Il trattamento dei legni

 

 

Contributi di AR70/90, Claudio, Garolini, Gualbo, LMB, Marco Fausto, Mbrac, Tersite (ordine alfabetico!)

 

La "ricetta" di Claudio:

Per l'olio di lino cotto rettificato ..uso una marca che prendo in un negozio di pittura ..costa un patrimonio un flacone da 50 cl ...
e non sa di pesce .....

Vuoi una ricetta bomba che ho provato ??
per l ultima mano, prendi 1 parte di cera d api, la fai sciogliere a fuoco lento dentro un recipiente smaltato .
Fatta sciogliere e levata dal fuoco, ci aggiungi una parte di olio di lino.... cotto... crudo... come vuoi, e una parte di trementina.
Mescoli il tutto fino a che non diventa come una specie di colla molto liquida, poi prendi i legni e con il panno-carta, o con uno straccio di cotone, passi sui legni; aspetti un'oretta e lucidi il tutto.
Scurisce i legni, li rende lisci, e da quell'aspetto vissuto.
Io ho ripassato tutte le mie ex ordinanza così.

 

 

I "trattati" di Tersite:

Premetto che e' una lavorazione da malati mentali, che porta a momenti di autentico sconforto, ma se si resiste fino in fondo... c'e' da
restare a bocca aperta.
 

Metodo per finizione per fucili fini (non adatta per armi militari), su legni di buon livello, con totale eliminazione delle porosità,
semilucida ma si puo' lucidare in seguito con altri prodotti come il Linspeed della Brownells.

La lavorazione di un calcio richiede da 3 a 6 ore complessive distribuite in almeno 5-6 riprese (le essicazioni intermedie sono
mediamente di una settimana), una moglie paziente (meglio ancora se in ferie altrove), un pennello a setola dura, carta seppia di varie misure, carta tipo scottex a volontà, tamponi in gomma per passare la carta seppia, nastro da carrozzieri.
Questo sistema mi fu insegnato dal compianto sig. Bagna, valente armaiolo-liutaio astigiano attivo fino a circa dieci anni or sono, ed è
descritto in una vecchia edizione del gun digest book of riflesmithing, che ebbi a tradurre per il suddetto mounsù Bagna perché lui di quelle robe scritte in forestiero non ci capiva una cippa, si tratta comunque di una procedura di finizione con riempimento dei pori molto antica e ben nota agli ebanisti, usabile anche con altri oli naturali (ottimo l'olio di noci e quello di lino). Dopo aver visto le fasi del lavoro e il risultato finale ho tentato di imitarlo, ovviamente senza raggiungere i suoi livelli.

PREPARAZIONE: il legno va pulito, preparato e riparato con la consueta procedura, ma deve essere assolutamente liscio e perfetto, ogni imperfezione lasciata indietro alla fine e' un pugno in faccia. Prima di iniziare la finizione, controllare controluce il calcio, massaggiare con cura tutta la superficie per avvertire parti ancora ruvide, bozzi, graffi della carta seppia più grossa, riprendere le imperfezioni e le fibre ancora sollevate con seppia finissima (non lana d'acciaio) finché non e' tutto liscio come il culetto di un neonato.

Se il legno e' ben venato e contrastato non conviene dare mordenzanti, role o altre tinte, e' meglio lasciare al naturale. L'olio provvede a valorizzare i contrasti, che invece verrebbero "ammazzati" dalla rola. Se il legno non ha una venatura appena decente, non vale la pena di usare questo sistema, si può invece usare l'olio di tung come normale olio di lino crudo, con qualche passata molto leggera inframmezzata dalla solita spagliettata, ma francamente a questo punto tanto vale usare il lino crudo (il tung però cristallizza più in fretta).

Quando siete cartesianamente sicuri della perfezione della base, potete iniziare l'avventura.
Se il calcio e' zigrinato e non volete rifare lo zigrino, bisogna mascherare con precisione la zigrinatura e tutta la parte destinata ad
accogliete la meccanica (compreso il canale della canna) con nastro da carrozzeria, queste parte saranno trattate successivamente con alcune mani solo protettive senza velleità estetiche (vedi lino crudo).

1° FASE (una ventina di minuti): trovato un buon supporto per tenere su il calcio senza toccare la superficie, col pennello a setola dura
pennellare generosamente di olio il calcio, massaggiando tutta la superficie. Non importa se ci sono colature, verranno eliminate con un
altro tipo di olio (quello di gomito). Alcune parti assorbiranno l'olio più rapidamente, rifornitele e insistete a strofinare le parti che
assorbono di meno, finché la superficie e' uniforme e il legno appare ben saturo di olio.

