I fucili dei Paesi dell'Est

 

Scheda di Absolut, arma fotografata della sua collezione privata.

 

Probabilmente ho faticato più per trovare il titolo che per scrivere la scheda.

Avrei potuto scrivere "I fucili del Patto di Varsavia"... ma ho sempre considerato il "Patto di Varsavia" solo una "convenzione". La Yugoslavia non ha mai fatto parte del Patto di Varsavia... ma era armata degli stessi SKS che armavano gli eserciti del Patto di Varsavia... eppure si trattava di un "paese non allineato", almeno in linea teorica.

Ma se era veramente un "paese non allineato", allora qualcuno dovrebbe spiegarmi perché ho dovuto passare le notti di tanti mesi, a temperature spesso vicine ai 20 gradi sotto lo zero, a guardare attraverso un mirino cosa facevano gli slavi dall'altra parte del confine. E loro facevano lo stesso, e spero per loro che avessero giacche a vento un po' più "imbottite" delle nostre, anche se ne dubito perché spesso li vedevo arrivare sul confine con le moto dotate di sidecar, ed erano talmente vicini da potere constatare dalle espressioni dei visi che non erano troppo felici di trovarsi lì...

La bora passava per la gola del Natisone, il freddo ti entrava nelle ossa, e le bustine di "Cordiale" contenute nelle "razioni K", pur se consumate in quantità "industriali", avevano solo un effetto placebo, e nulla di più.

Per i Mosin Nagant, sul sito c'è una sezione specifica... ma la produzione armiera del "blocco orientale" non è rappresentata solo dai Mosin Nagant. Prima, durante e dopo i Mosin Nagant ci sono stati molti altri fucili, spesso semiautomatici o automatici, che hanno avuto utilizzi specifici.

Vorrei cercare di spiegare il mio punto di vista.

Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l'Unione Sovietica aveva troppi "problemi interni" da sistemare per potersi permettere di mettere il naso negli affari di altri paesi, e anche quando era intervenuta con degli aiuti a paesi terzi, un esempio per tutti il sostegno dato durante la Guerra Civile Spagnola ai "rivoluzionari", l'aveva fatto perlopiù "riciclando" prede belliche o armi da museo.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, in piena epoca stalinista, si cominciarono a manifestare chiari segni di politica espansionista, con l'invasione della Finlandia (Guerra d'Inverno) e con l'occupazione della Bessarabia e di parte della Romania.

La fine della Seconda Guerra Mondiale di fatto lascia l'Unione Sovietica come l'unico padrone dell'Europa dell'Est... ed i protocolli segreti correlati all'accordo Molotov-Von Ribbentrop, pure esibiti ed esaminati durante il Processo di Norimberga, non vengono neppure considerati.

I destini dei Paesi dell'Europa dell'Est erano già segnati da prima della fine del conflitto, bisognava solo stabilire chi sarebbe stato il vincitore.

Se fino a verso la fine della Seconda Guerra Mondiale la produzione armiera sovietica era stata indirizzata verso un utilizzo bellico per uso interno e soprattutto per un uso esclusivo da parte dei militari (e parlo di armi come i Tokarev SVT 38, SVT 40, AVT 40...), quando l'Unione Sovietica diventa una "grande potenza" le cose cambiano.

Le ingerenze in affari esteri diventano quasi... pane quotidiano, sia da un punto di vista politico che da un punto di vista armiero (che poi... è quello che interessa a noi appassionati di ex ordinanza).

Un'arma come l'AK 47 ci fa riflettere sia da un punto di vista oplologico che da un punto di vista sociologico. Non è, secondo me e secondo molti altri, un'arma ottima. Non è sicuramente precisa quanto un SVT 40, o quanto un Garand. L'unico grande pregio è che funziona in qualunque condizione di manutenzione; può essere data in mano ad un pastore e, grazie alla semplicità d'uso ed al volume di fuoco, questi sarà in grado di impiegarla quasi immediatamente.

