Remigton Rand 1911 A1

 Scheda di Pat - arma fotografata della sua collezione privata.

Questa non è una pistola.

E’ un mito.

E come diavolo si fa a parlare di un mito?

Dalla sua adozione, nel 1911, è stata l’arma da fianco dell’esercito degli Stati Uniti fino al 1985. Presso alcuni reparti speciali dello stesso esercito, lo è tuttora (pur nelle sue varianti più recenti). Ha preso parte a due guerre mondiali, alla Corea ed al Vietnam, oltre che ad una miriade di altri scontri minori. È stata ed è l’ordinanza di molte Forze Armate e Polizie, non solo americane. I suoi “cloni”, cioè le armi che ne riprendono il progetto e l’impostazione di base (a volte solo limitandosi a copiarli totalmente) sono decine e decine, per un totale di molti milioni di esemplari. I libri che le sono stati dedicati, in ogni lingua, sono centinaia. Gli articoli sulle riviste specializzate, migliaia. E’ stata camerata praticamente per tutti i calibri possibili, ma è nata insieme ad una cartuccia altrettanto mitica, con la quale forma una coppia da leggenda: “la” 45 per eccellenza. È figlia di John Moses Browning, da tutti considerato “il genio” delle armi da fuoco. È la pistola che chiunque vorrebbe avere se dovesse naufragare su un’isola deserta. Infine, è la pistola che ho sempre desiderato avere da quando avevo dieci anni… :-)

         Come diavolo si fa a parlare di un mito? Per scrivere tutto quello che ci sarebbe da sapere non basterebbe un’enciclopedia. D’altra parte, qualunque cosa si scriva, si ha sempre l’impressione di aver lasciato fuori qualcosa. Eppure, se si vuole fare una scheda, qualcosa bisogna dire. Partiamo quindi nel modo più classico, dalla storia di quest’arma. 

         Le radici dello sviluppo della 1911 affondano nella dirette conseguenze della guerra ispano-americana, quella rivolta delle Filippine (1899-1902) in cui i Moros Juramentados, esaltati dal fanatismo e molto probabilmente anche da droghe di vario tipo, si dimostrarono del tutto in grado di massacrare a colpi di machete i soldati americani anche dopo essere stati raggiunti da diversi proiettili di quella che era all’epoca l’arma corta d’ordinanza dell’esercito USA, il revolver camerato nell’anemico .38 Long Colt. Oltre a distribuire rapidamente alle truppe le vecchie Single Action Army in calibro .45 Colt ed a fare ampio uso dei Winchester 1897 calibro 12, che riequilibrarono la situazione, l’amministrazione militare provvide ad istituire nel 1904 un’apposita commissione, la famosa Thompson-Lagarde, che al termine di una serie di esperimenti forse poco scientifici (con i criteri di oggi), ma sicuramente cruenti, condotti su cadaveri umani ed animali vivi giunse alla conclusione che l’unico calibro accettabile per l’impiego militare era il .45. Il War Department iniziò quindi a cercare un’arma in quel calibro, e le varie aziende si dedicarono attivamente a studiare e proporre nuovi modelli. Naturalmente, tutte semiautomatiche, la cui diffusione su larga scala iniziava giusto allora. Fra le grandi nazioni, solo la Gran Bretagna rimase legata al revolver fino alla seconda guerra mondiale. 

         La Colt affidò il compito di ideare la nuova arma al suo miglior progettista, quel John Moses Browning che per le sue realizzazioni si basava, fra l’altro, su due concetti fondamentali e intimamente legati fra loro: “ogni pezzo deve svolgere il maggior numero possibile di funzioni” e “quello che non c’è non si può rompere”. Si partì modificando la Colt 1902 in calibro .38 ACP per giungere nel 1905 alla realizzazione di una semiautomatica, la modello 1905 appunto, che camerava anche una nuova cartuccia appositamente studiata, la .45 ACP. Iniziò quindi una lunga trafila, fatta di continue migliorie e incessanti prove da parte dell’esercito americano (mai del tutto soddisfatto), che portò infine alla messa a punto della modello 1909 che, superando la Mauser C96 e la nostra Glisenti (scartate in partenza per il calibro) e la Luger Parabellum camerata per l’occasione in .45 ACP, dopo alcune ulteriori modifiche vinse la finale contro un’altra concorrente americana, la Savage.

