Smith & Wesson Modello 1917

 

 

Scheda di Pat - arma fotografata della sua collezione privata.

Per molti, pensare al revolver significa America. E, subito dopo, Colt. Da molti punti di vista, la prima associazione è abbastanza giustificata. La seconda, molto meno.

Nel 1856, infatti, Horace Smith e Daniel Baird Wesson, reduci da un precedente tentativo del 1852 terminato con scarso successo, fondarono per la seconda volta una società per la produzione di armi a ripetizione basate su una serie di brevetti ottenuti fra il 1849 ed il 1854 dagli stessi fondatori e da altri progettisti. Era nata la Smith & Wesson. 

Nel 1857 la neonata ditta mise sul mercato il suo primo revolver, il Model 1 in calibro .22 short che, cronologicamente parlando, fu il primo ad impiegare cartucce metalliche. A differenza dei revolver Colt a retrocarica, che nacquero a castello rigido, i primi Smith & Wesson furono ad incastellatura basculante, conservando per decenni questa caratteristica, che contraddistinse anche alcuni modelli che ebbero un successo su scala mondiale, come i Russian e gli Schofield in calibro .44. Questa tipologia di armi raggiunse la sua espressione più alta nel modello “perfected”, prodotto nel secondo decennio del Novecento, e che – brillantemente copiato in calibro 10,4 dalle fabbriche spagnole – giunse in Italia col nome di “Tettoni” ed andò ad armare il Regio Esercito impegnato nella Grande Guerra.

La generalizzazione dell’impiego delle polveri senza fumo e la tendenza allo sviluppo di cartucce sempre più potenti costrinsero però anche la Smith & Wesson ad adottare l’incastellatura rigida, sicuramente più robusta e da un certo punto di vista anche più semplice. Il primo revolver della casa di Springfield basato su questo nuovo tipo di telaio fu il .32 Hand Ejector First Model in calibro .32 Smith & Wesson Long, apparso nel 1896 e prodotto fino al 1903. Con quest’arma comparve il sistema di ribaltamento del tamburo sul lato sinistro; inoltre, come indica il suo stesso nome, i bossoli sparati dovevano essere espulsi manualmente invece di venire eliminati automaticamente all’apertura del castello. Si tratta di un revolver con il cosiddetto telaio “I Frame”. Come si può notare dalle date, per un certo periodo nella produzione Smith & Wesson i due tipi di incastellatura, basculante e rigida, coesistettero.

Il passo successivo nello sviluppo dei revolver Smith & Wesson fu condizionato da un evento storico. Nel 1898 gli Stati Uniti si impegnarono nella guerra ispano-americana che, pur essendo durata solo tre mesi, evidenziò la necessità di un aumento delle armi da fianco dell’esercito. All’epoca, il calibro d’ordinanza americano era, già da alcuni anni, il .38 Long Colt. Per rispondere alle esigenze militari, la Smith & Wesson modificò il proprio Hand Ejector passando al castello “K frame” e camerandolo per il calibro utilizzato dall’US Army. Era nato il modello .38 Hand Ejector del 1899. Quest’arma venne utilizzata nel conflitto che rappresentò una diretta conseguenza della guerra con la Spagna, l’insurrezione delle Filippine, che durò dal 1899 al 1902 e si trascinò con alcuni focolai anche negli anni successivi. Sappiamo tutti benissimo quanto il .38 Long Colt si sia dimostrato inadeguato nei confronti dei cosiddetti “Moros Juramentados”, tanto da costringere i vertici militari a richiedere la precipitosa sostituzione delle armi in dotazione con le vecchie Single Action Army in .45 a polvere nera. Conosciamo altrettanto bene le conseguenze di quell’esperienza sul campo, che portarono alla nascita della cartuccia .45 ACP e della creatura di Colt-Browning. Ma la casa di Hartford non fu l’unica a cercare di percorrere nuove strade. La Smith & Wesson allungò il bossolo dell’anemico calibro d’ordinanza ed aumentò il peso della palla e la carica di polvere: il risultato fu la nascita di un’altra cartuccia che non ha bisogno di presentazioni: il .38 Special. I revolver Hand Ejector camerati in questo nuovissimo calibro comparvero sul mercato nel 1902.

Negli anni successivi, le pistole a rotazione della casa di Springfield andarono incontro ad alcune variazioni. La principale si ebbe nel 1908, con la comparsa del primo modello con telaio “N Frame”, capace di camerare un’altra nuova cartuccia, la S&W .44 Special. A questo nuovo revolver venne dato il nome di “New Century Hand Ejector”, ma è anche noto come “Triple Lock” perché, oltre alle due chiusure standard alle due estremità (anteriore e posteriore) dell’asse del tamburo, ne presenta una terza, a livello del giogo.

