A. J. PARKER Plus 5

 

Scheda di Tappo, diottra fotografata dalla sua collezione.

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Questa è stata la mia prima diottra, acquistata quando ancora non sapevo che sarei diventato ne collezionista di armi exordinanza, né tantomeno collezionista di diottre. Verrebbe da pensare: “chi ben comincia...” :-)

Non è rarissima ma è difficile trovarla completa in ogni parte ... ho avuto fortuna.

Nel 1939, undici anni dopo l’uscita della Twin Zero, la A. J. Parker lanciò una diottra che ne ricopiava le principali caratteristiche, in versione più leggera, nasceva la A. J. P. Plus5.

E’ stata definita la migliore diottra per SMLE, si presenta a mio avviso più elegante rispetto alla TZ, le forme arrotondate si sposano bene con le linee dell’SMLE.

Grazie alla solita piastrina era possibile adattarla ancora ai sempre presenti Enfield Lunghi (CLLE).

Tra le migliorie riportate, oltre all’alleggerimento della struttura (mantenendone però la solidità e rigidità), presentava le viti di bloccaggio dei braccetti maggiorate e con una zigrinatura per renderne possibile un agevole serraggio con le dita (senza l’ausilio di attrezzi o di monetine).

Qui la vediamo a riposo, ripiegata sul fianco. Rimane comunque voluminosa e ingombrante, in modo particolare se non si rimuove l’oculare (che poteva essere ad un foro o come in questo caso a 6 fori di dimensioni variabili grazie a un disco sporgente nella parte inferiore dell’oculare. Ruotando il disco di un clic si cambia la dimensione del foro.

Si può notare sul braccio verticale il doppio nonio, uno con le distanze, l’altro con un semplice verniero, mentre sul braccio orizzontale un semplice verniero. Anche qui abbiamo gli spostamenti in orizzontale e verticale scanditi dal sistema a sfere. (1/2 min. ogni clic). Come la TZ se azzerata correttamente a 200 yarde, sarà possibile cambiare il punto di impatto leggendo la distanza sul lato destro della piastrina con il nonio.

Qui la vediamo in posizione normale d’uso. Si può notare sull’oculare, nella parte inferiore il dischetto sporgente che consente di variare la dimensione del foro.

Qui a riposo, vista dall’alto, rende bene l’idea dell’ingombro di questo accessorio

E’ forse il caso di spendere 2 parole (ma proprio 2) sull’oculare montato.

Il filetto è stato standardizzato sin dal 1909 con il “boom” delle diottre nelle gare di tiro, in modo da rendere gli oculari intercambiabili in base alle esigenze dei tiratori e alle condizioni di luce.

Oculari con fori variabili non furono subito visti di buon occhio (potrebbe sembrare una battuta :-) ).

Molti tiratori preferivano avere nell’immancabile cassettina per gli accessori oculari di diverse dimensioni con fori di diversi diametri per compensare tutte le possibili variabili sul campo.

Il tempo però diede ragione ancora una volta all’esperienza dei migliori tiratori che da sempre collaborarono al fianco degli ingegneri della Parker Hale per creare prodotti al “top”, gli oculari con fori variabili o diaframma regolabile ben presto si diffusero.

Questo particolare oculare è un Parker Hale PH60, prodotta intorno al 1954. E’ costituito da un corpo in due parti avvitate.

 

Era possibile inserire tra le due parti sia filtri colorati (trasparenti, azzurri, marroni, gialli, arancioni..questi ultimi due colori molto apprezzati in caso di nebbia) sia piccole lenti di correzione approvate dalla NRA.

Una piccola nota, l‘ NRA Australiana ha accettato molto prima dell’NRA Inglese l’uso di lenti correttive, asserendo che la gara doveva essere una gara di tiratori non una gara a chi ci vedeva meglio. (.....)

foto dal sito www.rifleman.org.uk

Inoltre era possibile ruotando il disco scegliere tra fori con 6 diversi diametri, variabili tra  .03" - .04" - .05 " - .06" - .07" - .08".

Il disco ruota all’interno del corpo e le posizioni sono date da una piccola molla con sfera che si incastra nelle scanalature che si vedono nella precedente foto sul bordo del disco. Il foro al centro del disco naturalmente serve per fissare lo stesso al corpo dell’oculare.

Vorrei tanto poter dire qualcosa di più, ma pur essendo un gran bel pezzo, non ha, o, almeno, non sono a conoscenza di qualche particolare storia che meriti di essere riportata. Posso solo dire che il suo lavoro a distanza di 77 anni lo fa ancora bene ;-)