Carabina Krag-Jørgensen modello 1896 (?)

 

Scheda di Pikappa - arma fotografata della sua collezione privata

 

Nata per i reparti di cavalleria ed a questi originariamente assegnata in dotazione esclusiva, la famiglia di carabine americane Krag-Jørgensen costituisce la versione accorciata del fucile.

Se escludiamo una variante prototipo del 1892 e la rara “Philippine Constabulary Carbine”, costruita appositamente per la polizia di quelle isole, esistono di fatto tre configurazioni della carabina Krag, denominate “Model 1896”, “Model 1898” e “Model 1899”.

Mentre non vi sono differenze meccaniche rispetto ai fucili,  le carabine 1896 e 1898 nacquero senza magliette ma con un anello fissato sul lato sinistro del calcio all’altezza del grilletto, per agganciarvi la speciale cinghia in dotazione ai cavalleggeri.

La carabina modello 1899 manca invece sia delle magliette sia dell’anello, e la sua calciatura subì un allungamento per renderla producibile con le stesse macchine che lavoravano i legni dei fucili.

Nell’uso, le sorelline minori dei lunghi Krag imbracciati dai fanti servirono fedelmente in più di un’occasione e furono apprezzatissime dalle truppe, che ne godettero la maneggevolezza e l’istintività di puntamento. A mio parere è una delle carabine più eleganti mai costruite, e la pongo senz’altro nella cerchia delle armi “sexy”, assieme alla Jungle Carbine e alla Steyr 95, ma queste sono mie debolezze personali ;-).

In base a quanto scritto si nota subito che qualcosa non va, ma procediamo con ordine definendo i punti fermi e ricordando peraltro che, come dicono i collezionisti americani, coi Krag “si può essere sicuri di non essere mai sicuri “ .

La meccanica è indubitabilmente “1896”, e lo testimonia l’alloggiamento della manetta dell’otturatore col caratteristico scasso semicircolare, eliminato dal modello 1898 in poi  assieme a quella specie di “battuta” che costituiva un’ulteriore sicurezza in caso di cedimento dell’aletta di chiusura. Dal confronto fra le due foto (a destra l’otturatore mod. 1898), si evince tra l’altro che è impossibile montare una meccanica “1896” in un calcio di modello 1898 o 1899, fucile o carabina che sia. Le dimensioni e le caratteristiche del calcio sono altrettanto indubitabilmente quelle del modello 1899: non ho una carabina 1896 originale per illustrare le differenze (magari!!!…), dunque fidatevi! :-).

 

 

 

Siamo qui giunti al primo punto controverso, che è però facilmente spiegabile: molte carabine 1896 i cui legni risultavano duramente provati dal servizio a Cuba e nelle Filippine venivano ricondizionate facendo uso di calci modello 1899 opportunamente modificati nella zona della manetta d’armamento. Ciò spiega anche la mancanza dei punzoni d’accettazione, presenti invece sulle calciature originali d’arsenale.

Ma guardiamo anche la matricola!

 

 

 

A dispetto dell’incompletezza e dell’imprecisione dei registri dell’arsenale di Springfield, gli sforzi congiunti di collezionisti e studiosi dei Krag americani hanno portato a identificare con certezza le matricole di alcune migliaia di armi, i reparti di assegnazione, e in alcuni casi le sorti, nonché la loro origine quali fucili o carabine. Ma per quanto riguardo le matricole non attribuite il campo si apre a tutte le ipotesi: anche in presenza di una matricola esattamente consecutiva ad una conosciuta, non si può essere certi che l’arma in esame sia nata con le caratteristiche di quella precedente.

La matricola della mia carabina è 49956, non è presente negli elenchi dei ricercatori, e quelle più vicine identificate con certezza sono attribuite ai fucili modello 1896. Benché fosse anche possibile che un receiver già matricolato e facente parte del gruppo dei fucili finisse poi accoppiato ad una canna da carabina, che infatti venivano allestite in base alle richieste dei reparti di cavalleria, la conclusione più immediata è che si tratti di un fucile mod. 1896 accorciato e montato su un calcio da carabina mod. 1899.

Quest’ultima ipotesi è suffragata anche dal tipo di alzo, che non è quello corretto.

Questo è infatti un alzo modello 1902 per fucile: ne fanno fede non tanto la graduazione fino a 2000 yarde - identica nel caso di questa variante sia per le carabine sia per i fucili – quanto  la mancanza del punzone “C”, tipico degli alzi da carabina, e l’altezza della curva del ritto.

 

 

 

Poi c’è il mirino, la cui forma tondeggiante non rientra tra quelle usate “ufficialmente” per i Krag, e neppure il materiale di cui è costituito.