Gli ulteriori sviluppi furono condizionati dalla Prima Guerra Mondiale. La Belle Epoque era tragicamente finita e tutti gli Stati Europei erano impegnati in un conflitto che si andava rivelando, di giorno in giorno, sempre più lungo e distruttivo. Per il momento gli Stati Uniti ne restavano fuori, ma non disdegnavano di prestare il proprio appoggio ai loro cugini britannici. Proprio per questo, nell’estate del 1914 il nuovo presidente della casa di Springfield, Walter Wesson (figlio maggiore di D. B. Wesson) ricevette una comunicazione urgente dal governo britannico, che richiedeva la produzione di un revolver in grado di camerare l’ordinanza inglese, la .455 Mark II British cartridge. L’azienda rispose di essere in grado di fornire immediatamente i revolver richiesti ed inviò alle autorità britanniche un campione dell’Hand Ejector First Model in calibro .44. Inizialmente gli inglesi trovarono il revolver troppo pesante e dotato di un sistema di chiusura troppo fine, che avrebbe potuto essere compromesso dall’accumulo di sporcizia. Tuttavia, prima che l’arma potesse essere riprogettata, inviarono una nuova comunicazione in cui dichiaravano di avere un’immediata necessità dei revolver richiesti che, quindi, sarebbero stati considerati accettabili fino alla messa a punto del nuovo modello. La Smith & Wesson iniziò quindi a convertire nel calibro .455 i tamburi in .44 Special di cui disponeva e fece uso di una serie di canne .45 Colt già prodotte per essere destinate a modelli commerciali. In risposta all’urgenza della richiesta britannica, la prima di queste armi era già pronta il 24 settembre del 1914. Dopo una settimana, ne erano state realizzate 250. Alla data del 19 gennaio del 1915 il totale prodotto era di 5.461. Quest’arma è nota come Smith & Wesson Hand Ejector .455 British Service First Model. A partire dal gennaio 1915, grazie all’attuazione di nuove piccole modifiche, il revolver si avviò vero la sua forma definitiva, assumendola man mano che entravano in produzione le nuove canne ed i nuovi telai, mentre quelli più vecchi si andavano esaurendo. La principale modificazione fu comunque rappresentata dall’eliminazione della terza chiusura, giudicata inutile e costosa. Nacque così l’Hand Ejector .455 British Service Second Model, che entrò pienamente in produzione a partire dal giugno 1915. La realizzazione di questi revolver per l’esercito britannico terminò il 14 settembre 1916: in totale erano stati costruiti 74.755 Hand Ejector in calibro .455, 69.755 dei quali erano del secondo modello.

Nel 1917, anche gli USA entrano in guerra. All’epoca, la pistola d’ordinanza era già la Colt 1911, ma il numero di esemplari disponibili era insufficiente. Si decise quindi di utilizzare anche altre armi, purché camerate per il calibro d’ordinanza, il .45 ACP. Nacque così la Smith & Wesson Hand Ejector .45 Model 1917, che poteva sparare la cartuccia rimless della semiautomatica grazie all’impiego di speciali lunette da tre colpi, che permettevano poi l’estrazione dei bossoli esplosi. Fra il 1917 ed il 1919 vennero prodotti in totale 169.595 esemplari di questo revolver. Nel primo dei due contratti in cui risultò infine suddivisa la fornitura, datato 8 agosto 1917, l’U.S. Army ne ordinò 100.000, al prezzo unitario di 14,75$.

Negli anni Venti, i revolver Hand Ejector vennero rinominati “Military and Police”, senza che ciò comportasse alcuna variazione progettuale o di realizzazione. Analogamente, a partire dal 1958 queste armi sono state indicate con sigle numeriche; il M&P in calibro .38 Special, ad esempio, divenne il famoso “Model 10”.

Nel 1937, il Brasile ordinò alla casa di Springfield 25.000 esemplari dell’Hand Ejector .45 Model 1917, che vennero realizzati fra il febbraio e l’ottobre dell’anno successivo. Per l’esattezza, furono prodotti 25.061 pezzi (con i numeri di matricola compresi fra 181983 e 207043), caratterizzati da guancette zigrinate e riportanti il medaglione con il logo S&W. Nel 1946 ci fu un secondo ordine (794 pezzi; matricole 207196-207989), con guancette in noce lisce. L’arma fotografata è una di quelle del primo ordine.  