La prima fase manuale e' finita: non preoccupatevi delle colature e degli eventuali eccessi ancora presenti, lasciateli lì e mettete via il
calcio per almeno una settimana. Non importa se prende un po' di polvere o pelucchi, a questi provvederà il famoso elbow oil.
In questa settimana il tempo lavorerà per voi.

(per la fase successiva e' meglio se trovate alla moglie qualcosa da fare altrove, qualunque cosa...)
 

ora dobbiamo esserci procurati della seppia da 320, il tampone, se possibile un tampone più piccolo per le parti meno raggiungibili.

2° FASE (da 30 a 60 minuti- ) Controlliamo se l'olio è indurito alla perfezione, al minimo dubbio lasciamolo ancora riposare qualche giorno.
In questa fase quando lavoriamo lontano dagli spigoli conviene usare la seppia senza tampone, ma vicino ai punti delicati usiamolo sempre. Ora... giocheremo al "piccolo suino"...
Immergiamo la carta seppia nell'olio di tung (l'olio avrà la funzione di agente abrasivo) e attacchiamo il legno, carteggiando finché lo
strato superficiale della prima mano di olio asciutto viene eliminato del tutto e giungiamo a contatto del legno. In questa fase e' importante continuare a mantenere impregnata la seppia di olio. L'azione abrasiva dell'olio e le particelle di legno che rimuoveremo creeranno una poltiglia, che diventerà sempre più densa man mano che procederemo col lavoro. Questa sospensione di legno + olio secco + olio fresco è importantissima; sarà lei a eliminare naturalmente la porosità superficiale del legno e non va rimossa, anzi...
Quando avremo passato con cura tutto il calcio, gli spigoli ecc, fino ad aver rasato la superficie del legno, sempre mantenendo la seppia
impregnata di olio, avremo una specie di gelatina di olio e legno, che quasi potrà essere pizzicata tra il dito e la carta abrasiva.
Spalmiamo con cura e uniformemente sulla superficie del calcio questa pappetta, in modo che tutto il legno ne sa ben coperto, questo e' uno dei migliori turapori esistenti.

La 2° fase e' finita: mettiamo il calcio così impiastrato a riposare almeno per una settimana, nel frattempo possiamo concedere alla moglie di rimpatriare provvisoriamente.

 

Rieccoci alle prese col nostro calcio, che nel frattempo avremo comprensibilmente iniziato a odiare. Controlliamo che la superficie sia
perfettamente cristallizzata, al minimo dubbio aspettiamo ancora.
Dovremo esserci procurati altra seppia da 320, una buona scorta di carta da cucina o tovaglioli di carta e un cestino per la cartaccia,
naturalmente avremo ri-espulso la moglie.

3° FASE (circa un'ora-) La poltiglia superficiale è dura e ha assunto un aspetto abbastanza maculato. In questa fase e' importante procedere lavorando PICCOLE superfici alla volta, seguendo il senso della venatura e mai lavorando al traverso. Conviene montare la seppia (sempre ben bagnata di olio) su un tampone più piccolo (ne ho ricavati di diverse misure dagli spessori che usano i gommisti per sollevare le macchine).
Preferisco partire dallo spigolo del calciolo, grattando verso l'avanti piccole aree alla volta. Man mano che si elimina lo strato duro si
pulisce la zona con la carta e si ribagna la seppia con l'olio di legno.
Con la carta da cucina non bisogna pulire troppo energicamente, ma è importante lasciare sempre un sottile velo di olio fresco sulla
superficie. Bisogna fare molta attenzione a non "scavare" troppo: bisogna seppiare fino a quando nello strato duro si vede nuovamente la grana/vena del legno, ma bisogna fermarsi PRIMA di eliminare tutta la finitura superficiale esponendo nuovamente i pori, per questo e' utile pulire frequentemente l'area di lavoro per vedere quel che si fa.

Si procede così finché tutto il calcio e' ripulito dalla crosta scura. E' importante, ripeto, essere delicati con la carta assorbente e lasciare sempre un sottile velo d'olio fresco sul calcio, questo avviene sia lubrificando costantemente la seppia, sia eventualmente riapplicandone un po' nelle aree "secche".

Se si esagerasse a carteggiare, riesponendo i pori, non e' un grosso problema, basta ripetere localmente la 1° fase e seguenti, un grande
vantaggio di questa finitura (purché senza coloranti sul legno) e' che in caso di danni successivi anche dopo anni si può intervenire solo
sulla parte rovinata, lasciando intatto il resto. Peraltro la superficie e' incredibilmente elastica e resistente alle intemperie.
Quando la patina scura e' rimossa per bene e c'e' un velo uniforme di olio la fase e' finita, il calcio può riposare un'altra settimana, le
passate successive saranno di rifinitura.

Il grosso e' fatto.

 

Bene, ormai la situazione potrebbe essere tollerabile da parte di una consorte di media pazienza, quindi potreste anche correre il rischio di lavorare presente coniuge.

Vi serve ora della seppia da 400, per il resto tutto uguale, accertatevi sempre che la superficie sia asciutta prima di iniziare.

4° FASE (30 minuti circa) e' più o meno come la precedente. Bagnate ben bene la seppia da 400 con l'olio di tung e attaccate molto delicatamente, sempre col tampone dove possibile e nel senso della venatura, lavorate a piccole zone, pulendo continuamente e delicatamente con lo scottex facendo attenzione a non riesporre i pori. Lasciate sempre dietro il vostro lavoro un sottile velo di olio.
Ormai il calcio assume un aspetto liscio e abbastanza brillante.
Mettetelo a nanna per una settimana.

5° FASE (30 minuti circa) controllato che sia tutto secco, esaminate la superficie in controluce. Potrebbero esservi ancora alcuni pori aperti, ricordatevi dove sono.
Carta seppia da 600 bagnata, agire come nella fase precedente, sempre pulendo.
Con la 600 bagnata la poltiglia di risulta e' estremamente fine, e termina di riempire le ultime microporosità. Questa fase può essere
ripetuta più volte, facendo sempre essiccare a dovere negli intervalli.

La finitura assume un aspetto semilucido, meno brillante delle finiture a sintetico o a true oil, le venature risaltano incredibilmente di più.
La lucentezza può essere ridotta o aumentata con il brownells lin-speed.
E' essenziale non fare una "crosta", in pratica questa lavorazione fa si che venga livellato uno strato superficiale in cui il legno è talmente impregnato che non si capisce più dove finisce il legno e dove inizia la finitura.

Ora si può togliere la mascheratura dagli zigrini e dall'incassatura, queste zone vanno protette con alcune passate leggere di olio,
spagliettate nell'incassatura e spazzolate con uno spazzolino fine di ottone (quelli per lo scamosciato) nelle zigrinatura tra una mano e la successiva. Tre mani leggerissime dovrebbero bastare. Come se fosse lino, appunto.
Invece se gli zigrini non sono presenti, ora si inizierà ad inciderli, rifinendo dopo solo per protezione.

Eventuali danni di caccia possono essere riparati localmente, carteggiando la zona rovinata e ripetendo tutta la procedura solo dove
serve.

La procedura descritta sembra lunga, in realtà i singoli interventi non sono così estenuanti né troppo lunghi, nelle pause il lavoro lo fa
l'inesorabile trascorrere delle giornate.

Non si può pretendere di raggiungere la perfezione al primo tentativo, conviene fare prima qualche prova su una tavoletta di legno o su un calcio di poco valore, "acca' nisciuno nasce 'mparato" e il legno richiede una certa esperienza.

Se avete qualche piccolo mobile di bel legno da recuperare, il sistema e' valido anche per questo.
 


I suggerimenti di Marco Fausto:

Due consigli:
1) suggerisco di carteggiare il legno sempre nel senso della fibra: i segni di abrasivo perpendicolari alla venatura sono molto più evidenti, possono stare male e ci vuole più tempo per eliminarli
2) attenzione a non portare via i vari marchietti, punzoni, stemmini che a volte popolano i calci dei nostri "ferrivecchi".

Con gli olii che ho usato io la rapidità di essicazione sembra la seguente, dal piu' rapido al piu' lento:

tung e olio di lino bollito (un po' piu' veloce forse il tung), true oil (mooolto piu' lento), olio di lino crudo (estenuante).

La polimerizzazione dell'olio di lino spesso e' resa più rapida da additivi (rectius: inquinanti) che però ne riducono il valore e
l'efficacia (olio di pesce, scarti industriali...)

Le settimane richieste nel procedimento "lussurioso" a olio di legno (usabile anche a olio di lino ma diventa ancora più interminabile) sono dovute al discreto spessore degli strati di morchia che si lasciano a mo' di turapori, che devono cristallizzare alla perfezione prima di essere carteggiati, altrimenti non turano nulla.


I consigli di Mbrac:

 

Parlando di olio di lino crudo, consiglio l'uso di prodotti acquistati in negozi di belle arti. Sono cari, ma più puri e vedrai che 24 ore tra una mano e l'altra non bastano più, specialmente per legni duri come la betulla artica dell'M39. Ma sono migliori.

Non sono d'accordo con il metodo con cui dai l'olio, vale a dire il pennello, perché secondo me così se ne da troppo. Io preferisco usare uno stoppino o tampone, chiamalo come vuoi, fatto con un pezzettino di tela di cotone bianco con dentro un batuffolo di cotone idrofilo. Lo si imbeve bene e poi via a passate circolari leggere e uniformi. E' vero che dovrai dare due o tre mani in più, ma in questo modo l'olio penetra meglio e più in profondità. Stesso metodo per il True Oil.

 

Tersite: ottimo metodo, anche sulle ex ordinanza, è pure quello di applicarlo con la lana d'acciaio fine.

 

Una cosa che non sapevo invece e quella di passare una mano di gommalacca alla fine.

 

Tersite: per quanto ne so era una lavorazione tipica dei mugiki per i loro Moisin Nagant, ed è quello che causa quello strato così odioso da levare dai calci dei Mosin Nagant.
Gli altri eserciti per lo più si limitavano all'olio di lino, che veniva rinfrescato periodicamente nei reparti.

 

Piuttosto del discorso "morchia" preferisco una/due/x mani in più, ma fini.

Tersite: dipende da quanto vuoi chiudere i pori del legno. Con la polvere del legno la chiusura e' più tenace e valorizza meglio la bellezza del legno, ma si può benissimo chiudere la porosità solo stratificando leggerissime passate di olio pulito, come di solito si fa col true oil. Sulle ex ordinanza il metodo della morchia non c'entra nulla.

 

 

Consigli per la pulizia da AR70/90:

Acqua ossigenata 100 volumi e ammoniaca pura.
Le proporzioni sono circa dell' 85% la prima ed il 15% la seconda.
ATTENZIONE!!!!!
Non solo devi prendere precauzioni, ma...... SCAFANDRATI!!!!
Sia per le inalazioni che per le ustioni, inoltre attento agli occhi!!!!
Ovviamente prova prima su di un qualsiasi legno vecchio e.... non crederai ai tuoi occhi.
Vedrai che dopo un paio di minuti comincerà la reazione (non spaventarti), i due componenti attaccano lo sporco a fondo!
 

 

Olio di tung da Tersite:

L'olio di Tung è un po' duro da tirare sui legni... nel senso ..molto colloso ...appiccicoso, e con il tampone di Tutto pannocarta ...si passa male ..
Lo scaldo un po' sul termosifone (oppure a bagnomaria, mai sulla fiamma), e converrebbe avere anche il legno non proprio freddo, altrimenti ti raffredda subito l'olio e sei daccapo, se capita puoi dargli una scaldatina coll'asciugachiome.

Per applicare... (ma non dirlo in giro) lo colo sul legno con una siringa senza ago e poi uso o le dita (se fa freddo scaldano leggermente
l'olio) o un pennello duro, per allargarlo è ottimo anche uno spazzolino da denti, le setole dure favoriscono l'assorbimento delle
fibre.
Mi raccomando vai sempre nel senso della fibra, assorbe molto meglio.
Poi lascia il legno bagnato per un 15-20 minuti in ambiente caldo, quindi rifornisci le zone diventate opache e massaggia quelle che hanno
assorbito di meno. Nel giro di un paio d'ore puoi riapplicarne più volte, finché il legno assorbe.
Se il legno non assorbe avidamente l'olio probabilmente non e' stato pulito a dovere dalle finiture precedenti.
Quanto sopra vale anche per il true oil o gli oli di lino.
Invece per le finiture ad acqua e/o poliuretaniche l'assorbimento è molto meno evidente, queste ultime producono piuttosto uno strato al fuori del legno: bello, più rapido ma meno robusto e protettivo degli oli naturali, sono usate piuttosto dalle industrie per le finiture dei fucili più economici.

Scurire una calciatura di Tersite

> Ho un Mauser K98...molto chiaro... deve avere il calcio laminato e non quello in noce...
> Dopo averlo pulito e rifatto gia una volta tempo fa, mi sono deciso a rifarlo per l ennesima volta ...volendolo più scuro ...
> l'ho pulito con l acqua ossigenata a 130°, lana di acciaio 0000 e acqua ossigenata. L'ho pulito con sapone di marsiglia, acqua calda ed   > una spazzola, solo che a me pare sempre con questa lamina sopra ...cioè nel senso non a legno ...

scusa ma non riesco a capire: se e' laminato (cioè compensato) sono più fogli di legno pressoincollati tra loro a formare un'asse, poi la
sagomatura dell'asse fa uscire delle specie di venature (che sono i vari strati). Non e' molto difficile distinguere i calci in laminati da
quelli in massello.
Non e' che per caso ha un calcio in massello di faggio o di betulla?

