Revolver m/58

 

 
 

Scheda di Frank Mancuso – arma fotografata della sua collezione privata.

 

 
 

Ho sempre provato simpatia per quelle compatte rivoltelle note con la generica denominazione di "snub nose", ovvero col naso rincagnato, come quello che caratterizza la gran parte dei praticanti della Nobile Arte.

Forse perché mi riportano con la memoria ai tempi in cui le semiautomatiche di buon calibro compatte non lo erano affatto, e chi da noi era autorizzato al porto vedeva le sue possibilità di scelta limitate al 7,65 Browning ed al 38 Special.

Di queste due, la seconda era l'unica a poter vantare un credito internazionale, almeno a dar retta ai telefilm di oltreoceano, nei  quali armava investigatori privati e tutori dell'ordine, spesso nelle camere dei tamburi delle "snub nose" già citate.

Simpatie a parte, per parlarne qui bisognava però disporre di una rappresentante della categoria che potesse anche vantare di aver indossato una divisa.

E quando una di queste rivoltelle si è graziosamente resa disponibile, mi è parso che fosse cosa cortese dare, a tale disponibilità, la mia benevola accoglienza. :-)

 
 

 

 

 
  Quella qui raffigurata, sul mercato civile si identifica in una Smith & Wesson modello 12, 38 M&P Airweight, prima versione, ma in realtà è una Ex-Ordinanza a tutti gli effetti, avendo prestato servizio nelle FFAA svedesi, e più precisamente nell'Arma dell'Aereonautica, con il nome di Revolver m/58.  
 

Coccarda dell'Aereonautica Militare Svedese (da Wikipedia)

 

 
  A testimoniarlo, le tre corone punzonate sul lato destro dell'arma, al di sopra del ramo anteriore della guardia del grilletto.  
 

 

 

 
  Il modello 12 della Smith & Wesson ha le sue origini in uno sfortunato modello denominato ufficialmente Revolver, Lightweight, Caliber .38 Special, M13 (da non confondersi con il successivo S&W modello 13, versione commerciale del modello 10 con canna pesante, in calibro 357 Magnum), che era basato sul modello M&P (successivamente modello 10) e che venne realizzato nel 1953 per la U.S. Air Force in lega di alluminio, tamburo incluso.

Le esperienze fatte con le leghe leggere durante la II GM facevano ben sperare di poter soddisfare la richiesta di ridurre il peso dell'equipaggiamento dei piloti anche intervenendo sull'arma individuale. A tal fine il telaio dell'arma aveva il telaio più stretto di 2 mm di quello standard, mantenendo inalterate le quote in altezza e lunghezza.

Purtroppo il tamburo in lega dell'arma S&W, come anche quello di un'analoga arma Colt (denominata Aircrewman Special), dimostrò di non poter sopportare, alla lunga, non solo i caricamenti standard del 38 Special, ma nemmeno il caricamento M41 della stessa munizione (palla FMJ da 130 grani, 220 m/s, Pmax 13000 CUP [a] ), specificatamente destinato a queste leggerissime armi.

I due revolver vennero quindi ritirati dal servizio, ma S&W continuò la produzione del suo per il mercato civile sostituendo il tamburo in alluminio con uno tradizionale in acciaio, sacrificando di poco il risparmio ottenuto sul peso totale dell'arma, e denominandolo "M&P Airweight" (denominazione modificata in modello 12 nel 1957).

L'arma fu un successo commerciale, tanto che dopo soli due anni era prodotta con finitura nera o nichelata, con lunghezze di canna di 2, 4, 5 e 6 pollici, con calcio arrotondato o squadrato.

Fu apprezzata non solo dalla clientela civile, ma anche dal personale di polizia in borghese, preferita ai revolver di dimensioni minori (come quelli della stessa Casa basati sul telaio J) per la sua leggerezza, per i 6 colpi tamburo, per la migliore ergonomia ed il miglior controllo allo sparo.

La produzione, che vide succedersi 4 varianti, fu interrotta nel 1986, a causa dell'affermazione delle armi corte semiautomatiche di più moderna concezione.

