Carabina da Cavalleria 88
Scheda di Wittwer - arma fotografata della sua collezione privata
Alla fine del XIX secolo la
cavalleria, la cui utilità nelle guerre di posizione che si sarebbero
Nonostante questa epica visione già ci si rendeva conto come anche per la cavalleria le sole armi bianche non bastassero più per cui dotare i cavalieri di un’arma adeguata alle loro esigenza divenne un imperativo.
Nell’esercito tedesco
prima dell’adozione del sistema Gew. 88 la cavalleria era armata di
carabine Mauser mod. 71 monocolpo mentre alcune
unità avevano in dotazione degli Chassepot preda della guerra Franco Prussiana
opportunamente accorciati e ricalibrati per usare la cartuccia
L’esigenza di un’arma per la cavalleria era sentita ma si dovette dapprima pensare a riarmare la fanteria per cui fu solamente nel 1891, dopo che i prototipi erano già stati montati a Spandau nel 1888, che si iniziò la distribuzione della carabina oggetto di queste righe.
Adottata ufficialmente il 4 Novembre del 1891 usava lo stesso otturatore del fucile con l’unica differenza costituita dalla manetta d’armamento piegata e con forma di “cucchiaio” ( spoon per gli anglofoni o Loffel per i tedeschi).
Anche la carabina aveva un manicotto che rivestiva la canna con l’intento di proteggerla mentre si sarebbe invece rivelata ricettacolo di umidità e quindi di ruggine.
La modifica della manetta d’armamento era pensata per offrire minori possibilità di impigliarsi in sella e briglie.
L’attacco della cinghia differiva dal fucile ed era costituita da un’asola ricavata nella pala del calcio in cui passava una estremità della cinghia (come sarebbe successo anni dopo con il K98).
L’alzo adottato era una copia in miniatura di quello del fucile
e la cartuccia, per cui
la corta carabina era camerata, era la stessa di quella del fucile con
conseguenti impressionanti vampe alla bocca ed importante rinculo.
Detto fatto fu approvata ed adottata per le suddette truppe la carabina mod. 1891 che differiva dalla precedente unicamente per essere dotata del gancio per l’affastellamento.
A dire il vero della Kar. 88 vennero create anche altre due versioni: quella per la Gendarmeria (Gerdarmeriekarabiner 88) e per la polizia di frontiera (Zollkarabiner 88) che vennero dotate di attacchi per la cinghia tradizionali e in cui furono modificati i bocchini per potervi inastare una baionetta.
La carabina per la Gendarmeria si distingue dall’altra per avere ricavato nel calcio un recesso atto ad accogliere un pacchetto di caricamento.
Entrambe inoltre hanno il segmento terminale della
canna non coperto dal legno per potere inastare la baionetta.
Una particolarità della
numerazione delle carabine è che venivano numerate in blocchi di 9999 distinti
da una lettera alfabetica (a dalla 1001 fino alla 1999, b dalla 2001 e così via)
Alla costruzione delle carabine furono destinate due fabbriche solamente, le altre essendo impegnate con la costruzione dei fucili. Le due fabbriche erano: V.C.Schilling e C.G.Henel entrambe situate a Suhl.
Nel 1891 essendo quasi terminato il riarmo delle truppe di fanteria l’arsenale statale di Erfurt fu riattrezzato per la produzione anche delle carabine.
Nel frattempo a distanza di pochi anni dalla sua introduzione in servizio il Gew. 88 divenne, con l’adozione del Infanteriegewehr 98, obsoleto, essendo il nuovo arrivato il migliore dei fucili dell’epoca.
A guastare la festa ci si misero i francesi con
la creazione della Balle D
L’alto comando (G.P.K.) decise di correre ai ripari.
Di palle Spitzer ci si era già interessati studiando le numerose esplosioni di canne dei Gew. 88. Si era arrivati alla conclusione che le palle della Patrone 88 per la loro forma causassero eccessivo attrito ed anomali aumenti di pressione cosa che con le palle Spitzer non si verificava.
La
sperimentazione andò avanti con la creazione di una nuova polvere, la Spandau
683 o polvere S
La
nuova palla (Geschoss S) aveva un diametro di 8,22 mm e pesava 154 gr (
Il problema era che c’era la palla ma non il fucile.
In effetti anche i nuovi Gew.
98 erano stati costruiti pensando di camerarvi la vecchia 88 e solo quelli
costruiti dal
Ai Gew. 98 costruiti prima del 1903 venne anche sostituito l’alzo per adattarli alle traiettorie più tese della nuova cartuccia.
Ai Gew. 88 ed alle Kar. 88 modificate venne impressa una S sulla camera di cartuccia.
Molti furono i Gew. 88 (fucili e carabine) che subirono questa
trasformazione a partire dal 1905.
Sulle carabine mod. 88 troviamo i numeri di matricola punzonati sulla culatta, sul gruppo scatto, guardia del grilletto, coperchio del serbatoio, magliette, sul nasello, sul mirino e sull’otturatore.
E’ normale che le matricole non siano riportate sulle altre parti della carabina, mentre i numeri finali della matricola sono riportati sulle viti del gruppo serbatoio.
Marchi imperiali di accettazione sono presenti sul calcio,
mentre i marchi di reparto sono riportati sul nasello
e sulla fascetta della canna.
Carabine di questo tipo furono sostituite dai Mauser K98 AZ nel periodo dal 1908 al 1919. Vennero reintrodotte in servizio nel 1914.
Pare che oltre ai tre modelli più conosciuti (Cavalleria,
Gendarmeria e Dogana) vi fosse anche un quarto tipo ottenuto per accorciamento
di Gew. 88 di surplus, dopo l’introduzione i servizio del Gew. 98. C’erano due
ditte ad Amburgo che vendevano per posta spedendo le carabina a corpi militari,
commercianti e singoli individui. Pare che una di queste due ditte trasformasse
i fucili Gew. 88 in carabine
Lunghezza totale | 995 mm |
Lunghezza canna | 435 mm |
Peso (arma scarica) | 3,15 kg |
Capienza del caricatore | 5 cartucce contenute in lastrine tipo Mannlicher |
Funzionamento | A ripetizione ordinaria, con otturatore scorrevole-girevole tipo Slegelmilch. |
Mire | Anteriore a V invertita Posteriore a V regolata a 300 metri e con foglietta ribaltabile e regolazioni fino a 1200 metri |
Calibro | 8 |
Velocità ed Energia Cinetica alla bocca | 630 m/s - 295 kgm |
Bibliografia
§ Paul S. Scarlata - A Collector's Guide to the German Gew. 88 "Commission" Rifle - Mowbray Publishers, Woonsocket (R.I.), 2007