         Il 29 marzo 1911 l’arma della Colt venne quindi adottata ufficialmente con la denominazione di AUTOMATIC PISTOL CALIBER .45 – MODEL OF 1911. Nasceva una leggenda.

 

La pistola ottenne ben presto l’approvazione di personaggi importanti…

 

          La casa di Hartford mise subito in produzione la nuova arma ed il 4 gennaio del 1912 iniziò le consegne all’US Army. Il modello 1911 venne prodotto dalla Colt fino al 1923, per un totale di circa settecentomila esemplari. Inoltre, l’arma fu costruita anche presso l’arsenale governativo di Springfield (dal 1912 al 1918, per circa 25.000 esemplari), dalla Remington  (negli anni della prima guerra mondiale, per poco più di 21.000 pezzi) e dalla canadese North American Arms (per un totale di circa cento pistole; naturalmente queste ultime sono comunissime, se qualcuno ne ha una e vuole liberarsene sarò lieto di aiutarlo… ;-) ).

         La 1911 venne adottata anche dalla Norvegia (che la produsse su licenza come modello M/1914) e si diffuse ampiamente sul mercato civile, col nome di Government Model. Proprio da questa produzione civile la Colt trasse le pistole che utilizzò per onorare i contratti con il governo britannico (che nel 1915-16 acquistò una serie di circa 10.000 Government camerate in .455 Webley Auto per assegnarle ai Royal Flying Corps, i precursori della RAF) e con quello russo (1916, poco più di 50.000 pistole in .45 ACP).

          Il 6 aprile del 1917 gli USA intervengono nella Grande Guerra e la 1911 è al loro fianco. Inizialmente pensata come semplice arma di difesa personale per gli ufficiali e gli artiglieri, dimostrò ben presto tutto il suo valore negli scontri ravvicinati all’interno delle trincee e nei fitti boschi francesi, dove un’arma corta, semiautomatica, maneggevole e con un buon potere d’arresto risultava sicuramente superiore ai lunghi fucili a ripetizione manuale della prima guerra mondiale. Fu proprio utilizzando una di queste pistole, insieme ad un fucile P17, che la mattina dell’8 ottobre 1918 l’allora caporale Alvin York riuscì praticamente da solo a neutralizzare una postazione di mitragliatrici tedesche, eliminare 25 soldati nemici e catturarne 132 (compresi 3 ufficiali), guadagnandosi la promozione a sergente, la Medaglia d’Onore del Congresso e l’ingresso nella leggenda, sancito anche dalla realizzazione di un film a lui dedicato.

  

         Al termine dell’immenso massacro che fu la prima guerra mondiale, i superstiti tornarono a casa. Si dice che gli americani avessero apprezzato così tanto le loro 1911 da “dimenticarsi” in massa di restituirle al momento del congedo, provvedendo invece a far rimuovere la scritta “US PROPERTY” dalle proprie armi e a ribrunirle. La metà circa delle 1911 inviate in Europa non tornò negli arsenali governativi … 

         La quantità di pistole rimaste in possesso dell’esercito USA era comunque sufficiente alle esigenze del tempo di pace, per cui si poté provvedere con calma a rivalutare l’intero progetto, visto che non c’era bisogno di ordinare immediatamente una nuova produzione. Nel 1924, sulla base delle esperienze maturate con l’uso pratico, la pistola venne sottoposta ad un “restyling” meccanico che introdusse varie modifiche e portò ad una nuova configurazione, adottata nel 1926 come modello 1911 A1.
Ai circa 10.000 pezzi di nuovo tipo acquistati dalla Colt nel 1924 seguirono altri tre ordini, nel 1937, 1938 e 1939, per un totale complessivo di poco meno di altri 10.000. Nel frattempo, la casa di Hartford continuò anche la produzione per il mercato civile; nuovi contratti (sia per la vendita di pistole prodotte in USA che per la cessione dei diritti per la produzione in proprio) giunsero dal Brasile e dall’Argentina.  Intanto, in Europa, si andava preparando, e poi scatenando, un’altra mattanza… 

