La bicicletta svizzera Ordonnanzfahrrad MO 05

 

Beh... passare dai fucili alle biciclette può sembrare azzardato!

Ma questa non è una bicicletta qualunque, è una bicicletta militare con una storia lunghissima, e la progettazione non è esattamente "recente".

Visto che queste pagine sono dedicate alle armi... beh, fatemi andare fuori tema e parliamo di biciclette!

Il primo uso conosciuto della bicicletta durante un evento bellico è del 1870, quando durante la Guerra Franco Prussiana, Rowley Turner fugge da Parigi sotto il fuoco nemico usando una bicicletta, ma l'utilizzo di una bicicletta è stato casuale.

Per la prima volta la bicicletta diventa un "mezzo militare" in Italia nel 1875, quando vengono assegnate ai Bersaglieri delle biciclette per i portaordini, in maniera che i messaggi possano essere consegnati più velocemente, ma nel 1875 non era previsto l'uso delle biciclette come "mezzo bellico".

Passano ancora dieci anni, e nel 1885 una unità inglese, la "Brighton Rifles", utilizza per la prima volta delle biciclette contro delle unità di Cavalleria, ma la prima unità a fare uso sistematico di biciclette è, nel 1888, un'unità inglese di volontari, la "26th Middlesex Volunteer Rifle Corps", costituita esclusivamente da ciclisti, e caratterizzata dal fatto che le biciclette non erano militari, ma biciclette civili di proprietà dei volontari!

Poi, tra il 1891 ed il 1892 succede un po' di tutto! :-)

Nel 1891 la Svizzera crea le truppe cicliste, lo stato americano del Connecticut crea un corpo di "segnalatori ciclisti" da utilizzare durante le manovre estive, mentre in Belgio... il Ministero della Guerra proibisce formalmente agli ufficiali di guidare biciclette!

Nel 1892 in Francia viene adottata dall'esercito la Bicyclette Militaire prodotta dalla Peugeot, in Utsonomiya i giapponesi usano per la prima volta le biciclette durante le manovre militari, ed in Germania le biciclette vengono assegnate ai portaordini dell'esercito, e l'anno successivo viene revocato il vecchio divieto tedesco che proibiva agli ufficiali di guidare biciclette, e così interi reggimenti di ciclisti possono partecipare alle manovre militari.

A questo punto... forse è meglio abbandonare la storia limitandosi a ricordare che nel 1905 la Svizzera adottò la "leggera" bicicletta Ordonnanzfahrrad MO 05 fotografata nella testata, del peso di circa 23 kilogrammi, che sarebbe rimasta la bicicletta d'ordinanza dell'Esercito Svizzero dal 1905 al 1993, quando fu sostituita da una moderna mountain bike.

Giova ricordare che nello stesso periodo, dal 1905 al 1992, gli svizzeri hanno cambiato numerosi modelli di fucile (Schmidt Rubin 1889/96, fucile SR 1911, carabina SR 1911, carabina SR 1931, STG 57 ed STG 90)... ma la bicicletta è rimasta sempre la stessa!

 

Per la cronaca, durante la Grande Guerra, le biciclette militari furono ampiamente usate da tutti... i francesi ed i belgi avevano in totale 150.000 militari ciclisti, gli inglesi 100.000, i tedeschi 125.000 ed i turchi 125.000. I belgi utilizzarono le biciclette anche per le unità di "commando", ma quando la Grande Guerra divenne una guerra di trincea, le biciclette vennero utilizzate quasi esclusivamente dai portaordini, e quando nel 1917 arrivarono gli americani con i loro 29.000 militari ciclisti, si adeguarono alle condizioni belliche ed anche le loro biciclette vennero utilizzate quasi solo per le comunicazioni.

 

Durante la Seconda Guerra Mondiale, nello scenario bellico europeo le biciclette furono usate in ambito militare soprattutto nelle seconde linee, e specialmente da tedeschi e finlandesi. Durante l'invasione tedesca della Polonia nel 1939, una parte consistente delle truppe tedesche era costituita da ciclisti, che venivano "trainati" da veicoli a motore. Sempre i tedeschi utilizzarono ampiamente le biciclette per la conquista della Norvegia.

 

Con queste premesse, ritengo che le biciclette militari vadano assolutamente considerate alla stregua di accessori militari, esattamente come gli elmetti.

 

Ma torniamo alla bicicletta svizzera... non è dotata di cambi di velocità, cosa normale nel 1905, ma, in considerazione dei terreni montagnosi sui quali veniva utilizzata ha tre freni. Quello principale è il classico freno "a contropedale" che agisce sul mozzo della ruota posteriore:

 

 

quello anteriore è un freno (di progettazione molto datata) che agisce direttamente sulla gomma della ruota anteriore:

 

 

ed il terzo freno, aggiunto in epoca recente anche sulle biciclette più vecchie e comandato dalla leva sinistra del manubrio, agisce sempre sul mozzo della ruota posteriore, consentendo una buona stabilità di frenata:

 

 

Ecco un dettaglio del freno posteriore, con punzonato l'anno di costruzione (1982).

