Bolo 1917

 
  Scheda di F. Mancuso, "arma" dalla sua collezione.

 

 
 

 

 
  L'ho appena definita come arma, ma un grosso coltello non è propriamente un'arma, e, comunque, non lo è per la nostra legislazione.

Ma lo "Ordnance Department" statunitense, nei manuali distribuiti nella Prima Guerra Mondiale, descriveva l'oggetto di queste note così:

"Il bolo, come messo in servizio, è un pesante coltello, utile per rimuovere cespugli o appuntire paletti in legno, ed, in casi estremi, indispensabile nel combattimento corpo a corpo".

La distribuzione di strumenti simili alle truppe staunitensi iniziò subito dopo il termine della Guerra Ispano-Americana, quando le unità dislocate per la "pacificazione" nelle Filippine dovettero affrontare, oltre agli uomini, anche la jungla.

Per aprirsi la strada nella jungla, le popolazioni locali usavano un lungo e pesante coltello, che gli spagnoli chiamavano "bolo" (termine probabilmente ripreso dalla lingua locale). Esso all'occasione diventava estremamente efficace anche nel ruolo di arma, come fu ben presto evidente durante i combattimenti sostenuti dalle truppe statunitensi contro i Moros filippini.

Incidentalmente, la stessa lezione gli spagnoli l'avevano già appresa a Cuba all'inizio (1868) dei moti insurrezionali per l'indipendenza cubana che sarebbero poi sfociati nella Guerra Ispano Americana, anche se, in quell'occasione, lo strumento dal duplice uso aveva il nome di "machete".

Ovviamente negli Stati Uniti il nome marziale diventa quello dell'oggetto che meglio, e più ... da vicino, si è visto usare.

Vari sono i modelli messi in campo, adottati ufficialmente o no. La forma definitiva arriva nel 1910, con un modello prodotto presso l'Arsenale di Springfield tra il 1910 ed il 1918 in 59095 esemplari, molto ben rifinito, dotato di un pulsante che aggancia un dente di ritegno presente sulla guaina in legno rivestito in canapa con puntale in cuoio, prodotta per lo più presso l'Arsenale di Rock Island.

L'ingresso degli Stati Uniti nella Prima Guerra mondiale fa impennare la richiesta di materiali d'armamento, bolo incluso, ma le capacità produttive dell'Arsenale di Springfield non sono illimitate, quindi per la sua produzione ci si rivolge a manifatture private.

Per accelerare la produzione si apportano alcune semplificazioni, che giustificano la nuova denominazione di modello 1917.

 
 

 

 

 

 
 

La più rilevante consiste nell'eliminazione, anche per motivi tattici, del pulsante di sgancio (il dente di ritegno presente sulla guaina resta al suo posto), le parti metalliche vengono profondamente brunite, le guance in legno dell'impugnatura hanno un aspetto più rozzo.

Ma le dimensioni e la funzionalità della grossa lama senza sguscio ad un filo e controfilo restano invariate rispetto al modello 1910, le cui caratteristiche sono ormai molto diverse da quelle del bolo filippino da cui tutto ha avuto origine.

La produzione è affidata alle ditte Fayette R. Plumb, American Cutlery Co. e Bartlett Edge Tool Co., ed ognuno di loro indica chiaramente il proprio nome sul tallone delle sue armi, assieme all'anno di produzione,

 
 

 

 

 
  Sul lato opposto è riportata l'indicazione del modello dell'arma.  
   

 

 

 
 

Una ulteriore versione, il modello 1917 CT, adotta, come ulteriore semplificazione per la produzione, il pomo realizzato di pezzo per fucinatura col codolo e non più unito ad esso per brasatura.

 

Inizialmente è disponibile un solo tipo di guaina per tutti i bolo, che siano 1910, 1917 o 1917 CT, ovvero il modello già descritto e prodotto in origine a Rock Island: legno rivestito in canapa, puntale in cuoio, dente di ritegno, ganci per il cinturone.

La parte posteriore del puntale in cuoio riporta il marchio del produttore (A-K Co., Fred Medart Mfg. Co., Brauer Bros.) insieme all'anno di produzione.

 

Un modello diverso di guaina, più tardo, è quello che accompagna questo esemplare.

 

 

 
 

 

 

 
 

E' realizzato in lamiera d'acciaio stampata, e verniciato di colore verde.

I ganci di sospensione al cinturone, in ottone, sono uniti alla guaina da una pattina in cuoio.

Anche se di quest'ultimo dettaglio dovrebbe esistere almeno una variante, tutti gli esemplari noti riportano il marchio della ditta Landers, Frary & Clark, e l'anno di produzione è sempre il 1918.

 

 
 

 

 

 
 

Il bordo rialzato della cappa assicura il centraggio della lama nella guaina andando a contrastrare col ramo di guardia al dritto.

Resta quindi inutilizzato il foro praticato sul ramo di guardia al rovescio, che quando viene utilizzata la guaina in legno e tela va ad investire il dente di ritegno (in tale circostanza esso svolge solo il ruolo di perno).

 

Nella foto che segue si vede bene il foro; vicino a questo, ma non altrettanto ben visibile, c'è il punzone di accettazione a "testa d'aquila".

 

Anche ricorrendo alla guaina metallica, il foro non può comunque essere utilizzato per l'eventuale aggiunta di un correggiolo, o di un coietto, ad uso di dragona.

 

 
 

 
 

 

 

E' stato sostenuto che tale guaina fosse riservata agli esemplari destinati allo U.S. Marine Corps; l'ipotesi è certamente gradita a chi ne possiede uno, ma non esiste alcuna prova documentale in merito.

 

E' invce certo che di questo strumento si fece un ampio uso sui fronti europei, principalmente al fianco dei mitraglieri, e non solo per la pulizia del terreno: quella che segue è una foto che illustra come usare due bolo per supportare il bipiede di un fucile mitragliatore Benet-Mercié 1909 (un progetto Hotchkiss adottato negli USA) e prevenire la perdita dell'allineamento che altrimenti si sarebbe verificato in caso di spostamenti accidentali dell'arma dovuti al caricamento, all'armamento, o ad interventi necessari a rimuovere le cause di inceppamenti.

 

 
 

 

 
  Nelle mani dei fanti dimostrò, in più di una occasione, documentata, di essere un'arma micidiale durante i combattimenti nelle trincee.  
 

 

 

 
  Dopo il 1918 non ne vennero prodotti altri esemplari, ma essi rimasero negli inventari almeno fino all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, anche se non ne vennero distribuiti molti dopo la Prima Guerra Mondiale.

La bontà del disegno andrà però oltre, ed esemplari di strumenti pressocché identici, di produzione civile, marcati "KIFFE JAPAN", con impugnatura in materiale sintetico, senza pomo metallico, verranno acquistati privatamente dai militari statunitensi in servizio in Vietnam.

Per concludere, qualche misura rilevata sull'esemplare raffigurato.

 
     
 

Lunghezza totale

385 mm

Lunghezza della lama

262 mm

Larghezza della lama

55 mm, massima

33 mm, al tallone

Spessore della lama

6 mm, al tallone

Spessore della guardia

4 mm

Peso (solo coltello)

670 g

Peso (con guaina in metallo)

920 g

 
   

Bibliografia

B. N. Canfield - U.S. Infantry Weapons of the First World War - Andrew Mowbray Publishers, 2000

J. Fontvielle - Couteaux de combat - Editions du Portail, 2001

J. S. Hatcher et al. - Machine Guns - George Banta Publishing co. 1917 (Rist. Kessinger Publishing's Rare Reprints)