SCUSE

di  Frank A. Mancuso

 

 

 

 

 

Le devo a chi segue queste pagine, perché problemi dipendenti dalla volontà altrui mi hanno impedito di aggiornare il sito con maggior tempestività, come mi sono ripromesso di fare.

E le devo rivolgere agli  amici Ramirez e Giova, che stanno ancora pazientemente aspettando di vedere pubblicati due loro interessanti contributi.

Ramirez ha gentilmente messo a disposizione il suo Lebel 1886/93 per realizzare una scheda che spero non apparirà inadeguata all'importanza storica dell'arma.

Giova ci parlerà delle norme tecniche per la visita alle armi modello '91. Un aspetto poco noto della storia della nostra ordinanza, a testimonianza della cura messa perche' le armi in servizio fossero sempre all'altezza del loro ruolo.

Ma l'informatica è una gran cosa, quando funziona: quando si rifiuta di farlo si perde la pazienza, e si viene meno alla parola data.

Per farmi perdonare, nell'attesa di poter vedere i suddetti aggiornamenti, e, soprattutto, per cercare di mettere a tacere la sollecita insistenza di un amico garbatamene rompiscatole che ha buon gioco nel mettere alla berlina le mie scarse attitudini informatiche, ho impaginato un'altra scheda, per la quale avevo, per fortuna, già pronte le foto.

Ha per oggetto un’arma di grande fascino, ma poco comune: l’amico Gualbo afferma che un suo esemplare è in grado di qualificare ogni collezione, e, se lo dice lui, sarà pur vero. Quindi metto il complimento all’incasso.

Ancora due righe, per mettere in evidenza una buona notizia, ed una cattiva.

La buona notizia riguarda un piccolo museo di argomento storico, contenente una ricca collezione di armi, curato per anni da un sacerdote, e la cui sorte è stata messa a repentaglio da un prete.

Gli obiettivi che verosimilmente hanno spinto il prete a sollevare un inutile e strumentale polverone sembrano definitivamente frustrati, e le armi, che quando non sono impugnate sono solo degli oggetti, non sembrano correre più pericoli.

Notizia ancora più buona è il sostanziale equilibrio mostrato dalla stampa nel fornire ai suoi lettori le informazioni relative a tale vicenda.

La cattiva notizia riguarda l’arrivo sul mercato italiano (e, ahimè, solo su quello, a quanto pare) di una partita di armi che si spacciano per essere dei Garand in 7,62x51 NATO, ma che sono, verosimilmente, solo degli assemblaggi, eseguiti senza un minimo di coerenza storica.

Venduti a prezzi superiori a quelli di onesti fucili M1, spingeranno senz’altro verso l’alto il prezzo di questi ultimi, e temo proprio che saranno causa di amarezze per i loro acquirenti.

E’ inevitabile che l’invito a studiare e ad esercitare un po’ di buon senso critico cada, a volte, nel vuoto; ma è auspicabile che tali occasioni diventino sempre più rare.

Buona lettura.