E, allora, avendovi ormai annoiati abbastanza, vediamole, le foto! L’immagine di apertura ritraeva il lato sinistro della pistola. Questo invece è il destro:

La caratteristica più evidente è la presenza, sulla cartella di questo lato, del crest degli “Estados Unidos do Brazil” che sovrasta l’anno 1937, che è quello del contratto:

In questa posizione, di norma, si trova il logo della Smith & Wesson, che in questo caso è invece stato spostato sulla cartella di sinistra:

 

Sul lato destro del telaio è poi anche indicato il Paese d’origine:

Sempre sul lato destro, l’immagine della canna permette di apprezzare, oltre all’indicazione del nome del produttore, il disegno del mirino, la spina di fermo della canna stessa e la chiusura anteriore…

… mentre sul lato sinistro è indicato il calibro:

Sopra la canna sono riportati il nome e i dati della casa produttrice (nel caso che qualcuno avesse ancora qualche dubbio … ;-) ) ed i brevetti:

 

Sotto la canna è invece presente una scritta che, a differenza di tutte le altre, è a mala pena leggibile:

Si tratta delle lettere “CAI ST. ALBANS VT” che corrispondono alla “Century Arms International, st. Albans, Vermont”; il Gun Control Act del 1968 impose ad ogni importatore di armi ex-ordinanza di apporre il proprio marchio sulle armi di questo tipo introdotte negli USA. Questo revolver è stato quindi  prodotto nel Massachussets, esportato in Brasile, re-importanto negli USA attraverso il Vermont e ri-esportato da una località statunitense imprecisata verso l’Italia. E potrebbero esserci stati anche altri passaggi non documentati… Questa è una delle due diciture non apposte sull’arma dalla Smith & Wesson. L’altra è il numero di catalogo italiano:

Inoltre, sul calcio è riportato un numero che, probabilmente, fa riferimento ad una registrazione brasiliana. Neppure gli americani sanno dire cosa indichi; se qualcuno ne conosce esattamente il significato, mi farà un grosso favore a comunicarmelo…




Sul supporto basculante del tamburo e sul suo recesso nel telaio deve essere riportato lo stesso numero di lavorazione…


 
… mentre la matricola deve essere indicata sotto la canna, …

 

… sotto il calcio, vicino all'anello per il correggiolo, …

 

 … sulla faccia interna della stella dell’estrattore …

 

… e sul tamburo.

 

In questa foto si apprezza anche molto bene la raffinata lavorazione del tamburo, nel quale non sono state realizzate soltanto delle semplici forature passanti, ma delle autentiche camere in .45 ACP, che offrono l’appoggio al bossolo. Ciò determina un’importante conseguenza pratica: è possibile sparare in quest’arma le cartucce .45 ACP anche senza utilizzare le apposite lunette (tenendo però presente che poi può essere difficile estrarre i bossoli esplosi senza l’uso di una bacchetta); in questo senso, i revolver Smith & Wesson Model 1917 erano considerati migliori dell’omonimo e contemporaneo modello della Colt, anch’esso in calibro .45 ACP, in cui il tamburo era solo forato, per cui le cartucce introdotte senza lunette fuoriuscivano dall’estremità opposta.

Visto che stiamo parlando delle lunette, vediamo come funzionano, utilizzando allo scopo un esemplare da sei colpi (full-moon), più tardivo di quelle originali da tre colpi (half-moon), che andavano utilizzate in coppia ed avevano davvero la forma di una mezzaluna (da cui il nome):

     
     

Una volta caricata, la lunetta si inserisce nel revolver in modo molto simile a quello di un moderno speed-loader, la cui invenzione, probabilmente, deve molto a questa soluzione, che per certi versi risulta persino più veloce, dato che non è necessaria la fase di sgancio delle munizioni.

 

Il grilletto è zigrinato, come su un’arma da tiro. Va detto che la pistola ha uno scatto eccezionale, molto leggero e netto in singola azione, mentre in doppia richiede una forza molto maggiore: è la soluzione ideale per riuscire ad effettuare tiri mirati estremamente precisi e al tempo stesso evitare spari accidentali sotto stress.

 

Per quanto riguarda il cane, infine, se ne possono apprezzare le scritte…

 

 … il profilo…

 

 … ed il meccanismo che, attraverso la barra di interposizione, impedisce gli spari accidentali.

 

Per finire, la solita tabella dei dati tecnici:

 

Modello

Smith & Wesson .45 Hand Ejector Model 1917

Calibro

.45 ACP

Numero di colpi

6

Lunghezza complessiva

274 mm

Peso (arma scarica)

1020

Lunghezza della canna

140 mm

Rigatura

6 righe destrorse

 

Di questo revolver sono disponibili lo schema tecnico e l’esploso . Entrambi fanno riferimento alla tipologia generale dei revolver Smith & Wesson e non al Model 1917 in particolare.

L’ultima immagine è un’inquadratura un po’ insolita che rivela una linea, a mio parere, splendida: