MUES "Light Model"

 

Scheda di Tappo, diottra fotografata dalla sua collezione

 

Sul quotidiano di Melbourne “THE ARGUS”, mercoledì 16 settembre 1942 compariva un triste annuncio:

“Ieri si è verificato il decesso a Melbourne di Mr. John Mues, noto armaiolo e tiratore. Mr. Mues per 30 anni è stato uno dei tiratori leader del Collingwood Rifle Club, e riconosciuto come uno dei migliori allenatori del Commonwealth. ... ”.

Così recitava il suo necrologio.

Per cosa ricordare una persona se non per ciò che ha fatto e ciò che ci ha lasciato. Ciò che ha fatto, è stato riportato, sicuramente in modo sintetico nel necrologio, ciò che ci ha lasciato invece, tra le altre cose, .... numerosi tipi di diottre, e tutte portano il suo nome “MUES”.

John Mues però non era un grande uomo d’affari, era più interessato a creare e usare in gara le sue diottre, non si preoccupò di aggiornare i suoi brevetti, così molti gli furono sottratti e si vide un fiorire di diottre non brevettate prodotte da piccoli artigiani, con differenze minime rispetto alle sue. Nel 1908 a Melbourne venne brevettato un primo modello. Fu subito accettata dalla NRA Australiana come ausilio per le competizioni di tiro (con un anno di anticipo rispetto alla NRA Inglese). Seguendo poi le richieste del mercato apportando qualche piccola miglioria, nel 1910 depositò un secondo brevetto, il 18.073/10 riguardante la sua diottra in versione aggiornata ”Light Model”.

Fu prodotta su ampia scala e riscosse grandissimo successo sia tra i tiratori che tra i cacciatori. Con lo stesso brevetto coprì tutte le altre diottre prodotte fino al 1936 quando a seguito di una disputa legale con “Central” si vide portar via il progetto perché non fu in grado di esibire al processo i disegni originali. Mues dovette fare alcune modifiche per non violare il brevetto sottrattogli, e così nacque il modello “Climax”. Tutte le diottre Mues erano espressamente disegnate per essere montate al posto del volley-sight o per essere montate con le piastre già esistenti sul mercato (BSA Parker Hale). Produsse nel 1928 la sua prima piastra dedicata alla diottra King (poteva essere utilizzata solo per quella diottra).

Il secondo modello differiva dal primo principalmente per il braccio orizzontale, realizzato di maggior spessore e con l’aggiunta di un nonio azzerabile.

La forma un po “spartana” ma estremamente funzionale e solida gli consentiva di essere montata sulle armi d’ordinanza. Sia direttamente, sostituendo il volley sight posteriore (in caso di modelli MLE), che tramite apposita piastra sul più moderno SMLE. Questa caratteristica gli consentì di essere menzionata nelle cronache delle storie ufficiali della guerra 1914-1918.

Venne denominata “Gallipoli Sight”. Molti tiratori impegnati nella battaglia dei Dardanelli erano, nella vita civile, cacciatori e ben conoscevano l’utilità di questo “accessorio”, abituati nella vita civile ad usarla per la caccia ai canguri, consci dell’importanza di abbattere il loro bersaglio al primo colpo senza rovinare la pelliccia, per poterle vendere a un prezzo maggiore.

Ufficialmente non venne adottata dal dipartimento della guerra durante il primo conflitto mondiale, ma visti i risultati, gli ufficiali chiudevano spesso e volentieri un occhio consentendone l’uso. Molti soldati, scrivendo lettere a casa non trascuravano di chiedere ai familiari che gli inviassero le preziose diottre al fronte. Consapevoli dell’importanza di non rovinare le pelli nella vita civile, maggiormente motivati dal portare a casa la loro pelle senza fori “aggiuntivi”.

Il fissaggio su SMLE avviene tramite una normale piastra “commerciale” come quelle di porduzione BSA o Parker Hale. La piastra viene fissata per mezzo di due punti di tenuta, il primo è la vite trasversale che si trova sulla guardia del grilletto (che andrà sostituita con la vite in genere in dotazione alla piastra, più lunga di due millimetri), il secondo punto di tenuta è la vite che tiene la molla di sicura sul fianco del receiver.

Per completare il fissaggio andrà inserita una molla a spirale (anch’essa fornita con il kit della piastra) in un apposito recesso che andrà a sostituire la molla di sicura per permettere il corretto funzionamento della stessa. La molla di sicura (quella a forma di 8) viene riutilizzata sulla piastra per dare le posizioni “uso/riposo” al braccio verticale delle diottra. Per finire un “vitone” con un largo pomello zigrinato consente il serraggio del braccio della diottra quando raggiunta la posizione voluta.

... tante parole ma ... per capire tutto basta guardare la foto :-)

Il movimento a 90° del braccio orizzontale con l’oculare avviene grazie a una molla spirale compressa nel corpo della diottra, Questa molla spinge su un cilindretto bombato da un lato, che consente non solo lo snodo ma anche il fermo in posizione, andandosi ad inserire (la parte bombata) in un apposito recesso ricavato nel braccio, sia in posizione 0° che 90°. (qui si vede ... proprio dove c’è la scritta Mues)

Gli spostamenti in altezza e in orizzontale si effettuano agendo sui pomellini zigrinati posti alle estremità. I movimenti sono scanditi da decisi “click” dati da molle che spingono delle piccole sfere in recessi ricavati nella parte inferiore dei pomelli stessi. Sul braccio verticale, posto sul lato esterno è presente un terzo più voluminoso pomello, stringendolo aumenta la durezza del “click” ma non arriva mai al blocco completo. In pratica quando la vite è allentata consente spostamenti più rapidi (anche se sempre scanditi dai “click”), quando è stretta consente spostamenti più fini. La diottra ricalca la Coeva BSA 9.

Qui la vediamo in posizione di riposo ...

 

... in posizione d’uso ...

... e una vista dalla parte giusta.

Concludo con una curiosità sulla piastra di montaggio qui fotografata, che ha una storia tutta sua e merita di essere menzionata. Avrete certamente notato il marchio di accettazione (broad-arrow) e il marchio “ MA ” in uso dal 1926 per indicare la produzione dell‘arsenale di Litghow. Mentre nella prima Guerra Mondiale le diottre non furono ufficialmente adottate; durante il secondo conflitto le armate ANZAC ne furono dotate. Queste piastre montate su fucili di produzione Australiana "n.1 Mk III* H", assemblati a Lithgow con canna pesante in combinazione con la diottra BSA 9 hanno combattuto nelle mani di tiratori scelti in tutti gli scenari di guerra in cui l’Australia fu coinvolta (2° Guerra Mondiale, Birmania, Malesia, Corea ... ).

La produzione delle canne pesanti viene indicata intorno agli anni ‘30. Si stima che le prime armi munite di diottra e canna pesante furono disponibili dal 1934. Alcune di queste armi con canna pesante e dotate di diottra furono in seguito trasformate in modelli "n.1 Mk III* HT" sostituendo la diottra con un'ottica. Furono utilizzate fino alla fine degli anni ‘70 per l’addestramento dei tiratori scelti. Altri esemplari furono smantellati e tornarono ad essere dei "normali" n.1 Mk III* con canna pesante. Queste armi sono facilmente riconoscibili per la presenza di una grossa “ H ” marcata sulla canna in prossimità del receiver (Knox Form) e sulla pala del calcio, sotto la “coda” del percussore (cocking piece).