 

 

Stiamo parlando di svizzeri... e sappiamo quanto gli svizzeri siano "precisi". Figuriamoci se potevano mancare i punzoni sul telaio, anche se si tratta di una bicicletta!

Sul tubo verticale del telaio, sotto la sella, sono punzonati sul lato sinistro il numero di telaio:

 

 

e sul lato destro l'anno di costruzione, che in questo caso è il 1947:

 

 

Pur trattandosi di una bicicletta militare, è stato previsto un solido lucchetto antifurto alla ruota posteriore

 

 

e, trattandosi di svizzeri, la chiave del lucchetto non poteva essere "normale"!

 

 

come non poteva essere "normale" il campanello, che riporta incisa la croce svizzera:

 

 

Nella parte posteriore del tubo verticale del telaio, troviamo la borsa per gli attrezzi, ovviamente in cuoio...

 

 

con una dotazione di attrezzi, che in questo caso purtroppo è incompleta perché mancano il cacciavite e la chiave regolabile (o "prussiana").

 

 

la dinamo è montata sulla forcella ed incorpora la lampada, e genera anche l'elettricità necessaria per alimentare la luce posteriore, ed anche in questo caso si tratta di una modifica effettuata successivamente al 1947!  Ma in esercitazione soltanto il capofila poteva tenere la luce accesa ... tutti gli altri seguivano alla cieca!

 

 

La corona è a vista, senza copricatena. E può essere realizzata con parecchi disegni diversi che permettono di risalire al produttore. In questo caso ci permette di escludere che si tratti di un modello prodotto dalla "Condor", che utilizzava un disegno piuttosto diverso.

 

 

Il mozzo dei pedali è dotato di un ingrassatore, che permette una manutenzione decisamente veloce.

 

 

Sotto la canna è fissata la pompa, decisamente utile se si considera che la valvola di gonfiaggio è di tipo non standard, molto più simile alla valvola di un'auto che a quella di una bicicletta!

 

 

E questo... è un particolare della gomma che evidenzia la marca: "Maloja", che era la marca dell'unico tipo di pneumatico utilizzato. Purtroppo la Maloja ha cessato la produzione già da alcuni anni, e pneumatici originali nuovi sono praticamente irreperibili. Tra l'altro, la misura non è di tipo standard, ed i ricambi disponibili sono pneumatici attuali prodotti a Taiwan appositamente per vecchi modelli di biciclette, ma qualitativamente sono un disastro.

 

 

Di recente, in Svizzera hanno deciso che la targa delle biciclette non era esportabile, e così trovare una bicicletta con le due targhe non è facile. Questa è la targa militare, e 79854 è in effetti una targa del 1947.

 

 

Sul parafango posteriore è presente la lampada rossa alimentata dalla dinamo, con la targhetta elvetica che indica la provenienza militare. Presumo che l'incisione "2001" presente nella parte inferiore identifichi l'ultimo anno di servizio prima della radiazione militare.

 

 

E' interessante notare, nella foto in testata o in quella più in basso, il particolare sistema di fissaggio della sella (che in questo caso è stata sostituita, presumibilmente perché l'originale era rovinata, nel 1983), che permette di fissare la sella in posizione avanzata o, ruotando all'indietro il perno orizzontale di supporto, in posizione arretrata. In questo modo era possibile adattare la sella a persone di qualsiasi altezza.

 

E, come per i fucili... ecco qualche dato tecnico :-)

 

Peso Kg. 22,5
Lunghezza 182 cm.
Larghezza 56,5 cm.
Periodo di produzione dal 1905 al 1988
Quantità prodotte circa 50.000
Produttori Condor SA, Cosmos B. Schild AG, Schwalbe AG Gebr. Ruegg, Uster Cäsar, MFG e diversi Arsenali
Freni Tre, uno a contropedale sul mozzo posteriore e due a leva, uno sul mozzo posteriore ed uno sulla gomma anteriore.

 

 

È solo nel 1993 che l’esercito svizzero decide di adeguarsi ai tempi e di sviluppare un nuovo modello con cambio a sette velocità, freni idraulici, manubrio tipo mountain bike, luci alogene. La sella, per contro, resta la stessa

L’esercito la voleva leggera, ma il velocipede pesa pur sempre 23 chili. In compenso può sopportare un carico di 160 chili, che non sono poi molti se si considera che al peso del soldato in divisa si aggiungono i 25 chili del bagaglio ordinario e i 10-15 chili di un affusto di mitragliatrice o di un «panzerfaust» (lanciagranate).

la MO 93 (Frd 93)

Peso Kg. 23
Lunghezza 182 cm.
Larghezza 62 cm.
Cambio Shimano a 7 rapporti
Freni due ad azionamento idraulico
Quantità prodotta 5.500
Periodo di produzione 1993 - 1995
Produttore Condor SA, Courfaivre

 

 

Infine nel 2003 la riforma dell'Esercito abolisce i tre reggimenti ciclisti  e dopo 112 anni di onorato servizio la bicicletta militare va definitivamente in pensione.  Il Primo Maggio 2003 gli uomini dell'ultimo reggimento ciclisti rimasto  hanno sfilato per l’ultima volta sullo storico campo di battaglia di Sempach.