 

 

Notato niente? La lama del mirino, benché correttamente alloggiata e fermata nella basetta da una spina cilindrica molata a filo, è di rame!! Un collezionista americano incontrato sul forum delle “Culver’s Shooting Pages” (http://www.jouster.com/guntalk.html), sostiene che era prassi usuale sostituire i mirini utilizzando come ricambio  “pennies” (centesimi) di rame o  “dimes” (decini) d’argento opportunamente limati.

Nel mio caso, l’esigenza avrebbe potuto essere quella di far coesistere e sparare con ragionevole precisione una canna accorciata sulla quale però risultava ancora montato l’alzo del fucile originale.

All’occhio del numismatico il “penny” da cui ebbe origine il mirino della mia carabina non vale più una cicca, ma io non sono un numismatico, e quel tondino in rame che fu un centesimo di dollaro agli inizi del secolo scorso ha un valore enorme!

Ulteriore particolarità è la matricola punzonata sulla pala del calcio, cosa inusuale per l’esercito regolare, ma possibile a livello di riarsenalizzazione, e che sembrerebbe comunque escludere la provenienza di quest’arma da Bannermann o altri grossisti, i quali nel primo dopoguerra diffusero sul mercato civile carabine e fucili Krag variamente rimaneggiati.

 

 

E le magliette per la cinghia da spalla che, parlando di una carabina,  non dovrebbero esserci.

 

 

 

A questo proposito l’anno 1903 vide l’arsenale di Springfield inviare a forti e caserme un “kit” di modifica destinato all’installazione delle magliette per la cinghia sulle carabine mod. 1899, ma nessuno è in grado di dire se l’intervento sia stato esteso anche ad armi “di recupero” come la mia.

Entro il 1907 tutti i Krag furono ritirati dal servizio attivo, ma la scarsità d’ armi che si rese evidente all’ingresso degli Stati Uniti nel primo conflitto mondiale li fece uscire di nuovo dal buio degli arsenali : migliaia di reclute furono addestrate facendone uso, e sei reggimenti del genio ferrovieri sbarcarono in Francia armati con un totale di Krag stimato fra 7.500 e 10.000 pezzi.

Per finire ricordiamo che, al di fuori dell’esercito, fra i mille rivoli in cui i Krag si dispersero al tramonto della loro carriera risultano la milizia, le guardie carcerarie, e una sorta di polizia rurale incaricata negli anni della grande depressione di difendere le banche di provincia dalle frequentissime rapine. Una sparatoria fra la banda Dillinger armata di mitra Thompson e quattro sprovveduti poliziotti di campagna dotati di Krag, io preferisco non immaginarla neppure…;-)

Comunque sia, più ne leggo, più la guardo, e più ipotesi si possono elaborare per cercar di capire le vicissitudini di questa elusiva carabinetta: in qualunque forma sia nata, potrebbe essere stata convertita per un uso secondario, adattando le mire e utilizzando i primi pezzi disponibili nell’officina dell’arsenale o della caserma. Nel caso specifico va notato che la canna ha palesemente vissuto, ma la volata, quand’anche derivante da un accorciamento, non mostra segni recenti d’utensile e la brunitura sfuma in maniera assolutamente naturale. Non solo: legni, ferri, marchi e punzoni hanno un aspetto coerente, e l’uniforme invecchiamento subito dona alla piccola Krag l’apparenza di chi ne ha viste delle belle un po’ dappertutto ( “been there, done that look”, lo chiamano i collezionisti americani… ;-)).

A conclusione di tante supposizioni e malgrado la non completa rispondenza al disegno originale, resta il fatto che questa arma porta su di sé la storia di un secolo abbondante, e per me che davanti ad un calcio di legno scurito e lisciato dall’uso mi perdo ad immaginare chi l’abbia maneggiato e cosa avesse intorno,

questa è la sensazione più affascinante che un vecchio fucile possa trasmettermi.

 

Un po’ di dati relativi alle carabine 1896-98-99:

 

Calibro

Model 1892, Caliber .30 Government cartridge (30-40 Krag)

Produzione

Dal 1896 al 1903

Meccanismo di ripetizione

Otturatore manuale

Lunghezza totale

41.2”  (~104.6 cm)

Lunghezza canna

22” (~55.9 cm)

Canna

Ø .308”, 4 righe destrorse, passo 1:10

Velocità alla bocca

1960 fps con palla RN da 220 grs

Caricatore

esterno, 5 colpi, caricamento a cartucce sciolte

Peso (modello 1899)

7.87 lbs (~3.5 Kg)

 

Per la bibliografia consultata e la fonti Internet rimando alla scheda del fucile Krag mod. 1898.