Il fucile corto Arisaka Modello 99 in calibro 7,7 giapponese

 

Scheda di  Absolut - arma fotografata della sua collezione privata.

 

Fino al 1939 i fucili Arisaka (modelli 38 e 44) erano camerati in calibro 6,5x50SR, ma le attività militari giapponesi in Manciuria ed in Cina avevano messo in evidenza che la munizione era poco efficace sulle lunghe distanze, e nel progettare il modello 99 si preferì utilizzare una munizione più potente (calibro 7,7x58SR) direttamente derivata, con poche modifiche, da quelle usate nelle mitragliatrici giapponesi.

Del modello 99 vennero fatte due versioni principali, un fucile (128 centimetri di lunghezza totale) ed un fucile corto (113 centimetri di lunghezza totale). Del fucile vennero realizzati pochi pezzi, visto che ormai era chiaro in tutto il mondo che l'epoca del "fucile lungo" era terminata.

Considerato che la produzione del modello 99 iniziò solo nel 1939, la seconda Guerra Mondiale venne combattuta dai giapponesi con tutte le armi in dotazione, anche le più obsolete.

Del modello 99 bisogna segnalare che, almeno nelle prime versioni, era dotato di alcuni accessori che non sono comuni nelle armi europee, e dei quali purtroppo non dispongo (ancora!). Ad esempio l'otturatore era chiuso da un coperchio antipolvere scorrevole, ma il coperchio era rumoroso nell'uso e spesso i fanti "preferivano perderlo". Da segnalare anche un monopode, fissato sotto l'attacco anteriore della cinghia, non saprei dire quanto utile a fini bellici. Su alcuni fucili poi era utilizzato un alzo con due alette laterali allargabili che dovevano servire, nelle intenzioni, a colpire più facilmente gli aerei da caccia nemici, esigenza che era particolarmente sentita nello scenario di guerra del pacifico.

 

Diamo una occhiata al mio... l'azione, ad otturatore chiuso

 

 

e ad otturatore parzialmente aperto. La forza necessaria per la chiusura dell'otturatore è veramente notevole, e la percussione dell'innesco è estremamente vigorosa, tanto da ammaccare vistosamente anche i robusti inneschi CCI no. 34

 

 

e questa è una vista posteriore dell'otturatore. Il pomello zigrinato ha funzioni di sicura. Nelle versioni successive questa "lavorazione fine" venne abbandonata.

 

 

E questo è l'alzo, purtroppo incompleto, anche se la cosa è abbastanza comune. Infatti sulla destra e sulla sinistra del meccanismo scorrevole, potevano essere montate due barrette che rimanevano normalmente in posizione parallela alla slitta, e che potevano essere aperte per facilitare il tiro anti-aereo.

 

 

Questo, è il "famoso" crisantemo, simbolo della consacrazione del fucile all'Imperatore, ed i caratteri giapponesi indicano il modello (99) e la variante del fucile (ultima lettera).

Infatti del modello 99 vennero fatte numerose varianti, e più peggiorava la situazione bellica, più peggiorava la qualità della produzione. Dal 1943 in poi sparirono l'alzo regolabile (sostituito da un alzo fisso), il monopode, il coperchio antipolvere... e la qualità degli acciai divenne sensibilmente peggiore.

 

 

e questi sono i punzoni... quello a sinistra indica la serie del fucile (questo dovrebbe essere un "1") mentre l'ultimo punzone a destra, sempre inscritto in un cerchio, indica l'arsenale di produzione, in questo caso quello di Nagoya, attivo sin dal 1923, che ha prodotto dal 1923 al 1938 sia i modello 38 che i modello 44, passando poi nel 1939 a produrre gli Arisaka modello 99. Trattandosi di un fucile della seconda serie fabbricata a Nagoya dal 1939 (la prima serie, di centomila fucili, non riportava alcun numero davanti alla matricola) presumo che l'anno di costruzione sia il 1939 o l'inizio del 1940.

 

 

Ed ora... qualche chiacchiera tra amici...

Cominciamo con il parlare del tiro... tutti gli amici con i quali ho parlato mi hanno sconsigliato di utilizzare munizioni commerciali, e di "stare calmo" con le dosi di ricarica, anche se il mio fucile fa parte di una delle prime serie, e quindi ha buoni acciai. I bossoli del 7,7 giapponese sono facilmente reperibili anche in Italia (ad esempio li ha la Stitra...), oppure sono ottenibili per formatura dai bossoli 30.06, anche se personalmente preferisco utilizzare bossoli originali. Anche per le palle non ci sono grossi problemi, visto che si usano le .311 (le stesse del .303 british) da 130 a 180 grani. Anche per i dies non ci sono problemi, visto che la Lee li produce sicuramente, e quindi sono di facile reperibilità, sia in Italia (la Stitra non li elenca sul sito, ma sono pronto a scommettere 100 contro 1 che li ha disponibili) che in USA.

La maggior parte dei calci degli Arisaka 99 sembra rotta... in effetti i calci sono realizzati, per risparmiare legno, in due pezzi, e la parte inferiore della pala del calcio non è realizzata in un unico pezzo con la parte superiore della calciatura.

Molti amici collezionisti si dedicano al restauro dei legni, e vorrei consigliare molta cautela restaurando i legni degli Arisaka. Innanzitutto perché la finitura originale è molto difficile da togliere utilizzando degli sverniciatori tradizionali, ed occorre ricorrere alla paglietta abrasiva... ma soprattutto perché si sono registrati numerosi casi di gravi allergie, sotto forma di dermatiti vescicolari, dovuti al contatto con la polvere generata dalla rimozione della finitura dei calci giapponesi. In effetti per un discreto periodo gli arsenali giapponesi usarono una robusta finitura a base di una sostanza chiamata "urushi", e non solo sugli Arisaka 99 ma anche su alcuni Arisaka 38 e 44 che erano stati riarsenalizzati. Le polveri di questa finitura, generate dalla rimozione con agenti meccanici, come la paglietta, danno luogo a reazioni cutanee allergiche decisamente sgradevoli (trovarsi coperti di vesciche non è così divertente!). Visto che mi interesso di fucili, e non di dermatologia... chi è interessato all'argomento può farsi una ricerca sul web usando come chiavi di ricerca "Dermatitis from Contact with Varnish of Japanese Rifles," Archives of Dermatology and Syphilology 55 (1947), pages 110 - 111.

Tornando al fucile, uno degli arsenali che produceva gli Arisaka 99 (quello di Jinsen, attivo dal 1923 al 1945) si trovava in Corea, e dopo la seconda Guerra Mondiale, ritroviamo gli Arisaka 99 nella Guerra di Corea, spesso ricamerati in calibro 7,62x39. E li troviamo anche in mani cinesi, in questo caso ricamerati a volte in calibro 8x57.

 

E adesso, qualche dato sul fucile corto:

 

Calibro 7,7x58mm Japanese Arisaka (def. del "Barnes")
Ripetizione manuale
Lunghezza totale 112 cm.
Lunghezza canna 66 cm.
Peso 3,7 Kg.
Velocità della palla alla bocca 730 m/s
Caricatore interno, 5 colpi