MAUSER  M1933  ETIOPE

Scheda di Bondino

Quest’arma, come tutte le EO, ha una sua storia, ed io sono riuscito, almeno parzialmente, a ricostruirla. Quando l’ho vista sulla rastrelliera dell’armeria sono rimasto colpito dalla strana iscrizione sulla culatta e dagli ideogrammi cinesi sulla placca di chiusura del serbatoio.

 

Ho acquistato il fucile ed ho cercato di risalire ai precedenti proprietari: purtroppo chi aveva riportato in Italia era morto ed il nipote si era affrettato a sbarazzarsi del ferrovecchio….. sic transit gloria mundi…. Però ricordava che lo zio era un alpino ed aveva preso l’arma in una stanza del palazzo imperiale del Negus ad Addis Abeba.

Le cose non stanno proprio così: la scritta misteriosa è amarico e la traslitterazione suona  all’incirca  Kebur-Zabagnà ossia Guardia Imperiale, che con i suoi 6 battaglioni e 20.000 uomini circa era l’unità di elite del Negus, ben addestrati (da consiglieri militari svedesi), ben armati (l’armamento dell’unità comprendeva circa 25.000 armi tra carabine FN modello 24, M1933 e carabine modello 33 identiche al k98K),  ben comandati ( gli ufficiali della guardia imperiale aveva un berretto rigido contornato di pelo di criniera di leone, criniera che si procuravano uccidendo il leone esclusivamente con arma bianca !!!)  e coraggiosissimi.

Tra l’altro la guardia imperiale era l’unico reparto dell’esercito etiope ad avere una regolare uniforme, pur rifiutando le scarpe…

 Non commettiamo l’errore di considerare l’esercito etiope come una massa di selvaggi capaci solo di attacchi  all’arma bianca contro le colonne dei colonizzatori: pur se la mutilazione e l’evirazione dei prigionieri e simili delizie erano considerate del tutto normali, i ras che comandavano le tribù erano non di rado buoni strateghi, dotati di una certa cultura e di rispetto per il valore dell’ avversario.

Le stragi di Dogali, di Adua e dell’Amba Alagi si sarebbero potute evitare se i comandanti italiani non avessero sottovalutato l’avversario, che sapeva usare perfettamente le proprie armi bianche e non aveva alcun timore di attaccare colonne armate modernamente ma molto inferiori di numero: all’Amba Alagi il maggiore Toselli comandava poco più di 2000 uomini, contro 30.000 abissini…

Per la verità tali fatali errori furono commessi non solo dagli Italiani ma anche da altri eserciti coloniali europei con il consueto “attacco al fortino”e massacro finale

Comunque, la guardia imperiale venne tenuta in riserva dal Negus fino alla battaglia di Mai Ceu alle porte della città di Dessiè, ultima speranza di Hailè Selassiè di bloccare l’avanzata italiana verso Addis Abeba. Lo scontro con la guardia imperiale venne sostenuta dalla 1’ e 2’ divisione eritrea affiancata alla divisione alpina Pusteria; dopo ore di combattimenti violentissimi e sovente all’arma bianca la guardia fu costretta a ritirarsi: la strada per Addis Abeba era aperta ed il nostro soldato italiano prese come trofeo proprio quest’arma.

Forse per la prima ed unica volta nella WWII l’esercito italiano combatté e vinse in condizioni non di grave svantaggio di materiali ed uomini.

Nasceva l’impero coloniale italiano, che sarebbe vissuto solo fino al 1941.

Esaminiamo ora l’arma: prima curiosità: l’anno che segue la designazione “Standard modell” è 1924 mentre in realtà è un modello 1933.

Il leone di Giuda segno della casata dei Negus utilizzato come simbolo di accettazione è inciso sul calcio e sul lato sinistro della canna dietro l’alzo.

 

 

 

L’Etiopia acquistò dalla Mauser in totale circa 25.000 tra fucili M1933 e carabine (identiche al k98K) negli anni 33,34,35 ; per la verità molte di queste armi non vennero pagate ma segretamente e generosamente concesse dal governo hitleriano che aveva tutto l’interesse che l’Italia si trovasse in difficoltà nella campagna etiopica e si avvicinasse di più alla Germania.

Contrariamente a quanto si crede, l’abbraccio Mussolini-Hitler era tutt’altro che inevitabile; Mussolini inizialmente non amava affatto Hitler e lo riteneva una sua caricatura .

Ricordiamo che dopo l’omicidio del cancelliere austriaco Dollfuss, Mussolini spedì al Brennero 4 divisioni bloccando di fatto l’annessione dell’ Austria, unico ad opporsi ai voleri hitleriani e se solo le democrazie europee fossero state più lungimiranti la storia avrebbe potuto essere molto diversa.

Le serie dell’arma del 33 erano contraddistinte dalla matricola precedute da A, mentre quelle del 34 ( di numero ignoto) e del 35 hanno matricola preceduta da B e con il logo Mauser e data sulla culatta.

 Infine particolare curioso sono gli ideogrammi cinesi sulla placca di chiusura di serbatoio : l’Etiopia non era certo un cliente preferenziale per la Mauser ed i fucili ad essa destinati vennero prelevati da lotti originariamente destinati al mercato cinese era assai più importante