Mauser Svedese sniper m/41B

(prickskyttegevär)

 

Scheda di Absolut - arma fotografata della sua collezione privata.

 

E' uno di quei fucili da andare a comprare con il libro sotto il braccio, perché come sempre quando i prezzi sono molto alti c'è il classico "rischio di fregatura", e quindi... era opportuno portarsi tutta l'attrezzatura per esaminare il fucile, oltre ad un buon libro (ed io mi sono portato "The Swedish Mauser Rifles" di Kehaya e Poyer, della "solita" North Cape Publications), oltre alla solita torcia a raggi ultravioletti.

Basta guardarlo per capire che non è un fucile nato appositamente come sniper, ma è un Gustafs con l'ottica, anche se ci sono diverse modifiche che lo contraddistinguono dal classico modello 96, a partire dalla manetta di armamento che per forza di cose doveva essere piegata per potere funzionare senza inciampare nell'ottica.

La storia del fucile sniper svedese inizia nel 1941, quando le Germania (è opportuno ricordare che la Svezia era neutrale durante entrambe le guerre mondiali!) vendette alla Svezia, oltre a parecchio materiale bellico (Mauser K98K, mitragliatrici cecoslovacche ed alcuni pezzi d'artiglieria) anche due o tremila ottiche, complete di attacchi, custodie e copri-ottica. All'arsenale Carl Gustafs tanto bastava per trasformare il già ottimo Mauser 96 in uno dei migliori fucili sniper dell'epoca, denominato m/41 (senza la "B" finale. Ma nel 1941 tutto andava a gonfie vele per le armate tedesche, e la Germania si poteva permettere di fornire armamenti ai Paesi neutrali che avessero materie prime da vendere, come nel caso del cromo portoghese e dell'acciaio svedese. Nella primavera del 1942 il vento cambiò, e la Svezia si trovò priva di rifornimenti per uso bellico. E fu costretta a progettare e produrre in proprio le ottiche per i propri armamenti, prima con l'ottica AGA 42, e poi, a seguito di modifiche che si erano rese necessarie, l'AGA 44.

Le ottiche venivano montate su fucili già presenti in arsenale, dopo avere scelto quelli più precisi nel tiro.

Finita la Seconda Guerra Mondiale, la Svezia si ritrovò con l'URSS troppo vicina alle proprie frontiere e la Finlandia che era ufficialmente uno Stato autonomo, ma che era sotto lo stretto controllo sovietico.

Per la Svezia era arrivato il momento di dare "una sistemata" al proprio arsenale, e questa sorte toccò anche al fucile sniper M/41, che si era dimostrato un ottimo fucile nel rigido clima nordico, come si erano dimostrate ottime le ottiche Ajack e AGA 44, anche se l'AGA 44 aveva il limite di avere tre soli ingrandimenti, che la rendeva poco adatta per il tiro di precisione sui 600 metri.

L'ottica Ajack 4 x 90 (dove il "90" non si riferisce ovviamente al diametro dell'obiettivo, ma ad una scala di luminosità "proprietaria") invece, con i suoi 4 ingrandimenti, le lenti di maggiore diametro che la rendevano maggiormente luminosa e la sua robustezza, era ideale per l'uso in un ambiente come quello svedese. Eravamo attorno al 1955, e con qualche modifica al fucile m/41 stava nascendo l'm/41B, che sarebbe rimasto lo sniper d'ordinanza svedese fino agli anni novanta del ventesimo secolo.

In pratica, rispetto al primo sniper m/41 veniva adottata una copertura per il mirino, che lo proteggeva dagli urti oltre a permettere una migliore acquisizione del bersaglio quando si usavano le mire metalliche, l'alzo standard era sostituito dall'alzo di precisione SM m/55, l'otturatore veniva brunito ed il fucile veniva dotato di una nuova cinghia in due pezzi più adatta per il tiro di precisione.

Le ottiche, erano le Ajack 4x, risistemate e con un trattamento alle lenti, mentre scomparivano le ottiche svedesi AGA 42 ed AGA 44. Il supporto per l'ottica era il Jackenroll modificato in Svezia con una vite di fermo che impediva lo spostamento accidentale dell'ottica, e sia la base che il supporto dell'ottica riportavano (contrariamente al modello m/41) il numero di serie del fucile.

Le ottiche Ajack erano state progettate in Germania verso il 1930 per l'utilizzo da parte delle forze di polizia, ed erano state prodotte dalla Adolf Jackenroll Optische Anstadt GmbH di Berlino. Con i loro 4 ingrandimenti, l'obiettivo di 44 mm. ed una lunghezza di 28 centimetri, erano molto luminose, e la ghiera superiore, bloccabile con una vite, consentiva regolazioni dai 100 agli 800 metri. Le lenti non erano trattate quando le ottiche furono consegnate tra il 1941 ed il 1942, e vennero sottoposte a trattamenti solo nel 1955, quando le ottiche vennero utilizzate sul fucile m/41B. Il tipo di slitta utilizzato, realizzato appositamente per l'ottica, consentiva di togliere il supporto dell'ottica dal fucile senza perdere le regolazioni effettuate, mentre la base restava stabilmente fissata sul fucile.

