Zoll Karabiner 52

Scheda di Frank Mancuso, arma fotografata dalla sua collezione

Ho un esemplare di quest'arma ormai da qualche anno, e ritenevo di aver fatto un azzardo ad acquistarlo complice la descrizione che appare nella quarta edizione del Ball, stringatissima, per non dire del tutto priva di informazioni utili oltre quelle già contenute nel testo di Olson, ma terrorizzante nella sua parte finale.

Scrive infatti Ball:

"La F. W. Heym di Muennerstadt Germania Occidentale iniziò la produzione di un fucile simile al Modello 98 all'inizio degli anni 1950. Alcuni di questi fucili vennero anche importati negli USA dalla Imperial Arms di Ed Hoffschmidt negli anni 1950. Questo fucile ricorda alla lontana il K98k, ma ha mire posteriori fisse, ed è privo di guardamano, bocchino, fascetta anteriore, e attacco baionetta. Il mirino è di tipo sportivo. Il fucile è noto come "vedovizzatore", poiché le pareti della scatola di culatta sono notoriamente deboli, ed inclini ad esplodere. Si raccomanda di non sparare con quest'arma."

La prima cosa che viene in mente di fare all'italiano medio, come legge certe cose, è di andare a spulciare la lista dei suoi conoscenti per trovarne uno che non ha il Ball al quale rifilare questa bella carabina, esaltandone le condizioni solitamente eccellenti, magari per lucrarci sopra pure qualcosa, e poi dormire sonni tranquilli ridendosela sotto i baffi.

Esaminata l'arma, e ritenendomi, forse non senza presunzione, un po' fuori dalla media, ma soprattutto non essendo legato alla mia compagna dal vincolo del matrimonio, ci ho addirittura sparato, e sparato roba tosta commerciale, nella convinzione che comunque sarebbe andata l'arma non avrebbe visto aggiungere (almeno letteralmente) una vedova alla sua presunta lista.

Ma l'ho fatto senza palpitazioni di cuore, grazie ad una ricerca di informazioni oggi certamente più facile grazie ai traduttori automatici, che mi ha  permesso di verificare che l'arma è sicura, e che un malinteso, non supportato da fatti ma unicamente da quella autorevolezza che si tende a riconoscere ad una firma quando essa è molto conosciuta, ha trovato una minima ma ingiustificata, e quindi eccessiva, diffusione in rete.

Ma andiamo per ordine ...

La Seconda Guerra Mondiale è appena finita, nella sconfitta Germania, per motivi facilmente comprensibili quelle che erano Forze Armate non sono più tali, e le armi, fatta eccezione per piccoli corpi di polizia locale, sono ben custodite dai soli vincitori.

Ma le ostilità continuano, principalmente sul piano politico tra le forze in precedenza alleate.

Rimanendo sul versante occidentale, ristabilita nel 1949 la sovranità tedesca, vincitori e vinti si accordano per ricostituire quelle che ufficialmente saranno forze di polizia federali, dato che nel corso del tempo le forze di occupazione sono state via via ridotte, e quel che resta non può essere sufficiente a contrastare sia ipotetiche invasioni da Est, sia i concreti effetti di una criminalità priva di quegli scrupoli che potrebbero venire a chi avesse la pancia piena.

Di fatto saranno forze (para)militari, ma tutto si fa senza dare troppo nell'occhio, cosa che del resto in Germania aveva già funzionato solo qualche anno prima.

La prima forza ad essere ri-armata è la Bundesgrenzschutz, o BGS, che potremmo tradurre come Guardia di Frontiera Federale, che viene istituita con una Legge Federale il 16 Marzo 1951, e che prevede inizialmente un effettivo di 10.000 uomini. Sarà rapidamente operativa (il primo insediamento avviene a Lubecca poco più di due mesi dopo), grazie alla reintegrazione in servizio del personale della disciolta Wehrmacht (che ha giurato fedeltà alle nuove Istituzioni), e crescerà di importanza e consistenza fino a permettere in pochi anni di generare da una sua sostanziosa costola la nuova Bundeswehr.

Per garantire la sicurezza dei confini della Germania Ovest, la BGS è ben equipaggiata, e lo sarà per tutti i successivi trenta anni.

Per quel che interessa il lettore di questa scheda, la BGS riceve in dono dai magazzini USA un piccolo quantitativo di K98k di preda bellica, e dalla Francia, in forma di "prestito", un numero ben più sostanzioso di K98k, la maggior parte dei quali prodotti nei territori occupati dalle FFAA francesi.

