AVERE DEL PROPRIO

di Frank A. Mancuso

 

La foto di introduzione potrebbe dare il via ad un dibattito sulla qualità delle informazioni proposte in rete a confronto di quelle presenti sulla carta stampata.

Ma non è sul confronto tra i mezzi utilizzati per diffondere le informazioni che voglio attirare l'attenzione del visitatore, quanto su quello tra le informazioni attendibili, e quelle che non lo sono.

E la risposta penso sia nelle parole di un insegnante, che era prima di tutto un professionista, che usava iniziare ogni anno scolastico con un breve discorso durante il quale immancabilmente ammoniva "Non sarò io a dirvi quale testo acquistare, voi dovete avere i vostri libri".

Sottolineando nel "vostri" il possesso dei "contenuti" di ogni singolo libro, più che il possesso dei "contenitori" cartacei delle informazioni, e, quindi, con l'uso della forma plurale, la molteplicità delle fonti.

Che detto in termini sintetici si chiama semplicemente studio, cosa difficile da capire in tempi nei quali si pretende, citando il Dott. Venturoli, che il sapere venga dato e non faticosamente conquistato con la riflessione e l'esperienza.

Col risultato, sempre citando, che la gente sa sempre di meno e gli autori possono scrivere impunemente mostruose cazzate.

Oggi i rischi di una cattiva informazione sono aumentati proporzionalmente alla velocità con la quale si accede alla stessa, che può essere anche estremamente elevata, grazie agli elettro-servitori tascabili, se la fretta (o la pigrizia?) ci fanno fermare alla prima proposta di Google, se non, peggio, alla prima risposta ottenuta da uno sconosciuto su Facebook.

Ci saranno pure delle "fake news", ma resta responsabilità di chi le ascolta accettarle acriticamente, e dare loro sostanza; nessun aiuto può venire da una qualunque censura di Stato, anche perché quando questa interviene finisce per uccidere il confronto delle idee, e confezionare una visione addomesticata della Verità.

Per fare un passo nella direzione di una maggiore, e migliore, conoscenza mi permetto anche in questa occasione di raccomandare l'acquisto e la lettura di un altro libro.

E' la versione in lingua inglese di un'opera già pubblicata in lingua italiana, certamente più comprensibile, ma reperibile ormai solo presso quelle librerie che se ne sono approvvigionate per tempo, dato che presso l'Editore risulta esaurita. Non si tratta quindi di una novità assoluta, ma la ormai difficile reperibilità dell'edizione in lingua italiana mi spinge a suggerire a chi non lo avesse già fatto di cogliere questa occasione.

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Il testo vuole essere un approfondito esame storico di cosa poteva armare i partigiani italiani nel periodo della Resistenza, studio reso complesso dalla mancanza di documentazione, dalla scarsa attenzione della memorialistica e di gran parte degli storici, dalla estrema frammentazione degli studi. 

In esso l'Autore, Gianluigi Usai, ben noto ai frequentatori dei più importanti forum che trattano l'argomento delle Ex-Ordinanza, sia italiani che esteri, non ha voluto tanto stilare un catalogo delle armi leggere impiegate nella seconda guerra mondiale, quanto cercare di comprendere attraverso quali vie certe armi siano giunte nel nostro territorio.

La nuova edizione in lingua inglese è disponibile presso l'Editore Schiffer, può essere acquistata in rete su siti come Amazon, oppure richiesta presso le tradizionali librerie, meglio se specializzate.

A questa edizione ha dato supporto l'ormai familiare figura di Ralph Riccio, il cui contributo va ad aggiungersi alla cura dei dettagli ed alla cautela nelle affermazioni che hanno reso noto l'Autore come persona autorevole ed attendibile.

La nuova edizione è inoltre caratterizzata da una copertina rigida, e dalla presenza di foto a colori nelle schede dedicate alle armi.

   

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Restano ovviamente in bianco e nero le foto di repertorio, che sono tra gli aspetti di maggiore interesse della pubblicazione, le quali, a mio avviso, sono state comunque stampate con una migliore definizione. Il tutto giustifica ampiamente il minimo ritocco del prezzo rispetto all'edizione italiana.

Passiamo quindi ad introdurre le schede di questo aggiornamento.

Ecco il quinto capitolo di quella che senza nessuna ironia chiamo ormai "Enciclopedia delle Diottre per Armi tipo Lee-Enfield" di Tappo. Non è l'ultimo, ce ne sono altri già pronti in attesa di pubblicazione, anche perché l'autore non smette, nonostante le sempre crescenti difficoltà, di andare alla ricerca di questi rari e particolari accessori, utilissimi a chi vuole trarre il meglio dalla propria arma senza modificarla in modo irreversibile, e senza snaturarla.

Quindi la preannunciata nuova scheda di Pat, che ha per oggetto un'arma corta di indiscutibile fascino, anche per chi di corte proprio non ne vuole sentire parlare.

Buona lettura.