Come detto, il modello adottato nel 1958 dall'Aereonautica Svedese come Revolver m/58 [b], dotato di canna da 2 pollici e calcio arrotondato [c], ricalca la prima produzione del modello 12.

Mettendo fianco a fianco un Revolver m/58 (a sinistra) ed un precursore del modello 10 (nello specifico, un modello 1905 prodotto in 38/200 per il Canada), è evidente che gli spessori del telaio e del cane del primo sono minori di quelli dei corrispondenti elementi del secondo.

 
 

 

 

 
 

La Casa costruttrice sconsigliava l'uso di munizioni +P, quindi è lecito supporre che le due munizioni che furono specificatamente destinate a quest'arma rispettassero queste indicazioni.

Esse erano denominate come 9mm Skarp Patron m/58, e 9mm Skarp Patron m/72. [d]

Ad ogni buon conto, vale la pena di andare a guardare quello che sembra il punto critico delle modello 12, ovvero la porzione di telaio al di sotto della canna, che può apparire crepata nel senso della lunghezza se l'arma è stata oggetto di un uso spinto oltre i limiti del necessario e del buon senso.

 

 
 

 

 
 

L'assenza di cricche darà al proprietario non solo una maggiore serenità, ma anche l'opportunità di mantenere integro un bel pezzo da collezione, evitando di maltrattarlo con munizioni non adeguate.

E non sembri poco adeguato l'aggettivo "bello".

Purtroppo la finitura del fusto in lega delle modello 12 tende, in generale, a consumarsi sugli spigoli molto più facilmente di quanto non accada con altri tipi di finitura.

Pertanto, se una S&W modello 12 civile resta un'arma che si ritiene di poter definire "highly collectable", accettando che l'usura ne diminuisca il valore in modo meno drastico di quanto avviene ad altre armi, uno sguardo benevolo deve essere rivolto a maggior ragione ad una sua versione militare, costretta per decenni ad essere portata in fondina (condizione che non perdona nemmeno le migliori bruniture).

Nella foto in alto appare in tutta la sua ... cortezza l'alberino che permette di dare inizio (e nulla più) all'estrazione dei bossoli. Caratteristica che accomuna tutti gli snub-nose della S&W, ma che non sembra che ne abbia impedito la diffusione.

Qui a lato l'arma a tamburo ribaltato, nella foto si possono apprezzare le ridotte dimensioni del suo bottone di apertura.

E' anche ben visibile lo scalino sul dorso del fusto al quale si accoppiano le guancette; è di altezza minore che non nelle armi con telaio K di larghezza standard, il che impedisce l'intercambiabilità delle guancette.

 
 

Meccanicamente, l'arma incorpora la barretta di sicurezza, introdotta sulle armi militari nel 1944, durante la produzione dei modelli Victory, e poi estesa alle armi civili, che si interpone tra cane e telaio ed impedisce lo sparo in caso di urto sul cane a riposo su una camera piena, come denuncia lo scalino sul petto del cane.

 

 
 

 

 
  Qui di seguito un'immagine che illustra la modifica come descritta in un disegno della Brownell's, verosimilmente basato su un originale S&W, nel quale si specifica che la barretta (hammer block) deve essere adottata in tutti i modelli del 1948:

 

 
 

 

 
  C'è chi ritiene che la barretta di sicurezza sia una soluzione di ripiego, poiché ad allontanare il cane dal telaio, riportandolo in posizione di riposo quando il grilletto viene rilasciato dopo il suo abbattimento, dovrebbe già provvedere la slitta di ritorno del grilletto, e che la sua adozione non debba essere vista come un'evoluzione del progetto, che resta perfetto nella quarta variante del modello 1905.

Personalmente, pur non ritenendomi un purista dei più intransigenti, sono propenso ad essere della suddetta opinione.

Peraltro resta il fatto che prima dell'adozione della barretta un morto (uno sfortunato marinaio) c'è stato, e la barretta, una volta messa lì dentro, non è più andata via.

Forse la barretta è stata solo una precorritrice dell'odierna chiavetta ...

Tornando al nostro esemplare, vediamone dall'alto la linea di mira.

 

 
 

 
   

Tra gli utilizzatori professionali dei revolver c'è chi sostiene che la conicità della canna, che caratterizzava i vecchi snub nose come questo, fosse di aiuto a rendere più evidente il mirino, e facilitasse una rapida acquisizione del bersaglio.

Personalmente posso dire che nel tiro lento mirato l'arma si è comportata molto più che bene, a dispetto della cortissima canna, e con la complicità di placide munizioni caricate con palla WC.

Passiamo a dare un'occhiata da sotto, dove appare (parzialmente cancellato) anche il numero di matricola dell'arma.

 

 
 

 
   

Questo esemplare è arrivato fino a noi con la sua fondina, che iniziamo a vedere dalla parte posteriore per evidenziare i passanti per le due cinghie necessarie per assicurare la fondina al torace.

 

 
 

 
   

La parte frontale denuncia anche dall'esterno la presenza di una piccola cartucciera (6 colpi) sulla patta.

 

 
 

 
   

L'interno presenta qualche informazione sul nome dell'utilizzatore, e verosimilmente sul reparto di appartenenza.

 

 
 

 
   

Ovviamente, non essendo presente sulla fondina nessun numero di matricola, nulla permette di dire che le informazioni riportate all'interno della patta indichino anche dove e con chi ha prestato servizio l'arma ...

 

 
 

 
 

 

Per quanto mi è stato possibile comprendere, la sigla "F 7" potrebbe suggerire che almeno la fondina abbia prestato servizio presso la "F 7, Kungliga Skaraborgs Flygflottilj",  che potrebbe suonare, tradotto in italiano, come "F 7, Stormo Aereo Reale di Skaraborgs" [e], unità dell'Aereonautica Militare Svedese istituita nel 1940, e di stanza a Såtenäs (località situata ad un centinaio di km a Nord di Göteborg, e che avrebbe senz'altro di tutto per essere considerata ridente se fosse popolata anche da un po' di gente estranea al personale in servizio nella base militare).

Comunque sia, sono grato alle FFAA svedesi per aver deciso di adottare una nuova arma corta e di mettere a riposo questi revolver, dei quali sembra che ci sia una ancora buona disponibilità.

Ma come mai l'Arma Aerea Svedese (Flygvapnet) è arrivata a dotarsi di quest'arma, dall'aspetto così poco marziale?

Non si può fare a meno di iniziare... dal principio!

Anche in Svezia, l'Aereonautica Militare non nasce come Arma autonama, ma dall'unione di due specialità, appartenenti rispettivamente all'Esercito (Flygkompaniet, istituita nel 1916) ed alla Marina (Marinens Flygväsende, istituita nel 1913). Al momento della loro fondazione, entrambe le specialità hanno già sulle spalle qualche anno di pionieristica pratica (l'Esercito ha il suo primo aereo nel 1912, la Marina addirittura nel 1911).

Le due specialità hanno attraversato la I Guerra Mondiale nella comoda posizione di chi è neutrale, anche se l'Aviazione di Marina vi ha comunque svolto, completamente disarmata, un ruolo attivo nel pattugliamento delle coste svedesi, scortando navi mercantili, localizzando specchi di mare minati ed identificando navi straniere in transito.
Il tutto grazie ad un po' tutto quello che era in grado di sollevarsi, e, sperabilmente, di rimanere sollevato, dal suolo, sotto la guida di giovani dalla limitata esperienza.

Dopo la Grande Guerra, in Svezia prevalgono sentimenti anti-militaristi ed una politica del disarmo. Molti reparti militari devono essere sciolti, e si guarda all'esistenza di due Forze Aeree distinte come ad una costosa ed inutile ridondanza; ad alcuni politici viene l'idea di riunirle in un'unica Arma, ed essa si concreta formalmente nel 1925.

