Carabina Silenziata DeLisle

Scheda di F. A. Mancuso, arma fotografata dal Museo delle Armi Moderne della Repubblica di San Marino

 

E' il posto giusto per parlare di quest'arma per "usi speciali"?

Su queste pagine c'è senz'altro posto per ogni arma individuale che ha portato un'uniforme, ma non sono sicuro che tutte queste belle carabine abbiano dismesso la loro, e non siano invece ancora in servizio, da qualche parte nel mondo.

Non è un caso se ho parlato di "carabine", al plurale, come si vedrà più avanti, ma andiamo per ordine.

La disfatta di Dunkerque aveva minato il morale nel Regno Unito: Winston Churchill era consapevole che non sarebbe stato possibile lanciare nessun attacco in forze contro la Germania, quindi dette ordine di creare delle unità di assalto a cui affidare il compito di prendere terra, solitamente di notte, nell'Europa occidentale occupata dalle forze tedesche per distruggere obiettivi specifici e dileguarsi secondo la tattica del "mordi e fuggi", per costringere le forze di occupazione a combattere un nemico invisibile.

Pensava che le operazioni portate a termine da queste unità sarebbero state di grande aiuto per il morale: disse che "Ci dovrebbero essere almeno 20,000 truppe d'assalto o 'Leopardi' provenienti da unità esistenti, pronti a saltare alla gola presso ogni china o piccolo approdo."

Il Ten. Col. Dudley Clark della Royal Artillery propose per la nuova unità il nome di "commando": il termine, già utilizzato durante la Guerra Boera, fu approvato da Winston Churchill, ma non fu gradito in generale dalle gerarchie militari, che preferirono riferirsi alle nuove unità col nome di "Special Service". [1]

Le reclute inizialmente vennero cercate nell'Esercito britannico, le selezioni furono necessariamente molto dure, e Churchill stesso ordinò che questi uomini fossero dotati degli equipaggiamenti migliori.

E la creatura del Sig. William Godfray DeLisle ha senz'altro avuto di diritto posto tra tali equipaggiamenti, poiché era, per quanto possibile, efficiente, precisa, letale, silenziosa, compatta e poteva uccidere un uomo ad una portata ben superiore a quella di un coltello.

Gli ingredienti della ricetta erano:
- una normale azione tipo Enfield, con un otturatore accorciato; 
- una canna camerata per il 45 ACP, alesata in modo da supportare completamente le pareti del bossolo; 
- il caricatore di una pistola, modificato per poter essere trattenuto in sede dal fermo dell'Enfield, e una robusta sede; 
- un silenziatore di grande volume, nel quale un diffusore a spirale segue una camera di espansione dei gas.

I rumori prodotti dallo sparo di un'arma sono dovuti, principalmente, al meccanismo dell'arma, all'espansione dei gas ed al movimento del proiettile in aria.

Il ricorso alla ripetizione ordinaria risolse il primo problema, e degli inserti di plastica applicati, negli esemplari di più tarda produzione, dove le superfici metalliche si incontrano misero a tacere non solo il ciottolìo dell'otturatore ma anche le critiche dei detrattori dell'arma, mentre la munizione subsonica (già in uso presso le forze armate britanniche insieme ai Thompson 1928A1) evitava l'onda d'urto che segue un proiettile supersonico.

Il silenziatore, che ha il compito di controllare l'espansione dei gas, è il cuore dell'arma.

Semplificandone la descrizione (maggiori dettagli sono disponibili nelle specifiche del brevetto) abbiamo un involucro tubolare (14) montato eccentricamente sulla canna (12) che posteriormente costituisce la camera di espansione (16), mentre nella porzione che si estende oltre il vivo di volata costituisce la camera a diaframmi (18).
Un guscio cilindrico (66) circonda la parte anteriore della canna e forma un vano anulare (68), aperto posteriormente, collegato con l'anima della canna da alcuni fori (70) ugualmente distanziati attorno alla periferia della canna.
La volata ha termine in un ugello di espansione (62).
Una serie di diaframmi ugualmente distanziati (50), supportati da due aste (solo una, numero 40, è visibile in figura) che corrono parallelamente alla canna, forniscono un percorso a spirale per il gas che sfugge dalla bocca della canna.

Quando il proiettile inizia il suo moto, spinge la colonna d'aria che si trova nella canna, creando una contropressione in prossimità dell'ugello posto in volata. Man mano che i fori praticati nella canna vengono scoperti, il gas sfugge attraverso di loro e la contropressione aumenta. Ciò aiuta l'ugello a prevenire la formazione del vuoto presso la volata, ed il rumore connesso con la conseguente implosione. Il guscio impedisce ai gas che attraversano i fori di colpire direttamente le pareti dell'involucro esterno, dando origina ad altro rumore.
Quando il proiettile attraversa i diaframmi, la colonna di gas che lo segue urta un diaframma: poiché la traiettoria del proiettile è disassata rispetto ai diaframmi, il gas è costretto a formare un vortice coassiale all'involucro, riducendo significativamente la sua velocità. Ogni diaframma può deflettere solo una porzione della colonna totale del gas, e questo rende necessario il ricorso ad una serie di essi.

C'è chi dice che sostanzialmente si tratta solo di una versione gonfiata del silenziatore Maxim, e che l'efficacia della carabina è dovuta principalmente al grande volume dell'involucro cilindrico; sia come sia, il ruomre prodotto allo sparo dell'arma è stato descritto come "il suono di libro che cada dal tavolo sul pavimento".

