Diottra BSA No. 9

Scheda di Tappo, diottra fotografata dalla sua collezione.

 

Il “FIELD” del 24 luglio 1909 scriveva:

"L’aver consentito l’uso della diottra durante la gara a Bisley di quest'anno ha avuto come effetto un grande beneficio nei punteggi di decine di tiratori dilettanti, e la riduzione al minimo delle difficoltà per i tiratori più esperti." 

Probabilmente questa fu la “carica di lancio” per il boom nello sviluppo di questi accessori sempre più apprezzati sia dai tiratori esperti che potevano spremere al meglio le loro armi sia per i dilettanti che con minor fatica potevano raggiungere un buon punteggio.

Le diottre erano ampiamente usate nelle gare di tiro, la BSA No. 9 nasce nel 1907 ma solo nel 1909 ne fu permesso l’uso in gara nella categoria “Service Rifle”.

 

Una pagina del catalogo BSA del 1909 ripresa dal sito www.rifleman.org.uk

(Cliccare sull'immagine per vederne una versione ingrandita)

 

La BSA No. 9 fu una delle pochissime diottre ad avere prestato (seppur brevemente) servizio attivo durante la 1° Guerra Mondiale. 

Con circolare ufficiale del 28 Settembre 1915 il “War Department” comunicava l’adozione ufficiale di alcune diottre destinate a tiratori scelti. 

Alcune di queste diottre erano dei veri e propri sistemi ottici essendo dotate di una lente divergente montata sull’oculare e una seconda lente convergente, fissata all’estremità della canna o sul lato sinistro del mirino, costituendo un cannocchiale galileiano.

Sostanzialmente non differivano molto tra di loro, e ne esistevano di diversi produttori: Lattey, Martin, Neill (nota anche come Barnett) e Gibbs.

Ne esisteva anche un tipo che non prevedeva l’uso di diottra ma solo una lente fissata al posto della tacca di mira.

Due dei sistemi ottici citati nel testo. A sinistra un Neill, da montare disassato rispetto alle mire dell'arma, con la sua custodia in cuoio; al centro della lente obiettivo si nota un punto che costituisce il riferimento di mira. A destra un Martin, che sfruttava il mirino dell'arma come riferimento, con la diottra posteriore. Immagini tratte da "Out of Nowhere" di Martin Pegler.

 

Di questi dispositivi ne furono ordinati ufficialmente 15.000 in totale, e la parte del leone, verosimilmente per motivi economici [1], l’ebbero i dispositivi Lattey (9.000 esemplari) e Neill (4.250 esemplari), seguiti a lunga distanza dai tipi Martin (775 esemplari) e Gibbs (solo 100 esemplari).

Questi dispositivi se pur interessanti e funzionali avevano dei gravi inconvenienti:

- un campo visuale estremamente ridotto (2 metri a 100 metri), con soli 2 o 3 ingrandimenti;

- una maggior delicatezza rispetto alla già delicata diottra;

- una scarsa affidabilità, attribuita sia alla necessità di un montaggio in due punti diversi dell'arma, non rigidamente connessi uno all'altro, sia alla tendenza dei loro attacchi ad allentarsi sotto l'effetto del rinculo;

- eccessiva sensibilità alla polvere, all'umidità ed alle condizioni di luce (dovute all'assenza del tubo).

Per tutti questi motivi tali dispositivi furono progressivamente abbandonati già a partire dall'inizio del 1916, quando furono introdotte le prime armi dotate di una vera e propria ottica.

Solo gli Australiani continuarono ad utilizzare le diottre... ma questa è un’altra storia.

Del resto le diottre non soffrivano degli inconvenienti associati ad altri dispositivi, e lungo il corso della guerra diversi tiratori dimostrarono di saperle utilizzare al meglio.

La BSA No. 9 nasce chiaramente con aspirazioni militari e per l’uso su fucili d’ordinanza, ne è testimonianza la presenza del volley-sight incorporato nel corpo dell’alzo.