> Ora mi chiedevo ..per scurirlo ..come posso fare ???

mordente noce, possibilmente la rola tradizionale in granuli da sciogliere in acqua, non quelli già pronti che a volte sono cerosi e
poi non fanno assorbire bene l'olio.
Il problema col mordente e' indovinare quanto scurire, di solito sembra che non sia mai abbastanza scuro, poi quando dai l'olio ti accorgi che hai esagerato. Personalmente sono abbastanza contrario a scurire i legni (oltretutto non credo che negli arsenali si perdessero dietro a 'ste cose), ma e' a te che deve piacere, quindi vedi tu.
Comunque l'olio di per se scurisce abbastanza, fai una prova in un angolo poco visibile per vedere di nascosto l'effetto che fa da solo
senza mordente.
Di solito si usa il canale della canna, che ovviamente va preparato e carteggiato liscio alla perfezione prima di fare le prove.
Preparalo, dai l'olio (quello di lino mi sembra più corretto del tung) a una striscia di qualche centimetro, aspetta che asciughi e valuta. Se è proprio troppo chiaro prova a dare un po' di mordente in un'altra striscia di canale, lascia asciugare e dai l'olio, aspetta e guarda.
Così potrai anche regolarti sull'intensità del mordente da applicare.
Comunque cerca prima di capire bene che legno è, soprattutto se è compensato o massello.
 

 

Olio di tund di Mbrac
Ho finalmente avuto occasione di usare l'olio di thung su una ex ordinanza. Il soggetto e' un Gustafs 96 del 1921 praticamente nuovo con i legni credo in betulla artica o legno similare, finitura al naturale. Ho portato il legno al "grezzo" usando solamente un decerante, paglietta 000 e poi tanto olio di gomito. Una lisciata finale con carta seppia 1200, una passata con l'aria e prima mano di olio di thung. Tempo di penetrazione totale 3 giorni. Bello il colore, e soprattutto al tatto il legno sembrava quasi plastificato. Passata di paglietta 0000 e seconda mano. Tempo di essicazione completa....infinito, perchè in alcuni punti non e' stato assorbito. Che fare? Dopo una settimana, passata di paglietta, passata di straccio pulito, e....sono passato all'olio di lino crudo. Beh, asciuga un po' a fatica, ma asciuga, sono già arrivato a quattro mani, sempre molto fini, e devo dire che il risultato e' ottimo, sia come colore che al tatto.
Io sono arrivato alla conclusione che probabilmente il legno di betulla artica e' molto compatto e quindi un olio spesso come l'olio di thung penetra poco e quindi satura subito i pori.
 

Tersite: e' normale, ci sono sempre aree che assorbono meno di altre, specialmente se si tratta di legni già trattati in precedenza, ma
questo succede anche con l'olio di lino (che con queste ex ordinanza mi sembra più "filologico").
Visto che i legni in molti arsenali erano impregnati di olio praticamente per immersione se non in autoclave, potrebbe anche
dipendere dalla presenza in profondità di olio originale, che non è quasi più possibile eliminare del tutto, per non parlare del grasso di
vai a sapere cosa in cui i fucili erano letteralmente immersi durante gli immagazzinamenti, dell'olio esausto per motori, delle colature di
olio per armi, delle macchie di resina quando facevano servizio nei boschi di conifera...
Il segreto, quando si da la prima mano di olio, starebbe nel seguire l'assorbimento ogni paio d'ore per tutto il giorno, aggiungendo olio
dove e' stato assorbito e strofinando fino a scaldare dove invece il legno resta bagnato, ma se si diventa troppo perfezionisti c'e' da
finire al manicomio. Comunque non preoccuparti, il tung nonostante la densità affonda meglio del Titanic: una volta ho provato a rifare una finitura a un legno nel quale credevo che l'olio non fosse stato assorbito (non era di fucile, però), e dopo aver portato via un buon millimetro di legno le fibre erano ancora belle intrise. :-)
 

 

Olio di tung di Claudio 64
Ho avuto anche io qualche problemino con l'olio di tung ....tanto che il p17 è la seconda volta che lo rifaccio ...
Però questa volta sembra che le cose siano migliori .
Avrei da dire la mia sul modi di passarlo. Intanto lo diluisco per la prima mano al 30% con l'essenza di trementina.
Si passa una bella mano abbondante, poi io prendo Tutto pannocarta, lo inumidisco, e dopo 10 minuti tolgo l'olio in più.

Va controllato ogni tanto e sempre con un panno sfregato per far penetrare l'olio che torna in superficie ...
Nei Forum in USA loro a quanto ho letto la prima passata di olio la danno con la Lana di Acciaio 0000 quindi, dopo circa 5 10 minuti, passano con un panno umido strofinando e pulendo, e poi di seguito passano altre mani, una volta asciutto.