Ed ora diamo uno sguardo all'esemplare che illustra queste note, avvertendo il lettore che l'arma non è completamente in condizioni originali: l'involucro esterno del silenziatore era gravemente danneggiato quando l'arma è arrivata al Museo, ed il proprietario ha dovuto restaurarlo.

E' noto che gli esemplari noti di questa carabina differiscono tutti l'uno dall'altro per una serie di particolari, come se fossero stati adattati alle necessità degli "utilizzatori finali": questo esemplare non fa eccezione alla regola.

L'azione non è di tipo No.1, ma di tipo No.4, quindi questo esemplare non dovrebbe essere stato prodotto alla Ford Dagenham di Londra o dalla Sterling  Engineering Co. durante la II Guerra Mondiale; la mancanza di ogni tipo di marchio non aiuta ad identificarne le origini.

Ecco il suo lato destro ...

... quindi il sinistro, dove è evidente l'espulsore caricato da una molla, necessaria poiché il bossolo 45 ACP ha un collarino di diametro inferiore a quello del collarino del bossolo 303 British ...

... ed una vista dall'alto, che illustra la parte posteriore della canna, la rampa, il tipico elevatore del caricatore della 1911A1, la testa dell'otturatore, ed il corpo dell'otturatore. Si noti la parte anteriore della fresatura di alleggerimento praticata nella costola di rinforzo dell'otturatore: sembra che questo otturatore sia stato realizzato corto appositamente, e non sembra realizzato accorciando un otturatore già utilizzato su un fucile No.4.

Il ponte posteriore, per la lastrina, è stato rimosso, e così i suoi supporti.

Pressocché uniche le mire posteriori, di tipo fresato, vale la pena guardarle da vicino.

La diottra da combattimento è fissata al cursore, e non alla parte posteriore del ritto.
Man mano che il cursore sale, si muove anche verso sinistra, per compensare la deviazione laterale della traiettoria, curva come quella di un arcobaleno.

C'è anche una vite per la regolazione della deriva: è necessaria, poiché solo il mirino è montato sull'involucro esterno del silenziatore.

Il ritto è graduato da 10 fino a 260 yarde sulla faccia superiore, e da 0 a 64 millesimi sul lato sinistro (utile per apportare, potendole calcolare, correzioni per il tiro con forti angoli di sito).

Per finire, il mirino.

 

I primi 17 esemplari realizzati artigianalmente furono messi immediatamente in uso nella Francia occupata: successivamente altre operazioni furono portate a termine dietro le linee in Francia, Olanda, Germania. Dopo lo sbarco in Normandia, in Europa ci furono solo poche occasioni di utilizzo in cui la carabina DeLisle potesse essere idonea. Diverse carabine furono inviate in oriente, per combattere contro i giapponesi. Dopo la II Guerra Mondiale, fu utilizzata in Corea ed in Malesia.

Si dice che fosse in servizio contro l'IRA alla fine degli anni 1960, e che sia stata ancora in uso durante la guerra delle Isole Falkland / Malvine, anche se all'epoca essa avrebbe dovuto essere già stata rimpiazzata dallo Sterling Patchett Mk5 (o L34A1).

Ma si ritiene che la produzione e la distribuzione della carabina sia stata molto più diffusa di quanto sia stato sino ad ora riferito, poiché sembra che diversi Paesi abbiano prodotto una loro copia della carabina DeLisle.

La carabina nacque da una iniziativa privata, ma il profitto economico per William De Lisle fu molto limitato, poiché egli ricevette solo, come diritti, tre scellini per ognuna delle 500 carabine commissionate alla Sterling Engineering Co. (in effetti ne vennero prodotte solo 130, approssimativamente): il suo vero profitto fu la soddisfazione di aver contribuito allo sforzo bellico del suo Paese.

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[1] La traduzione (mia) che segue di un estratto da "The Boer War" by Thomas Pakenham (1979), può spiegare meglio il significato del termine "commando" (e, forse, anche perché, nel 1940, le gerarchie militari britanniche preferirono usarne uno diverso):
"Nominavano comandanti gli stessi rappresentanti civili che essi avevano eletto - incaricandoli di condurre in battaglia quei concittadini (da 500 a 2000) che costituivano ogni commando. Nei metodi del commando, nessuno aveva il compito di addestrarne i membri. Fatta eccezione per l'annuale wappenschauw (o esercitazione di tiro), gli uomini venivano lasciati combattere come avevano dovuto sempre combattere - secondo la tattica del pioniere a cavallo. Se il nemico era di numero superiore, se ne provocava l'attacco, si smontava, si prendeva copertura e si sparava, si rimontava e si cavalcava via. Nei manuali militari Europei c'era una formula nota come 'offensiva strategica, difesa tattica'. I Boeri non avevano mai visto i manuali. Ma la tattica li aveva serviti bene in innumerevoli guerre contro i nativi - e nel 1881, a Laing's Nek, contro i Britannici."

 

 

Bibliografia

* I. D. Skennerton - The Lee-Enfield - 2007, Ian Skennerton Publishing
* R. T. Rome - WWII Silent Killer Still Lives: the death-delivering DeLisle - GUNG HO, June 1984
* J. Minnery - The Commando Carbine - PMA
*
G. Marino - Il grande libro dei silenziatori - Giovanni De Vecchi Editore, 1985
 

Internet

* http://www.prexis.com/sten/homebuilder/index.php?referredby=1 un forum interessante, anche se molto tecnico.