A. J. PARKER TZ 1

(Twin Zero)

 

Scheda di Tappo, diottra fotografata dalla sua collezione.

- Cliccare sulle immagini per ingrandirle.

 

Correva l'anno 1928, a distanza di soli 3 anni dalla presentazione della PH5A la Parker Hale mise a punto una nuova diottra, da molti considerata la migliore in assoluto.

Nasceva coperta da 5 differenti brevetti la A. J. P. “TZ” n°1 dove “TZ” sta per Twin Zero, ovvero era presente un nonio regolabile e azzerabile a qualunque distanza su entrambi gli assi.

Tornò la forma dei primi modelli, con una piastra da fissare sul fianco.

Questa scelta non fu un ritorno alle “aspirazioni militari” ma una soluzione pratica che consentiva di utilizzare la stessa diottra su diversi modelli di fucili semplicemente cambiando tipo di piastra.

Esistono piastre per MLE e CLLE, fucili sempre apprezzati nelle gare di tiro anche se ormai obsoleti.

Naturalmente non poteva mancare l’apposita piastra per SMLE. :-)

Certo la “TZ” non era una diottra per tutti, era molto costosa e i tiratori meno abbienti continuarono a preferire solamente per questioni prettamente economiche la PH5A o la “vecchia” ma sempre presente BSA 9C.

La forma di questo primo modello da un senso di “spartana” robustezza, molto squadrata.

Si notano le viti che consentono la regolazione/azzeramento del nonio su entrambi gli assi.

Se azzerata correttamente a 200 yarde, sarà possibile modificare il punto di impatto a distanze diverse senza complicati calcoli con il nonio ma facendo affidamento sulla scala con le distanze prestabilite, incise nella parte destra della piastrina.

L'oculare, qui è di tipo fisso, ma grazie alla misura standardizzata del filetto, può essere sostituita con un oculare di tipo regolabile.


     

La staffa per fissarla all'arma è sagomata per avvolgere la fascetta dell'SMLE n° 1, si fissa come nella migliore tradizione senza modificare l'arma.

E’ necessario solamente sostiturie una vite, quella che tiene la guardia del grilletto che deve essere 4 millimetri più lunga del normale.

Il secondo punto di fissaggio è la vite che tiene la molla della sicura, questa non va sostituita ne riutilizzata per il montaggio come avveniva per molti altri precedenti modelli.

Bisogna solo avere l'accortezza di conservare la molla di sicura (quella a forma di "8") in un posto sicuro.

La sicura dell'arma rimane al suo posto, basterà aggiungere una normale molla a spirale (in genere fornita con la base della diottra) che si andrà ad inserire in una apposita sede e continuerà a funzionare senza problemi.

Qui si vedono le "poderose" mollette che danno la durezza ai "clic", agendo da freno sulla vite senza fine.

 

Il “clic” vero e proprio (1/2 minuto ogni clic) è dato da sfere spinte da molle che vanno ad inserirsi in appositi recessi ricavati nella parte inferiore del pomello di regolazione, sia per gli spostamenti in altezza che laterali.



Ma vediamo come si presenta sull'arma....

Qui "abbattuta", in posizione di non utilizzo, consente l'uso delle normali mire metalliche.

I movimenti dei braccetti sono dati da due "nerborute" molle con denti ben evidenti.

Una volta messi nella posizione desiderata basta avvitare leggermente le viti (basta tirarle contro con le dita anche se da istruzioni, bisognerebbe usare un apposito cacciavite o dal momento che era un “vanto” per il produttore, la testa della vite presentava un taglio molto ampio per permettere il serraggio o lo sbloccaggio utilizzando una comune moneta).

In ogni caso non c'è pericolo al mondo che si spostino.


Qui sempre a riposo... vista dall'alto...


Qui in posizione d'uso.


... qui vista dalla parte giusta ... (la foto non è granché ma non è foto facile da fare).


Questa diottra fu un gigantesco passo in avanti nella produzione di questo genere di accessori e i 5 brevetti con la quale la AJP si premurò di proteggerla gli permisero di essere il miglior prodotto per solidità, precisione della lavorazione, e precisione nel “risultato finale sui bersagli”.

Tutto ciò gli ha permesso di restare in produzione in diverse varianti fino agli anni ‘80.

La “TZ” fu la capostipite di una lunga serie di varianti che arrivò ad equipaggiare i P14/P17 fino al più moderno Enfield n°4 e modelli per l’addestramento da esso derivati (n°7 e n°8).

I vari modelli in genere si distinguono dal nome inciso.

Rimane invariata la sigla “TZ” , poi i numeri indicano il modello per la quale è destinata e l’anno di produzione ad esempio TZ 4 80 (forse l’ultima prodotta) indica il modello TZ, nata per Enfield n°4 (e derivati) variante prodotta nel 1980 ...