Nell'estate del 1926 la Flygvapnet diviene operativa, ricevendo in eredità 70 velivoli, vecchi perché obsoleti, vecchi perché in  uno stato ormai cattivo. Si inizia a comprare un po' quel che capita, dove capita e quando si può, ma fondi seri non ce ne sono per almeno altri dieci anni, e quando il Parlamento svedese li stanzia, nel 1936, è ormai tardi; una nuova guerra è alle porte, quando scoppia quel che è stato appena ordinato all'estero, all'estero rimane, e non c'è ancora un'industria nazionale in grado di camminare sulle sue gambe (o di spiccare il volo con le sue ali, per rimanere in tema).

Alla fine della II Guerra Mondiale l'Aviazione della ancora una volta neutrale Svezia può contare su 800 velivoli, inclusi alcuni caccia che a noi dovrebbero essere ben noti: il Fiat "CR42" (adottato come J11 ) ed il Reggiane "Re 2000" (J20).

Così come è ormai chiaro che l'elica ha fatto il suo tempo, allo stesso modo non è più accettabile adottare soluzioni di ripiego, e la modernizzazione procede a ritmo incalzante, acquistando quanto di meglio c'è all'estero, ma sostenendo al tempo stesso lo sviluppo di progetti nazionali; e nel 1951 fa la sua comparsa, come J 29, il SAAB 29 ”Flygande tunnan”.

 

 
 

La foto, tratta da Wikipedia, riprende un caccia SAAB 29 ”Flygande Tunnan” (in servizio, in varie versioni, dal 1951 al 1976).
Flygande Tunnan, ovvero Botte Volante, e chissà mai perché lo avranno ribattezzato così... :-))))

 

 
 

Dal suo abitacolo la Svezia può guardare da pari a pari Regno Unito, Stati Uniti d'America e URSS.

Durante la Guerra Fredda, la quarta potenza aerea mondiale, che nel 1957 vanta 1000 moderni velivoli in servizio, in grado di coprire un completo spettro di ruoli, non può permettersi di lasciare nulla al caso.

Dovendola destinare a dei piloti, ci sono ragioni facilmente intuibili per scegliere un'arma individuale leggera e compatta, alla quale ricorrere in casi estremi per difesa, come ce ne sono di meno evidenti; ed una di queste ultime risiede nello stress cui verrebbe sottoposto un pilota nel malaugurato momento in cui dovesse azionare il suo seggiolino eiettabile.

Ogni grammo in eccesso del suo equipaggiamento lo solleciterà più che proporzionalmente nel momento meno opportuno; per l'aviatore svedese non è più il tempo di portarsi appresso una m/40, e pragmaticamente si ricorre a quanto di meglio propone il mercato, esattamente come si è fatto acquistando licenze britanniche e statunitensi per costruire in loco il propulsore dei nuovi aerei, invece di ostinarsi a sviluppare anch'esso in casa.

Analogamente, a decenni di distanza, messa da parte la m/58 per una più moderna m/88, che altro non è se non una Glock, si è stabilito di adottare per il personale di volo il più leggero modello 19 (m/88B), lasciando "a terra" il modello 17 (M/88).

Anche la distribuzione dei pesi ha la sua importanza; e la fondina ascellare è stata ormai sostituita da una apposita tasca della tuta di volo.

Non resta quindi che concludere riepilogando le principali caratteristiche dimensionali dell'arma, ma questa volta, invece della solita asettica tabella, propongo un estratto di un vecchio catalogo della S&W.

 

 
 

 
   

Ha le misure espresse in pollici ed once, ma chi legge concorderà con me che si tratta certamente di un peccato veniale! :-)

 

 
     
  NOTE

[a] Dopo il ritiro dal servizio dei revolver con tamburo in lega, la munizione M41 fu "rivista e corretta", portando la Pmax a 16.000 CUP, ed aumentando la velocità iniziale della palla da 220 a 290 m/s. Due munizioni di caratteristiche simili alla originaria M41 sono ancora oggi presenti sui cataloghi Remington (codice UMC-L38S11) e Winchester (codice CQ4171). Esse, comunque, sono più prestanti della munizione M41, almeno sulla carta, dichiarando le Case, rispettivamente, delle Vo di 240 m/s e 244 m/s. Per fortuna di armi con tamburo in lega ce ne devono essere in circolazione veramente poche, e la probabilità che una di esse capiti in mano ad un cretino desideroso di tirarci, contro ogni buon senso, qualche colpo, è proporzionalmente ridotta.

