SHORT, MAGAZINE LEE-ENFIELD RIFLE MKI
Scheda di Corallo, arma fotografata dalla sua collezione (cliccare sulle foto per vederle ingrandite).
Questo è un Lee Enfield SMLE MKI, ovvero il primo modello di Short Magazine Lee
Enfield. E' stato prodotto dalla London Small Arms Co. nel 1905, sotto il regno
di Re Edoardo VII.
I legni e i ferri mostrano innumerevoli riarsenalizzazioni, una
storia minuziosamente tracciata dai segni di morsa e dai punzoni. E' un fucile
che non potrà più sparare come mostra la sigla DP (drill purpose) sulla canna
(che peraltro è ancora quella originale) ma di cui vado veramente orgoglioso.
E' arrivato dal Sud Africa fino a me, incompleto di molti dei suoi pezzi originali che ho
successivamente recuperato un po' in tutto il mondo, tra Canada Australia e
Nuova Zelanda: è stata una ricerca veramente entusiasmante. In questo progetto
ho cercato un compromesso tra un intervento di ripristino e minimo restauro e il
rispetto della storia individuale di questo fucile, senza nemmeno provare a
immaginare tutte le peripezie che ha vissuto in più di cento anni di storia.
Spero di essermi fermato al punto giusto, rimettendo al suo posto quanto si
poteva e lasciando come ho trovato il resto, con le sue “cicatrici” di guerra.
Tra gli Short Magazine Lee Enfield il più famoso è senza dubbio il MKIII
senza e con asterisco (vedi le schede successive), quello prodotto dal
1907 in poi e con cui la Gran Bretagna affrontò la prima guerra mondiale e
iniziò la seconda. Questo modello invece è stato prodotto per pochi anni, tra il
1903 e il 1908; racchiude già tutte le geniali intuizioni che metteranno in
pratica le considerazioni emerse sui campi di battaglia delle guerre boere
dall’uso del suo predecessore, il “Long Lee” Magazine Lee Enfield e la relativa
versione corta Lee Enfield Cavalry. Il MKI propone soluzioni tecniche da un lato
innovative, dall’altro squisitamente “belle époque”
che verranno razionalizzate nei modelli successivi e che costituiscono il
bello di questa arma, il suo fascino.
All'inizio del XX secolo i sondaggi effettuati presso le unità impiegate in Sud Africa
riportarono diverse indicazioni circa l’utilizzo del Magazine Lee Enfield; le
principali erano:
- aumentare le protezioni paramani lungo la canna soprattutto per l’impiego nei climi caldi;
- dotare di fucili anche le truppe a cavallo, che in molte situazioni si erano trovate nella necessità di ingaggiare scontri a fuoco a 2.000 e 3.000 yarde, dove le carabine per quanto anch’esse precise arrivavano al limite delle loro performance, ottimali fino alle 1.800 yarde;
- prevedere lastrine di caricamento rapido come già in uso su gran parte dei fucili coevi, Mauser in primis.
Come è facile intuire i primi due punti costituiscono la quint’essenza dell’idea che ha concepito lo SMLE: una misura intermedia tra fucile lungo e carabina, una forma compatta, un robusto scrigno di legno e ferro che, dal mitico nasone attorno alla volata con le alette paramire al copricanna in legno a tutta lunghezza, proteggevano il fucile dagli urti e il soldato dalle bruciature causate dalla canna quando surriscaldata.
Il terzo punto merita una considerazione a parte: siamo negli anni
di transizione in cui le nuove munizioni a polvere infume sono meno ingombranti
e trasportabili in maggiori quantità; si abbandona il vecchio modo di combattere
risparmiando i colpi e mirando con attenzione e si entra in quello delle
mitragliatrici che falciano gli schieramenti avversari lanciati all’assalto alla
baionetta.
Il sistema cut off installato sui Lee Metford
e sui successivi MLE nasceva per centellinare i colpi ricaricando a colpo
singolo e mantenere a disposizione i
dieci colpi nel serbatoio per le fasi più concitate della battaglia. Il sistema
di caricamento a lastrine decreta l’inutilità del cut off: tanti colpi a
disposizione, facilità e rapidità di ricarica in ogni momento. Infatti il cut
off verrà dismesso all’inizio della prima guerra mondiale sul modello MKIII*.
Negli SMLE MKIII così come nei MLE in versione Charger Loading le piastrine di caricamento vengono agganciate a un ponticello fisso posto trasversalmente sopra all'otturatore.
Nei mauser così come nello springfield 1903 le guide sono fisse ricavate sostanzialmente nella stessa posizione.
Foto
da: www.all4shooters.com/it/mobile/Tiro/fucili/Mauser-K98-vs-Springfield-1903-fucili-bolt-action-ex-ordinanza/
Ecco invece la prima soluzione adottata dagli inglesi: una guida scorrevole infilata su una slitta alla testa dell'otturatore e fermata con una vite a fine corsa.
In chiusura la
slitta resta arretrata, mentre ad otturatore aperto si posiziona avanti in modo
da arrestarsi con la guida destra esattamente alla stessa altezza della guida
sinistra ricavata direttamente sul corpo del fucile.
Affascinante e
complicato, questo sistema venne eliminato durante le successive
riarsenalizzazioni e i MKI furono spesso riconvertiti in “charger loading” .
Qualcosa deve
essere successo anche al nostro amico o almeno alla calciatura che, per quanto
di primo tipo mostra sul lato destro lo scasso tipico fatto per accogliere il
ponticello di caricamento introdotto sui modelli successivi.
