LE BAIONETTE DEI VETTERLI

 

 

La storia delle baionette italiane dell’età post unitaria nasce con l’introduzione del fucile di progettazione svizzera, denominato Vetterli italiano in cal. 10,4 ufficialmente adottato con la circolare del 11 agosto 1871.

La “Sciabola Baionetta Modello 1870” ha la lama dritta della lunghezza di cm 52, il braccio di guardia ricurvo verso la lama, la leva di svincolo dal vivo di volata a molla esterna e le guancette in bachelite scura.

Essa introduce anche in Italia il concetto, già in ampiamente sviluppatosi presso gli altri eserciti europei del XIX secolo, di un’arma da fianco che fosse utilizzabile nel combattimento corpo a corpo come la classica sciabola e che, allo stesso tempo, potesse svolgere la funzione di baionetta (arma fondamentale nella strategia militare di quel periodo).

Il disegno dell’arma è molto elegante (come molte delle Sciabole Baionette dell’epoca) e, malgrado gli svizzeri avessero già delle ottime baionette per i loro Vetterli, la baionetta italiana si discosta parecchio dalla sorella svizzera.

Si tratta di un’arma di buona fattura che ha veramente fatto la storia d’Italia, rimanendo in servizio attivo (subendo varie modifiche) dal 1870 fino oltre la prima guerra mondiale!

Nel 1887 il fucile Vetterli, come è noto (e se non è noto andate a dare un’occhiata alla scheda di Absolut ) fu modificato con l’introduzione di un serbatoio (Vetterli-Vitali). Ed è proprio nel 1887 che la Sciabola Baionetta Mod.1870 viene leggermente modificata praticando una piccola incisione alla base dell’anello di tenuta, sostituendo le guancette in bachelite con quelle in legno (decisamente più robuste rispetto alle sollecitazioni cui è sottoposta un’arma sul campo di battaglia) e accorciando la molla di svincolo, che non viene più tenuta in sede dalla seconda vite (cioè quella più vicina al braccio di guardia), ma dalla prima vite.

Da tale modifica deriva la “Sciabola Baionetta Modello 1870/87”.

Tengo a precisare che i modelli indicati possono spesso trovarsi in forme ibride.

Molte Baionette infatti non hanno le guance in legno, pur avendo la leva di svincolo corta e l’anello inciso. È quindi abbastanza difficile distinguere i due modelli. L’unica caratteristica distintiva certa è l’anello inciso alla base, risalente alle modifiche d’arsenale del 1887. Tuttavia, secondo alcuni (A. Carter), tale incisione non ha a che vedere con la modifica del ’87, ma fu compiuta in precedenza, intorno al 1875. Secondo altri le guancette in legno venivano apposte solo per riparare le guancette originarie, in caso di rottura di queste ultime, e non costituirebbero dunque elemento qualificante alla determinazione del modello.

Fatto sta che è possibile trovare sia esemplari con guance in legno (…ma diffidate dalle imitazioni!) che in bachelite.

Normalmente entrambi i modelli sono punzonati sul braccio di guardia con la matricola a due lettere (più raramente una lettera sola) seguite da quattro numeri. Alla base della lama presentano il marchio dell’arsenale di produzione (ad es. “Terni” o “Brescia”) oppure l’abbreviativo dello stesso (una delle mie è siglata “T.A” cioè l’arsenale regio di Torre Annunziata).

Il fodero previsto per entrambe è in cuoio nero con accessori in ottone. Il primo tipo, molto più raro, ha un bottone semi sferico che si aggancia alla tasca in cuoio e la parte terminale molto allungata.

Il secondo tipo di fodero, anch’esso in cuoio con accessori in ottone, invece ha una linea molto simile al tipo di che siamo abituati a vedere nelle baionette del Modello ’91.

Spesso i foderi riportano la data ed il luogo di fabbricazione (una delle mie riporta la scritta “Torino” e la data 1880).

Esiste anche una versione del modello ’70 per truppe con particolari incarichi come genieri e artiglieri: la “Sciabola Baionetta da Truppe Speciali Modello 1870”.

Questo particolare tipo di baionetta, in uso dal 1871 in poi con il fucile Vetterli per “Truppe Speciali”, aveva l'impugnatura comune al Mod.70 e la lama con sezione cruciforme della lunghezza di circa cm 28.

Secondo alcune fonti, citate dallo stesso Walter, esiterebbe un’ulteriore variante del Mod.70 nata, apparentemente, per il fucile da marina modello 1882 (Vetterli-Bertoldo). Tale modello, in tutto e per tutto identico alla normale sciabola baionetta da fanteria, dovrebbe avere la lama lunga circa cm 35.

Ufficialmente la Sciabola Baionetta Mod.70 va in congedo con la progressiva entrata in linea della sciabola baionetta Mod.91 a partire dalla circolare del 29 marzo 1892.

Ma la storia delle Vetterli continua e, allo scoppio della ‘Grande Guerra’, molte delle ‘vecchie’ baionette del 1870 vengono tirate fuori dagli arsenali e, opportunamente manipolate, spedite in linea con i fanti, a fianco dei loro vecchi compagni d’armi: i fucili Vetterli Mod.70/87/16 convertiti per l’occasione in cal.6,5.

La seconda giovinezza di queste armi viene ottenuta accorciandone la lama fino a circa cm 26 (accorciandone anche i foderi) e amputando il braccio di guardia dalla curvatura in giù, rendendolo praticamente dritto.

Da questa ulteriore modifica nasce la “Sciabola Baionetta corta Modello 70/87/15” (le tre date indicano rispettivamente nascita, prima e seconda modifica).

 

 

 

 

A quanto pare queste armi furono distribuite solo ai reparti della Regia Milizia Mobile. Ovviamente, anche per tali armi ‘derivate’ vale quanto sopra detto per le baionette lunghe:

anche del Mod.70/87/15 possiamo trovare guancette in legno o bachelite, leve di svincolo corte e lunghe e anche baionette che della modifica del 1887 non hanno vista traccia, come una delle mie che è in tutto e per tutto un esempio di Sciabola Baionetta Mod.1870, ma con la lama accorciata nel 1915! Anche dei foderi di queste armi è possibile avere degli strani incroci: quello raffigurato nella foto è un fodero primo tipo nella parte superiore e, nella parte inferiore, è un secondo tipo.

 

 

Credo sia d’obbligo anche riportare che, oltre ai modelli citati (cioè i modelli ‘ufficiali’), esistono poi alcune varianti che montano sulle originarie lame della baionetta Mod.70 e derivate,  else in ottone o ferro. Si tratta di modelli di ‘sostituzione’, nati per sopperire alla penuria di materiali del periodo bellico…ma questa è un’altra storia!

 

Concludendo, sapete che fine fecero le ‘punte’ tagliate delle Sciabole Mod.70 quando si decise di accorciarle intorno al 1915 ?…furono utilizzate per costruire le lame dei famosi ‘pugnali da ardito’ o, in minor parte, per costruire altre baionette di sostituzione…per la serie “non si butta via niente!” davvero un bell’esempio di materiale riciclato.