 

Tersite: L'olio di legno rispetto al BLO marca di più i contrasti del legno ed e' più persistente come protezione, però e' molto più opaco e questo a molti non piace. Poi ha la caratteristica di produrre una specie di strato ceroso durante l'essicazione, si può lucidare come se fosse cera man mano che si forma (diciamo ogni due giorni), fino a quando smette: questo produce una superficie satinata.
L'olio di lino e l'olio di legno si possono combinare: puoi chiudere i pori e far risaltare la venatura iniziando coll'olio di legno. Quando hai ottenuto una bella superficie con i pori chiusi, si può terminare con l'olio di lino. Un certo numero di applicazioni solo col palmo della mano, energiche ma leggerissime: ogni volta solo poche gocce di olio, la mano passando non deve nemmeno lasciare la scia (altrimenti e' troppo). In questo modo il risultato finale e' leggermente più lucido, e godi i vantaggi di entrambi i prodotti. Comunque il grosso del lavoro consiste nella chiusura dei pori, fatto questo ci si sbriga con poco, l'importante e' non confondere i due momenti del lavoro: la chiusura della venatura e la applicazione finale, finché i pori sono aperti il risultato e' poco gradevole, qualunque prodotto si usi.
L'unico aspetto della lavorazione dei legni con gli oli naturali che non può essere trascurato e' la pazienza, non tanto nei singoli interventi che di per sé richiedono pochi minuti, quanto nel non aver fretta di finire per vedere il risultato: prima di rimettere in servizio il calcio possono volerci un paio di mesi e se fa freddo anche di più (il freddo rallenta enormemente il tutto).
Altrimenti tanto vale usare una bella vernice poliuretanica, con un paio di passate si risolve il problema e il risultato non e' per nulla
brutto, anzi.

Mbrac: Aggiungo che c'e' il grosso vantaggio, usando olio di legno ed olio di lino, che se sbagli qualche cosa puoi rimediare senza dover rifare tutto, perché essendo materie naturali restano per così dire "sempre lavorabili", mentre le vernici poliuretaniche una volta asciutte non permettono correzioni.
A me e' capitato che mi cadesse dalle mani un calcio quasi finito e per disgrazia si e' bollato profondamente in due punti. Ho carteggiato la parte, stuccato, ridato il mordente, l'olio e..... sfido chiunque a vedere il rattoppo.
Con una poliuretanica una cosa del genere te la scordi.

Tersite: il vantaggio è enorme: si perde più tempo subito, ma poi basta qualche ritocco e via.
E poi per rinnovare la protezione nei fucili usati a caccia basta dare un paio di mani leggerissime di olio alla fine della stagione (e magari anche un po' prima dell'inizio), dopo un po' il legno assume un bellissimo aspetto "vissuto" (patina) che rende apprezzabili anche i piccoli danni superficiali
La cosa che odio in queste finiture poliuretaniche, oltre all'aspetto "caramellato", sono quegli aloni bianchi che si formano sulle sia pur minime ammaccature a causa della microscrepolatura dello strato di vernice.
Come se non bastasse le ammaccature fratturano lo strato superficiale e lasciano via libera all'acqua, se il legno e' stato tinto il colore va via e la "candida" si allarga sotto alla vernice...
Le poliuretaniche (che in alcuni casi danno un bell'effetto anche a legni bruttini) sono piu' adatte alla produzione di massa, rendono un po' meno schifosi legni scadenti, ma proteggono fin dove possono e fanno risaltare i bozzi, e poi sono prendere o lasciare, non essendo
riparabili. A quel punto preferisco un buon calcio in fibra, meglio una bella plastica che un brutto legno, almeno e' più robusto e non assorbe umidità.

Mbrac: infatti il vero problema e questo. Ci sono delle vernici sintetiche che sono stupende come finitura, ma il difetto e' sempre lo stesso: cristallizzano e quando prendono un colpetto o vengono rigate si comportano esattamente come il vetro e si forma il bozzo bianco. Uno schifo.

 

Le stuccature di Mbrac

Uso due modi, dipende tutto dal colore e dal legno.
1- Stucco bianco da legno che coloro con il mordente (quello ad alcool). Bisogna fare molte prove per cercare la tonalità giusta che avrà lo stucco una volta asciutto (tende a schiarire). Questo stucco ha due difetti: asciugando si ritira e bisogna sempre ripassare almeno una volta, e poi se per caso ci batti sopra si sbriciola.
2- Stucco sintetico gia colorato. E' ottimo dal punto di vista della riparazione perché diventa durissimo e aderisce molto bene, bisogna però un po' indovinare il colore. Io riesco parzialmente a correggerlo sempre con il mordente, ma spesso lo faccio mescolando lo stesso stucco di vari colori fino a che non raggiungo quello giusto. A volte ho anche stuccato dopo aver già dato il mordente su tutto il calcio, per centrare meglio il colore. Come vedi non c'e' una regola fissa, diciamo che io preferisco lo stucco sintetico.

Come finitura, entrambi assorbono sia l'olio che il true oil.
Non ho detto che sia semplice centrare il colore, ma con un po' di pazienza ci si riesce, soprattutto mescolando i le varie tonalità di stucco fino a trovare quella giusta. E' chiaro che ci vuole pazienza e magari si spreca anche un po' di stucco, ma sinceramente passare ore con il vapore penso che sia peggio. E poi se il buco e' profondo, ti voglio vedere a tirarlo su, devi per forza usare lo stucco.
 

 

Finiture originali delle ex ordinanza di Gualbo:
Garand - tung oil - Tersite: pare che poi ai reparti per la manutenzione campale dessero del BLO

M1 carbine: Blo
nagant: Gommalaca
1917: Blo
Enfield: Blo
M39: vernice finnica (valla a trovare)
 

 

Consigli di Tersite:
sverniciando e levigando cerca di non spianare gli zigrini, attento a non arrotondare gli spigoli (usa sempre la carta abrasiva sul tampone) che poi stanno male, pulisci sgrassando bene il legno (altrimenti non prende la finitura) ma non esagerare. Lavora e raschia SEMPRE seguendo il senso delle fibre, mai di traverso. Se possibile rispetta a tutti i costi la patina naturale del legno vecchio (cioè non portarlo "a nuovo"), quindi cerca di non bombardare con acqua ossigenata ammoniaca e simili sbiancanti, così eviterai di dover tingere il legno e avrai la tonalità più gradevole del legno "in patina".
Per la finitura consiglio l'olio di lino (crudo se hai più pazienza, altrimenti cotto) sempre dato con mani quasi impercettibili. Se vuoi una
finitura lucida invece c'e' l'ottimo true oil (birchwood casey), non facilissimo da usare bene e comunque non seguendo le istruzioni di
fabbrica, orientate più alla velocità che alla qualità.
Se sei al primo calcio ti sconsiglio l'olio di tung, per usarlo a dovere serve un po' di pratica e taaaaaaanta pazienza, mentre con l'olio di
lino di pazienza basta averne solo taaanta, l'importante e' sempre non fare spessore. :-)
 

 

Sistemare i legni di un fucile da caccia di Gianluca Garolini

Ecco una ricetta:
smontaggio attento ed accurato dei legni, meglio se fatto da un armaiolo competente così almeno salviamo l'estetica delle viti.
Smontaggio di parti accessorie come coccia e calciolo e magliette porta-cinghia.
Sverniciatura con un comune sverniciatore applicato più volte e rimosso con spatolina flessibile e paglietta di ferro medio-grossa, gli zigrini solo con forte soffio di compressore.
Continuare fino alla rimozione di tutta la vernice, con delicatezza negli ultimi passaggi.
Applicando una pezzuola ben bagnata e premendola con la punta del saldatore per stagno sulle ammaccature queste si rialzeranno in gran parte. Procedere così fino ad ottenere un buon risultato su tutte le ammaccature.
Scaldare moderatamente le parti lignee inzuppate d'olio (di solito le terminazioni vicine al ferro di calcio e asta) e ripulire frequentemente l'olio uscito con uno straccio e trielina. Lavare velocemente il legno, senza insistere troppo, con acqua calda a 40/50
gradi ed asciugarlo subito con uno straccio. Lasciare asciugare bene i legni per 48 ore in ambiente all'ombra e ventilato.
Carteggiare leggermente le superfici senza toccare i margini vicini ai ferri (se calano questi margini siamo rovinati) fino ad avere una superficie ben liscia e senza spelacchiature.
Se necessario con mordente (non troppo scuro) tingere i legni in base al proprio gusto con passate lunghe e leggere senza insistere troppo. Asciugare ancora una giornata e applicare una prima mano di Tru-Oil poco alla volta con un tampone di tessuto compatto e privo di pelucchi facendolo arrivare dappertutto e senza insistere troppo sulle aree zigrinate; a vernice asciutta (3-4 ore)
ripetere per circa 9-10 volte la verniciatura col tampone e fare asciugare perfettamente per 24 ore o più.
Carteggiare molto leggermente con carta da carrozzaio dell'800 e acqua e sapone facendo molta attenzione a non passare lo strato di lucido già formatosi; pulire tutti i residui.
Ripassare il Tru-Oil con un nuovo tampone in mani ora leggerissime per 8-10 volte depositandone pochissimo ad ogni passaggio e solo a superficie ben asciutta.
I pori ora dovrebbero essere tutti chiusi in caso contrario, carteggiare ancora una volta e rifare 7-8 applicazioni leggere di vernice.
Quando la superficie sarà perfettamente liscia e priva di pori, passare molto leggermente e roteandolo un batuffolo di lana di ferro finissima (4 zeri - Liberon) fino a togliere ogni imperfezione residua del lucido.
Ora abbiamo due soluzioni; finire con lo stesso Tru-Oil o con cera per mobili (la produce la stessa Birchwood del Tru-Oil).
Altri 2-3 passaggi leggerissimi di Tru-Oil renderanno il calcio bello e semilucido e arrivando a 6-7 passaggi otterremo un lucido vivace ma sgarbato.
Se invece passeremo la cera con una panno morbido ma grossolano di lana otterremo una finitura meno riflettente e più satinata. La cera andrà rinnovata di tanto in tanto.
Pulire le zigrinature con attenzione, impiegando un vecchio spazzolino da denti o uno di ottone.
Occorre molta pazienza, ma il risultato è eccellente.