Per illustrare le
principali differenze dal successivo e famosissimo SMLE MKIII d’ora in avanti
troverete in secondo piano nelle foto il mio Enfield del 1915.
Restando in zona
otturatore ecco l'altro elemento di distinzione del MKI: il cocking piece, in
cui a fare da ritegno alla vite della testa non c'è una controvite ma bensì un
pomellino fissato a una molla che deve essere estratto e ruotato per mettere in
sblocco la vite stessa.
Il gruppo
otturatore - percussore di primo tipo non necessita di alcun attrezzo per il suo
smontaggio, a differenza dei modelli successivi.
Il caricatore è
dotato della clip laterale di ritegno dei colpi e della catena di aggancio
all'anello fissato alla trigger guard.
Anche le mire
hanno tratti unici e caratteristici che le distinguono dai modelli successivi:
La forma delle
orecchie di protezione delle mire anteriori, arcuate all'interno e con le
finestre allungate.
Le
alette di protezione delle mire posteriori; in basso il MKI, con un
dischetto in
osso sul bottone di regolazione dell'alzo sulle mire posteriori (purtroppo
integro solo sul lato sinistro).
La particolare forma della regolazione in deriva (il MKI è a destra).
Anche il calcio ha particolarità che non ritroveremo sui modelli successivi: nella parte posteriore si nota una
spina di ottone con la testa ampia (già presente su alcuni dei precedenti
modelli “lunghi”) e piccole spine in prossimità della fascia centrale.
Ancora, la vite a
cui si ancora la fascetta (“inner band”) che sotto al paramani tiene la canna
agganciata al calcio è nascosta sotto la fascetta centrale, e non a vista appena
sotto di essa come nei modelli successivi.
La pala del calcio
non è quella originale ed è probabilmente frutto di una successiva
riarsenalizzazione. Sui questi legni più
recenti sono stati ripristinati i ferri originali e caratteristici del
MKI ovvero l'anello posteriore di aggancio della cinghia (sling swivell), ancora
quello a vite unica dello MLE, che verrà sostituito nelle successive varianti
con piastrina a due viti e il calciolo metallico (butt plate), in acciaio e
senza il classico sportellino di accesso al vitone di fissaggio del calcio e al
vano deposito del kit di pulizia. L'aggiunta della botola inizia con il
successivo modello Mark I*; l'oliatore e gli attrezzi per la pulizia venivano
infatti portati in un taschino nello zaino.
A completare il
tutto ecco la sua baionetta: La modello 1903 è la transizione tra la 1888 del
MLE Long Lee e la lunga 1907 prevista per il N.1 SMLE MKIII. Molto
sinteticamente la si potrebbe descrivere come lama della 1888 e manico della
1907.
Fu montata sui MKI
ma presto facendo i conti gli inglesi dedussero che:
fucile lungo MLE + baionetta corta 1888 = bene,
mentre
fucile corto SMLE MKI + baionetta corta 1903 = male.
per cui rimediarono con
fucile corto SMLE MKIII + baionetta lunga 1907 = bene!
Per finire e prima di allegare come sempre qualche numero e dato tecnico, alcuni ringraziamenti speciali a chi ha contribuito al ripristino di questo pezzo di storia.
Patrick, che dal Canada mi ha dato preziose indicazioni sul calcio e mi ha fornito una prima charger guide.
Scott, che negli Stati Uniti ha ricostruito la vite della prima charger guide.
Robbie e Amanda che dalla Nuova Zelanda hanno fornito cocking piece e charger guide originali.
Andrew che sempre
dalla nuova Zelanda mi ha fatto avere le volley posteriori, il serbatoio e la
maglietta portacinghia posteriore.
Bob che dalla Australia ha recuperato il butt plate.
Poi ci sono "Aldo aggiustatutto" con la sua prodigiosa officina ed il mio mentore (leggasi: colui che è causa del "danno" della mia passione per le Ex-Ordinanze) Pietro "Mare": il loro lavoro è stato essenziale dove sono state necessarie operazioni di aggiustaggio tra legni e ferri.
Naturalmente non mi sarei mai sognato di imbarcarmi nella impresa
di restauro / ripristino senza essere certo di potere contare sull’appoggio
tecnico, documentale e morale dei membri del
forum di
ExOrdinanza, in
particolare di Tappo, Giove e naturalmente Frank Mancuso, a cui vanno i miei più
sentiti ringraziamenti.
SHORT, MAGAZINE
LEE-ENFIELD RIFLE MKI
Calibro |
303 British |
Rigatura |
a 5 principi |
Lunghezza della canna |
25,2 pollici (640 mm) |
Lunghezza totale |
44,5 pollici (1.130 mm) |
Peso |
8 lb. 3 oz. (3,7 kg) |
Capacità magazzino |
10 colpi |
Anno di entrata in servizio |
1902 |
Periodo di produzione |
1903-1908 |
Arsenali di produzione e pezzi prodotti |
|||
Enfield Royal Small Arms Factory |
Sparbrook Royal Small Arms Factory |
BSA Co. Birmingham Small Arms Company |
LSA Co. London Small Arms Company |
133.457 |
16.460 |
130.000 circa |
60.000 circa |
Fonti:
- I.D. Skennerton - The Lee-Enfield, A Century of Lee-Metford & Lee-Enfield Rifles & Carbines - Ian Skennerton Publishing, 2007.
- E.G.B. Reynolds - “The Lee Enfield Rifle – Its history and development from first designs to the present day” - Herbert Jenkins, London, 1960
- C.R. Stratton "British Enfield Rifles - Vol. 1 SMLE (No. 1) Rifles Mk I and Mk III", North Cape Publications Inc., 2009.