MUES "Climax"
La Mues CLIMAX è una diottra dal passato turbolento,
frutto del genio di John Mues ma messo in dubbio da una causa legale con William Dunn che ne rivendicò la paternità. Mues, uomo sicuramente geniale, diede sempre la
priorità ai suoi prodotti lasciando in secondo piano la parte
burocratica della sua attività. Si premurò di coprire con un unico
brevetto tutte le diottre da lui prodotte dal 1910 al 1936. Questo gli costò molto caro quando nel 1934 William
Dunn (progettista della Central) presentò il brevetto 17801/34 per
una diottra estremamente simile, da questo brevetto nacque la
CENTRAL n°1. La causa iniziò nel 1934 e si trascinò per due anni,
fino a quando fu chiesto a John Mues di presentare il disegno
originale della sua diottra. Non fu in grado di farlo, così perse la
causa e fu costretto ad apportare modiche alla sua creatura per non
essere accusato di violazione di diritti di brevetto. Queste modiche
non furono necessariamente un male, perché spianarono la strada a
quella che diventerà la migliore diottra (e purtroppo anche
l’ultima) da lui prodotta, la “Mues King” che vide la luce nel 1938. Nel 1941 la “King” fu utilizzata insieme alla sua
“nemica” CENTRAL n°3 (chiamata comunemente “Bisley”) per
l’addestramento delle truppe mobilitate per l’imminente guerra. La CLIMAX, brevettata nel 1936 con numero di
brevetto 101.181/36, fu la prima diottra di Mues ad avere il braccio
orizzontale fisso. Costruita seguendo come di consueto gli standard
richiesti dal “WD” per poter essere utilizzata su fucili d’ordinanza
senza stravolgerne la conformazione. Poteva essere montata con le più
comuni piastre in commercio (su SMLE), o anche direttamente al posto
del volley sight (su MLE o CLLE, utilizzando un apposita vite
con pomello da sostituire al perno/vite che trattiene il volley-sight posteriore. Esisteva anche un apposita staffa che permetteva di montare la
diottra sugli Enfield lunghi senza dover rimuovere il volley-sight). A
differenza di tutte le precedenti diottre prodotte da Mues, non
poteva essere ripiegata sul lato permettendo l’utilizzo delle
normali mire dell’arma. Quando non in uso, semplicemente veniva rimossa e
l’arma poteva essere utilizzata con normale tacca di mira e mirino,
in alternativa, se montata su piastra tipo Parker Hale, poteva essere
ripiegata in avanti per poter riporre l’arma in un fodero. Qui una foto delle basi per vedere le piccole
di-erenze costruttive che permettono il fermo nelle due posizioni.
Sulla destra la BSA 9C, con i consueti intagli a croce che permettono alla
molla dentata (quella a forma di “8” utilizzata sulla leva di sicura
dell’SMLE) di determinare le due posizioni “su e giù” a 0° e 90°,
sulla sinistra invece la Climax, su cui sono presenti solo gli
intagli che determinano la posizione d’uso, verticale a 90°. Il piccolo scasso semicircolare nella parte
inferiore della Climax serviva per il montaggio su apposita piastra
introdotta nel 1938, che non prevedeva che la diottra potesse essere ripiegata ma
solo rimossa (piastra brevetto n° 107.423/38). In pratica la piastra
era dotata di una serie di fori filettati con un piccolo perno sporgente
che fungeva da fermo per la posizione. Anche questa diottra è dotata
sul braccio orizzontale di un foro con filetto ormai standardizzato
(40 G 1/8) che permetteva di montare
ogni tipo di oculare in commercio, sia BSA che Parker Hale, dai
più semplici ed economici con un unico foro, a quelli più raffinati
dotati di disco rotante con fori di diversi diametri fino a quelli più
lussuosi dotati di diaframma regolabile tramite levetta laterale. Qui la vediamo montata con piastra MA (Lithgow), tra
le tante piastre è quella che si presta meglio per la presenza del
grosso “pomello” che ne permette un facile smontaggio senza
dover ricorrere a cacciaviti. Si serrava a mano e poi volendo si
poteva dare un ulteriore piccola stretta utilizzando anche solo una
moneta. Qui ripiegata in avanti nella posizione di massimo
disimpegno (se qualcuno se lo stesse chiedendo, anche montata su MLE
e CLLE la posizione di massimo disimpegno rimane quella. Se
montata su questi utlimi direttamente al posto del volley-sight la
diottra non fa alcun movimento, può solo essere rimossa agendo
sull’apposita vite/pomello). La diottra è dotata di nonio azzerabile sia su
braccio verticale che orizzontale, posizionati rispettivamente sul
lato sinistro e sul lato superiore dei due bracci, quindi non ben visibili
quando in posizione di tiro (cosa usuale per le diottre sportive,
penalizzante però per quelle “militari” ). Non ha una graduazione per le
distanze perchè può essere montata tramite piastre indistintamente
su vari modelli, dall’Enfield Lungo al SMLE. La vite con la quale è
possibile spostare la piastrina con le tacche per azzerare il nonio
sul braccio verticale, ha la doppia funzione sia di fissare la lamierina che
di “finecorsa” per la massima escursione del braccio. Sono presenti
sia sul braccio verticale che orizzontale due forellini lettati che
permettono di spostare di circa 5mm la lamierina con le tacche
tramite la vite finecorsa. Accorgimento utile per la differenza tra il montaggio
diretto al posto del volley o tramite le piastre, che spostano
notevolmente a sinistra il fissaggio della diottra. Tramite questi forellini è
possibile compensare e azzerare il nonio. Le regolazioni in altezza e orizzontali si effettuano
come ormai di consueto agendo sui “pomelli” posti alle estremità dei
due braccini. Movimenti scanditi da secchi e sonori “clic”, dati
dal solito sistema con pernetto spinto da molla che va a vincolarsi
negli intagli ricavati nella parte inferiore dei pomelli. Le caratteristiche per essere una buona diottra ci
sono tutte, solidità, rigidità, scatti di regolazione decisi, scale
graduate azzerabili su entrambi gli assi, la possibilità di montare diversi
oculari, la possibilità di essere rimossa facilmente e rimontata con
minimi aggiustamenti nella taratura (in particolare sull’asse
orizzontale, piccole differenze dovute alla forza di serraggio della
vite, aggiustamenti in genere nell’ordine di un “clic” a destra o sinistra su un
bersaglio a 50 metri). Nonostante le “umili” origini non ha niente
da invidiare alle più blasonate Parker Hale o BSA, tanto apprezzate dai
tiratori di tutte le epoche. Il prezzo irrisorio di questi oggetti
(all’epoca) ha portato tiratori e armaioli a modificarle per adattarle ad
ogni tipo di arma anche moderna, dando la possibilità di avere un
ottimo sistema di mira ad un buon prezzo. Oggi sono arrivati a noi
pochissimi esemplari in condizioni originali. L’esigua quantità
prodotta (presumibilmente poche migliaia) gli permette di rientrare tra le
diottre rare, spesso apprezzate solo in Australia, oggi ambite dai
collezionisti di tutto il mondo. |