Fuori l'autore!

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Note virtuali semiserie per chi ricorre alla carta in modo sbagliato, e per chi non vi ricorre affatto.

 

di F.A.Mancuso

 

L'affermazione per cui i due più noti sistemi di chiusura che affidano il loro funzionamento ad una coppia di rulli siano sovrapponibili può sembrare eretica, ma, anche se è evidente che per funzionare l'un sistema deve ricorrere ad un corto rinculo di canna, mentre l'altro riesce a farne a meno, essa non deve essere liquidata come frutto di ignoranza.

 

Ignorante, semmai, rischia di rimanere chi, pretendendo di sapere tutto, invece di porsi domande e confrontarsi con gli altri, si limita ad emettere giudizi.

 

Questa potrebbe essere la morale di una storia che ha inizio qualche anno fa, e che ora credo sia opportuno raccontare.

 

E' il 24 Settembre del 2004 quando la scheda sulla CZ52 viene pubblicata su questo sito: è una delle ultime tre schede preparate da Absolut, ma forse non ve la aggiunge neanche lui, dato che la gestione è appena passata a Bondino ed LMB [1].

 

Complice il testo di Enrico L. Appiano [2], al tempo anch'io. come molti, sono ancora portato a schematizzare come ho imparato a fare, ovvero:

 

- MG42 = CZ52 = Stecke (con il corto rinculo di canna, come si può verificare nelle due seguenti immagini, nelle quali rimane invariata la posizione del blocchetto che durante il funzionamento resta immobile rispetto al telaio dell'arma);

 

 

- CETME = H&K = Vorgrimmler [3]

 

 

Del resto apprendo certe nozioni in un periodo in cui ho grossi problemi ad accedere ad Internet (verosimilmente anche perché al tempo Internet ancora non esiste ), ed il brevetto di Stecke, seppur citato in modo compiuto da Appiano, è per me di difficile reperibilità. [4]

 

Ma nel 2004 la musica è cambiata, e quello che mi viene spedito quando chiedo spiegazioni è questo brevetto, richiesto negli Stati Uniti da Edward Stecke il 30 Giugno del 1934, e rilasciatogli il 10 Agosto del 1937 col numero 2089671.

 

E nel brevetto la canna è fissa rispetto alla scatola di culatta.

 

 

Non è un errore nei disegni, la descrizione che li accompagna e che leggo non lascia margine a dubbi, è quella di un sistema che racchiude diversi elementi che fino ad ora sono stato abituato ad associare distintamente alla MG42 ed al CETME, e che riassumo di seguito per chi non volesse interrompere la lettura ed andare immediatamente ad approfondire sul documento originale.

 

La canna è fissa rispetto alla scatola culatta, l'otturatore è in due pezzi: un corpo otturatore (1) vero e proprio, che contrasta con il fondello del bossolo della munizione, ed una slitta (3) mobile rispetto all'otturatore, sulla quale agisce la molla di recupero, che spinge anche il percussore lanciato (9), solidale alla slitta.

 

Al momento dello sparo l'otturatore (1) tende ad arretrare, ma, così facendo, fa ruotare verso l'interno ed all'indietro due corte e tozze leve (2), ognuna delle quali contrasta con le sua estremità più esterna con la parete inclinata (8) di un recesso ricavato nella scatola di culatta (15): il repentino movimento delle leve viene pressocché immediatamente arrestato dall'urto contro il corpo cilindrico (17), che fa parte della slitta (3), la cui presenza impedisce alle leve di uscire dal recesso.

 

In questo momento le leve non hanno urtato solo perpendicolarmente contro la slitta, ma anche parallelamente ad essa, contro il suo scalino (16): questa componente dell'urto imprime alla slitta un impulso che la lancia all'indietro.

 

Dopo che la slitta (3) è arretrata di una misura determinata, le leve, non più vincolate dalla porzione cilindrica (17) della slitta, possono rientrare nel corpo dell'otturatore, e l'otturatore, non più vincolato al prolungamento posteriore della canna, potrebbe già arretrare.

Stecke, per garantire una decisa estrazione, si è cautelato aggiungendo una coppia di acceleratori del moto dell'otturatore, incernierati alla parte posteriore di questo.

 

Le leve (2) di Stecke svolgono diverse funzioni, ma, ai fini di queste note, è utile sottolineare che esse:

- mantengono chiuso l'otturatore finché lo spostamento di un elemento mobile [5] non rende accessibile un vano in cui esse possono  spostarsi, liberando il vincolo (così come fanno i rulli presenti sulle armi "tipo MG42");

- come i rulli presenti sulle armi "tipo CETME", impediscono l'apertura dell'otturatore mettondo in reciproco contrasto la carcassa dell'arma con la testa dell'otturatore e con la sua slitta.

