculo è dolce e facilmente controllabile e anche dopo un'intera giornata al poligono la spalla non ne risente minimamente. Le rosate sono eccellenti per un semiautomatico anche se, ogni volta che si smonta la canna, la rosata pur mantenendosi compatta, “migra “ nel tabellone.

Il Johnson è un'arma più raffinata del Garand ma anche più complessa. Lo smontaggio da campo è reso difficoltoso da un numero elevato di piccoli pezzi che possono andare perduti, e io ne so qualcosa :-( . Ha fatto la sua parte con le truppe olandesi [4] e con i Marines [5] che lo adottarono e, anche se ha perso la sua battaglia con l'arma di Springfield, rimane comunque un'ex ordinanza carica di fascino.

 
 
 

Lunghezza

1156 mm

Peso (scarico)

4,30 kg

Canna

559 mm - 4 righe destrorse

Serbatoio

10 colpi, rotante

Meccanica

Corto rinculo di canna

Calibro

30-06

Velocità alla bocca

820 m/s (con munizioni US M2)

 

 
 

NOTE

[1] Dopo la realizzazione dei primi prototipi, sempre più perfezionati e promettenti, ed il brevetto ottenuto nel 1937, Johnson, certamente aiutato dalle influenti amicizie che poteva vantare, riuscì a suscitare l'interesse dell'Esercito e ad ottenere che nell'Agosto del 1938 la sua creazione, in una configurazione non ancora definitiva,  fosse sottoposta a test ufficiali ed approfonditi, durante i quali l'arma venne confrontata con il Garand (adottato il 9 Gennaio 1936).

I buoni risultati spinsero Johnson a porre rimedio alle carenze rilevate, e la nuova arma (ora dotata di un caricatore rotante, di un otturatore ad otto alette e di un sistema di sgancio rapido della canna) fu sottoposta a nuove prove nel Dicembre del 1939. In tale occasione fu criticata la robustezza del caricatore, la sensibile lunghezza dell'azione, l'inaffidabile funzionamento con una baionetta standard inastata; si concluse che l'arma non era significativamente superiore al Garand, e quindi che non era il caso di darle ulteriore considerazione.

Forse la strada al fucile di Johnson, come a quelli di altri progettisti, era già stata sbarrata al momento dell'adozione del fucile di Garand: rinnegare la scelta fatta avrebbe quantomeno messo in grave imbarazzo i vertici dello Ordnance Department.

Nel sostenere l'arma di Garand, l'amministrazione militare statunitense dimostrò lo stesso approccio che vedremo applicato successivamente, anche se forse con minor efficacia, con le armi di Stoner: affrontare gli inevitabili problemi di dentizione identificandoli ed eliminandoli uno ad uno, senza rinnegare le scelte di base.  E' un approccio condivisibile, poiché nessun meccanismo nasce perfetto: tra vari contendenti si seleziona quindi il più promettente, e lo si aiuta a crescere.

Ma, nel caso del Garand, lo Ordnance Department commise l'errore di rimanere sulla difensiva, assumendo un atteggiamento di eccessiva riservatezza, quando non di aperta chiusura, a riguardo degli sviluppi dell'arma nei confronti della comunità statunitense delle armi, tenendo a distanza persino la NRA, organizzazione civile ma con fortissimi legami con il mondo militare.

Tale stato di cose dette origine a diversi articoli estremamante critici apparsi durante tutta la prima metà del 1940 su "The American Rifleman", la rivista della NRA, in ciò includendo il resoconto di prove effettuate col Garand da un collaboratore della rivista, che vennero puntualmente ripresi ed amplificati dalla stampa quotidiana, fino ad arrivare a mettere apertamente in discussione la scelta già fatta, rimarcando l'esistenza di altre alternative, come, ad esempio, il fucile di Melvin Johnson, le cui speranze si riaccesero.

Prove pubbliche tenute nel Maggio del 1940 permisero di stabilire che il fucile Johnson era un'ottima arma, come del resto lo era il Garand, il cui sviluppo era però già in uno stadio più avanzato, soprattutto nella parte che meno appare, ovvero quella relativa alle attrezzature necessarie alla produzione.

Ulteriori prove tenute sul finire del 1940 dallo USMC (che non aveva ancora accettato l'idea di doversi disfare del fucile M1903) decretarono definitivamente la superiorità del Garand.

[2] Affermazione condivisibile, considerando che l'arma è stata pensata per essere prodotta con macchine utensili normalmente disponibili in una comune officina, a differenza del Garand, o del Pedersen, che Johnson, osservatore dello USMC presso l'Arsenale di Springfield durante i lavori e le prove che dovevano condurre all'adozione del nuovo fucile semiautomatico statunitense, giudicò inadatti ad una produzione di massa.

Il ricorso al corto rinculo di canna era comune in armi civili di debole potenza (che certo hanno ispirato l'intera impostazione dell'arma, serbatoio a parte), ma non lo era su armi militari a piena potenza. La chiusura per mezzo di un otturatore rotante ad otto alette la ritroveremo sullo AR10 di Eugene Stoner, e sulle armi che da questo derivano. Non troviamo invece su altre armi semiautomatiche la possibilità, forse ispirata alle armi Krag-Jorgensen, tanto care agli statunitensi, di rifornire facilmente il serbatoio anche con l'otturatore chiuso, mantenendo l'arma pronta all'uso.

[3] Come già detto, l'arma non funzionava correttamente con su inastata una normale baionetta, l'eccessivo sovrappeso applicato alla canna causava malfunzionamenti dell'automatismo basato sul corto rinculo di canna. Dato il requisito irrinunciabile di averne una, essa venne disegnata leggera, completamente in metallo, senza altro scopo pratico se non quello di ... esserci!

[4] Sfumata ogni possibilità di ottenere un'adozione ufficiale negli Stati Uniti, gli sforzi di Johnson si concentrarono sul mercato estero, e culminarono in un ordine dell'Olanda per dotare le Indie Orientali Olandesi di 70.000 fucili "Model of 1941" (denominazione commerciale dell'arma che riecheggiava, forse a scopo promozionale, quelle delle armi d'ordinanza statunitensi in uso fino al 1920). L'unica modifica all'arma originale chiesta dall'Olanda fu la taratura in metri dell'alzo, persino il calibro rimase quello originale ovvero il 30-06. All'inizio del 1942 circa la metà dell'ordine era stata evasa. Solo alcune migliaia di armi avevano fatto in tempo a raggiungere la loro destinazione ormai nelle mani delle forze giapponesi, il resto della produzione venne sottoposto ad embrago dal governo olnadese in esilio per evitare che le armi cadessero nelle mani nemiche.

[5] Nel 1942 gli Stati Uniti entrano in guerra, nel frattempo lo USMC ha rivisto la sua posizione critica nei confronti delle armi semiautomatiche ed ha adottato il fucile M1, ma ormai l'Esercito ha la precedenza.  Il Johnson, scartato nel 1940, viene ora apprezzato per l'avere una canna smontabile che lo rende interessante per armare il Primo, il  Secondo ed Terzo Battaglione Paracadutisti formati sul finire del 1942, ed il Primo Reggimento Paracadutisti formato all'inizio del 1943.  Le truppe ed i loro fucili non vennero mai paracadutati, ma entrarono in azione in diverse campagne nelle Isole Salomone.

 

 
     
  Bibliografia

  Bruce N. Canfield - U.S. Infantry Weapons of World War II - Andrew Mowbray Publishers, 1998

  Julian S. Hatcher - The Book of the Garand - The Gun Room Press, 1977

  John Walter - Rifles of the world - Arms and Armour Press, 1993