         Il 7 dicembre del 1941, la storia del mondo cambia. I giapponesi bombardano Pearl Harbour e “svegliano il gigante addormentato”, provocando l’intervento degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Il potenziale economico ed industriale della nazione si dimostrò enorme. Con uno sforzo immenso, ogni azienda utile venne riconvertita alla produzione di materiale bellico. Complessivamente, dall’inizio alla fine della guerra furono costruiti circa due milioni di 1911 A1. Il Governo USA acquistò anche la produzione civile della Colt ancora invenduta, che venne rimarcata e inviata all’estero, nell’ambito della legge affitti e prestiti, insieme a molte vecchie 1911 presenti nei magazzini. Benché inferiore a quello della prima guerra mondiale, il numero di militari americani armati di pistola fu elevatissimo anche nella seconda.
Molti ufficiali e soldati che vennero equipaggiati con la carabina M1 acquistarono personalmente la grossa semiautomatica, da utilizzare anche solo come arma di riserva. Oltre alla Colt ed all’arsenale di Springfield, durante il secondo conflitto mondiale produssero la 1911 A1 la Union Switch & Signal Company, la Singer Manufacturing Co., la Ithaca Gun Co. e, soprattutto, la Remington Rand Inc. che, con circa 900.000 esemplari realizzati, superò persino la produzione della Colt ed anzi arrivò quasi a realizzarne tante quanto la Colt e la Ithaca insieme. 

         La Remington Rand era un’azienda di costruzioni meccaniche nata nel 1927 dalla fusione della Rand Kardex Bureau Inc. (che produceva calcolatrici e sistemi di archiviazione) con la Remington Typewriter Company (che produceva macchine da scrivere e, prima di essere scorporata e venduta, era nata come linea di produzione della Eliphalet Remington & Sons, famosa fabbrica di armi da fuoco). Pur discendendo dalla stessa azienda d’origine, non era quindi la stessa Remington che aveva prodotto le 1911 della prima guerra mondiale.
Quando l’Ordnance Department si mise alla ricerca di ditte private in grado di affiancare la Colt e gli arsenali governativi nella costruzione di pistole, la Remington Rand, che aveva già iniziato a produrre pezzi di ricambio, ma nessuna arma completa, propose la propria candidatura.
La risposta, dopo le verifiche dell’amministrazione, fu un primo ordine di 125.000 pezzi, che la ditta ricevette il 16 marzo del 1942. Venne quindi realizzata una divisione apposita dell’azienda (la “Divisione C”) e fu approntato uno specifico stabilimento a Syracuse, New York, che nel novembre dello stesso anno iniziò a consegnare le prime pistole realizzate sui disegni della Colt. All’inizio i componenti più difficili da fabbricare vennero forniti dall’esterno (canne High Standard, Colt e Springfield Armory, controleve di sicura Colt, hold open Colt e Springfield Armory, disconnettori Union Swithch & Signals), poi la ditta divenne in sostanza autosufficiente, fatta eccezione per le canne.

Poco dopo l’inizio, la produzione si arrestò, nel periodo compreso fra marzo e maggio del 1943, per il mancato superamento dei test di intercambiabilità dei componenti delle armi, su cui il Bureau of Ordnance esercitava un controllo dalla severità quasi maniacale. Il risultato di questa attenzione fu che, presso i vari reparti, era possibile smontare contemporaneamente diverse pistole prodotte da aziende diverse, sottoporle tutte insieme ad interventi di manutenzione ordinaria, e poi rimontarle prendendo i pezzi praticamente alla rinfusa. Dal punto di vista logistico era un grosso vantaggio (da due armi rotte se ne poteva fare una buona senza problemi), da quello collezionistico un po’ meno, perché spesso si trovano delle pistole che non sono altro che dei “miscugli” di varie componenti e non corrispondono ad alcun modello originale. Se fosse limitata unicamente ad interventi effettuati sul campo o in arsenale la cosa potrebbe anche essere accettabile (ed anzi riflettere una particolare caratteristica storica di queste armi), ma chi può garantire che queste pistole non siano state ottenute raschiando il fondo del barile di un mucchio di rottami dismessi e non siano quindi delle vere ex-ordinanza? Torneremo su questo aspetto.

Una volta risolti i problemi di intercambiabilità la produzione decollò completamente e continuò senza altri problemi, utilizzando materiali e livelli di finitura di altissima qualità (come richiesto dall’Ordnance Department), fino al 1945, cioè fino al termine del conflitto, quando uscì dallo stabilimento la pistola col numero di matricola 2465139, l’ultima prodotta. Il totale di 1911 A1 fabbricate dalla Remington Rand nel corso della guerra fu di 877.751 pezzi. In seguito, l’azienda non si dedicò più alla produzione di armi e nel 1955 scomparve, fondendosi con la Sperry Corporation per dare origine alla Sperry Rand Corporation. 

Gli Stati Uniti (insieme ad altre nazioni e con l’aiuto di moltissimi uomini liberi di ogni paese) avevano vinto…

 

 

         … ma il costo, non solo in termini economici, era stato altissimo: 

 

         Ovviamente, non solo gli americani sono caduti in quella guerra e non erano angeli salvatori, ma – al massimo – uomini di buona volontà. Tuttavia non fa male, ogni tanto, soffermarsi a ricordare e pensare… Il sonno della ragione genera mostri, e quello della memoria anche. 

         Terminata la seconda guerra mondiale, il numero di pistole a disposizione dell’US Army era enorme. Non ne venero quindi acquistate altre e non ci furono nuove produzioni militari. I pezzi rimasti furono sufficienti ad affrontare la Corea, il Vietnam e gli altri conflitti minori di quegli anni. Nel 1985 la 1911 A1 venne sostituita dall’adozione della M9, ma in realtà rimase in servizio ancora per anni, fino a che non venne completata la consegna ai reparti delle nuove armi. 

         La Remington Rand fotografata in questa scheda potrebbe quindi aver preso parte ai conflitti della WWII in Europa e/o nel Pacifico, alla Corea, al Vietnam o a chissà che altro, oppure essere rimasta in un magazzino o in qualche corpo di guardia per oltre 40 anni, non c’è modo di saperlo… E’ al tempo stesso il bello e il brutto delle ex-ordinanza: di solito, si può immaginare quello che si vuole, ma gli oggetti non parlano e non raccontano.

         A questo punto, vediamola questa veterana. Il lato sinistro è quello dell’immagine di apertura. Il destro è questo:

  

         Come si vede, la pistola è parkerizzata (fosfatata), come deve essere per le pistole prodotte nel corso della seconda guerra mondiale. Le 1911 (non A1) erano invece brunite. Le Remington Rand della prima produzione erano caratterizzate da una finitura particolare, detta Du-lite, ottenuta con un complesso trattamento a caldo che portava ad ottenere, sostanzialmente, una colorazione grigio-blu su superfici sabbiate. Tuttavia, a partire dal 1943 e dalla matricola 995000 circa, anche le armi di questa ditta furono parkerizzate. 

         Passiamo quindi ad esaminare le scritte. Sul lato destro del fusto, dietro la guancetta, si trova questo punzone:

 

         Si tratta del punzone di ispezione dell’Ordnance Department, utilizzato dalla metà del 1942 in poi su tutte le pistole, fatta eccezione per quelle della US&S. E’ impresso solo parzialmente, ma questa è quasi la regola. Comunque, deve sempre essere visibile, anche se non completo. Il disegno intero era questo:

 

 

         Sempre sullo stesso lato del fusto, ma davanti alla guancetta, si trovano invece queste scritte:

 

         I marchi di queste pistole venivano impressi in parte prima della finitura ed in parte dopo. Questa immagine è un buon esempio dei due casi: la scritta “UNITED STATES PROPERTY”, quella “M 1911 A1 US ARMY” ed il prefisso “NO.” sono state impresse prima, il numero di matricola è stato punzonato dopo. Oltre a questo, venivano impressi dopo la finitura anche i marchi degli Ispettori degli Arsenali, quello dell’Ordnance Department e, talvolta, quelli delle prove a fuoco.

         Ricorderete che abbiamo detto che all’inizio del 1943 la Remington Rand sospese la produzione a causa di problemi con l’intercambiabilità delle parti. Le pistole realizzate prima di questa pausa recavano il prefisso “No” davanti al numero di matricola, mentre in quelle successive alla ripresa delle consegne entrambe le lettere sono maiuscole. Tuttavia, nell’intervallo matricolare compreso approssimativamente fra 955000 e 1015000 si possono trovare alternativamente i due prefissi. Inoltre, nel 1943 venne prodotto a scopi sperimentali un centinaio di pistole che portavano davanti alla matricola il prefisso “NO. ERRS”, che significava Experimental Remington Rand Series. Difficile trovarne una.

         Dal numero di matricola si possono trarre delle indicazioni per risalire all’anno di produzione, come spiegato qui

 “Remington Rand_Matricole”

 

         Sul lato sinistro, le scritte sono tutte raggruppate intorno ai comandi principali: 

        

         Le lettere FJA sono le iniziali del colonnello Frank J. Atwood, ispettore dell’intera produzione Remington Rand e Ithaca.

         Il marchio TRA appartiene invece ad un distributore tedesco presso il quale la pistola è passata dopo il “congedo” e non riflette la vita militare dell’arma.

Le diciture sul carrello sono del cosiddetto “Terzo Tipo”, utilizzato dal 1943 (matricola 980000 circa) fino alla fine della produzione. La scritta (su due righe) è più corta della lunghezza dell’hold open. Le scritte del “Primo Tipo” (1942-43, dalla matricola 916405 alla 955000 circa) riportavano invece le diciture “REMINGTON RAND INC.” sulla riga superiore e “SYRACUSE, NEW YORK” su quella inferiore. Il marchio del “Secondo Tipo” era identico al terzo tipo, ma sensibilmente più grande (di lunghezza leggermente superiore a quella dell’hold open). I tre marchi sono messi a confronto qui

Primo Tipo

Anni: 1942-43

Matricole: 916405-955000 circa

“NEW YORK” e non “N.Y. U.S.A.”

 

Secondo tipo

Anni: 1943

Matricole: circa 955000-circa 980000

Scritta poco più lunga dell’hold open

 

Terzo tipo

Anni: 1943-45

Matricole: circa 980000-2465139

Scritta più corta dell’hold open

 

         La lettera “P” sotto il pulsante di sgancio del caricatore è il marchio che veniva impresso il giorno della prova a fuoco della pistola e si trova anche sul carrello, di fonte alla tacca di mira. Si conoscono “P” di diverse dimensioni, ma quello che è importante è che nelle armi che ne portano più di uno questi marchi siano tutti uguali, dato che venivano impressi con il medesimo punzone. La pistola fotografata, come tutte le Remington Rand, ha la “P” anche sul carrello:

 

         Come ricorderete, abbiamo detto che la rigorosa intercambiabilità delle parti faceva sì che fosse possibile smontare contemporaneamente più armi e poi rimontarle più o meno alla rinfusa, ottenendo combinazioni collezionisticamente non corrette. In particolare, bisogna prestare attenzione a varie minuterie che, inizialmente zigrinate, vennero in seguito prodotte da diverse fabbriche con una semplice rigatura, in modo da consentire di risparmiare una lavorazione. La foto qui sotto riporta le caratteristiche dei vari pezzi così come si potevano riscontrare nelle Remington Rand all’uscita dalla fabbrica:

 

         Il cane è zigrinato, come fu per l’intera produzione. I primi esemplari, di solito con finitura Du-Lite, montavano cani forniti dalla Colt, del tipo a cresta larga (stile mod. 1911), in seguito si passò al cane più stretto della 1911 A1. In ogni caso, nelle Remington Rand questo pezzo deve essere sempre zigrinato.

         Analogamente, deve essere zigrinata la leva della sicura manuale, che non fu mai rigata.