 

Sembrerebbe che a Stecke non sia mancato molto per arrivare direttamente a delineare quello che sarà il meccanismo del "CETME"; quel "poco che manca" però richiede un colpo di genio nel ridisegnare, in una sintesi estremamente raffinata, i poligoni delle forze in gioco, e quindi i componenti del meccanismo, per fare in modo che carcassa, testa e slitta entrino e restino in contatto a due a due contemporaneamente per mezzo dei rulli, e che ogni minimo successivo arretramento della testa venga trasmesso, attraverso la carcassa, alla slitta.

 

Forse Stecke non riesce ad averlo, e forse per i suoi fini non ha bisogno di altro. E' comunque opportuno far notare che nel brevetto ogni funzione è svolta da una porzione ben distinta ed identificabile di un componente; se questo da un lato mette al riparo da dubbi interpretativi (ed un brevetto ha anche questo scopo), dall'altro lato impone un disegno più complesso, quindi nemico della sintesi, di quei singoli componenti che svolgono più funzioni, e delle dimensioni più ingombranti di quelle ottenibili nella loro realizzazione concreta.

 

Il brevetto di Stecke è stato presentato nel 1934, e nello "Small Arms of the World" viene riferito di un esemplare da dimostrazione di un'arma basata sul suo brevetto cadde in mano tedesca dopo l'invasione della Polonia, ma è comunque possibile che i brevetti che proteggono la MG42, richiesti dalla Johannes Grussfoss nel 1937 e nel 1938, entrambi basati sul corto rinculo di canna, abbiano avuto alla base lavori del tutto originali dei suoi dipendenti Werner Gruner e Kurt Horn (sottolineando che il secondo dei due rivendica non tanto il meccanismo come tale, ma la sua realizzazione in una forma che porta alla riduzione delle sollecitazioni alla struttura dell'arma, per poter far esteso ricorso, nella sua realizzazione, alle tecniche dello stampaggio).

 

Personalmente mi piace pensare che il nome di Stecke non sia stato associato per lungo tempo a quello della MG42 solo per un caso, e che l'idea originale di Stecke sia stata inizialmente modificata per risultare realizzabile nella forma utilizzata dalla MG42, sfruttando soluzioni già sperimentate come coadiuvare il corto rinculo di canna con un tromboncino rafforzatore di rinculo.

 

E' anche possibile che dalla MG42 si sia arrivati, per vie indipendenti, e quasi contemporaneamente, a ben tre armi con ritardo di apertura controllato da "rulli" [6], e più specificatamente:

- presso la Grossfuss, nel 1944, alla MG42V (seguita dalla MG45);

- in casa Mauser, intorno al 1943, a cura di Karl Mayer, a quello che nella sua forma più evoluta sarà lo Stg45(M);

- sempre in casa Mauser, a cura di Ludwig Vorgrimmler, ad una mitragliatrice pesante per aviazione.

 

Ma il tutto diventerebbe più credibile in presenza di un comune "anello di congiunzione", ruolo che il brevetto di Stecke potrebbe rivestire egregiamente, per i motivi già detti, anche se accettare questa idea costringerebbe a dover ammettere che un seme dell'ingegno polacco abbia attecchito in terra germanica.

 

Solo supposizioni, ma forse è quel che serve per sollecitare un pubblico spesso un po' troppo pigro ad una partecipazione più attiva: grazie anche alla idiosincrasia che Absolut ha verso le fonti bibliografiche, Bondino ed LMB non vengono messi a conoscenza del brevetto, e la  sollecitazione non si concreta.

 

E' solo nel Febbraio del 2008 che assumo la gestione del sito, e preferisco dare la precedenza all'aggiunta di nuove schede, piuttosto che rivedere quelle esistenti, e sorvolo sul fatto che esistono le condizioni per poter presentare una novità ai lettori.
Possibilità che sfuma definitivamente quando, nel 2008 vengono pubblicati:

- di Maxim Popenker e Antony G. Williams, "Machine Gun" (ISBN 978 1 84797 030 S) [7];
- di Andrea Allemandi, sul numero di Novembre di TAC Armi, un articolo sulla CZ52.

 

Perché dunque aggiungere ora queste note?

 

Sia nel libro che nell'articolo si fa riferimento al reale contenuto del brevetto rilasciato a Stecke, ma, a mio avviso, non se ne mette in luce la reale portata, quando non si nega del tutto l'importanza che finora gli è stata attribuita nello sviluppo della MG42.