 L'arma automatica di squadra è la MG42, che diventerà M1 quando verrà convertita in 7,62x51 NATO.

Dall'Italia, la Beretta fornisce 6000 MAB 38/49, o Modello 4; l'arma risulterà essere particolarmente gradita.

La Corona Britannica rifilerà alla BGS degli Enfield No.4 Mk III*, facendoseli pure pagare, anche se a prezzo di favore. Al fucile, camerato per una munizione introvabile in Germania, non viene nemmeno assegnato un nome ufficiale, e la BGS se ne disfa appena possibile, come possibile; ad esempio, nel 1955, passando l'incomodo alla rinata Luftwaffe, per la difesa dei suoi aeroporti.

Ma già prima della istituzione della BGS opera sui confini tedeschi con il suo personale la Bundeszollverwaltung (BZV), che potremmo tradurre con Amministrazione Federale delle Dogane, privata nel 1945 delle sue carabine 98a, 98b e 98k, e ricostituita nel 1949, quando a segnalare i confini tra le due Germanie ci sono solo dei cippi e dei cartelli.

La BZV, che sarebbe sempre rimasta parte dell'Amministrazione Finanziaria Federale della Germania Occidentale, non ha solo i compiti tipici di un servizio doganale, come contrastare il contrabbando ed assicurare l'applicazione dei dazi sulle merci in transito, ma condivide con la BGS (o, forse, dovremmo dire che si vede contendere da questa, ma la voluta competizione tra due Enti amministrativi non è nuova alla conduzione della cosa pubblica tedesca) quello di pattugliare i confini interni tra le due Germanie, soprattutto a partire dal 1952, a seguito della creazione di ostacoli fisici al loro attraversamento.

Con limiti territoriali più contenuti di quelli affidati alla BGS, il personale della BZV vive a ridosso dei confini che pattuglia, sia terresti che fluviali, ed agirà come "gli occhi e le orecchie della Germania Ovest lungo il confine".

Naturale quindi armare anche il personale della BZV, che però deve rimanere formalmente una forza di polizia civile anche sul lungo termine.

Niente armi automatiche, in primo luogo, e niente residuati bellici, ma un'arma formalmente nuova, una carabina priva di preoccupanti caratteristiche marziali. Non sembri un eccesso di zelo: solo pochi anni dopo, la creazione della Bundeswher verrà fortemente contestata da forze politiche fautrici dell'assoluto definitivo disarmo della propria Nazione.

L'appalto viene affidato alla HEYM, Casa fondata nel 1865 a Suhl (la "Città delle Armi" tedesca) dal Maestro Armaiolo Friedrich Wilhelm Heym, rappresentante di una già al tempo rinomata famiglia di artigiani, e che è attiva ancor oggi nella produzione di rinomate armi da caccia, soprattutto rigate. 

Al tempo la Ditta HEYM ha appena lasciato Suhl, rimasta nella zona di occupazione sovietica, per trasferirsi a Münnerstadt, sotto il controllo alleato.

Non sarà l'unico trasloco: in tempi più recenti la Ditta si sposterà nuovamente, l'ultima volta in una frazione, Gleichamberg, più o meno equidistante tra le due città che l'hanno ospitata in passato, ed è anche a causa di questi ultimi traslochi che alcuni documenti utili a ricostruire la storia di questa carabina sono andati smarriti.

Ma non occorrono documenti per respirare il clima del tempo: anche se formalmente le armi devono risultare una produzione civile, nessuno ha il permesso (e non lo riceverà fino al 1956) di produrle sul territorio nazionale; HEYM compresa, che le fa produrre dalla FN belga marcate con il proprio nome.

Non c'è nessuna evidenza che le armi siano state prodotte recuperando componenti dalle vaste disponibilità di armi militari di varia provenienza recuperate al termine delle ostilità, come a volte si legge in rete.

Il primo contratto, quello per carabine destinate alla Dogana, totalizza 6800 esemplari; le prime armi, nonostante la denominazione di "M52", vengono consegnate nel 1953. 

I numeri di matricola appaiono sul lato destro della scatola di culatta, quelli degli esemplari rintracciati in in rete suggeriscono che la loro progressione sia avvenuta regolarmente, senza grossi "buchi".

Sulla denominazione ufficiale della carabina non ci dovrebbero essere dubbi, appare chiaramente sul quadro sinottico rintracciato in rete e riportato qui sotto.

E' un peccato che la foto originale non abbia avuto una migliore qualità; quella della quale mi sono dovuto accontentare permette comunque di dire che il disegno contiene una piccola imprecisione; più avanti, ad arma smontata, sarà evidente quale essa sia.

Alcune carabine sono corredate di un'ottica unita alla scatola di culatta per mezzo di una slitta laterale.

L'ottica, sempre della stessa marca e modello, riporta un suo numero di serie che non coincide con quello dell'arma, ed è il caso di dedicarle due righe, anche se non sarà frequente imbattersi in una ZK52 che ne è dotata.

 

Essa è priva di torrette di regolazione, ed è stata prodotta dalla berlinese OIGEE, acronimo di Optische Industrie Gesellschaft, Ditta attiva sin da prima della Grande Guerra sui mercati civile e militare. Sotto al logo del produttore appare il termine "Einblick" che identifica il modello. Chi ha visto il reticolo lo descrive come un "crosshair" con un cerchio centrato su di esso. L'immagine del bersaglio non viene ingrandita (1x); il vantaggio di utilizzare un simile dispositivo rispetto ai tradizionali tacca e mirino si deve cercare nella possibilità di mirare a bersagli in rapido movimento mantenendo un'ampia visuale dell'ambiente ad esso circostante, senza perdere l'allineamento delle mire. Durante la I Guerra Mondiale la OIGEE ha prodotto dispositivi pressoché identici per le mitragliatrici Dreyse, e poi, nella II Guerra Mondiale, marcandoli col codice segreto "dzl" che le era stato attribuito, li ha prodotti perché venissero integrati nei sistemi di puntamento di artiglierie. Un prodotto semplice, robusto e longevo, evidentemente.

Torniamo però alla carabina.

Successivamente al contratto principale, destinato a soddisfare le necessità della Dogana, nel corso degli anni sono stati prodotti di volta in volta dei piccoli lotti su richiesta delle Forze di Polizia di alcuni Stati Federali, e della Polizia Penitenziaria.

Questi ultimi esemplari, che per amor di precisione non vengono più definiti come "Zoll Karabiner" ma come "Polizei Karabiner" sono sempre stati prodotti dalla HEYM, ma differiscono leggermente dal modello "base", poiché montano tutti una falsa bacchetta di pulizia (lunga in totale poco più di 15 cm, affondata per 1/3 della lunghezza nel legno); gli esemplari di produzione più tarda presentano anche il copricanna ed il disco nel calcio per lo smontaggio del percussore. Evidentemente la produzione è avvenuta quando ormai un bacchetta o un copricanna non facevano più paura!

Per tutti gli esemplari la cinghia è simile a quella del K98k.

Ed ora un esame ravvicinato di questo esemplare, iniziando dall'azione, in tutto e per tutto una modello 98, tradizionale anche nelle quote (come è lecito attendersi).

Notare la finitura opaca dell'anello di culatta, ad indicare la ripresa della brunitura eseguita dopo la rimozione della dicitura "ZOLL 1952", apposta in origine su due righe, perpendicolari all'asse della canna.

La cancellazione della scritta, a volte eseguita in modo decisamente rozzo per mezzo di un bulino (come nelle due immagini che seguono, dove sotto le cicatrici si intuisce comunque la scritta "ZOLL"), sembra abbia interessato le sole armi del lotto destinato alla Dogana, che solo eccezionalmente arrivano integre sul mercato delle Ex-Ordinanza.

 

Le carabine con numero di matricola più alto, destinate all'Amministrazione Penitenziaria (Justizwervaltung),

o alle forze di Polizia dei singoli Stati Federali sembrano essere state dismesse senza cancellare o deturpare il crest, come in questi esemplari che seguono, appartenuti rispettivamente alla Polizia della Renania Settentrionale - Vestfalia (NW, a sinistra), ed a quella della Renania - Palatinato (RhP, a destra).

 

 

Ecco i marchi presenti sulla radice della canna di questo esemplare, e di tutti quelli appartenenti al primo lotto di produzione.

Innanzi tutto, il nome della Casa produttrice,

Quindi i punzoni del Banco di Prova, che è quello di Liegi.

Il marchio PV sotto il leone rampante (presente anche sulla radice del manubrio dell'otturatore) ad indicare il superamento della prova forzata senza deformazioni, la R coronata (la canna rigata ha superato il test di sparo con munizione di prova a pressione superiore del 30% di quella massima ammissibile), la E sormontata da una stella dell'Ispettore Auguste Jamard, le lettere ELG all'interno dell'ovale coronato apposte dopo il superamento della prova di pressione finale con la canna montata sull'azione.

L'azione presenta le finiture tipiche della produzione FN, ed anche qui è evidente il ricorso agli stessi test non distruttivi che sono consuetudine per le armi tipo "98" prodotte dalla casa Belga.

L'indicazione che la canna rigata può utilizzare pallottole incamiciate.

A serbatoio vuoto, la suola dell'elevatore impedisce la chiusura dell'otturatore, avvisando che è necessario provvedere al rifornimento, che può avvenire per mezzo di lastrine o di cartucce sciolte.

Proseguendo verso la volata troviamo le mire posteriori, uno tra gli elementi che cercano di dare all'arma una connotazione ingentilita, meno marziale e più tranquillizzante.

Una tacca di mira fissa a 100 metri ...

... e due fogliette abbattibili tarate a 200 quella posteriore, e 300 metri quella anteriore.

Il mirino su rampa è un'altra caratteristica "civile", può essere protetto da un tunnel in lamiera che su questo esemplare non sembra aver lasciato traccia del suo passaggio.

Nel riquadro la volata, col suo ridotto diametro esterno (13,5 mm), che non è indice di debolezza, nonostante il diametro di poco inferiore a quello che nella stessa posizione ha una canna tipo K98k (15,5 mm).

La canna ha un profilo conico, ed il suo diametro alla radice uguaglia quello della canna tipo K98k (25 mm) per poi diminuire gradualmente mantenendo valori anche maggiori dei diametri di canne civili commerciali per azioni tipo 98 come quelle adottate dalla stessa FN nel 1953, oppure quelle utilizzate pochi anni dopo da Armando Piscetta per le sue carabine AP98 di uguale calibro, o, infine, quelle ancora oggi presenti nel catalogo della Lothar Walther.

La fascetta che circonda la canna non è destinata a trattenerla, a questo provvede un tenone presente sotto di essa. E' una vite che trattiene anche la fascetta, ed unisce il tenone alla calciatura attraversando due boccole in ottone ospitate nel legno.

Al profilo della canna e della calciatura, all'assenza del copricanna ed alle fascette e magliette ridotte all'essenziale va attribuito il contenimento del peso della carabina, inferiore di ben 400 grammi a quello di un K98k.

L'unione tra acciaio e legno viene completata in modo tradizionale, con due viti poste alle estremità anteriore e posteriore della scatola di culatta, fissate da due piccole viti che ne impediscono lo svitamento accidentale.

L'incassatura è molto curata: nel dettaglio che segue si può notare con quanta attenzione è stato eseguito il raccordo sotto la leva di svincolo dell'otturatore. E' presente su tutte le calciature "serie 98", ma vi invito ad andarle a guardare e verificare se anche su di esse, comprese quelle delle armi sudamericane, un dettaglio tanto insignificante sia stato realizzato con altrettanta cura.

La pala del calcio con il foro di passaggio della cinghia

Notare la pronunciata impugnatura a pistola ...

... e l'adesivo bianco che appare ancora oggi sulla pala di questo esemplare, e che fortunatamente non è stato rimosso.

E' un adesivo del tipo cosiddetto anti-contraffazione, se si cerca di staccarlo si distrugge, ed è usato solitamente per identificare un bene con il numero progressivo attribuitogli nel libro dei cespiti aziendali: ovvero un Kenn Nummer,  abbreviato in Kenn Nr.

E' stato applicato, ma su di esso non sembra essere stato scritto alcun numero progressivo. Il che non significa che a questo esemplare non sia stato attribuito; semmai indica che le buone intenzioni di trascriverlo sull'adesivo sono rimaste tali.

Prima del 1961, quando in Germania Ovest il Ministero Federale della Difesa si chiamava "Bundesministerium für Verteidigung", adesivi come questo erano una "tecnologia" di là da venire, chi ha qualche capello bianco ricorderà di aver visto al loro posto delle targhette metalliche.

Le targhette metalliche iniziano a cedere il passo agli adesivi giusto negli anni 1970, quando queste carabine vengono dismesse. Ormai il Ministero della Difesa Federale si chiama "Bundesministerium der Verteidigung", ma come acronimo si usa sempre "BMVtdg".

Con buona pace di chi sostiene che queste carabine, nate "civili", non siano degne di fregiarsi del titolo di Ex Ordinanza!

Prima della nota di chiusura, riferisco che in rete si trova un rapido cenno alla possibilità di utilizzare questa carabina per il tiro ridotto montando una apposita conversione in calibro 22 l.r. che avrebbe dovuto/potuto essere fornita con l'arma. Anche se la cosa non sorprende (ricordiamo le conversioni ERMA per i K98k), non ho trovato traccia di una simile conversione specifica per questo modello di arma.