Un paio di precisazioni... ai militari era esplicitamente richiesto di smontare l'ottica quando il fucile non era in uso, e di riporla nell'apposita custodia. Inoltre siamo abituati a pensare che la "B" che è spesso il suffisso dei fucili svedesi identifichi il fatto che l'arma è dotata di una filettatura sulla canna per il montaggio del dispositivo per il tiro a salve. Il fucile bolt action m/41B ed il semiautomatico AG42B fanno eccezione... in questo caso la B indica soltanto che si tratta di una versione modificata, ed a quanto risulta a Kehaya ed a Poyer non esistono fucili m/41B dotati di filettatura sulla volata.

Direi di cominciare a guardarlo, partendo come al solito dall'azione... in questo caso con l'ottica:

 

 

La base Jackenroll nasconde i punzoni sulla parte sinistra dell'azione, ma il crest ci rivela comunque che si tratta di un fucile prodotto nel 1910 all'Arsenale Carl Gustafs, che è pienamente compatibile con il numero di serie del fucile 261079

 

 

 

e cominciamo con il dare un'occhiata ai punzoni... tutto bene per la manetta di armamento, che è brunita come tutto il resto dell'otturatore (solo nel modello m/41B)

 

 

Bene anche i punzoni sulla parte posteriore dell'otturatore...

 

 

e quello sulla fascetta.

 

 

Qui siamo al fondello del caricatore e qualcosa non quadra... la foto è stata scattata usando una sorgente di luce ultravioletta (togliendo poi la "dominante" con un programma di fotoritocco) per mettere in evidenza che sotto la matricola 079 ne era stata in precedenza punzonata un'altra. Ovviamente la modifica non è visibile ad occhio nudo neppure con una lente d'ingrandimento, ed ecco perché ho usato l'illuminazione con gli ultravioletti. Il tipo di carattere utilizzato, e la dimensione, fanno comunque pensare ad un lavoro eseguito in arsenale, visto che stiamo parlando di fucili che hanno subito diversi interventi in arsenale, e due solo avvenuti per trasformarli in fucili sniper.

 

 

E sul calciolo... c'è ancora qualcosa che non quadra. Il fucile è un Carl Gustafs, e quindi tutte le "corone svedesi" dovrebbero essere in asse con il fucile. Questa è girata a destra di quarantacinque gradi... e questo ci dice che il calciolo è di produzione Husqvarna. In questo caso però non si vedono abrasioni, né matricole precedenti, ed il set di punzoni utilizzato è della stessa dimensione e dello stesso carattere di quello usato per le altre punzonature, e nel complesso direi che è un buon segno.

 

 

Prima di vedere l'ottica, diamo un'occhiata all'alzo, l'SM m/55

 

 

ed alla copertura del mirino, adottata per la prima volta nel 1955 sul fucile m/41B. Qui è vista lateralmente

 

 

mentre qui è vista posteriormente. Oltre ad avere una funzione di protezione, evitando che il mirino possa spostarsi per un urto, ha anche un'utile funzione perché evita che la luce laterale possa impedire una mira corretta.

 

 

In un mauser svedese... non può mancare il solito "dischetto da paranoico"....

 

 

E passiamo all'ottica. La matricola del fucile è punzonata sia sulla base che sul supporto, e la vite anteriore (nella parte sinistra della foto) impedisce all'ottica di spostarsi per effetto del rinculo, ed è una modifica tipica del modello m/41B

 

 

La torretta dell'alzo vista dal lato superiore, con la taratura regolabile da 100 a 800 metri, e la ghiera sulla destra della foto funge da blocco.

 

 

Stessa torretta, ma dal lato opposto... con il punzone della corona svedese, il numero dell'ottica (1298), l'anno di produzione prima del ricondizionamento (1941) e l'immancabile punzone "B" che indica che l'ottica è montata su un m/41B.

 

 

 

Secondo "The Swedish Mauser Rifles" di Kehaya e Poyer... la custodia dell'ottica del fucile sniper m/41B è di cuoio. Due sono le possibilità... o io non so riconoscere il cuoio dall'alluminio, o loro la custodia l'hanno vista solo in fotografia. Indubbiamente le cinghie di trasporto e di chiusura sono in cuoio, ma la custodia è sicuramente d'alluminio.

 

 

Ovviamente è piuttosto graffiata... ma mi consola pensare che ogni graffio in più sulla custodia... è un graffio in meno sull'ottica!

 

 

E sulla parte superiore della custodia, è punzonato il numero del fucile.

 

 

 

Per quanto riguarda i numeri di serie dei Mauser svedesi con i relativi anni di produzione, qui c'è una tabella.

 

Come al solito, qui ci sono un po' di "numeri" relativi al Mauser svedese modello M/96:

 

Lunghezza arma

cm. 125

Lunghezza canna

cm. 74

rigature

4

peso

Kg. 4,5 (a seconda del legno usato per la calciatura)

caricatore

5 colpi, interno

calibro 6,5 x 55