Pistola P 210

Scheda di Bondino

La storia della p210 inizia prima della WWII quando l’esercito francese bandì la richiesta per una nuova semiautomatica di ordinanza. Il concorso venne vinto dal progetto dell’ing. Charles Petter e l’arma costruita dalla Societè Alsacienne de Construction Mecaniques, venne adottata nel 1935 come modello SACM 1935°.

L’arma fu gradita dai militari francesi anche se camerata per un calibro un po’ asfittico per le esigenze militari : il 7,65 Long

Alla fine degli anni 30 il governo svizzero pur mantenendo una rigorosa neutralità era preoccupato dal potente vicino tedesco ed aumentò le richieste per per armi sia lunghe che corte, il che comportò problemi di costi e tempi di produzione per le Luger 06/29 di ordinanza.

Per tale motivo si cerca una sostituta più economica e rapida da produrre, possibilmente in calibro 9 Para, più prestante.

Nel 1937 la SIG acquistò da Petter i diritti e cercò di migliorare tale progetto: nel periodo ’42-’44 si contano almeno 11 versioni diverse; tra le più note la SIG Petter 44-8, 44-15 44-16 dove la prima cifra è l’anno, la seconda la capacità del caricatore, un progetto molto avanti con i tempi, alla faccia delle wonder nine.

Ad ogni modo la guerra si concluse prima che l’esercito svizzero prendesse decisioni sull’arma lasciando l’arma in un limbo, che corse quindi il rischio di morire prima di essere nata.

Nel 47 la SIG ricevette la richiesta da parte di un club svedese di tiratori per un’arma molto precisa, camerata in 7,65 Para e con capacità di 8 colpi; quasi contemporaneamente l’esercito danese fece una richiesta simile ma in 9 Para.

La SIG riprese il prototipo SIG Petter 44/8 e lo trasformò nel modello Selbstladepistole 47/8 Neuhausen ossia pistola semiauto

Caratteristica fondamentale dell’arma è che le guide del carrello sono interne al fusto riducendo drasticamente i giochi anche in caso di utilizzo gravoso; altri miglioramenti rispetto alla SACM furono la sicura al caricatore che impedisce lo scatto se il serbatoio non è in sede e lo sgancio del caricatore alla base dell’impugnatura e non sul fusto.

Dopo i circa 500 pezzi prodotti per l’associazione svedese e quelli per l’esercito danese, viste le qualità dell’arma, anche l’esercito svizzero ne decise l’adozione come P49 ossia Pistole Modell 1949. Le matricole dell’esercito hanno il suffisso A (armée) le civili P ( privée)

La prima versione commerciale è stata la P210 nota comunemente ma erroneamente come P210-1

Ossia la versione civile della P49 con finitura brunita lucida; poi seguirono la P210-3 disponibile solo in 9 Para che ha l’avvisatore di cartuccia in camera, una parte di tale produzione fu assorbita dalla polizia di Basilea (matricole P8000-P8893 con alcuni buchi). La P210-4 è la versione per la polizia di frontiera tedesca (matricole D0001-D5000) finitura sabbiata, avvisatore di arma carica e senza anello per il correggiolo.

 La P210-5 è il modello sportivo per eccellenza con canna di 150 mm invece che 120, tacca di mira micrometrica, mirino anteriore sulla parte terminale della canna, scatto alleggerito e corsa ridotta; ad essa può essere abbinato un fusto appesantito (detto heavy frame) ed ispessito per dare maggiore robustezza, bilanciamento e minore rilevamento allo sparo; arma adottata dal 1968 dalla nazionale svizzera di tiro.

La P210-6 è l’altro modello sportivo, ma semplificato per ridurre i costi: canna normale e scatto della /5 . La P210-7 è la più rara solo 380 pezzi tutti in 22 l.r., infine l’ultima arrivata : la P210-8 solo fusto heavy frame sgancio caricatore a pulsante sul fusto, sicura ed hold open maggiorati

Meccanicamente la P210 è identica al modello militare quindi lavora con chiusura geometrica a corto rinculo con canna oscillante. La canna presenta nella parte superiore due risalti che si inseriscono nelle sedi del cielo del carrello, nella parte inferiore della camera di cartuccia si trova un appendice attraversata da una scanalatura su cui si inserisce il perno dell’ hold open.

Allo sparo canna e carrello rinculano riuniti per un breve tratto finché il perno dell’hold open percorrendo la scanalatura costringe la culatta ad abbassarsi, ciò provoca l’uscita dei risalti superiori dalle sedi del carrello che prosegue la sua corsa estraendo ed espellendo il bossolo spento. 

Le lavorazioni dell’arma sono eccezionali specie se si considera che in origine questo era il progetto di un’arma economica (beh, almeno più della Luger !! ), ed anche la qualità dell’acciaio è notevole: basta osservare da una delle foto che il punzone del banco di prova non riesce ad intaccarlo !!!

 

Già in origine, l’arma nasce multicalibro, per cui l’acquisto delle due conversioni in 22 l.r. e 7,65 para completano realmente l’arma.

 

 

Oltre alla P210-5 ho finalmente potuto aggiungere alla mia collezione delle “vere” ex-ordinanza: 

Una Armée esercito svizzero con la sua fondina originale (un po’ giovane come EO: solo del 1962) con la tipica matricola preceduta dalla sigla A cioè armée: militare, mentre le civili iniziano con P cioè privée, anche se alcune Armée hanno poi vicino alla matricola originale una P: quando il soldato si congedava gli veniva concesso di tenere la pistola di ordinanza, ma appunto privatizzata

   

 

Una P210-3 polizia di Basilea con avvisatore di cartuccia in camera con la sua rara fondina. Meccanicamente è in ottime condizioni -i poliziotti sparano poco!! J- ma ha “fatto” tanta fondina e la brunitura si è un po’ usurata.

   

Infine una danese m/49

   

 Unico difetto della pistola, che nel mio caso è un pregio dato che mani piuttosto piccole, è l’impugnatura sottile e con una certa inclinazione che consente una presa piuttosto alta; ciò si traduce, per chi ha mani abbondanti, in frequenti spizzicature da parte del cane dell’eminenza tenar ossia lo strato di pelle che unisce base del pollice ed indice. Ma è un’arma meravigliosa cui si può perdonare un difettuccio…..

Infine la prova di tiro: la rosata non è mia purtroppo, ma di fabbrica: tiro lento meditato, presa a due mani, e ... 50 metri !!!!