[b] In rete l'arma è denominata anche come "m/58 Tipo A". Tale denominazione si spiega con l'adozione, sempre da parte della Aereonautica Svedese, di altre armi in calibro 38 Special, sempre denominate m/58: un modello per il tiro a segno (Tipo B, con canna da 6 pollici) ed uno per il personale di terra impegnato nei servizi di guardia (Tipo C con canna da 4 pollici). In questi ultimi due casi si ha a però che fare con armi modello 10, con telaio in acciaio. Viene segnalata anche l'esistenza di un Tipo D, con canna da 2 pollici, e caratterizzato da impugnatura in gomma di tipo Pachmayr, ma non ho trovato indicazioni sul materiale utilizzato per il telaio di questo modello. E' comunque il caso di segnalare che ancora nel 1969 il libretto di istruzioni dell'arma fa riferimento ad un solo modello di arma, ovvero lo m/58, mentre un analogo libretto del 1976 illustra sulla sua copertina il modello m/58 (sic et simpliciter) affiancato ai modelli m/58B ed m/58C. E' lecito supporre che i "tipi" B e C siano stati adottati successivamente? Non mi piace avanzare ipotesi, mi limito a supporre che non sia corretto fare riferimento al revolver di dimensioni minori indicandolo come "m/58 Tipo A", o "m/58A".

[c] La produzione di m/58 derivata dal modello 12 dovrebbe sommare a circa 1500 esemplari, compresi tra C446xxx e C448xxx. Il campo matricolare è compatibile col ridotto numero di esemplari prodotti, anche se nulla assicura che i numeri di matricola della produzione svedese siano tutti progressivi. Ho già detto che non mi piace avanzare ipotesi campate in aria, ma quella appena esposta nella nota precedente, relativa ad una produzione di m/58B e di m/58C successiva a quella del modello base, e, almeno nel Tipo B, numericamente ancor più ridotta, potrebbe giustificare un esemplare di revolver indicato genericamente (e, forse, nel caso specifico, impropriamente) come m/58 battuto in asta ad un prezzo estremamente elevato, con numero di matricola C815268.

[d] L'adozione di una munizione nel 1972 permette di ipotizzare che anche i revolver di "tipo" B e C siano stati adottati nel 1972? Nulla autorizza questa conclusione. In primo luogo, la munizione m/72 non è così prestante da non poter essere sparata in una S&W modello 12, civile o militare che essa sia (se sparata in una canna da 2 pollici, lancia una palla da 139 grani alla velocità di soli 240 m/s, che diventano 265 m/s se la canna passa a 4 pollici). In secondo luogo, se la munizione m/72 fosse stata destinata specificatamente a dei revolver di nuova adozione, non si capisce come mai essi (tra l'altro con fusto in acciaio, e quindi diversi dal modello esistente) non avrebbero dovuto essere chiamati anche loro m/72.

[e] La Contea di Skaraborg non esiste più, dopo essere stata unita a quella di Göteborg-Bohus per dare origine ad un'unica contea, quella di Västergötland. Il termine però entra ancora a far parte della denominazione di varie organizzazioni, sopratutto private, ancora attive in quelli che erano i precedenti confini amministrativi.

 

 
  Alcuni riferimenti su Internet:

http://archives.gunsandammo.com/content/smith-wesson-model-12-airweight

http://www.gotavapen.se/gota/artiklar/swedishpistols/swedpist_g.htm

http://dutchman.rebooty.com/eldhandvapen.html

http://www.amkat.se/

http://www.flyghistoria.org/

http://www.avrosys.nu/

http://www.forsvarsmakten.se

http://www.x-plane.org/home/urf/aviation/

http://en.wikipedia.org/wiki/Main_Page