Insomma... non la considero un'arma "da militare", anche se è stata utilizzata anche dai militari professionisti, ma un'arma da dare in mano a chiunque per permettere una sorta di "rivoluzione permanente".

Insomma... più che un'arma è un "oggetto politicamente destabilizzante".

Attorno al 1950 cambiano molte cose... i paesi aderenti al Patto di Varsavia devono adeguarsi alla "munizione standard" in calibro 7,62x39. L'ultima ad adeguarsi è la Cecoslovacchia, che nel 1957 è costretta ad abbandonare il VZ52 in calibro 7,62x45 per passare al VZ52/57 in calibro 7,62x39.

Nel frattempo, i rapporti tra URSS e Cina si sono momentaneamente riallacciati... e la Cina comincia a produrre autonomamente (con l'aiuto di tecnici sovietici) la carabina SKS disegnata da Simonov, e che a distanza di mezzo secolo ancora produce, anche se dal 1980 solo per il mercato civile, con la denominazione di SKS 56.

Anche la Yugoslavia comincia a produrre le carabine SKS, sempre con l'aiuto di tecnici sovietici... e le usa per rimpiazzare i Garand avuti dagli americani dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

L'Italia confina con la Yugoslavia, ed i profughi di Fiume ricordano bene con quanto "affetto" sono stati salutati dagli slavi alla loro partenza.

E' vero, la Yugoslavia non ha fatto parte del Patto di Varsavia, ma usava (ed usa tuttora) armi di progettazione sovietica, camerate per un calibro sovietico, ed i "rapporti amichevoli" tra il Maresciallo Tito e la "nomenklatura" sovietica erano noti.

Altri produttori di SKS, sempre con il placet sovietico, furono la DDR e la Corea del Nord.

Durante la Guerra di Corea, gli americani si trovarono contro gli SKS ed i Mosin 44, durante la Guerra del Vietnam gli americani si trovarono contro ancora una volta gli SKS.

Da allora, sono stati rarissimi i conflitti nei quali una delle parti belligeranti non utilizzasse armi di progettazione sovietica, anche se quasi sempre prodotte in paesi satellite. Ancora oggi, se guardiamo il telegiornale, nei filmati realizzati in una zona di guerra, troviamo sicuramente un militare, o un terrorista, con in mano un AK 47, magari in versione un po' aggiornata.

E se ci spostiamo verso zone belliche "meno importanti", come quelle zone più povere dove una guerra non fa notizia, e non viene neppure citata nei telegiornali, troviamo ancora gli SKS... come in questa foto scattata nel Dicembre 2000 in Somalia... e quella baionetta al centro è inconfondibile!

 

 

Quando gli americani sono arrivati a Grenada... davanti ai loro M16 si sono trovati anche degli SKS e dei Mosin Nagant 44.

Mi rendo conto che questa "scheda di presentazione" assume a volte connotazioni politiche, ma è quasi impossibile parlare del Patto di Varsavia e dei Paesi Non Allineati senza ricordare la "contrapposizione dei blocchi" o la "guerra fredda".

Non credo di avere scritto nulla che non sia storicamente documentabile.

Sul fatto che le armi di progettazione sovietica (o del Patto di Varsavia) abbiano partecipato a qualunque conflitto nell'ultimo mezzo secolo, questa non è altro che una constatazione che è alla portata di chiunque legga un quotidiano, o guardi i notiziari televisivi.

Mi sembra opportuno ricordare anche che alla fine degli anni 70 i terroristi delle Brigate Rosse in Italia, o della RAF in Germania... non sparavano a statisti, a politici, o a giornalisti, usando dei revolver Smith Wesson o Colt, o Franchi, che pure erano acquistabili in armeria... ma utilizzavano armi prodotte da ben determinati paesi del "blocco orientale", e credo che chi ha vissuto quei periodi sia in grado di capire perché le "armi del blocco est" siano elencate in questa sezione.