 

Poi, a fare piazza pulita, arriva questo articolo apparso sull'autorevole rivista tedesca VISIER nel Giugno nel 2009, che ignora del tutto il nome di Stecke ed identifica nello stesso gruppo di lavoro che aveva sviluppato la MG42 l'artefice del successivo sviluppo della MG42 V e dello StG 45.

 

E, per finire in bellezza, leggo anche sentenze sputate gratuitamente, contro siti come questo (ma anche contro Internet nella sua intierezza, e a Roma esclameremmo: me cojjoni!), non a caso da chi nella rete cercò di pescare, e che finì per cadervi con tutto il trampolino che ancora lo sopporta.

 

Tornando a parlare di armi, le considerazioni finora esposte non hanno certo la pretesa di definire cosa sia avvenuto nella realtà: in definitiva, un brevetto rivendica un'idea, ma dietro di essa occorre la presenza di una solida sperimentazione che ne garantisca il funzionamento.

 

Altrimenti la chiusura della nostra MG42 avrebbe potuto benissimo essere stata sviluppata a partire nientepopodimeno che da... un giunto ad innesto rapido per applicazioni idrauliche!

 

Come quello raffigurato qui sotto.

 

 

Questo è il brevetto più remoto che ho trovato sull'argomento, rilasciato nel 1925 a Vanus C. Fogelberg, cittadino statunitense, a dispetto del nome mitteleuropeo: chiunque avesse avuto la necessità di un sistema di chiusura a corto rinculo di canna dopo quella data  avrebbe potuto ispirarvisi.

 

Come feci io, quando, all'età, ormai lontana, di 15 anni, senza ancora sapere cosa fossero una MG42, o una CZ52, "inventai" un dispositivo di chiusura (ahimé, già esistente [8]) simile a quello che caratterizza le due armi, applicandolo ad una grossa pistola automatica, ed ispirandomi, per l'appunto, a questo oggetto.

 

Che cosa state dicendo? Mancano i rulli?

 

Nessun problema, ecco qui il brevetto di Daniel G. Adams, richiesto nel 1928 e rilasciato nel 1932, e quindi anch'esso antecedente alla MG42, che presenta delle sfere per realizzare la chiusura, insieme ad altre caratteristiche del giunto che poco hanno a che vedere con le nostre armi... o forse no?

 

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Bibliografia aggiuntiva

 

* E.C.Ezell - Small Arms of the World Stackpole Books, 1983

 

 

[1] E' infatti dell'immediatamente successivo 27 Settembre una mia e-mail ad LMB con la quale chiedevo chi fosse l'autore della scheda, per segnalargli quella che al tempo sembrava anche a me un'incongruenza.

 

[2] E. L. Appiano - Revolver e pistole automatiche – EPLI, Curno, 1976. Sebbene sia classificabile tra i testi "generalisti" è lecito affermare che si tratti di un testo ancor oggi importante per il lettore italiano. Se poi questo non ha, o non vuole avere, dimestichezza con Internet, o con la lingua inglese, si può affermare tranquillamente che sia un testo fondamentale.

 

[3] Ignorando volutamente i suoi predecessori arrivati più o meno a guerra finita.

 

[4] Anche per motivi economici. L'occasione è buona per sottolineare che nell'epoca di Internet siano poi nati dei siti che mettono gratuitamente a disposizione del visitatore database ed efficaci strumenti di ricerca, ma che essi, purtroppo, non siano la regola... alla faccia della libera condivisione delle informazioni, come al solito. :-(

 

[5] Si tratta di spostamento relativo, quindi poco importa che nel disegno della MG42 a spostarsi sia l'insieme canna-otturatore rispetto al telaio fisso, mentre in quello di Stecke si sposti un diverso elemento rispetto all'insieme, fisso, canna-otturatore.

 

[6] Le virgolette sono d'obbligo, in quanto nelle armi che adottano questo sistema di ritardo di apertura non sempre i "rulli" sono tali: si veda, come esempio di arma abbastanza nota ai visitatori di questo sito, lo StGw57.

 

[7] Di solito non indico i codici ISBN, ma se dimostro di superare le mie idiosincrasie, forse qualcun altro farà lo stesso con le sue... :-)

 

[8] Ammetto che fu piuttosto triste, anni dopo, scoprire che ero stato preceduto non solo in questa "invenzione", ma anche in quella del blocchetto rotante di Revelli, che avevo "inventato" l'anno prima.