         Il mainspring housing e la leva dell’hold open, invece, furono inizialmente zigrinate ed in seguito solo rigate. In entrambi i casi, la variazione avvenne intorno al maggio del 1943, poco dopo l’introduzione del logo di Terzo Tipo, più o meno a partire dal numero 1350000.

 

         Come funziona e come si smonta una 1911 lo sanno anche i sassi; non sarà quindi il caso di dilungarci su questo argomento, dato che questa scheda è già di per sé piuttosto corposa. Vale solo la pena di ricordare come la semplicità (che non vuol dire grossolanità) del progetto di Browning si veda, ad esempio, dal fatto che la pistola è stata deliberatamente studiata in modo da poter essere smontata senza l’aiuto di alcun attrezzo, semplicemente utilizzando il guidamolla del cane come cacciaspine. Chi volesse fare un rapido ripasso e, soprattutto, verificare quest’ultima affermazione, può fare un salto qui

 http://www.coolgunsite.com/disassembly/disassembly.htm

         Quella che segue è un’immagine classica, che corrisponde all’esito finale dello smontaggio da campagna della pistola:

 

 

         Sulle parti così disassemblate è possibile fare ancora qualche rilievo. Sul fusto è visibile una “G”, impressa prima della finitura dei pezzi, che costituisce un marchio di ispezione e indica che la pistola è stata prodotta per soddisfare un contratto Governativo:

 

 

         Il caricatore è quello standard della 1911; sulla parte sporgente della sua base si deve trovare impressa una lettera, che indica la ditta che lo ha prodotto:

 

 

         Sulle Remington Rand si possono trovare solo quattro lettere, corrispondenti ad altrettante aziende:

L = M.S. Little Mfg. Co., di Hartford

R = Risdon Mfg. Co., di Naugatuck

S = Scovill Mfg. Co., di Waterbury

G = General Shaver Division.

L’ultima era una divisione della stessa Remington Rand, che produceva i caricatori esclusivamente per la casa madre. I primi tre erano invece fornitori esterni, i cui prodotti si possono trovare anche su pistole Ithaca ed US&S. 

Anche le guancette, in plastica marrone, erano prodotte da una ditta esterna, la Keyes Fibre Co., che le contrassegnava sulla faccia interna con il proprio marchio, una “K” dentro una stella a cinque punte:

 

 

         La pistola fotografata monta, giustamente, delle guancette del secondo tipo, riconoscibili per la presenza di anelli di rinforzo intorno ai fori di passaggio delle viti. Nelle guancette del primo tipo, tipiche della produzione iniziale, tali rinforzi sono assenti. 

         Infine, la canna. La Remington Rand non ne ha mai prodotta nemmeno una. Le acquistava invece presso fornitori esterni, che le contrassegnavano imprimendo il proprio marchio sulla faccia esterna dello zoccolo su cui è fulcrata la bielletta. Nelle prime pistole (Primo e Secondo Tipo) venivano montate normalmente canne fornite dalla Colt (e marcate “Colt .45 AUTO” sul lato sinistro della camera di cartuccia, subito sopra lo zoccolo) e dalla Springfield Armory (marchio S P sul lato sinistro dello zoccolo). Analogamente, negli ultimi esemplari prodotti (fra le matricole 1700000-1800000) si trovano canne della Flannery Bolt Co. (marchio F sul lato destro dello zoccolo e P sul sinistro). Tuttavia, la grande maggioranza delle pistole Remington Rand è stata realizzata con canne prodotte dalla High Standard e contrassegnate da una P (che di solito si vede male) a sinistra e dal marchio HS sulla destra dello zoccolo:

  

         Siamo arrivati alla fine. Per concludere, non resta che inserire la tabella dei dati tecnici…

 

Marca e Modello

Remington Rand 1911 A1

Calibro

.45 ACP

Numero di colpi

7 + 1 in canna

Lunghezza complessiva

215 mm

Peso (arma scarica)

1105

Lunghezza della canna

127 mm

Rigatura

6 righe sinistrorse

 

         … e lasciarci con una foto d’insieme di due vecchi “compagni d’armi”: