Lee Enfield no. 5 Mk. I "Jungle Carbine"

Scheda di Absolut - arma fotografata della sua collezione privata.

Da un punto di vista balistico, alleggerire un'arma di un kilogrammo abbondante, accorciando anche la canna di una quindicina di centimetri, e mantenere inalterato il calibro... è una forma di masochismo.

Sparare con la Jungle Carbine non è una esperienza consigliabile  per tiratori di corporatura minuta. Vengono in mente certi manuali inglesi ottocenteschi di fucili da caccia grossa che ne sconsigliavano l'uso a persone di peso inferiore alle 200 libbre :-)

Verso la fine della II G.M. gli inglesi si accorsero che si trovavano sin troppo spesso a dovere combattere nelle giungle asiatiche, dove l'utilizzo del lungo e pesante no. 4 creava parecchi problemi. Serviva un'arma da fanteria di dimensioni più contenute e di peso inferiore. Per ragioni di tempo, non fecero altro che modificare i no. 4 rendendoli più leggeri ed accorciando la canna di 6 pollici, ovvero di circa 15 centimetri, aggiungendo un coprifiamma conico alla sommità della canna.

Visto che l'arma deriva direttamente dal Lee Enfield no. 4 Mk. I, mi pare una buona idea, prima di leggere la scheda, quella di dare una occhiata alla scheda del Lee Enfield no. 4 Mk. I.

La produzione della Jungle Carbine andò avanti dal 1944 al 1947, e ne vennero prodotti circa 250.000 esemplari.

Per alleggerirli... non venne risparmiato nessun "trucco", a partire dalla foratura del pomello dell'asta di armamento, come si può vedere qui sotto (per la cronaca... se il foro del pomello è ancora più largo di quello fotografato, è probabile che il fucile sia stato riarsenalizzato in India ad Ishapore. Se il foro è mancante, è possibile che si tratti di un'arma "taroccata" perché i no.5 sono parecchio più rari dei no.4, e parecchi rivenditori, perlopiù americani, si sono dedicati a trasformare i no.4 in no.5 per ottenere un fucile da vendere a prezzo più alto)...

L'alleggerimento riguarda principalmente la canna (che diventa parecchio più corta, ed ha alcune vistose fresature sotto il copricanna) ed il receiver:

Gli americani definiscono la Jungle Carbine "the sexiest looking rifle produced during the war". E probabilmente hanno ragione... forse è il più bel fucile mai prodotto durante la II G.M. ... ma se andiamo a provarlo scopriamo che non ha grandi pregi a parte la leggerezza. Il problema più grave (non si sa quanto reale, e riportato soprattutto da fonti ufficiali dell'Esercito Britannico) è quello della tendenza a spostare il punto d'impatto del proiettile pur mantenendo inalterata la mira... c'è un dibattito su questo argomento che dura ormai da quasi 50 anni... non tutti sono convinti che si tratti di un reale problema tipico di tutte le Jungle Carbine, e non tutti sono d'accordo su quali possano essere le cause, anche se il parere prevalente è che il problema, se reale, fosse provocato dalle fresature di alleggerimento praticate  su parte della canna. Confesso di non avere mai provato la mia Jungle Carbine oltre i 100 metri, ma non ho riscontrato il problema.

L'altro grosso problema è quello del rinculo, che purtroppo il calciolo in gomma non basta a mitigare. Personalmente non ritengo che il rinculo sia "insopportabile", ma forse il fatto avere una struttura decisamente "robusta" mi aiuta a sopportarlo. Ho fatto provare l'arma a mia moglie (che pesa la metà di me e che generalmente tira con l'arma corta) ed ha passato tutto il pomeriggio a massaggiarsi la spalla dolorante.

Di Jungle Carbine ce ne sono di diversi tipi. La mia è del 1945 ed è stata prodotta alla BSA-Shirley (riconoscibile dal marchio M/47 C):

La canna è... ricca di punzonature (anche civili):

In effetti è opportuno ricordare che la carabina è stata prodotta con almeno due diversi tipi di alzo, quello "classico" Mark I con regolazione fine della distanza da 200 a 800 Yarde abbattibile per utilizzare la "diottra da combattimento", e l'alzo di tipo flip-up, con due diottre alternabili e non regolabili tarate a 300 e 600 Yarde.

Questo è l'alzo della mia, abbattibile, tarato fino ad 800 Yarde, e direttamente derivato dal Mark I:

Anche di astine ce ne sono almeno due versioni, una con la terminazione anteriore di legno rastremato, e l'altra con la terminazione squadrata metallica.

Questa è la mia

e queste sono le due versioni di astina a confronto:

E adesso... un po' dei soliti numeri:

Peso 2,86 Kg
Lunghezza 100 cm.
Lunghezza canna 47 cm.
Lunghezza camera di cartuccia 56,44 mm.
Rigature 5 principi, sinistrorse, passo 1/10"
Caricatore 10 colpi
Velocità palla alla bocca 743,7 m/s
Massima pressione in camera di cartuccia 48.000 PSI (copper)
Raggio d'azione effettivo 500 m.

 

In più occasioni ho parlato di armi "taroccate"... e la Jungle Carbine è un buon esempio. Ne sono state fatte relativamente poche, e questo tiene abbastanza alto il prezzo dell'arma. Gli americani sono arrivati ad "inventarsi" addirittura dei modelli inesistenti, come la Jungle Carbine no. 7, accorciando e camuffando dei Lee Enfield prodotti negli stabilimenti indiani di Ishapore.

I gestori del sito "Enfield Rifle Research" hanno steso una FAQ, in inglese, che spiega come riconoscere alcuni di questi Lee Enfield fasulli. Spero possa essere utile, e la trovate qui.