 

Olio di tung di LMB

il fornitore italiano e' un grossista, credo si approvvigioni direttamente presso i produttori, comunque non ho ancora avuto
modo di provarla perché per andarlo a ritirare aspettavo che gli arrivasse anche l'olio di lino raffinato.
Di quest'ultimo ne ho visto un campione e sembrava molto valido, non la solita immonda miscela puzzolente di grasso di pesce e vai a sapere cosa che si trova usualmente nei colorifici.

nota: il grossista è la ditta GASID di Volvera (vicino Torino), che vende anche per corrispondenza, la confezione minima è da due chilogrammi per un prezzo nel 2004 di 18 euro a confezione, IVA inclusa.
Io l'ho sempre usato puro, ma per lavori un poco particolari (restauri di calci di fucili di un certo pregio). In pratica si fa assorbire al
legno una abbondante dose di tung massaggiando pazientemente l'essenza e rifornendo a costo di farlo colare, lo si lascia asciugare alla
perfezione con colature e tutto per 7/10 giorni o più, si seppia con la carta impermeabile sempre ben imbevuta di olio fresco arrivando a rasare nuovamente il legno, si lascia la conseguente pappetta di legno + olio fresco + olio cristallizzato ben spalmata a seccare sul legno (fa da turapori) per un'altra decina di giorni.
Ora si seppia (carta 320 sempre ben impregnata d'olio, sempre nel senso della venatura) via la crosticina scura fino a vedere nuovamente la grana del legno, ma senza ovviamente riaprire i pori. Mentre si seppia bisogna pulire delicatamente con la scottex, ma lasciando sempre un leggero velo dell'olio di risulta dietro al lavoro (sempre turapori e'), strato che va lasciato seccare una settimana.
Usando la seppia sempre più fine di settimana in settimana si ripete la levigazione ( sempre lasciando l'olio umido con il pulviscolo di legno a seccare sul legno) fino ad arrivare alla seppia da 600, che potrà essere passata più volte fino alla perfezione che interessa.
Conviene, dove possibile, usare sempre la seppia sul tampone. Se si lavora bene su un bel noce preparato alla perfezione e senza rola
il risultato e' a dir poco impressionante, praticamente non si crea un film superficiale ed esalta il contrasto della venatura.
Però ci vuole ****molta**** Pazienza (quella maiuscola), molta cura e bisogna prima fare un po' di pratica, come per tutte le cose.
Credo che l'olio di legno si possa usare anche diluito come si fa con l'olio di lino (penso con acquaragia vegetale di buona qualità, non
quella di nafta), dando mani leggere, ben asciugate e spagliettate tra una mano e la successiva. Ho appena scoperto che il tung era
usata dall'esercito yankee per proteggere il legno dei fucili garand, nei quali il solito olio di lino crudo si era rivelato poco adatto per
problemi di surriscaldamento, immagino che usassero una lavorazione simile a questa, tecnicamente e' una referenza di un certo valore.
I tempi di essicazione sono più brevi del lino cotto.
Il tung il legno lo protegge veramente bene, questo ho potuto constatarlo, certo non è molto economico ma non e' che gli impregnanti
li regalino, e sono sempre più convinto che per lo più questi ultimi siano solo olio di lino (neanche del migliore) molto diluito con qualche
additivo contro la muffa.


Siti di riferimento:

http://www.bedford.net/users/djv/
http://riflestocks.tripod.com/index.html