 

 

Può essere montata indifferentemente tramite le apposite piastrine su MLE, CLLE o sul più recente SMLE.

 

Come molte delle diottre per fucili d’ordinanza, o “service rifle”, ha la caratteristica di poter essere ripiegata quando non in uso lungo il fianco del fucile, lasciando la possibilità di usare le mire metalliche originali dell’arma. 

 

Quando a riposo, ripiegata sul fianco, non è ingombrante ma in caso di trasporto “maldestro” potrebbe prendere qualche colpo.

Esiste un apposita “cover” metallica di protezione, purtroppo oggi molto rara e costosa.



La diottra nonostante le dimensioni ridotte è molto solida e ben costruita, “rigida” e precisa anche nei suoi movimenti.

Vediamoli con l'aiuto di una foto esplicativa che può essere vista ingrandita cliccando su quella qui sotto:

Cliccare sulla foto per vederla ingrandita.

La rotazione di 90° gradi per portarla dalla posizione di riposo a quella d’uso viene determinato dalla molla della sicura che con i suoi due dentini determina le posizioni, verticale o orizzontale inserendosi in apposite scanalature ricavate nella base della diottra (3).

Una volta messa in verticale, il braccetto con l’oculare si piega di 90° portando l’oculare in asse con il mirino, la posizione stabile del braccetto è data da una molla (4) anch’essa con denti che si inseriscono in fessure (9) determinando la posizione corretta e stabile.

Agendo sul pomellino (1) si muove la diottra con spostamento fine in senso verticale tramite una vite senza fine (8).

Svitando il pomellino (2) si svincola la vite senza fine dalla sua copia (7) fissata allo stelo permettendo spostamenti rapidi in senso verticale.

Agendo sulla testa zigrinata (6) si sposta in senso orizzontale l’oculare.

Contrassegnato con il (5) l’occhiello fisso del volley-sight.

Per poter essere utilizzato la diottra deve essere in posizione di uso, verticale con braccetto piegato in asse con il mirino. Su entrambi gli assi sono presenti scale graduate per le regolazioni.

Qui vediamo la diottra in posizione d’uso, si può vedere anche il foro del volley-sight.

 

Concludo con una “nota” sul volley-sight.

Con circolare del 2 Gennaio 1916 il Ministero della Guerra (WD) comunicò ufficialmente che i fucili modello MKIII dovevano essere convertiti in MKIII* mentre quelli prodotti dalla sopra citata data dovevano “nascere” privi del volley-sight.

Per dovere di cronaca, il passaggio dal MKIII al MKIII* prevedeva, oltre alla rimozione del volley-sight, anche la rimozione del cut-off, l’eliminazione dell’attacco per l’anello della cinghia in prossimità del caricatore (sostituendolo con un'asola per poter fissare la “cover” in tela per proteggere dal fango l’azione), e, per ultimo, la modifica al percussore per permettere a questo di essere smontato ricorrendo all'apposita chiave a tubo 

Questo solo per dire che questa diottra con volley-sight fece la sua epoca... soltanto un’altra diottra nacque provvista di volley-sight ... vedremo anche lei ... ;-)

 

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Note

[1] Questi "cannocchiali senza tubo" non erano particolarmente a buon mercato: un Gibbs costava 5 Sterline, un Martin 3 Sterline, un Neill 1,50 Sterline (o, se si preferisce, 1 Sterlina e 10 Scellini). Solo il più semplice Lattey scendeva a 7 Scellini e 6 Pence, il che ne giustifica la produzione in massa.

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Bibliografia

I. D. Skennerton - List of Changes in British War Material, Vol. IV - Ian Skennerton Publishing, 1993

M. Pegler - Out of Nowhere - Osprey Publishing, Oxford, 2004

 

Siti Internet

www.rifleman.org.uk