Quel che invece ho trovato è che almeno alcune Autorità committenti andarono oltre la conversione, acquistando da HEYM anche alcune armi specificatamente pensate per l'addestramento, che se mantengono a grandi linee l'aspetto generale della carabina ...

... ne riprendono scrupolosamente la conformazione delle mire, opportunamente tarate a soli 50, 75 e 100 metri.

E concludiamo da dove avevamo iniziato, ovvero col lugubre soprannome di "Wittwenmacher" attribuito alla carabina.

Che deve essere inteso come critica verso quelle buro-gerarchie che, tutto sommato ottuse anche nel 1952, in ossequio a problemi politici imponevano ad una carabina a ripetizione ordinaria di affrontare il mondo criminale del tempo, che le leggi non le rispettava nemmeno allora, e che dove era appena passata una guerra poteva scegliere, e sceglieva, tra gli armamenti individuali quanto di meglio era disponibile, ovvero le armi automatiche. Non parliamo poi di dover affrontare un invasore ...

Nessun disprezzo, quindi, per le qualità intrinseche dell'arma: sono diversi gli esemplari che testimoniano un utilizzo venatorio, avvenuto verosimilmente dopo la dismissione dell'arma, ed i commenti favorevoli ad essa.

Lo stesso soprannome del resto veniva attribuito dagli agenti della Polizia Ferroviaria alla fondina illustrata qui sotto, che l'hanno avuta in dotazione fino all'inizio degli anni 1980. Se da un lato è certo che nessuna di esse è mai esplosa in faccia al suo utilizzatore, dall'altro è altrettanto evidente che l'intera realizzazione non è il massimo per una estrazione pronta ed affidabile. Sapere di dover contrastare il crimine con certi strumenti, incluso quello di matrice politica, deve aver tolto il sonno a più di un operatore.

 

Prima della tradizionale tabellina riepilogativa, due parole sulle fonti delle informazioni.

Come accennato in apertura, buona parte delle informazioni di maggiore interesse è stata recuperata nel corso del tempo da vari forum, in lingua inglese, francese e tedesca, con l'aiuto degli strumenti informatici di traduzione, e dai cataloghi on-line di case d'aste (una, tedesca, in particolare).

Essendo tali informazioni estremamente frammentarie, per una corretta citazione avrei dovuto, dopo ogni affermazione, inserire il rinvio al sito, o ai siti, di origine, ma questo avrebbe appesantito la lettura oltre il giusto, e non sarebbe stato nemmeno esaustivo, poiché all'interno di uno stesso forum le informazioni non sempre provengono da un solo contributo. 

Anche non ritardare ulteriormente la pubblicazione di questa scheda, mi sono quindi limitato a citare i siti dai quali le informazioni sono state tratte, augurandomi che nessuno degli autori se ne abbia a male, per il lettore recuperarle sarà possibile inserendo nei box di ricerca le parole chiave "Zoll", "Karabiner", "m52".

Le informazioni sull'Amministrazione Federale in genere sono tratte da varie voci di www.wikipedia.de (confidando nella precisione teutonica).


Produttore:

F. W. Heym - Münnerstadt

Modello:

Zoll Karabiner 52

Calibro:

8x57 JS

Alimentazione: Serbatoio integrale con l'arma, 5 colpi, a presa alternata, rifornito con lastrine.

Lunghezza canna:

520 mm, 4 righe destrorse

Lunghezza complessiva:

 1050 mm

Peso scarica:

 3400 g

 

Bibliografia

- F. De Haas - Bolt Action Rifles - Krause Publications, 1995

- L. Olson - Mauser Bolt Rifles - F. Brownell & Son, Publishers, Inc., 1976-2002

- R.W.D. Ball - Mauser Military Rifles of the World - Gun Digest Books, 2006

- A. Vanderlinden - FN Mauser Rifles - Wet Dog Publications, 2016

- Handfeuerwaffen der deutschen Gendarmerie und Polizei des 19 und 20 Jahrhunderts - Bundesamt für Wehrtechnik und Beschaffung, WTS, Koblenz, 1999

 

Internet

- www.gunboards.com

- www.hermann-historica.de

- www.tircollection.com

- www.tirmaillyforum.com

- www.waffenhandel-zwack.de

- www.waffen-welt.de

- www.wwiiafterwwii.wordpress.com

- www.wikipedia.de

- www.wildundhund.de

- www.zollwaffen.de